Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

PRIMA PARTE: ALCUNI ASPETTI PRELIMINARI

 

1/4 CALVINO A GINEVRA: FORZA E LIMITI

 

Le fondamenta del protestantesimo furono fissate da Lutero, mentre Calvino fece soprattutto opera di chiarimento, consolidamento e coordinamento. L’obiettivo di Lutero era una nuova chiesa e si interessò marginalmente delle altre questioni (politiche, sociali e culturali) connesse allo sconvolgimento da lui prodotto. Calvino invece si adoperò per integrare i vari aspetti della società, arrivando a fare di Ginevra un sistema completo e coerente, che regolava la vita religiosa, politica, economica e culturale. La nuova religiosità protestante si saldò con la emergente borghesia, approdando a un sistema politico moderatamente democratico e sostanzialmente aperto alla cultura e alla scienza.

     Le fondamenta del protestantesimo possono essere sintetizzate con tre espressioni divenute classiche: «sola Scrittura — sola fede — sola grazia», oltre a «tutti sacerdoti». «Sola Scrittura» significò che il cristiano si poneva in modo libero e autonomo di fronte alla rivelazione di Dio («libero esame»). Ciò era in sintonia col parallelo atteggiamento del borghese, che desiderava di porsi in modo libero e autonomo nell’interpretare il proprio ruolo economico; anche gli scienziati volevano mettere in pratica un atteggiamento simile, sottoponendo a un «libero esame» quello che consideravano come l’altro grande «libro» scritto da Dio, cioè il creato, del quale se ne studiavano le leggi per meglio comprendere il Dio della Genesi che le aveva fatte.

     Col dichiarare che la salvezza si otteneva con la «sola grazia» e la «sola fede» si annullavano tutte le vecchie pratiche devozionali, ponendosi con un atteggiamento critico verso il passato. Il «tutti sacerdoti», infine, può essere espresso anche come «solo sacerdoti», perché quell’espressione significa che ogni cristiano è sacerdote, eliminando così una gerarchia che non fosse riconosciuta dal popolo. Un elemento comune a questi fondamenti è perciò dato dall’aggettivo «solo»: rispetto al cattolicesimo, il protestantesimo si pose con l’atteggiamento di togliere, non di aggiungere, e quello che si volle togliere furono le incrostazioni prodottesi nei secoli, con l’obiettivo di ricollegarsi direttamente a Dio, alla Parola di Dio e all’opera salvifica fatta da Dio. Il protestantesimo fonda dunque la modernità ponendo al centro una concezione di Dio diversa da quella medioevale (non su una laicità anticlericale come la Rivoluzione francese). Pur criticando fortemente il passato, il protestantesimo demolì ma col progetto di ricostruire in modo nuovo; non abbattendo tutto indiscriminatamente, ma cercando di conservare quanto di valido vide nel passato, contrastando un radicalismo che poteva facilitare il riemergere degli aspetti peggiori del passato (Lutero, Calvino e il puritanesimo hanno costantemente operato contro gli eccessi delle rispettive componenti radicali).

     Riassumendo, la libertà che il protestante si prese sul piano religioso, il cittadino se la prese sul piano politico, il ricercatore sul piano scientifico e il colto sul piano filosofico; si andò così a costituire un sistema integrato e coerente, di grande forza propositiva. Non a caso i Ginevrini produssero nel mondo un grande effetto di rinnovamento, ma con un atteggiamento riformista, piuttosto che rivoluzionario. Necker, per esempio, si prefiggeva di introdurre in Francia un pacifico e ragionevole cambiamento che, sul modello inglese, contemperasse la vecchia monarchia con la nuova borghesia, ma quella che voleva essere una riforma, sappiamo che poi diventò una turbolenta rivoluzione; pensando all’Italia, l’influenza dei Ginevrini non è trascurabile, se si pensa che da lì venivano Sismondi, Madame de Staël, Berchet, Vieusseux, la madre di Cavour e l’influente moglie del Manzoni (Enrichetta Blondel).

     Alcuni, non cogliendone le novità e le prospettive, ritraggono a fosche tinte l’esperimento ginevrino, che fanno culminare nell’uccisione di Serveto. Ci soffermeremo solo su quest’ultima accusa, che ne evidenziò sì il limite, ma che rappresentò l’eccezione, non la regola (la regola protestante è stata l’espulsione dei dissidenti, non la loro uccisione). Calvino e Lutero non temevano i cattolici, contro i quali a loro bastava la Parola di Dio; temevano invece quelli che ritorcevano contro di loro la stessa Bibbia, accusandoli di non essere fedeli al Nuovo Testamento, nel quale si vede che c’è una netta separazione fra chiesa e Stato. Nel loro tornare alle origini, Lutero e Calvino si erano fermati a Giustiniano, che aveva portato a termine l’opera di saldatura fra cristianesimo e impero cominciata da Costantino nel 313, obbligando i pagani a battezzarsi nel 542.

     Serveto era un uomo braccato dall’Inquisizione cattolica, che ne aveva decretata la morte; anche per questo entrò per la seconda volta a Ginevra, nonostante sapesse dell’inaccettabilità della sua posizione per Calvino. Durante il processo tenne un fiero atteggiamento di sfida, accusando Calvino di condannarlo in base alla legge di Giustiniano, mentre l’Evangelo dava ragione a lui. È evidente che Calvino avesse torto e per questo motivo non riuscì a contrastarlo, ma accettare le critiche di Serveto significava demolire la sua bella costruzione, col rischio di tornare sotto la tutela papale. Si pronunciò allora a favore della condanna a morte di Serveto e un trattamento simile (insieme a Lutero), riservò agli anabattisti, che pure rifiutavano la sovrapposizione fra chiesa e Stato. Gli anabattisti (ossia i ribattezzatori) negavano la validità del battesimo dei neonati e lo amministravano solo a chi, personalmente e consapevolmente, aveva accettato la persona e l’opera di Gesù. Piccoli dettagli per tanti libri di storia, invece con l’uccisione di Serveto e la persecuzione degli anabattisti si cercò di soffocare i primi semi di una più radicale riforma del cristianesimo, riforma che in Europa rimarrà sconfitta e cancellata, ma che troverà modo di riproporsi nel Nuovo Mondo (correnti battiste), finendo poi per essere largamente condivisa. La via maestra della storia, insomma, non si è fermata a Ginevra, ma ha proseguito il suo percorso fino al New England (per il momento) e di quel percorso sarà bene vederne qualche snodo essenziale.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304d-Stor_creaz14_Ori.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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