PRIMA PARTE: ALCUNI ASPETTI PRELIMINARI
1/2 LA RIVOLUZIONE FRANCESE E
QUELLE PURITANE
La Rivoluzione francese è l’evento che la storia evoluzionista colloca al
centro del percorso dell’umanità, perché è essa che inventerebbe una
modernità che supera e si contrappone al Medioevo, inaugurando una «Nuova
Era».
Nel Medioevo, sul piano politico c’era
l’oppressione della monarchia assoluta, sul piano economico c’era il
dominio dell’agricoltura e sul piano religioso c’era la tutela di una
struttura gerarchica clericale che, insieme all’autorità politica, gestivano
un’ottusa e sanguinaria Inquisizione. La Rivoluzione francese spazzò via
questo mondo, tagliando la testa al re e iniziando una gestione del
potere politico più democratica, mentre sul piano economico
l’ascesa della borghesia (commercianti e artigiani) relegò sempre più in
secondo piano l’agricoltura, infine sul piano religioso ci fu una
forte spinta anticlericale, con l’inaugurazione della libertà di coscienza. Si potrebbero certamente fare delle precisazioni e
cogliere alcune contraddizioni. Per esempio, sul piano politico, sostituire
un re con un imperatore (Napoleone) non sembrò il massimo del cambiamento; e
che libertà inaugurarono Robespierre e compagni, che tagliarono le teste a
molti oppositori, mentre altri poi si rifecero tagliandole a loro? Non è su
questo piano, però, che vogliamo contestare la descrizione della Rivoluzione
francese che gli evoluzionisti fanno, perché riteniamo che l’inganno non
stia tanto in ciò che viene detto, ma in ciò che non viene detto e che ora
desideriamo esprimere.
L’omissione più grave è quella di non mettere in
evidenza come le caratteristiche di modernità attribuite alla Rivoluzione
francese, in realtà si erano già realizzate e radicate nell’altro lato della
Manica, cioè in Inghilterra. Quando scoppiò la Rivoluzione francese (1789),
in Inghilterra c’erano già state le due Rivoluzioni puritane (quella di
Cromwell a cavallo del 1650 e quella «senza sangue» del 1688) che avevano
dato a quella nazione un assetto mantenutosi fino ai nostri giorni. Mentre
cioè la Francia, fra eccessi contrapposti, cercava una via d’uscita alla sua
crisi politico-economica, l’Inghilterra avevano già realizzato addirittura
la Rivoluzione industriale. Quegli stessi puritani, quando ancora nessuno in
Europa gli permetteva di esprimersi liberamente (1620), imbarcandosi sulla
famosa Mayflower, cominciarono a realizzare il loro «sacro esperimento»
sull’altra sponda dell’Atlantico, convinti che una società basata sulla
Bibbia sarebbe stata benedetta da Dio e, come una splendente «città sulla
collina», sarebbe stata vista e imitata. Il radicamento dei puritani
d’America andò avanti con successo, ma senza clamori, manifestandosi al
mondo solo quando si aprì un decisivo conflitto fra quelle colonie inglesi e
la madrepatria. La Rivoluzione americana che ne seguì (1773-83) consolidò le
strutture di libertà e di modernità che già c’erano e che sono rimaste
stabili fino ad oggi.
La Rivoluzione americana costituì uno stimolo e un
modello per quella francese (cominciata subito dopo), anche se in
quest'ultima emersero poi pure sensibili differenze (come il centralismo
politico, l’anticlericalismo, la presenza di una rilevante componente
socialista e l’autoritario sbocco napoleonico). Un’altra causa della
Rivoluzione francese fu data dal successo del modello inglese, che finì per
prevalere sul piano culturale, economico e militare, strappando alla Francia
il suo impero coloniale e riducendola al collasso economico. Perché molti
insegnanti di storia sono reticenti su questi collegamenti della Rivoluzione
francese? Forse perché i puritani si mossero con la Bibbia in mano, e basta
questo dettaglio per gettare in confusione chi, proprio perché dipende
culturalmente da una sommaria conoscenza della Rivoluzione francese, relega
tutte le religioni nell’infanzia dei popoli. Il puritanesimo, come si sa, è una delle varie
espressioni del protestantesimo e, vista l’importanza che il protestantesimo
ha avuto nella formazione del mondo moderno, è necessario chiarirlo meglio;
anche perché nelle scuole lo si studia poco e male, fermandosi per lo più a
Calvino, mentre se ne capisce la carica innovativa solo se si seguono i suoi
sviluppi fino agli Stati Uniti.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304b-Stor_creaz12_R34.htm
02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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