15. CONSIDERAZIONI E DOMANDE
15.1.
CONSIDERAZIONI E DOMANDE DI NICOLA MARTELLA
15.1.1.
OSSERVAZIONI DI NICOLA MARTELLA
➊ Il titolo principale è
congruo? Esiste veramente una «geografia cristiana»?
➋ Una differenza sostanziale
fra Israele e le nazioni di oggi è data ad esempio dal fatto che Israele era una
«teocrazia» (la legge civile e religiosa coincidevano: Dio governava la nazione
mediante gli «organi dell’alleanza»), mentre oggigiorno le nazioni sono
amministrate dalle loro proprie leggi. [Per l’approfondimento cfr. Nicola
Martella, «Teocrazia» Manuale teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma
2002), p 350.].
➌ Un confronto fra Gn 15,16
(«E alla quarta generazione essi torneranno qua, perché l’iniquità degli
Amorei non è giunta finora al colmo») e Dt 9,4s («…poiché l’Eterno caccia
d’innanzi a te queste nazioni, per la loro malvagità») ci porta a
considerare come Dio intervenga contro una nazione quando la malvagità d’essa ha
superato un certo livello di tollerabilità (cfr. anche Ez 21,30.34s «…principe
d’Israele, il cui giorno è giunto al tempo del colmo dell’iniquità»). Per
questo bastò ai Niniviti di abbassare, al momento, il loro livello di
malvagità mediante cordoglio e penitenza per scampare al giudizio storico di Dio
(Gna 3,4-10). Quando in seguito i Niniviti tornarono alla loro spietatezza, Dio
non esitò a distruggere Ninive e l’impero assiro (Na 1,2.7ss; 2,1ss; 3,1ss.18s).
[Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, Manuale teologico dell’AT
(Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Giudizio storico», p. 173; «Jahwè:
azione verso i re delle nazioni», pp. 204-207; «Nazioni e Dio», p. 237.]
➍ È un buon lavoro,
stimolante per la riflessione.
➎ Manca un punto
conclusivo che riassuma, faccia il punto e indichi alcune questioni rimaste
aperte e alcune eventuali prospettive. Ecco qui di seguito alcuni punti che, a
mio avviso, si possono tener presenti. Li puoi usare così come stanno o
modificare a tuo piacere, citandomi o meno.
➎ⓐ Il lavoro è molto
stimolante per la riflessione, perché tenta una riflessione generale sull’opera
di Dio nel mondo e affronta la questione di ciò che Dio fa attualmente nella
storia (certi cristiani si comportano come deisti nella pratica: Dio avrebbe
dato la corda al mondo o avrebbe messo in esso le batterie cariche, e poi
sarebbe andato in ferie, aspettando che si scarichi!).
➎ⓑ Si assiste perciò che
certi cristiani, invece di fare un’analisi biblicamente corretta dell’attuale
situazione storica — come ha tentato di fare con equilibrio Fernando De Angelis
— per poi intervenire adeguatamente in essa («Predica la Parola, insisti a
tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre
istruendo»; 2 Tm 4,2; Tt 2,15), non trovano altro da fare che proiettare
continuamente i fatti predetti per il tempo della «gran tribolazione» sul mondo
attuale. Invece di operare positivamente nell’attesa del Signore, spendono le
loro energie nel creare una paralisi della vita mediante un’artificiale «attesa
incombente» (proiettando sull’oggi fatti escatologici estremi), che viene
continuamente rimandata e «aggiornata» perché non realizzata nei termini
annunziata. [Per l’approfondimento delle questioni cfr. Nicola Martella (a cura
di), Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce,
Roma 2007).]
➎ⓒ Riguardo alla valutazione
dell’opera di Dio e della storia, non si può che ricordare anche il contrasto
fra l’analisi che viene dalla fede in Dio e quella del «mondo» (sia
razionalismo, sia mitologia): «Fra quelli che sono maturi noi esponiamo una
sapienza, una sapienza però non di questo secolo né dei principi di questo
secolo che stano per essere annientati, 7ma esponiamo la sapienza di
Dio misteriosa e occulta che Dio aveva innanzi i secoli predestinata a nostra
gloria, 8e che nessuno dei principi di questo mondo ha conosciuta;
perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della
gloria. […] 14Ora l’uomo psichico non riceve le cose dello Spirito di
Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano
spiritualmente. 15Ma l’uomo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli
stesso non è giudicato da alcuno. 16Poiché chi ha conosciuto la mente
del Signore da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo» (1
Cor 2,6ss.14ss).
➎ⓓ Il coinvolgimento di Dio
nella politica internazionale al tempo dell’AT (e del NT) parla un altro
linguaggio, rispetto a un atteggiamento «deista» latente. Al riguardo rimando
per l’approfondimento alla lettura dei seguenti articoli in Nicola Martella,
Manuale teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma 2002): «Giudizio storico»,
pp. 173; «Jahwè: azione verso i re delle nazioni», pp. 204-207; «Jahwè: azione
verso i re d’Israele e di Giuda», pp. 207ss; «Jahwè: regno universale», pp.
209s; «Nazioni e Dio», p. 237; «Regno d’Israele e Jahwè», pp. 279s.
➎ⓔ Mi sembra che si possano
applicare a tutto ciò particolarmente due dei motti a me cari: «La macina di Dio
macina piano, ma fino». «Dio scrive dritto sulle righe storte della mia vita» (e
della storia).
