[5. AMERICA LATINA: POTENZIALITÀ E DEBOLEZZE]
5.2. POTENZIALITÀ DELL’AMERICA LATINA
5.2.1. UNITÀ CULTURALE: Spagna e Portogallo parlano due lingue diverse,
ma ambedue derivate dal latino. Sono sempre andate d’accordo perché sono parte
di una stessa storia e hanno lo stesso tipo di cultura, sviluppatasi all’interno
del cattolicesimo. Fra il Brasile, di lingua e colonizzazione portoghese, e la
restante parte dell’America Latina di lingua e colonizzazione spagnola, non ci
sono perciò grandi diversità di valori e di scelte fatte, anche se il Brasile
appare più solido e affidabile delle nazioni di lingua spagnola.
5.2.2. ASSENZA DI CONFLITTI FRA STATI: L’unità culturale ha ridotto al
minimo le guerre fra Stati e rende facili i rapporti economici in tutta l’area.
5.2.3. RETROTERRA EUROPEO: Il «Mondo di europei» comprende tre continenti
(Europa, Americhe, Australia) e ha in sé il cosiddetto «Occidente avanzato».
L’America Latina ne fa parte, anche se spesso mostra caratteristiche da
Terzo mondo. Questa appartenenza etnico-culturale non è senza importanti
riflessi economico-finanziari. Non è certamente per caso che la FIAT, per
esempio, abbia trovato proprio nell’America Latina il contesto nel quale
radicare meglio la sua espansione. Le periodiche crisi delle nazioni
latino-americane sono sempre state seguite da una ripresa, piuttosto che dalla
catastrofe (come invece è a volte successo in Africa o in Asia) e non è
difficile intravedere in questi salvataggi la mano dell’Europa e degli Stati
Uniti, costretti ad agire non solo per la benevolenza verso un
fratello minore un po’ discolo, ma anche per non mandare in fumo i capitali
precedentemente investitici o prestati (i legami di un tipo tendono a estendersi
in legami di tutti i tipi).
5.2.4. ABBONDANZA DI GIOVANI: Mentre Europa e Giappone hanno il problema
dell’invecchiamento della popolazione, l’America Latina è una di quelle aree
dove l’età media è più bassa. Queste energie, se ben incanalate, possono dare
una spinta allo sviluppo.
5.2.5. MESCOLAMENTO RAZZIALE: L’universalismo della società protestante
avvicina le etnie e può anche affratellarle, ma di fatto i vari gruppi tendono a
conservare la loro diversità e ne è un esempio New York, dove persistono
quartieri in qualche modo etnici, fra i quali a volte può anche
innescarsi il conflitto (quartiere nero, cinese, italiano, ebraico e via
dicendo).
Il cattolicesimo, invece, ha più forza amalgamante
e in America Latina si può dire che le diversità razziali (superata la fase
della colonizzazione) non hanno mai costituito un problema particolarmente
rilevante.
5.2.6. APERTURA AL CAMBIAMENTO: La tradizione, intesa come sistema
collettivo di valori e costumi, in America Latina non ha avuto molto tempo per
consolidarsi ed è stata ostacolata dalla diversità che hanno portato con sé gli
immigrati, provenenti da aree diverse del mondo. C’è perciò un’apertura al
nuovo, una disponibilità al cambiamento che possono facilitare l’imbocco di
nuove e più efficaci vie allo sviluppo.
5.2.7. EPPUR SI MUOVE!: Quando ogni tanto i telegiornali ci ragguagliano
sull’ultima crisi di una nazione dell’America Latina ci viene da dire: «Siamo
alle solite, lì proprio non cambia niente!». Invece qualcosa sembra lentamente
muoversi, ma gli eventi drammatici fanno più notizia di quelli positivi, così a
noi restano in mente le crisi, ma non il loro superamento. Ora giustamente si
insiste sul grave tracollo finanziario argentino, come in precedenza si è
insistito sulla crisi del Brasile (1998) e prima ancora del Messico (1995).
Quasi nessuno sa, invece, che il Messico già nel 1996 ha ripreso a crescere del
5,1% annuo. Anche il Brasile ha superato le difficoltà più acute e, nel 2000, è
cresciuto del 4,2%.
Insomma, sotto il clamore di eventi obiettivamente
drammatici, l’America Latina continua il suo cammino di crescita e
l’incremento del PIL (Prodotto Interno Lordo) oscilla a cavallo del 4%: non
sono ritmi strabilianti, ma pur sempre positivi.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/305l-Cult_econom52_R34.htm
02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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