Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LAMPI DI GEOGRAFIA CRISTIANA

Gesù come valuta le nazioni d’oggi?

 

 di Fernando De Angelis

 

 | Indice | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15.1 | 15.2 | 15.3 |

 

14.  ISRAELE

 

L’approccio letteralista degli evangelici li aveva portati a credere nel ritorno degli ebrei in Palestina molto prima che si costituisse non solo lo Stato d’Israele, ma il movimento sionista stesso. Nella Bibbia questa promessa è esplicita e ce n’è traccia nel saluto augurale che gli ebrei hanno continuato a farsi per secoli: «L’anno prossimo a Gerusalemme!». Infatti la disubbidienza d’Israele a Dio comportava la perdita delle benedizioni, non quella della elezione.

     Mosè non si faceva nessuna illusione sulla fedeltà del popolo: «Io so che, dopo la mia morte, voi certamente vi corromperete e lascerete la via che vi ho prescritta; e la sventura vi colpirà nei giorni che verranno» (Dt 31,29). Con conseguenze espresse senza equivoci: «Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da una estremità della terra fino all’altra» (Dt 8,64). Ciononostante: «Quand’anche i tuoi esuli fossero all’estremità dei cieli, di là il Signore, il tuo Dio, ti raccoglierà e ti prenderà… ed egli ti farà del bene e ti moltiplicherà più dei tuoi padri» (Dt 30,4s).

     L’apostolo Paolo ha tenuto conto di quest’impostazione dell’Antico Testamento, considerando come temporaneo l’accantonamento d’Israele da parte di Dio (Rm 11,25-32). Anche Gesù considerò il rifiuto da parte di Gerusalemme come temporaneo; ma seppur non definitiva, questa incomprensione con la città che amava fu una delle poche circostanze che lo fecero piangere: «Non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Lc 13,33ss; 19,41). Verrà un giorno nel quale gli abitanti di Gerusalemme diranno: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Sal 118,26) e sarà un segno che Gesù sta per tornare proprio a Gerusalemme, da dove si è elevato da questa Terra per salire in cielo (At 1,4-11). Lasciamo questo piano biblico-teologico, dopo averlo appena sfiorato, per concludere con qualche dato che ci sembra molto significativo.

     Quando nel dopoguerra (1947) l’ONU decise di suddividere il territorio della Palestina fra due entità statali, una ebraica e l’altra araba, scoppiò subito un conflitto che non era rilevante sulla scena della politica internazionale. Da allora in poi l’importanza dello Stato d’Israele e delle questioni a esso connesse è andata sempre aumentando. Dopo l’11 settembre 2001, poi, il rapporto con Israele è una delle scelte fondamentali per la politica estera d’ogni Stato: il terrorismo islamico, infatti, vuole costringere ciascuno a schierarsi con loro o con Israele, rendendo difficile rimanere neutrali. Quei governanti arabi che hanno incoraggiato l’odio verso Israele, così, si stanno rendendo conto che ciò si ritorce contro loro stessi (perché sono considerati dai terroristi come troppo amici dell’Occidente), così s’aprono ora nuovi spiragli di collaborazione per Israele e nuovi motivi per stabilire alleanze. La Russia e l’India, per esempio, avendo al loro interno delle minoranze musulmane fra le quali è forte il terrorismo, ne hanno tratto stimolo per avvicinarsi a Israele.

     Quello che più ci fa sperare, però, è la nascita in Israele di quelle che percepiamo come «perle» luminose: cioè le chiese composte da ebrei che hanno riconosciuto in Gesù il Messia promesso e che continuano a mantenere la loro identità ebraica. A volte si nota una stranezza: agli italiani che sono cristiani è consentito restare italiani, mentre agli ebrei divenuti cristiani alcuni chiederebbero di cancellare la propria ebraicità! Non rendendosi conto che Gesù era un ebreo regolarmente circonciso (Lc 2,21-24) ed era percepito come tale (Gv 4,9). L’Evangelo si svolge in ambiente tipicamente ebraico (Mt 10,5s; 15,24) e i primissimi cristiani erano tutti ebrei che continuavano a essere «zelanti per la legge» (At 21,17). Per avere il primo battezzato che non fosse un ebreo circonciso, bisognò attendere l’inaspettata opera di Dio sull’apostolo Pietro e su Cornelio (At 10).

     Queste chiese cristiane d’ex-ebrei (meglio definite come «messianiche», essendo «Cristo» la traduzione greca dell’ebraico «Messia») stanno crescendo rapidamente, così a Gerusalemme e dintorni ci sono nuovamente ebrei che esclamano: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (cioè Gesù, venuto e che tornerà nel nome di Dio) e ciò potrebbe presto divenire cruciale.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/308o-GeoCristiana_14Israele_Sh.htm

26-11-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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