➎ⓕ Di là del «mistero» che
rimane, riguardo all’opera di Dio nella storia, mi sembra che si possano
ricordare le seguenti parole di Gesù come parti polari della questione: «Chi
non è contro a noi, è per noi» (Mc 9,40). «Chi non è con me, è contro di
me; e chi non raccoglie con me, disperde» (Mt 12,30). Guai a estremizzare le
questioni, riducendole solo a una tesi o all’altra. Infatti la realtà è molto
più complessa e si può conoscere la verità solo in modo polare, evitando sia
polarizzazioni unilaterali, sia sintesi artificiose.
➎ⓖ In tutto ciò non bisogna
dimenticare che in situazioni particolari Dio fa trovare grazia a coloro che lo
temono, sia per la persona singola (Dn 1,9), sia per l’opera complessiva (Esd
6,22; Ne 2,5).
➎ⓗ A volte i potenti, che
hanno un certo timor di Dio, necessitano di qualcuno che ricordi loro i propri
doveri e il coraggio di guardare la propria esistenza alla luce del piano di
Dio. Così il pio Mardocheo ricordò alla regina Ester, sposata col re d’Assiria:
«Se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche
altra parte, ma tu e la casa di tuo padre perirete. E chi sa se non sei
pervenuta ad esser regina appunto per un tempo come questo?» (Est 4,14).
➎ⓘ Dio si serve di singole
persone e delle nazioni per portare avanti il suo piano di giudizio e di
salvezza riguardo al suo popolo d’Israele e riguardo al mondo. Dio suscita
persone particolari, sia sostenitori che avversari (1 Re 11,14.23; 2 Cr 36,22;
Esd 1,1). Quando gli strumenti si insuperbiscono, Dio li assoggetta al giudizio
(Is 10,5ss.15ss Assiria; cfr. 2 Cr 16,16ss Uzzia).
➎ⓙ Sempre Gesù ha detto: «…il
regno di Dio… è simile a un granello di senapa che un uomo ha preso e gettato
nel suo orto; ed è cresciuto ed è divenuto albero; e gli uccelli del cielo si
sono riparati sui suoi rami» Lc 13,18s). Quindi, comunque sia, il regno di
Dio va avanti e si espande. Questo è un punto che spesso dimentica chi guarda
solo alle cose che non vanno. Paolo al contrario poteva affermare: «Che
importa? Comunque sia, o per pretesto o in sincerità, Cristo è annunziato; e io
di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora» (Fil 1,18).
➎ⓚ Inoltre, dinanzi all’opera
misteriosa di Dio nella storia e nella vita dei credenti, si può dire,
tra altre cose, con Paolo: «Che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per
noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Ciò significa che, comunque vadano
le cose nella storia, il meglio sta sempre davanti ai credenti (ossia la gloria
e il regno), poiché Dio si riserva comunque l’ultima parola! Egli non è solo
l’Alfa, ma anche l’Omega; non è solo il Principio / il Primo, ma anche la Fine /
l’Ultimo!
15.1.2. RISPOSTA
A NICOLA MARTELLA: Grazie per la revisione della prima bozza, con gli utili
suggerimenti dati, e per le considerazioni sopra riportate, per le quali credo
sia necessaria una risposta solo sui primi tre punti.
Non si possono descrivere le nazioni del mondo, specie considerando gli aspetti
religiosi e morali, senza assumere un particolare punto di vista e senza
adottare dei presupposti. Tu stesso, nell’ottavo punto, metti in evidenza il
contrasto che c’è fra l’analisi che viene dalla fede in Dio e quella del
«mondo». Per «Geografia cristiana» intendo allora quella che cerca di
comprendere il punto di vista che ha Gesù. Certo, non posso affermare che la mia
descrizione corrisponda esattamente alla sua, perciò un titolo più pertinente
sarebbe «Tentativo di Geografia cristiana», ma credo che ciò sia implicito e che
si possa dedurre dal tipo di esposizione fatta.
Una differenza fra l’Israele biblico e le nazioni di oggi non si può certo
negare, ma non credo che sia molto profonda, perché Dio è lo stesso e proprio
attraverso Israele ha voluto farsi meglio conoscere a tutti. Dio non ha mai
cessato di governare il mondo e tutte le nazioni, che sono implicitamente
vincolate ad una legge che può anche non essere scritta, ma che è incisa nella
coscienza e nella storia (At 14,16-17; Rm 1,18-32). Per questo Dio ha giudicato
anche i popoli non ebrei, come per esempio gli Amorei (Gn 15,16), Sodoma (Gn
19), Amalec (Dt 25,19), Ninive (Gna 3,4) e tutte le nazioni che circondavano
Israele (Is 12-24). Oltre ad esserci una qualche misura di teocrazia anche al di
fuori di Israele, poi, anche in Israele stesso la teocrazia non era totale e i
suoi re dovevano assumersi la responsabilità di molte decisioni lasciate alla
loro discrezionalità.
Insomma, rispetto alle altre nazioni, Israele aveva ricevuto una legge più
dettagliata e con una particolare assistenza da parte di Dio, perciò aveva una
responsabilità maggiore, ma la dinamica di Dio verso gli altri popoli è
fondamentalmente simile, come anche tu illustri nel tuo terzo punto, che si può
considerare come un’applicazione del «criterio di valutazione» n. 7
(«comportamento morale complessivo del popolo»).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/308p-GeoCristiana_15.1Martella_S&A.htm
26-11-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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