Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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Il Levitico 1

 

3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ECONOMIA E RELIGIONI

 

 di Fernando De Angelis

 

 

[2.  IL NOSTRO APPROCCIO ALLA CULTURA]

 

2.2.  CULTURA E RELIGIONE

 

Certi problemi pratici hanno delle risposte oggettive (per esempio, il funzionamento di un motore a benzina) e perciò universali (un buon meccanico sa metter le mani anche su automobili costruite in altri continenti).

     Un’altra categoria di risposte dipende da particolari gusti personali, sono cioè risposte soggettive (per esempio, quelle riguardanti i modi per preparare i cibi) e quindi non omogenee: infatti non è sufficiente essere un buon cuoco italiano per potersi assumere la responsabilità di preparare un pranzo di nozze in un altro contesto culturale.

     Un’ultima categoria è rappresentata da quelle che possiamo chiamare risposte indimostrabili (per esempio quelle sull’esistenza e la natura di Dio, o sulla reincarnazione, o su un eventuale «aldilà»). Se un cuoco può difficilmente operare in un contesto diverso da quello per il quale è preparato, tanto meno può farlo un sacerdote.

     Le risposte indimostrabili sembrerebbero quelle più cambiabili, ma se sono indimostrabili significa, paradossalmente, che non sono neppure smentibili, perciò di fatto risultano essere le più stabili. Dato che non si può dimostrare oggettivamente la reincarnazione, è vero anche che non può essere oggettivamente smentita: così sia chi ci crede che chi non ci crede può continuare ad avere la sua opinione. Perciò è più facile che un popolo cambi i suoi sistemi di produzione, piuttosto che la sua visione del mondo.

     A questo punto possiamo dare una definizione di religione come insieme delle risposte soggettive e indimostrabili: è certamente una definizione limitata e opinabile, ma è quella più adatta al nostro studio ed è in questo senso che la intenderemo.

     Un paradosso è rappresentato dal fatto che anche gli atei appartengono culturalmente a una religione e un ateo italiano difficilmente ha la stessa visione del mondo di un ateo scandinavo. Indro Montanelli, su questo, si è espresso con grande lucidità e ha scritto: «Io non sono un credente, in quanto non credo a nessuna delle Verità rivelate da nessuna delle varie religioni. Ma il cattolicesimo non è soltanto una religione. È una cultura, una mentalità, una morale, un costume, che ormai sono diventati sangue del nostro sangue. Noi siamo cattolici anche come anticlericali» (Oggi, n. 12 del 22/3/2000, p. 19). Ed il «laico» Benedetto Croce, in un suo celebre saggio, si adoperò per far comprendere che culturalmente tutto l’Occidente è in qualche modo «cristiano» (Perché non possiamo non dirci «cristiani», in Benedetto Croce, La mia filosofia, Adelphi, Milano, 1993).

     Il Cristianesimo è il solo che fa una chiara distinzione fra religione e politica. Gesù ha detto «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio» (Matteo 22,21); a Pilato, che temeva di doversi difendere da un concorrente, disse «Il mio regno non è di questo mondo» (Giovanni 18,36). Il Cristianesimo, perciò, è nato separato dalla politica. Ciononostante, da Costantino in poi (4° secolo), in Occidente i rapporti fra politica e religione sono stati sempre intensi. Se è avvenuto questo intreccio dove si è radicata una religione che non lo ha incoraggiato, figuriamoci quanto questi legami si siano sviluppati negli altri contesti, dove i rapporti religione – cultura – politica - economia (oltre che praticati) sono sostenuti da un’esplicita impostazione teorica.

 

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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