SECONDA PARTE: SCHEMA STORICO ALTERNATIVO
2/4 GESÙ E L’INTEGRAZIONE
GIUDAICO-GRECO-ROMANA
Quando Gesù fu crocifisso, Pilato ne fece scrivere il motivo in cima alla
croce: «Gesù di Nazaret, il re dei Giudei» (Gv 19,19); fu scritto in
ebraico, in greco e in latino, perché a Gerusalemme prevaleva la religione
ebraica, ma la lingua franca era il greco e l’autorità politica romana. Lì
si incontravano e si scontravano tre mondi, che furono investiti e rifondati
dalla rivoluzione cristiana; al punto che Benedetto Croce ha potuto
affermare, con chiarezza e ricchezza di argomenti, che ormai tutti noi
occidentali siamo obbligati a definirci in qualche modo cristiani («non
possiamo non dirci “cristiani”»).
L’Evangelo è stato scritto da Ebrei, racconta la
vita di un Ebreo che è vissuto fra Ebrei, ponendosi come continuazione delle
precedenti Scritture ebraiche e dibattendo questioni tipicamente ebraiche:
che stranezza che sia stato scritto non in ebraico, ma in greco! Che
stranezza il fatto che l’ebreo Paolo, per difendersi dal popolo eletto al
quale apparteneva e volendo vivere per il Dio degli Ebrei, si appelli a
Cesare, cioè al capo del pagano impero di Roma (At 25,11)!
Per i credenti queste stranezze sono frutto di un
disegno di Dio (anzi, sono state talmente assorbite che in genere non
vengono più nemmeno percepite). Anche per chi non crede, è comunque
indubitabile che il cristianesimo finirà per saldare la religione
ebraica, con la cultura
greca e con la saggezza politica romana. Delle tre componenti,
però, quella ebraico-cristiana era radicata più profondamente nel passato e
si proietterà con più continuità nel futuro, infatti l’Impero romano cesserà
a un certo punto di esistere e la lingua greca andrà in disuso (molta di
quella cultura si salverà solo attraverso l’Islam, anche se ad alcuni questo
non piace ricordarlo). Anzi, c’è qualcosa di più rilevante a favore della
prevalenza dell’elemento giudaico-cristiano, perché la conservazione della
lingua greca e della saggezza romana si devono molto proprio al
cristianesimo: basti pensare a quanto il Nuovo Testamento, scritto in greco,
ha contribuito a mantenere alto l’interesse per quella lingua; oppure al
mantenimento della lingua latina (e di tipiche strutture imperiali) da parte
di un cristianesimo occidentale (cattolicesimo) che non a caso si definisce
«romano»; o all’opera di copiatura dei codici culturali greco-romani a opera
dei benedettini nel Medioevo.
Insomma, il mondo greco e quello romano, a
differenza del cristianesimo, non hanno mostrato in se stessi una «forza
rigeneratrice» che li perpetuasse, perciò nella sintesi dei tre mondi è il
giudeo-cristianesimo a costituire «l’asse portante» e che ha integrato in sé
le altre due componenti. Per chi, come noi, vede nella cultura greca e in
quella romana una ramificazione della originaria cultura medio-orientale,
non è strano che quei percorsi finiscano per reinnestarsi con quei
fondamenti dai quali provenivano.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304k-Stor_creaz24_Mt.htm
02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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