Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Carismaticismo e occultismo a confronto
   Ecco le parti principali:
■ Alcune basi del carismaticismo
■ Problemi del carismaticismo
■ Carismaticismo ed esoterismo
■ Carismaticismo e dottrine
■ Fatti, casi ed eventi
■ Casi di cura d’anime

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

PRIMA PARTE: ALCUNI ASPETTI PRELIMINARI

 

1/5 PURITANESIMO E MAYFLOWER,

FRA LIBERTÀ E SANTITÀ

 

C’è un’emblematica frase di Oliver Cromwell, il puritano che realizzò la decisiva prima rivoluzione inglese, contenuta nei Dibattiti di Putney e che recita: «Tengo a essere libero da qualsiasi legame capace di impedirmi di fare il mio dovere». Una frase adatta anche a Lutero e Calvino, che ben sintetizza l’obiettivo protestante di realizzare una società «libera e santa», perché non c’è vera santità se c’è costrizione e non c’è vera libertà nella perversione. Nel concreto, però, le due esigenze entrano facilmente in conflitto e allora i critici malevoli fanno leva sulle contraddizioni e sui limiti, cogliendo poco la tendenza di fondo a favore di uno spazio sempre più ampio dato alla libertà.

     Già Lutero e Calvino, per esempio, riconobbero ai cattolici la libertà di andarsene nelle loro aree e, nella storia del protestantesimo, non ci sono crociate anticattoliche o stermini di massa (salvo particolari casi, limitati di numero e di intensità). Già Cromwell fece fare alla libertà un altro passo avanti, perché cessò di fissare una dottrina obbligatoria per i suoi sudditi, indicando non ciò che era permesso, ma ciò che era proibito. La fine di questo percorso si ebbe con Roger Williams, che fondò lo stato del Rhode Island sul principio di una piena libertà di religione (si veda l’articolo successivo).

     Tornando a Cromwell, egli conquistò Londra nel 1647 ed ebbe il pieno controllo politico dell’Inghilterra fino alla morte, avvenuta nel 1658. Negli 11 anni di quella che viene definita come una sua dittatura, l’Inghilterra passò dall’essere una nazione di secondo piano (meno importante dell’Olanda, per esempio) al dominio dei mari, ricevendo un’impostazione, un senso di fiducia nelle proprie possibilità e quello slancio che arriverà a dargli il primato assoluto in tutti i campi (politico, industriale, commerciale, culturale). Fece un po’ come Napoleone, nel senso che impose la sua visione con autorità e fermezza, con il ritorno della monarchia dopo la sua fine. Dell’opera e dei valori professati da Cromwell, però, se ne videro con tale chiarezza gli effetti positivi, che l’impianto da lui edificato restò sostanzialmente stabile anche in seguito; al punto che quando i re cattolici, tornati sul trono, tentarono di nuovo di imporre l’assolutismo, furono allontanati dal potere con una seconda rivoluzione (1678) che viene qualificata come «senza spargimento di sangue»: non ci fu bisogno di spargere sangue, infatti, perché Cromwell aveva consegnato il potere vero alla borghesia e, da quelle mani, non si era di fatto più allontanato (alla monarchia si consentì di tornare a regnare, ma non a governare).

     Prima di Cromwell, i puritani avevano vita dura in Inghilterra dove, quando più e quando meno, furono perseguitati. In Olanda venivano sopportati, ma nel resto d’Europa non potevano nemmeno mettere piede; così, per poter essere liberi di realizzare i propri ideali, non restò loro che tentare l’avventura nel Nuovo Mondo. La Mayflower, sulla quale si imbarcarono, come nave non era un granché e quel viaggio era simile alle migliaia che erano stati già fatti e che sarebbero poi stati fatti. Quegli emigranti, però, avevano un «sogno» che non rimase solo nelle loro teste, ma che cercarono di realizzare in pratica; quel «sogno» si rivelerà così efficace e originale, che finirà col divenire un fondamento dei futuri Stati Uniti d’America, dove non a caso quegli emigranti vengono chiamati «Padri pellegrini».

     La parola «sogno» (dream) per i Padri pellegrini aveva un significato particolare, che si può comprendere solo se si tiene conto del loro retroterra biblico e andrebbe più correttamente tradotta «visione»; è attraverso il sogno, per esempio, che Dio parlò ad Abramo, a Daniele e a Giuseppe (Gen 15,12-13; Dan 2,26ss; Mt 2,13)

     Il sogno dei puritani della Mayflower era quello di edificare una società dove finalmente si mettesse pienamente in pratica la Bibbia, il concreto avvio del loro progetto risultò efficace e presto convinse molti altri; tanto che si andò a costituire la grande colonia del Massachusetts, capostipite di quelle della cosiddetta Nuova Inghilterra. Emerse presto anche lì, però, il conflitto fra santità e libertà, che pensarono di risolvere con la solita espulsione dei dissidenti. Uno degli espulsi riuscì però a realizzare un’altra colonia, dove mettere in pratica il sogno di una terra nella quale ciascuno potesse servire Dio sulla base della propria coscienza, senza doverne rendere conto a nessun uomo: si tratta di Roger Williams e della colonia del Rhode Island, della quale parleremo nel successivo articolo.

     Se teniamo presente tutto questo si capisce meglio perché la dimensione del sogno sia così importante nella cultura americana. Quando il pastore Martin Luther King proclamò alla folla che aveva il sogno (I have a dream) di un’America non più razzista, i suoi ascoltatori capirono bene che si sentiva investito di una missione. Un giornalista europeo sbaglia quando chiede a un candidato alla Presidenza degli Stati Uniti qual sia il suo programma, perché un Presidente elabora non un programma, ma una visione: che evidentemente include anche una serie di cose pratiche, ma all’interno di un progetto che sappia condurre la nazione nel futuro e nel quale si rintracci una qualche ispirazione divina. In una società senza papa come quella americana, il Presidente ha una sacralità che in genere si sottovaluta e ciò, per esempio, rende difficile che gli americani eleggano qualcuno che non manifesti una sua religiosità (vera o falsa che sia): anche i non religiosi sono per lo più convinti che il Presidente debba essere religioso.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304e-Stor_creaz15_Car.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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