Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

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   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

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LAMPI DI GEOGRAFIA CRISTIANA

Gesù come valuta le nazioni d’oggi?

 

 di Fernando De Angelis

 

| Indice | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15.1 | 15.2 | 15.3 |

 

1.  INTRODUZIONE

 

Gesù Cristo, come uomo, è nato duemila anni fa, ma in altro modo era presente anche fra gli ebrei al tempo di Mosè (1 Cor 10,4) e perfino prima d’Abramo (Gv 8,58). Per mezzo di lui, addirittura, sono state create tutte le cose (Gv 1,1-3; Col 1,16) e sarà pure lui a condurre le fasi finali di questo mondo (Ap 5). Egli è «l’alfa e l’omega», il principio e la fine (Ap 22,12-19), ma non è facile accettare le conseguenze pratiche di queste verità, perciò spesso ci si ferma a una rivelazione limitata di Gesù, a una «immagine» che ce ne facciamo e alla quale ci affezioniamo, che poi mette in ombra tutto il resto.

     C’è chi si è fermato al «Gesù bambino», del quale gli hanno parlato quando anche lui era un bambino e, allora, era pronto a credere. Altri sono andati avanti fino al «Gesù crocifisso», che sentono così vicino alle loro sofferenze. Queste due «immagini» sono molto popolari fra i cattolici, mentre in ambito protestante si tende a porre l’accento sul «Gesù risorto», col quale si può fin d’ora passare di vittoria in vittoria, senza che si debba sperimentare anche noi, in qualche modo, la crocifissione e la morte.

     C’è del vero in ognuna delle soprastanti raffigurazioni e certamente ogni cristiano crede nella risurrezione di Gesù, nel fatto che Gesù è oggi vivente. Ciò spinge a chiederci: Cosa fa oggi Gesù? Quali sono i suoi obiettivi e i suoi metodi? Come dovremmo immaginarcelo?

     Cominciamo con l’ultima domanda. È vero che nei Dieci Comandamenti c’è la proibizione di farsi immagini (Es 20,4-5), ma sia l’Antico che il Nuovo Testamento abbondano di descrizioni molto concrete, al punto che hanno rappresentato un’inesauribile fonte d’ispirazione per i pittori dei vari secoli. Insomma, se da un lato la Bibbia proibisce di farsi immagini concrete, dall’altro le evoca continuamente nella nostra mente.

     L’apostolo Giovanni aveva dentro di sé tante belle «immagini» di Gesù, ma quella forse più singolare che ci ha lasciata è quando, nell’ultima cena, era «inclinato sul petto di Gesù» e si definì come «colui che Gesù amava» (Gv 13,23). Ai piedi della croce era forse l’unico apostolo presente ed è a lui che Gesù affidò Maria (Gv 19,26-27). Quando s’ebbe la vaga notizia della risurrezione, Giovanni corse al sepolcro più svelto di tutti (Gv 20,1-4) e l’ultimo incontro che descrive nell’Evangelo è di grande dolcezza (Gv 21). Dopo aver visto Gesù salire in cielo (At 1,9-10), con gli altri apostoli coltiverà l’immagine del fenomeno inverso, cioè l’attesa di vedere Gesù ridiscendere dal cielo (At 1,11; 1 Ts 4,16).

     Giovanni probabilmente pensava d’aver ormai completato il suo «album fotografico» su Gesù, almeno finché era in questo mondo; invece lo incontrerà di nuovo, ma in un modo totalmente inatteso: «I suoi occhi erano come fiamma di fuoco; i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. Nella sua mano destra teneva sette stelle: dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza» (Ap. 1,14-16). Giovanni ne fu così sconvolto che svenne! (Ap. 1, 17).

     Nel nostro album riguardante Gesù, c’è quello dell’Apocalisse? Il presente scritto si rivolge a chi è disposto a guardare anche quel Gesù, pur sapendo di poter svenire o di rimanerne temporaneamente accecato come Saulo (At 9,6-8). Avanzare nella conoscenza di Dio non è solo un processo intellettuale, ma che ci coinvolge e sconvolge nel profondo; se perciò non facciamo violenza a noi stessi (Mt 11,12), ci fermiamo presto. Specie di questi tempi quando, anche nell’Occidente cristianizzato e anche fra i cristiani, alcuni fondamentali presupposti biblici sono ignorati o avversati.

     L’interpretazione e l’applicazione della Bibbia che vengono fatte possono essere certamente criticate, ma chi non può sopportare ciò che è scritto nella Bibbia è meglio che lo riconosca, piuttosto che arrampicarsi su interpretazioni fantasiose che in realtà vorrebbero cancellare certi passaggi della Parola di Dio.

     Proprio nella lettera del Nuovo Testamento rivolta specificatamente a chi aveva solide conoscenze bibliche, a un certo punto è scritto: «Lasciando l’insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento […] Questo faremo se Dio lo permette» (Eb 6,1-3). Daremo anche qui come per scontati certi fondamenti biblici, perché se ci dilungassimo su d’essi non potremmo arrivare al traguardo propostoci.

     Questo scritto è stato abbozzato in circostanze che possono chiarirne meglio la natura e alle quali perciò accenneremo. Dopo mesi d’impegni urgenti, finalmente il primo d’aprile 2007 m’ero liberato di quelli più pressanti e così mi sono messo a recuperare le molte cose lasciate indietro. Quattro giorni dopo ero ancora stanco e in mezzo al disordine, ma l’indomani sarebbe stato il venerdì di Pasqua e allora ho pensato che 2000 anni fa s’era fermato chi sapeva fare molte più cose di me. Ho perciò deciso che mi sarei fermato per tre giorni, riflettendo un po’ su ciò che avevano passato Gesù e gli apostoli. Venerdì mattina, però, proprio mentre mi riposavo, ho riflettuto che il modo migliore per onorare la Pasqua non era il riposo: perché nella Pasqua si festeggia Gesù risorto, ma spesso nemmeno i cristiani credono realmente che Gesù ha vinto il male e che anche ora è il Signore del cielo e della Terra.

     Siccome da tempo sono andato accumulando nella mia mente i segni del suo dominare la Storia, allora ho pensato d’utilizzare i giorni di Pasqua per condividere quei pensieri soprattutto con i cristiani, scrivendoli di getto in pochi giorni, per poi trascriverli con più calma.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/308b-GeoCristiana_1Intro_EnB.htm

26-11-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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