Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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ECONOMIA E RELIGIONI

 

 di Fernando De Angelis

 

 

[7.  MONDO MUSULMANO]

 

7.4.  «STORIA FONDANTE» DELL’ISLAM

 

7.4.1. NECESSITÀ DI APPROFONDIRE LA «QUESTIONE MUSULMANA»: Dopo l’11 settembre 2001, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, la questione musulmana si è posta al centro delle vicende mondiali. C’è chi parla di scontro di civiltà e chi sostiene che l’incompatibilità fra i due mondi riguardi il solo Islam violento. Tutti siamo comunque chiamati a comprendere ciò che è avvenuto e come la situazione si evolverà. Pensiamo opportuno, perciò, approfondire ancora un po’ la conoscenza di questa parte di mondo, verso la quale abbondano i pregiudizi e la disinformazione. Finora abbiamo percorso il Mondo Musulmano partendo dall’economia e arrivando alla religione; ora, per coglierne altre particolarità, lo ripercorreremo in senso inverso. Qualcosa risulterà già accennato in precedenza, ma si sa che «la ripetizione giova».

 

7.4.2. MAOMETTO: L’Islam si considera una prosecuzione e una restaurazione dell’Ebraismo e del Cristianesimo, ma non c’è dubbio che la sua specificità cominci con Maometto: una figura che giganteggia nella storia umana anche per chi non è musulmano. Pur essendo un commerciante carovaniere semianalfabeta, verso l’anno 610 Maometto ebbe delle significative esperienze religiose nelle quali gli fu ispirato (o, meglio, dettato) il Sublime Corano. Nel 612 cominciò la sua missione pubblica in Arabia Saudita dove, in quel momento, c’erano tre principali orientamenti religiosi: ebraismo, cristianesimo e paganesimo politeista.

     Maometto pose al centro della sua predicazione la lotta al politeismo, affermando che Dio, Allah, è uno, unico e unipersonale (in evidente contrapposizione alla dottrina trinitaria cristiana). Annunciò pure con forza il giudizio di Dio sugli uomini, con la severa punizione dei peccatori e l’abbondante premiazione dei timorati.

     Non considerandosi iniziatore di una nuova fede, Maometto intendeva restaurare il culto del Dio di Abramo, di Mosè e di Gesù Cristo (considerato solo come grande profeta). Questo atteggiamento di continuità col passato lo portò, al principio, a pregare e far pregare rivolgendosi verso Gerusalemme.

     Nonostante i contrasti e le diffidenze della maggioranza, il numero dei seguaci aumentò. Dopo 10 anni di predicazione, però, Maometto fu costretto ad andarsene dalla sua città, La Mecca, trovando rifugio a Yathrib, in quella che poi sarebbe stata chiamata Medina (Medinat al Nabi, cioè Città del Profeta).

     La fuga da La Mecca a Medina fu una vera svolta e venne in seguito scelta come l’inizio dell’era musulmana (egira, 622 d.C.). In effetti, abbandonando la sua città e il suo clan famigliare, Maometto ebbe vicino solo le persone fermamente convinte della sua missione (fra le quali anche una parte dei famigliari) con le quali si consolidarono i legami di fede, affrontando un’avventura molto rischiosa.

     La maggior parte degli abitanti di Medina aderì alla predicazione di Maometto, ma un forte nucleo di religione ebraica fece resistenza. Islamismo ed Ebraismo arrivarono così a contrapporsi e fu proprio in queste circostanze che la preghiera di Maometto cessò di rivolgersi verso Gerusalemme, per cominciare a dirigersi verso La Mecca.

     La fuga a Medina non aveva lo scopo di evitare lo scontro, ma di prepararlo meglio e, due anni dopo, Maometto porterà il suo primo attacco armato contro La Mecca (battaglia di Badr, anno 624). Dopo una serie di conflitti con gli abitanti della Mecca, si ebbe dapprima una tregua (628) e poi una conquista della città quasi senza colpo ferire. Conquistata la capitale (630), Maometto ottenne facilmente l’adesione della generalità delle tribù arabe. Si venne così ad avere, oltre a una comunità religiosa musulmana, anche un esercito musulmano, un territorio musulmano e uno Stato musulmano. Maometto, però, non potette proseguire la sua opera perché poco dopo (632) lo colse inaspettatamente la morte a Medina, dove aveva continuato a risiedere e dov’è tuttora la sua tomba.

