8. CONCLUSIONE
8.1.
PRESCINDERE DALLA RELIGIONE?
In Occidente diversi hanno creduto che, con l’avanzare della civiltà, le
religioni sarebbero scomparse. Le vicende di questi ultimi anni hanno invece
visto rinforzarsi il senso di appartenenza in tutti gli ambiti (protestante,
cattolico, musulmano, induista, buddista) e il fenomeno tende a crescere. Se
vogliamo comprendere meglio la realtà di oggi e quella che si va profilando,
perciò, dobbiamo tener conto anche della dimensione religioso-culturale
delle varie aree nelle quali si suddivide il mondo, anche perché da essa
discendono conseguenze economico-politiche non trascurabili.
8.2.
OBIETTIVI PIÙ O MENO ESPLICITI
Dopo aver esposto l’argomento con una metodologia scientifico-razionale,
desidero ora esprimere gli obiettivi che ho avuto in mente svolgendo il
soprastante studio: a volte sono stati formulati in modo esplicito, altre
volte più implicitamente. L’accettazione di tali obiettivi, però, dipende
anche dai presupposti e dalle convinzioni di ciascuno.
■ 1. La cultura prevalente in Italia
è di derivazione francese, perciò tende a considerare le religioni come
fenomeni del passato e quindi in via di estinzione. Si è allora voluto
mostrare che, come afferma la Bibbia, il rapporto di una nazione con Dio
resta sempre cruciale (►
1. Entriamo in tema).
■ 2. La trattazione «scientifica» dell’Economia
tende a ignorare le questioni culturali e teologico-religiose. Nella
realtà, però, l’Economia ne è influenzata sensibilmente, perciò una
trattazione che esclude le questioni culturali e religiose non è né
scientifica né razionale (Una
definizione di cultura e anche
►
Cultura e religione).
■ 3. Al sistema medioevale viene in genere
contrapposta la Rivoluzione francese, mentre in realtà è il
rinnovamento del Cristianesimo (con la Riforma e i suoi sviluppi) a creare
quei modelli validi che supereranno l’esame dei secoli. I modelli usciti
dagli impulsi antireligiosi della Rivoluzione francese e di quella russa si
sono presto dissolti, convergendo proprio su quelli prodotti in ambito
protestante (►
Il sistema gerarchico medioevale e
anche ►
«Modello Ginevra» e socialdemocrazie nord-europee).
■ 4. Quelle società che, a un certo punto, hanno
messo la Bibbia al centro della loro vita nazionale, ne hanno tratto
grandi benefici sul piano sociale, economico e politico. Anche quando poi la
maggioranza ha deviato sul piano dell’etica personale, resta ancora una
ricchezza che pone quelle società ai vertici del mondo (►
«Modello Ginevra» e socialdemocrazie nord-europee e anche
►
Il «modello americano»).
■ 5. I guai dell’America Latina vengono
spesso attribuiti a cause esterne (multinazionali e USA) che
certamente hanno un loro peso, ma la Bibbia dice che l’origine delle
difficoltà è soprattutto interna. I travagli dell’America Latina,
infatti, dipendono soprattutto da una colonizzazione distorta: fatta sì da
nazioni che si definivano «cristianissime», ma che proibivano la diffusione
del testo dell’Evangelo, uccidendo quei cristiani che non la pensavano come
loro; in un contesto nel quale le autorità politiche, bramose di denaro e di
potere, avevano un controllo pressoché assoluto sulla chiesa (►
Potenzialità dell’America Latina e anche ►
Debolezze dell’America Latina).
■ 6. Più complessa è l’analisi di India e Cina,
che si è dovuto però trattare sommariamente. È comunque chiaro che certi
punti di forza di queste due realtà emergenti derivano da antichi
collegamenti con il mondo influenzato dalla Bibbia (Bacino del
Mediterraneo), nonché da recenti influssi occidentali. Certe caratteristiche
della società cinese, poi, non sono certo estranee alla visione biblica: per
esempio l’impegno serio nel lavoro, la sottomissione alle autorità, la
valorizzazione della famiglia, il comando affidato alle persone istruite e
incentrato sull’esempio (►
India
e ►
Cina).
■ 7. Il mondo dell’Islam è oggi quello che
più si oppone, non solo all’Occidente, ma al cristianesimo in quanto tale
(per esempio proibendo la conversione di un musulmano a Cristo). Questa
chiusura al cristianesimo è parallela al sottosviluppo e alla violenza che
permeano tutte le nazioni musulmane, difficoltà che non si possono
giustificare sistematicamente con «cause esterne», ma con la natura storica
dell’Islam e con la sua attuale e concreta messa in pratica (►
Mondo musulmano
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02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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