Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ECONOMIA E RELIGIONI

 

 di Fernando De Angelis

 

 

[5.  AMERICA LATINA: POTENZIALITÀ E DEBOLEZZE]

 

5.5.  VERSO UN’AMERICA «ANGLO-LATINA»?

 

5.5.1. FRA MESSICO E STATI UNITI LE BARRIERE SI ABBASSANO: Più che confine, quello fra Stati Uniti e Messico è un abisso, perché separa due mondi completamente diversi per origine, cultura e situazione economico-sociale. L’abisso però sta piano piano franando da ambo i lati e si va riempiendo. L’America Anglosassone, in altre parole, si va sempre più «latinizzando», mentre quella latina va acquisendo elementi tipici della anglosassone. Siamo certamente molto lontani dall’eliminazione delle differenze (la Storia non può annullarsi), ma è bene tener d’occhio i cambiamenti in corso, perché ogni passo dell’uno verso l’altro produce effetti su molti fronti.

     Una prima serie di fattori unificanti è quella che agisce in tutto il mondo, spingendo sempre più verso il Villaggio globale: mercato unico mondiale sempre più integrato, lingua inglese, dollaro, internazionalismo delle multinazionali, leadership statunitense e altro. Ad accentuare la forza di queste spinte non c’è solo la vicinanza geografica fra le due Americhe, ma anche la particolare attenzione che gli Stati Uniti hanno verso l’America Latina, considerata come una specie di «orto di casa».

     Venendo a quei fattori che agiscono in modo più specifico, c’è da considerare il grande impatto che sta avendo il trattato economico di libero scambio, stipulato fra l’America Anglosassone (Stati Uniti e Canada) e il Messico (NAFTA, North American Free Trade Agreement), entrato in vigore nel 1994. Le industrie statunitensi che impiegano manodopera poco qualificata, si sono precipitate poco oltre la frontiera e il Messico le ha accolte facilitandole con la creazione di numerose zone franche, dove grossomodo non si pagano tasse e il mercato del lavoro è completamente libero (le cosiddette maquiladoras, che già nel 1995 arrivavano a circa 3.000).

     Questi insediamenti industriali hanno indubbiamente rallentato l’immigrazione messicana verso gli Stati Uniti, che però resta ancora alta: sia quella legale che la illegale. A Los Angeles già oggi, nella scuola dell’obbligo, circa metà dei bambini è latinos, cioè di lingua spagnola: una lingua sempre più importante negli Stati Uniti, specie in quella zona di frontiera col Messico (Mexico, sia in lingua spagnola che inglese) alla quale è stato significativamente dato il nome di Mexamerica.

     L’integrazione economica fra Messico, Stati Uniti e Canada comporterà una diminuzione della differenza di reddito e inevitabilmente, in prospettiva, a una libera circolazione anche delle persone. La strada è certamente ancora lunga e con possibili imprevisti, ma il Messico sembra essersi avviato a essere la «sponda sud» degli Stati Uniti, in modo simile a come il Canada lo è nel nord. Già da qualche tempo, non a caso, i messicani sono autorizzati ad avere la doppia cittadinanza.

 

5.5.2. CATTOLICESIMO E PROTESTANTESIMO SI MESCOLANO: Un altro fattore di avvicinamento fra le due Americhe è poco noto in Italia, nonostante abbia assunto ormai dimensioni «di massa». Nelle cronache dei media si continua a parlare di un’America protestante (Stati Uniti e Canada) e di un’altra cattolica, ma ciò resta vero soprattutto sul piano culturale e della tradizione, mentre su quello statistico ci sono stati cambiamenti profondi.

     Negli Stati Uniti il Cattolicesimo è cresciuto fino a riguardare circa un terzo della popolazione e in Canada (dove era tradizionalmente diffuso solo nel Quebec di lingua francese) è arrivato a rappresentare circa il 50%. Il Cattolicesimo statunitense è rilevante sia all’esterno che all’interno. All’esterno perché si tratta del Cattolicesimo economicamente più generoso del mondo, avendo anch’esso acquisito l’attitudine culturale anglosassone di sostenere il club del quale si fa parte. All’interno perché si tratta di una componente della società molto organizzata e strutturata che, per esempio, conta 8.300 scuole (con 2,6 milioni di studenti) e 230 università (con 670.000 studenti (Corriere Economia, del Corriere della Sera, 15/04/2002, p. 9).

     Parallelamente, in America Latina è il Protestantesimo (evangelici) ad avanzare rapidamente, ma con una differenza: il Cattolicesimo è cresciuto negli Stati Uniti a causa dell’immigrazione e i nuovi arrivati tendono a integrarsi nella cultura che trovano; l’aumento del Protestantesimo in America Latina, invece, è dovuto a conversioni e gli aderenti si costituiscono in comunità aventi un forte senso di appartenenza e di contrapposizione con i valori dell’ambiente circostante. La contrapposizione però è nello stile di vita e non crea conflitti, stante anche il noto rispetto che tradizionalmente hanno i protestanti per le autorità costituite.

     La percentuale di protestanti varia nelle diverse nazioni, ma in genere è a due cifre, arrivando al 30% in Cile, Guatemala, Salvador e Haiti. In Brasile la percentuale è inferiore, ma quel 22% rappresenta 37 milioni di persone, cioè il doppio degli abitanti di Norvegia, Svezia e Finlandia messi insieme. In quei Paesi nordici il Protestantesimo produsse a suo tempo profonde trasformazioni in ogni campo, c’è allora da pensare che qualcosa di rilevante dovrebbe produrre anche quella particolare miscela di Protestantesimo che si sta sviluppando in America Latina, che perciò crediamo sia bene tenere d’occhio.

     Significativo è che, sul Corriere della Sera, sia apparsa un’analisi sulle elezioni in Brasile, dove si constata il declino del ruolo della Chiesa cattolica e la grande influenza politica che è venuta assumendo il variegato mondo evangelico (Rocco Cotroneo, Brasile, l’irresistibile ascesa degli evangelici, 03/10/2002, p. 15).

 

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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