Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LAMPI DI GEOGRAFIA CRISTIANA

Gesù come valuta le nazioni d’oggi?

 

 di Fernando De Angelis

 

 | Indice | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15.1 | 15.2 | 15.3 |

 

10.  CINA

 

n Italia tutti sanno della grande crescita economica della Cina, ma pochi hanno sentito parlare della parallela crescita dei cristiani e quasi nessuno mette in relazione i due fenomeni.

     Quando i media italiani parlano della Chiesa cinese, spesso ruotano intorno al fatto che la Chiesa cattolica non è lì riconosciuta. Il governo cinese, non volendo ingerenze esterne, ha da lungo tempo promosso una Chiesa che sia autonoma sul piano organizzativo e finanziario; continuano comunque a esistere cattolici fedeli a Roma e che, per questo, vengono perseguitati.

     Tutto ciò è vero, ma i cattolici in Cina rappresentano solo un decimo di tutti i cristiani e niente in genere si dice degli altri nove decimi, la maggior parte dei quali è ancor più perseguitata (e sta ancor più crescendo).

     Complessivamente i cristiani in Cina sono circa il 7% (cioè circa 100 milioni!) e crescono a un ritmo dell’8% annuo; la quasi totalità è rappresentata dalle «comunità familiari», cioè da piccoli gruppi che si riuniscono nelle case, dove semplici cristiani parlano della loro fede ad altri e così, fra prigione e persecuzioni varie, la Chiesa cinese è cresciuta e cresce, con una insaziabile fame di Bibbie.

     La grande crescita economica e la «politica del figlio unico» stanno facendo emergere una nuova categoria di cinesi (figli viziati, al posto del precedente pullulare di giovani con scarsa assistenza) e comincia a emergere la necessità d’aggiornare l’analisi della situazione, ma c’è un episodio avvenuto al tempo del comunismo e raccontato in un libro [Una perla preziosa per la Cina (CLC, Firenze 1981)] che vale la pena di ricordare.

     Una coraggiosa organizzazione di cristiani (Porte Aperte, sorta in Olanda) caricò di Bibbie un’intera nave che riuscì ad approdare di notte sulle coste cinesi, eludendo la vigilanza costiera; sulla spiaggia c’era uno «sciame» di cinesi pronti a dileguarsi ai quattro venti con quel prezioso carico, per prendere il quale avevano rischiato la vita: penso che quel giorno, sul «Telegiornale di Dio», sia stata questa la notizia d’apertura, con molti servizi e commenti collegati!

     Prima di passare a un altro argomento bisogna distinguere fra due categorie molto diverse di persecuzione. È vero, per esempio, che la Chiesa in Cina è perseguitata ma, se cresce ai ritmi che abbiamo visto, significa che non c’è (come invece in Arabia Saudita) una «volontà di sradicamento». Il governo cinese vuole controllare la Chiesa, cioè quello che predica e quello che fa; vuole poi che sia completamente indipendente da entità straniere, sia sul piano dottrinale che su quello finanziario e gerarchico. Le Chiese che si sottomettono a queste regole vengono registrate e grossomodo non vengono disturbate. I cristiani delle «comunità familiari» non accettano le limitazioni di contenuto e organizzative richieste dal governo e perciò operano nella clandestinità, consapevoli dei grandi rischi, ma fiduciosi nella forza che Dio può dare e che hanno visto manifestarsi in coloro che li hanno preceduti nella fede.

     Il fatto che Gesù stia raccogliendo molto in Cina potrebbe apparire come una casualità, invece si può rintracciare qualcosa del lungo cammino di semina fatto in precedenza e che ora consente questa grande raccolta. La testimonianza degli apostoli e dei primi cristiani andò in tutte le direzioni, così gli echi di quella prima ondata sono arrivati anche in Estremo Oriente. Infatti, quando Marco Polo (1266) si presentò alla corte imperiale cinese, fu ben accolto anche perché trovò lì a governare una dinastia mongola fondata da Gengis Khan e, fra i mongoli, c’erano diversi cristiani d’orientamento nestoriano. Una certa penetrazione del cristianesimo c’è stata anche prima e durante l’epoca coloniale, ma sulla bontà di quei «semi» non sono tutti d’accordo e comunque si sono rivelati poco efficaci. Dopo questi primi confusi echi, è come se Gesù avesse voluto ricominciare da capo: sempre in un modo che a noi appare confuso, ma del quale possiamo però constatarne la vitalità e il percorso di chiarificazione.

