[2. IL NOSTRO APPROCCIO ALLA CULTURA]
2.1. UNA DEFINIZIONE DI CULTURA
L’uomo ha vari ordini di problemi:
■ Problemi di sopravvivenza fisica
(cibo, casa).
■ Problemi di relazione con i suoi simili,
appartenenti grossomodo a tre categorie concentriche: ▪ 1) cerchia
famigliare; ▪ 2) «villaggio» (cerchia sociale minima costituita dal proprio
ambiente di lavoro, dai parenti e dagli amici); ▪ 3) mondo esterno
(dai villaggi
limitrofi a tutta la Terra).
■ Problemi esistenziali suoi tipici,
perché deve rispondere in qualche modo a cruciali domande (chi sono? da dove
vengo? che senso ha la vita? cos’è la morte? esiste un Dio? chi è? perché il
dolore? E altro).
Le varie risposte che l’uomo è costretto a darsi non sono completamente
separabili le une dalle altre, ma formano un sistema che costituisce la sua
cultura. Cultura, quindi, come risposta globale all’insieme dei
problemi umani.
C’è senz’altro una dimensione culturale
individuale, ma quella che di gran lunga prevale è la risposta collettiva.
Prima che di cultura del singolo, infatti, bisognerebbe parlare di cultura
di una società, entro la quale si inserisce quella (più o meno in sintonia)
del singolo. Un individuo, prima che possa autonomamente decidere, viene
necessariamente educato da una micro-collettività che ha al centro la
famiglia. Arrivato alla maggiore età prenderà decisioni autonome, ma sulla
base di schemi già formatisi e che verranno continuamente rinforzati
dall’ambiente (che di solito resta quello di nascita). Anche il matrimonio
tende a ridurre le eccentricità di un individuo, perché è difficile trovare
un coniuge eccentrico nello stesso senso. I figli degli eccentrici, poi,
come tutti gli altri, nell’adolescenza tendono a formare «gruppo» con i loro
coetanei, smussando le specificità dei genitori. L’impronta famigliare è
indelebile, ma ciò non toglie che i «fattori di uniformità» tendano a
mantenere le masse in schemi che sono di difficile modifica. Le rivoluzioni
stesse, spesso, rappresentano forme nuove, ma di una sostanza
profonda in gran parte vecchia.
La risposta di una collettività è codificata
da un insieme di comportamenti e valutazioni solo in parte scritti. In ogni
nazione si sa come una persona si deve comportare nelle diverse circostanze
e ciò si tramanda di generazione in generazione con una forza solo
superficialmente scalfita dalla globalizzazione: un gruppo di giovani
cinesi, o indiani, o marocchini, o americani, possono tutti vestire allo
stesso modo e apparire uguali a prima vista, ma le città cinesi restano
profondamente diverse da quelle indiane, o marocchine, o americane. Nemmeno
la forte, secolare e profonda influenza di Roma, per fare il caso italiano,
è riuscita a eliminare le differenze che erano presenti nella nostra
Penisola: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo
restano diverse da Roma e diverse fra loro. A livello popolare basta
confrontare la tipica comicità romana (Alberto Sordi) con quella napoletana
(Eduardo De Filippo), o con quella toscana (Roberto Benigni), o con la
scarsità di comici di altre regioni. Chi approfondisce i temi economici,
invece, sa che le varie città italiane riflettono anche una diversità di
stile delle aziende che vi risiedono: il gradualismo dei Savoia nella FIAT
di Torino; la serietà amministrativa austriaca delle Assicurazioni Generali,
nate a Trieste, porto sull’Adriatico dell’Impero Austro-ungarico; il
dinamismo e la versatilità delle aziende di una città-crocevia come Milano;
la cordialità turistica e lo spirito cooperativo della Romagna; le
difficoltà ambientali delle aziende che operano nell’Italia meridionale.
Queste considerazioni ci fanno vedere un’altra
caratteristica della cultura: la sua tendenza a radicarsi in un
territorio. È vero che nelle città arriva spesso gente di ogni tipo, ma
i nuovi arrivati sono una minoranza che in un paio di generazioni finisce in
genere per uniformarsi al nuovo ambiente, che così si accresce mantenendo
una certa costanza.
Un’ultima caratteristica della cultura è la
organicità delle risposte che essa dà. Semplificando, i problemi di
sopravvivenza fisica sono coordinati da un insieme di norme che confluiscono
in un sistema economico, mentre i rapporti sociali vengono più
specificatamente regolati dal sistema politico, infine i problemi
esistenziali trovano un loro punto di riferimento nel
sistema religioso-culturale. Le connessioni fra il sistema economico e
quello politico sono così evidenti e numerose che è in pratica impossibile
separare le due sfere di competenza. Quello che invece si tende a volte a
trascurare (e di cui qui più ci occuperemo) è la reciproca influenza fra la
cultura di una nazione e il suo sistema economico-politico.
L’insieme delle risposte che un popolo si dà, in
definitiva, tendono a formare un sistema globale coordinato, nel quale le
scelte politiche, economiche e culturali interagiscono fra loro e determinano la
specificità di quel popolo.
02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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