Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

PRIMA PARTE: ALCUNI ASPETTI PRELIMINARI

 

1/2 LA RIVOLUZIONE FRANCESE E QUELLE PURITANE

 

La Rivoluzione francese è l’evento che la storia evoluzionista colloca al centro del percorso dell’umanità, perché è essa che inventerebbe una modernità che supera e si contrappone al Medioevo, inaugurando una «Nuova Era».

     Nel Medioevo, sul piano politico c’era l’oppressione della monarchia assoluta, sul piano economico c’era il dominio dell’agricoltura e sul piano religioso c’era la tutela di una struttura gerarchica clericale che, insieme all’autorità politica, gestivano un’ottusa e sanguinaria Inquisizione. La Rivoluzione francese spazzò via questo mondo, tagliando la testa al re e iniziando una gestione del potere politico più democratica, mentre sul piano economico l’ascesa della borghesia (commercianti e artigiani) relegò sempre più in secondo piano l’agricoltura, infine sul piano religioso ci fu una forte spinta anticlericale, con l’inaugurazione della libertà di coscienza.

     Si potrebbero certamente fare delle precisazioni e cogliere alcune contraddizioni. Per esempio, sul piano politico, sostituire un re con un imperatore (Napoleone) non sembrò il massimo del cambiamento; e che libertà inaugurarono Robespierre e compagni, che tagliarono le teste a molti oppositori, mentre altri poi si rifecero tagliandole a loro? Non è su questo piano, però, che vogliamo contestare la descrizione della Rivoluzione francese che gli evoluzionisti fanno, perché riteniamo che l’inganno non stia tanto in ciò che viene detto, ma in ciò che non viene detto e che ora desideriamo esprimere.

     L’omissione più grave è quella di non mettere in evidenza come le caratteristiche di modernità attribuite alla Rivoluzione francese, in realtà si erano già realizzate e radicate nell’altro lato della Manica, cioè in Inghilterra. Quando scoppiò la Rivoluzione francese (1789), in Inghilterra c’erano già state le due Rivoluzioni puritane (quella di Cromwell a cavallo del 1650 e quella «senza sangue» del 1688) che avevano dato a quella nazione un assetto mantenutosi fino ai nostri giorni. Mentre cioè la Francia, fra eccessi contrapposti, cercava una via d’uscita alla sua crisi politico-economica, l’Inghilterra avevano già realizzato addirittura la Rivoluzione industriale.

     Quegli stessi puritani, quando ancora nessuno in Europa gli permetteva di esprimersi liberamente (1620), imbarcandosi sulla famosa Mayflower, cominciarono a realizzare il loro «sacro esperimento» sull’altra sponda dell’Atlantico, convinti che una società basata sulla Bibbia sarebbe stata benedetta da Dio e, come una splendente «città sulla collina», sarebbe stata vista e imitata. Il radicamento dei puritani d’America andò avanti con successo, ma senza clamori, manifestandosi al mondo solo quando si aprì un decisivo conflitto fra quelle colonie inglesi e la madrepatria. La Rivoluzione americana che ne seguì (1773-83) consolidò le strutture di libertà e di modernità che già c’erano e che sono rimaste stabili fino ad oggi.

     La Rivoluzione americana costituì uno stimolo e un modello per quella francese (cominciata subito dopo), anche se in quest'ultima emersero poi pure sensibili differenze (come il centralismo politico, l’anticlericalismo, la presenza di una rilevante componente socialista e l’autoritario sbocco napoleonico). Un’altra causa della Rivoluzione francese fu data dal successo del modello inglese, che finì per prevalere sul piano culturale, economico e militare, strappando alla Francia il suo impero coloniale e riducendola al collasso economico. Perché molti insegnanti di storia sono reticenti su questi collegamenti della Rivoluzione francese? Forse perché i puritani si mossero con la Bibbia in mano, e basta questo dettaglio per gettare in confusione chi, proprio perché dipende culturalmente da una sommaria conoscenza della Rivoluzione francese, relega tutte le religioni nell’infanzia dei popoli.

     Il puritanesimo, come si sa, è una delle varie espressioni del protestantesimo e, vista l’importanza che il protestantesimo ha avuto nella formazione del mondo moderno, è necessario chiarirlo meglio; anche perché nelle scuole lo si studia poco e male, fermandosi per lo più a Calvino, mentre se ne capisce la carica innovativa solo se si seguono i suoi sviluppi fino agli Stati Uniti.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304b-Stor_creaz12_R34.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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