     Hong Xinquan [cfr. J.D. Spence, Il figlio cinese di Dio (Mondatori, Milano 1999)] desiderava ardentemente diventare «mandarino» e così entrare nella classe dirigente cinese, ma non riuscì a superare l’esame (1948); intendeva riprovarci l’anno successivo e non prese in considerazione un libro regalatogli da uno sconosciuto. Anche la seconda volta andò male, così Hong se ne tornò da Canton con una tale disperazione da arrivare vicino alla morte. Ad un certo punto, però, fece uno strano sogno e, quando finalmente decise d’aprire quel libro avuto in regalo, credé di trovarci l’interpretazione del suo sogno. Quel libro era la Bibbia e Hong si convinse d’essere anche lui figlio di Dio e fratello di Gesù. Dalla Bibbia trasse una gran forza e concepì un grandioso programma di rinnovamento politico, che poteva sembrare totalmente velleitario e che invece, nel nome d’un Gesù compreso in qualche modo, arrivò addirittura a conquistare mezza Cina (rivolta dei Taiping) e fu sul punto di conquistarla tutta! Il governo centrale riuscì a riprendere il controllo della situazione e di quella fiammata sembrò che restasse ben poco.

     Hong, da autodidatta, aveva capito l’Evangelo in qualche modo, ma Sun Yat-sen — figlio d’uno dei suoi seguaci — fu mandato a studiare in una missione anglicana a Honolulu (Hawaii) e poi si laureò in medicina a Hong Kong [Enciclopedia Europea (Garzanti, Milano 1980)]: il rinnovamento «cristiano» della Cina passò così in mani meno improvvisate. Significativo è il fatto che Sun attinse molto anche dal nostro Mazzini il quale, provenendo da un ambiente giansenista, era un grande estimatore della Bibbia.

     Sun fondò il Partito Repubblicano Cinese (mazziniano anche nel nome), che poi si trasformò nel Koumintaang (1924), nel tentativo d’inglobare e amalgamare le varie componenti rivoluzionarie. L’amalgama però fallì e il Koumintang si spaccò in due: da un lato il comunista Mao Zedong e dall’altro Chang Kai-shek, stretto collaboratore di Sun. Chang finì per soccombere e per doversi rifugiare (1949) nell’isola di Formosa (Taiwan), dove è vissuto e ha governato fino 1975, sostituito poi dal figlio Chang Ching-kuo, morto nel 1988.

     Certamente i Chang non hanno governato Taiwan in modo democratico (secondo i canoni occidentali) ma, come in molte altre realtà asiatiche (Singapore, Corea del Sud) hanno promosso lo sviluppo economico in un clima sempre più liberale, fino ad accompagnare pacificamente la nazione alle libertà politiche.

     Mao, dunque, era in condizioni di capire che i cristiani cinesi erano una benedizione, non un cancro da estirpare. Se ne dimenticò sempre più, però, fino a scatenare nel 1965 una «rivoluzione culturale» impregnata di fanatismo comunista e d’anticristianesimo, che fece precipitare la Cina nel caos (c’è comunque da considerare che Mao aveva allora 72 anni e molta influenza la esercitava la cosiddetta «banda dei quattro», costituita dalla terza moglie e da altri tre stretti collaboratori). La risalita economica della Cina c’è stata quando è stata messa da parte la «rivoluzione culturale» e si è ripreso a ispirarsi a un mondo occidentale in qualche modo cristianizzato (invito in Cina fatto al presidente degli Stati Uniti, Nixon, nel 1972), rimodellando la politica e l’economia proprio sul modello realizzato con successo a Taiwan da Chang Kai-shek.

     Insomma, se in Cina c’è stata e c’è una grande crescita di cristiani, è perché Dio ha operato sia «in basso» (diffusione delle comunità di credenti) che «in alto» (dirigenti politici della nazione). Quelli «in basso», però, spesso non si rendono conto di ciò che Dio sta facendo «in alto» (e in parte è anche bene che sia così, essendo ciascuno chiamato a compiti diversi).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/308k-GeoCristiana_10Cina_OiG.htm

26-11-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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