 

7.4.3. I PRIMI CALIFFI «BEN GUIDATI»: Dopo la morte di Maometto i suoi seguaci elessero un califfo (dall’arabo khalifa, che significa successore) con il compito di guidare la comunità musulmana sulla strada tracciata dal Profeta. I califfi non potevano cambiare o adattare l’insegnamento di Maometto, ma solo metterlo in pratica.

     Sotto i primi quattro califfi (632-661) la comunità musulmana rimase sostanzialmente compatta e la loro opera è riconosciuta valida dalla generalità dei musulmani. Tutti e quattro erano stati «seguaci della prima ora», cioè avevano seguito Maometto fin dalla sua fuga a Medina e vengono definiti come «ben guidati». Per dirla in termini cristiani, questi primi quattro califfi sono una specie di «apostoli» di Maometto, dei quali non viene in genere messa in discussione la validità dell’opera.

     Il primo califfo è stato Abu Bakr (632-34), ma la sua elezione non venne ritenuta vincolante da alcune tribù arabe, le quali consideravano la sottomissione a Maometto non trasferibile ai suoi successori. Abu Bakr, però, li sconfisse in battaglia e tenne compatta la comunità. Diede così il via, però, a quella serie infinita di scontri interni che troviamo abbondantemente presenti ancora oggi. Abu Bakr (facilitato dal fatto di aver tenuto il califfato solo per due anni) è stato l’unico, dei quattro «ben guidati», a morire di morte naturale: gli altri tre finiranno assassinati per mano di altri musulmani, loro avversari.

     Il secondo califfo è stato Omar (o Umar, 634-644), il grande conquistatore. La penisola araba era posta alle spalle dei due grandi imperi del tempo (cioè il bizantino e il persiano) e niente faceva prevedere che qualche decina di migliaia di arabi ne avrebbe distrutto uno (quello persiano) e messo alle corde l’altro (il bizantino): e ciò in soli 10 anni! La straordinaria impresa di Omar fu resa possibile dalla spontanea conversione all’Islam delle popolazioni conquistate, che così diventavano a loro volta nuovi conquistatori, alimentando la reazione a catena.

 

7.4.4. IL «PERIODO D’ORO» DELL’ISLAM: Per farla breve, nel volgere di pochi anni l’Islam superò tutti non solo sul piano militare, ma anche su quello culturale e politico. Sul piano militare la prima battuta d’arresto si avrà a Poitiers (732), sul piano politico l’Occidente si riavrà con la fondazione del Sacro Romano Impero (800), ma sul piano culturale si continuerà a guardare al superiore mondo dell’Islam per circa mille anni! Infatti sarà solo dopo l’avvento dell’Umanesimo e del Rinascimento (14°-16° secolo) che sarà l’Islam a imitare l’Occidente, piuttosto che il contrario.

     Sul piano religioso la questione è più complessa e non può essere affrontata in queste pagine, c’è comunque da dire che è proprio sul versante religioso che il mondo dell’Islam manifesta la sua maggior forza. L’Occidente si mostra secolarizzato, dai costumi disinvolti e con l’istituzione famigliare fortemente compromessa, perciò è logico che sul piano etico-religioso l’Occidente abbia poco da dire a un mondo musulmano fortemente permeato dal sacro. Paradossalmente, i musulmani hanno più in simpatia i cristiani zelanti, piuttosto che quelli «laicizzati». Per semplificare all’estremo, bastava un solo inglese (il cosiddetto Lawrence d’Arabia) a guidare gli arabi, quando l’Inghilterra era ancora permeata dai rigidi valori puritani, mentre ora i musulmani, sul piano morale, giudicano severamente l’Occidente.

     Questo periodo d’oro dell’Islam è fondamentale per comprendere le nostalgie e le speranze che pervadono ancora oggi il mondo musulmano, nel quale si ritiene ripetibile anche attualmente il rovesciamento degli imperi dominanti: se Allah lo vuole («Allah akbar», «Allah è grande», era il grido di guerra dei primi eserciti musulmani e riecheggia continuamente ancora oggi nel mondo dell’Islam). Nel prossimo punto vedremo altre connessioni fra la «storia fondante» e l’attualità.

 

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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