Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

3. Cultura biblica

Scrivi @ F. De Angelis

Spiegazione delle rubriche

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

SECONDA PARTE: SCHEMA STORICO ALTERNATIVO

 

2/1 COMINCIARE CON LA «FERTILE MEZZALUNA»,

NON CON LA GRECIA

 

La civiltà greca è posta come «prima pietra fondamentale» nello schema storico evoluzionista, che vede in essa l’affermarsi della ragione umana, la quale muove i primi passi verso l’affrancamento da una soffocante concezione del divino: i miti di Prometeo e di Ulisse ne sono due simboli. Prometeo sarà sì punito ferocemente dagli dèi, ai quali però è riuscito a rubare il fuoco, strumento col quale l’uomo svilupperà la sua civiltà autonoma; mentre Ulisse, con la sua scaltrezza, riesce a vincere la contesa col dio Nettuno, restando impunito nonostante gli avesse accecato il figlio Polifemo.

     Di elogi alla civiltà greca se ne fanno tanti e non staremo a contestarli, ma applicheremo a essa lo schema già esposto sulla Rivoluzione francese (1a par., 2° art.), contestando cioè non tanto ciò che dicono gli evoluzionisti, ma ciò che non dicono, o che mettono ingiustamente in secondo piano.

     Se si fa coincidere l’inizio della civiltà attuale con l’invenzione della scrittura, allora si dovrebbe cominciare dalla Mesopotamia e dai Sumeri (circa 3000 a.C.), che furono poi imitati dagli Egiziani. Non ci sono dubbi sul fatto che la storia cominci nella cosiddetta «Fertile Mezzaluna», cioè in quel mondo che va dal Nilo all’Eufrate e che chiamiamo Medio Oriente, proprio dove — guarda caso — la Genesi pone Adamo (Gen 2,11-14).

     Abramo l’attraversò tutta questa «Fertile Mezzaluna», perché partì dalla Mesopotamia e andò fino in Egitto, ma il suo futuro lo fissò nella zona di collegamento fra le due aree, cioè nell’attuale Palestina, dove volle acquistare l’unica sua proprietà terriera: una grotta da usare come sepoltura per la sua famiglia (Gen 23). Dettagli, dirà qualcuno, ma quel sepolcro ad Hebron è oggi il luogo più universalmente visitato dalle persone religiose, perché i due terzi dell’umanità (cioè ebrei, cristiani e musulmani) si considerano «discendenti spirituali di Abramo».

     Dato che sia la storia religiosa che quella laica dell’Occidente cominciano in Medio Oriente, perché la cultura prevalente sorvola su quei fondamenti e in pratica li ignora? Ne riparleremo più avanti, perché prima conviene illuminare ulteriormente la questione partendo da un’altra prospettiva.

     La cultura della «Fertile Mezzaluna» si affacciava sulle coste del Mediterraneo orientale, un mare non solo facilmente solcabile, ma ricco di isole e di porti; tutto ciò facilitò l’irradiamento di quella cultura e di quelle genti: prima nelle isole più o meno prospicienti (Creta, su tutte) e poi sull’altra sponda (Grecia, per l’appunto).

     La stirpe greca arrivò dall’interno dei Balcani e i Greci si presentarono sul Mediterraneo Orientale come barbari invasori (circa 2200 a.C.), stabilendosi in quella terra che avrebbe poi preso il loro nome. Dall’alto della piramide di Cheope (eretta quattro secoli prima), quel nuovo popolo appariva alquanto piccolo, come abbastanza piccola era la sua cultura in confronto a quella cretese, con la quale venne in contatto. Piccoli sì, ma una qualche capacità di apprendimento l’avevano e così, dopo mezzo millennio, rielaborarono ciò che avevano appreso e produssero una loro prima civiltà: quella micenea (1600-1100), distrutta alla fine da altri barbari sopravvenuti.

     I Greci dovettero così passare per un loro Medioevo, dal quale riemersero con due grandi autori: Omero ed Esiodo. Omero è molto più famoso di Esiodo, ma la grande cultura greca che porterà a Socrate e a Platone, deriverà da Esiodo più che da Omero. Omero riflette un ambiente aristocratico, ha al centro il guerriero, usa la forma orale e concepisce gli dèi come sostanzialmente immorali. Esiodo invece proviene da un ambiente rurale ed esalta la operosa vita in campagna, usa la forma scritta e fonda il suo sistema sulla convinzione che Zeus è giusto (e non capriccioso come lo descrive Omero) e fa giustizia in questa vita a chi si comporta rettamente, dando così un primato all’etica.

     Chi conosce la Bibbia sente in Esiodo una eco del libro biblico del Deuteronomio, perciò non trova casuale che la famiglia di Esiodo provenisse dall’altra sponda, dove già da qualche secolo erano arrivati gli Israeliti con la loro testimonianza di Jahwè, il creatore del mondo, Dio della giustizia, della legge e della santità.

     Col far cominciare tutto dai Greci, si vorrebbe separare Atene da Gerusalemme, per fondare una «Storia non religiosa» che troverebbe il suo coronamento nella Rivoluzione francese. Abbiamo già contestato la tappa finale e il nostro discorso sui Greci proseguirà, ma ora vogliamo individuare un altro modo di rintracciare il «filo rosso della Storia», partendo da Abramo e dai valori che egli trasmette.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304h-Stor_creaz21_MT_AT.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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