Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

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3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: il «Pentateuco» e i «Libri Didattici».

 

◘ Ecco le parti principali del Pentateuco:
■ Il Pentateuco in generale
■ Genesi
■ Esodo
■ Levitico
■ Numeri
■ Deuteronomio.

 

◘ Ecco le parti principali dei Libri Didattici:
■ I Libri Didattici in generale
■ Giobbe
■ Salmi
■ Proverbi
■ Ecclesiaste
■ Cantico dei Cantici

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

PRIMA PARTE: ALCUNI ASPETTI PRELIMINARI

 

1/1 SCHEMA STORICO EVOLUZIONISTA

 

La Storia, che si insegna in Italia, ha una evidente impostazione evoluzionista, non solo perché comincia di solito con gli «ominidi», ma perché concepisce il percorso umano come un cammino di elevamento in ogni campo: tecnico, morale e spirituale.

     In genere le prime civiltà vengono liquidate con rapidi cenni, in modo da arrivare al «primo caposaldo» della «Vera e Grande Storia»: la Civiltà Greca, dalla quale tutto sarebbe cominciato finalmente con chiarezza.

     La civiltà greca influenzerà quella romana che, seppur non raggiungerà le altezze della cultura greca, ne conserverà, svilupperà e diffonderà i contenuti. Invece l’avvento del cristianesimo e il suo diventare «religione di Stato» (con Costantino, nel 313) è visto con un atteggiamento spesso ambiguo: perché da un lato si vuole esaltare Cristo, mentre dall’altro si vede nel cristianesimo una causa rilevante della fine dell’Impero romano in Occidente (formalmente esauritosi nel 476). Avvento del cristianesimo e fine dell’Impero, insomma, vengono visti come due eventi collegati che segnano il tramonto della Vera Cultura e della Vera Storia; con l’umanità che piomba nel buio del Medioevo, nel quale per secoli si rimarrà paralizzati dall’attesa della «fine del mondo», prevista per l’anno 1.000. Solo dopo il 1.000 l’uomo comincerà a risvegliarsi, prima sviluppando la civiltà comunale, poi con l’Umanesimo e il Rinascimento.

     La grande rivoluzione di Maometto e l’espansione dell’Islam, così come le varie questioni interne al cristianesimo, vengono considerati come «vicoli ciechi» della Storia, da studiare semmai quel tanto che basta per far capire come siano «esempi da non seguire». Così come si sorvola sulle ragioni profonde della Riforma protestante, ridotta a volte a caparbietà di un frate ribelle, sfruttata dall’opportunismo delle autorità tedesche, desiderose di sganciarsi dal Papato per fini economico-politici.

     Insomma, si cerca di accelerare il racconto storico, per arrivare al Grande Evento che illumina il futuro e ci dovrebbe far vergognare del passato, cioè la Gloriosa Rivoluzione Francese: attraverso di essa gli uomini si sbarazzarono finalmente della soffocante tutela di aristocratici e clero, ritrovando libertà e voglia di progettare il futuro, affrancandosi da un’Inquisizione che aveva ingabbiato Galilei e che, saldando l’alleanza «fra trono e altare» (cioè fra autorità politiche e religiose) aveva impedito all’umanità di continuare il proprio cammino di progresso.

     Nel passato alcuni avevano valutato i fondamenti della Rivoluzione francese come ancora insuperati, mentre altri li avevano visti come premessa di quella che avevano considerato come «l’Ultima Rivoluzione» prodotta dalla Storia (e che avrebbe investito di sé il mondo intero): quella Comunista, la quale aveva coinvolto già un miliardo e mezzo di esseri umani (Cina, Unione Sovietica e altri) e che additava quale era e sarebbe stato «il senso della Storia».

     Dopo questa rapida sintesi (che riconosciamo di aver espresso con semplificazioni e tratteggiando le posizioni più radicali), nel prossimo articolo passeremo a vedere più da vicino il «centro» di questo modo di ricostruire la Storia, cioè la Rivoluzione francese, per verificare se davvero merita quel posto e se è corretto collocarla in quell’ottica

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304a-Stor_creaz11_R12.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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