Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LAMPI DI GEOGRAFIA CRISTIANA

Gesù come valuta le nazioni d’oggi?

 

 di Fernando De Angelis

 

 | Indice | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15.1 | 15.2 | 15.3 |

 

7.  AFRICA CENTRO-MERIDIONALE FRA MUGABE E MANDELA

 

L’Africa è divisa in due dal Sahara, che però non è una barriera insuperabile e le carovane di cammelli l’hanno sempre attraversato, portando anche a sud del deserto l’Islamismo, che è avanzato nella savana in direzione sud-est, fino alla vera barriera rappresentata dalla foresta vergine (che si trova grossomodo a cavallo dell’Equatore).

     Successivamente sono arrivati i colonizzatori europei, di fronte ai quali le aree islamiche non hanno cambiato religione; essi hanno così «cristianizzato» solo le aree ancora animiste (centro-ovest e sud).

     Nell’Africa settentrionale in realtà l’Islamismo ha «ricoperto» un precedente strato cristianizzato, ma la ricopertura non è stata totale, perché l’impervia zona etiopica — con le sue alte e vaste montagne — ha conservato un cristianesimo antico assimilabile a quell’ortodosso.

     Dove le aree cristianizzate e quelle islamizzate sono a contatto, il conflitto è quasi sempre assicurato. L’Africa islamica ora però l’accantoniamo, accomunandola al mondo musulmano del quale si tratterà più avanti.

     Nell’Africa non musulmana giganteggia oggi Nelson Mandela: un africano che si è opposto ai colonizzatori pagando le sue lotte con una lunga prigionia, ma che non ha mai dimenticato i principi insegnatigli nella scuola cristiana frequentata da giovane. Il fatto stesso d’aver mantenuto il nome inglese di Nelson fa capire che ha avuto sempre chiara la distinzione fra il comportamento degli europei e i valori che predicavano: in ciò può essere accomunato a Martin Luther King e a Gandhi, ma qui il discorso sarebbe troppo lungo.

     Arrivato al potere, Mandela si è adoperato efficacemente per evitare qualsiasi «resa dei conti», promuovendo una riconciliazione nazionale che ha fatto scuola nel mondo, basata non sulla dimenticanza del passato, ma su una confessione delle colpe di chi si è macchiato di crimini. Oggi il Sud Africa è un grande Stato dove convivono e collaborano bianchi e neri, con uno sviluppo economico soddisfacente, con un effetto stabilizzante e un’influenza positiva su tutta l’Africa sub sahariana.

     Accanto al «gigante» Mandela, però, c’è un eroe negativo: Robert Mugabe, che detiene il potere nello Zimbabwe (ex Rhodesia) fin dal 1980. Anche lì s’era instaurata una convivenza pacifica fra ex colonizzatori e africani, ma a un certo punto Mugabe ha incitato i neri a contrapporsi ai bianchi, espropriando questi ultimi delle loro efficienti fattorie, assegnate ai suoi amici e alle popolazioni locali, non in grado però di farle correttamente funzionare.

     La contrapposizione alla cultura dei colonizzatori ha portato, come altrove, al riemergere degli odi fra le varie tribù nere, con il rischio d’un bagno di sangue simile a quell’avvenuto in Ruanda e Burundi.

     L’emergere di Mugabe non è solo inquietante in sé, ma anche perché è visto come un eroe da molti africani, ricevendo grandi onori negli incontri regionali fra gli Stati del continente: questo nonostante le gravi difficoltà economiche e sociali dello Zimbabwe. Tutto ciò è un cattivo presagio per la futura convivenza in Sud Africa, dove dopo l’ormai novantenne Mandela, non sarà facile trovare successori di quella levatura umana, mentre di politici come Mugabe se ne incontrano ovunque.

     Oltre al riemergere del tribalismo pre-coloniale, c’è un’altra minaccia che rischia di disarticolare l’Africa Centro-meridionale: l’AIDS. Mentre nell’Africa musulmana il forte rigore etico in campo sessuale, imposto socialmente, ha arginato efficacemente il fenomeno, nell’Africa che si dichiara cristiana la libertà è vissuta come licenza (e in ciò gli stessi colonizzatori «cristiani» hanno fatto scuola), perciò l’AIDS è così diffuso che in alcune zone sono praticamente spariti tutti quelli sessualmente attivi, lasciando in vita solo vecchi e bambini.

     In Africa ci sono e vanno crescendo delle autentiche comunità cristiane, in prevalenza ora fondate e condotte non più da missionari, ma da leader locali e perciò pienamente integrate nella nazione. Intorno a queste minoranze affidabili, però, ci sono in genere folle che, sotto una facile etichetta cristiana, conservano la vecchia religiosità pagano-animista, legata a un’identità tribale che in fondo continua a contare più della formale appartenenza cristiana.

     In conclusione, se in Africa Centro-meridionale non s’instaura un cristianesimo eticamente robusto, difficilmente potrà sfuggire a tre conseguenze che s’intravedono: ▪ 1) Il riemergere dell’odio tribale e delle stragi connesse; ▪ 2) L’inarrestabile avanzata dell’AIDS; ▪ 3) L’espandersi d’un islamismo sempre più aggressivo, pronto ad accogliere e modellare a suo modo le tribù che si dispongono a riceverlo, o che semplicemente non hanno più la forza di contrastarlo.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/308h-GeoCristiana_7Africa_Mt.htm

26-11-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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