Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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Sesso & affini 1

 

3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
■ Sesso e consumismo
■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

Sesso & affini 2

 

Sesso & affini 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ECONOMIA E RELIGIONI

 

 di Fernando De Angelis

 

 

[5.  AMERICA LATINA: POTENZIALITÀ E DEBOLEZZE]

 

5.4.  SPAGNA, PORTOGALLO E… COSTA RICA:

TRE APRIPISTA

 

Il dittatore spagnolo Francisco Franco è morto nel 1975. Da allora la Spagna ha voltato pagina e ha cominciato a inserirsi pienamente nell’Europa Occidentale e nelle sue Istituzioni (ingresso nella Comunità Europea nel 1986). Il re Juan Carlos di Borbone, l’intera classe dirigente (di sinistra e di destra) e il popolo hanno dimostrato una maturità, che ha portato la Spagna ad avere un ordinato sviluppo economico e ad acquisire, nelle varie sedi internazionali, una sempre più alta considerazione e responsabilità. Il Portogallo ha successivamente fatto un percorso analogo. Chi, meglio di Spagna e Portogallo, può essere di esempio a un’America Latina che parla la loro lingua?

     Spesso le difficoltà dei popoli consistono nel non saper trovare efficaci modelli adatti alla loro storia e alla loro sensibilità. Quando l’America Latina ha cercato di imitare gli Stati Uniti, per esempio, sono spesso venute fuori delle «brutte copie». Spagna e Portogallo possono invece fornire alle loro ex colonie un modello adatto (sia nella sua sostanza che nel suo modo di proporsi).

     In realtà un modello l’America Latina lo ha sempre avuto in se stessa ed è il Costa Rica. Troppo piccolo però per essere notato e anche la posizione geografica (chiuso com’è nella stretta fascia istmica) ha contribuito a farlo poco conoscere. Vale comunque la pena di vederlo più da vicino, perché la particolarità della sua vicenda fa capire che la storia dell’America Latina poteva e potrà essere diversa.

     Il Costa Rica è la classica eccezione che conferma la regola e rappresenta il volto pulito dell’America Centrale. Dopo la scoperta e la prima parziale colonizzazione, si interessò di questa regione un conquistador diverso dagli altri, Juan Vázquez de Coronado, che ne portò a termine l’esplorazione e lo governò per tredici anni (1560-73). J. V. de Coronado ebbe grande capacità amministrativa e molta benevolenza verso gli indios, attirando sul territorio non quelli che volevano vivere schiavizzando gli altri, ma quelli che desideravano guadagnarsi il pane col classico «sudore della propria fronte». Si formò così una folta schiera di piccoli e medi proprietari, base economica di una democrazia non solo formale.

     Pochi sono stati i travagli civili del Costa Rica e poco gravi, tutti comunque antecedenti al 1949, anno nel quale la nazione ha rinunciato ad avere un esercito proprio (pericolosa sorgente di colpi di stato), mantenendo l’ordine pubblico solo con la polizia e la guardia costiera (meno di 2.000 uomini su una popolazione di circa 3 milioni di abitanti).

     Anche in Costa Rica la grande multinazionale statunitense delle banane (United Fruit Company) ha larghi interessi, ma non ha prodotto nessuna alterazione della vita democratica, a dimostrazione che le cause dei guai di una nazione non vanno cercate solo all’esterno di essa. Se un nuovo governo del Costa Rica, per esempio, non rispettando i patti sottoscritti dal precedente governo, intendesse espropriare con pochi soldi la United Fruit, è immaginabile che la compagnia reagirebbe cercando di salvaguardare i propri interessi e aiutando la presa del potere da parte di chi intendesse proteggerla. Per farla breve, le multinazionali hanno fatto anche sporchi giochi per sporchi interessi, ma si sarebbe ingiusti e non si capirebbe la realtà se si volesse ostinatamente credere che le multinazionali agiscono sempre male, che hanno sempre torto, per il fatto stesso di esistere. Senza le multinazionali delle banane, quanto ci costerebbe una banana? E quale sarebbe il reddito di quelle aree dove si coltiva? Quando una forte multinazionale incontra un forte popolo, non c’è da preoccuparsi. Se il popolo è debole, invece, è chiaro che sono possibili mille soprusi, preparati e facilitati spesso dalle stesse classi dirigenti di quei popoli.

 

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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