SECONDA PARTE: SCHEMA STORICO ALTERNATIVO
2/1 COMINCIARE CON LA «FERTILE MEZZALUNA»,
NON CON LA GRECIA
La civiltà greca è posta come «prima pietra fondamentale» nello
schema storico evoluzionista, che vede in essa l’affermarsi della
ragione umana, la quale muove i primi passi verso l’affrancamento da una
soffocante concezione del divino: i miti di Prometeo e di Ulisse ne sono due
simboli. Prometeo sarà sì punito ferocemente dagli dèi, ai quali però è
riuscito a rubare il fuoco, strumento col quale l’uomo svilupperà la sua
civiltà autonoma; mentre Ulisse, con la sua scaltrezza, riesce a vincere la
contesa col dio Nettuno, restando impunito nonostante gli avesse accecato il
figlio Polifemo.
Di elogi alla civiltà greca se ne fanno tanti e non
staremo a contestarli, ma applicheremo a essa lo schema già esposto sulla
Rivoluzione francese (1a
par., 2° art.), contestando cioè non tanto ciò che dicono gli
evoluzionisti, ma ciò che non dicono, o che mettono ingiustamente in secondo
piano.
Se si fa coincidere l’inizio della civiltà attuale
con l’invenzione della scrittura, allora si dovrebbe cominciare dalla
Mesopotamia e dai Sumeri (circa 3000 a.C.), che furono poi imitati dagli
Egiziani. Non ci sono dubbi sul fatto che la storia cominci nella cosiddetta
«Fertile Mezzaluna», cioè in quel mondo che va dal Nilo all’Eufrate e che
chiamiamo Medio Oriente, proprio dove — guarda caso — la Genesi pone Adamo
(Gen 2,11-14).
Abramo l’attraversò tutta questa «Fertile
Mezzaluna», perché partì dalla Mesopotamia e andò fino in Egitto, ma il suo
futuro lo fissò nella zona di collegamento fra le due aree, cioè
nell’attuale Palestina, dove volle acquistare l’unica sua proprietà
terriera: una grotta da usare come sepoltura per la sua famiglia (Gen 23).
Dettagli, dirà qualcuno, ma quel sepolcro ad Hebron è oggi il luogo più
universalmente visitato dalle persone religiose, perché i due terzi
dell’umanità (cioè ebrei, cristiani e musulmani) si considerano «discendenti
spirituali di Abramo».
Dato che sia la storia religiosa che quella laica
dell’Occidente cominciano in Medio Oriente, perché la cultura prevalente
sorvola su quei fondamenti e in pratica li ignora? Ne riparleremo più
avanti, perché prima conviene illuminare ulteriormente la questione partendo
da un’altra prospettiva.
La cultura della «Fertile Mezzaluna» si affacciava
sulle coste del Mediterraneo orientale, un mare non solo facilmente
solcabile, ma ricco di isole e di porti; tutto ciò facilitò l’irradiamento
di quella cultura e di quelle genti: prima nelle isole più o meno
prospicienti (Creta, su tutte) e poi sull’altra sponda (Grecia, per
l’appunto). La stirpe greca arrivò dall’interno dei Balcani e i
Greci si presentarono sul Mediterraneo Orientale come
barbari invasori (circa 2200 a.C.), stabilendosi in quella terra che
avrebbe poi preso il loro nome. Dall’alto della piramide di Cheope (eretta
quattro secoli prima), quel nuovo popolo appariva alquanto piccolo, come
abbastanza piccola era la sua cultura in confronto a quella cretese, con la
quale venne in contatto. Piccoli sì, ma una qualche capacità di
apprendimento l’avevano e così, dopo mezzo millennio, rielaborarono
ciò che avevano appreso e produssero una loro prima civiltà: quella micenea
(1600-1100), distrutta alla fine da altri barbari sopravvenuti.
I Greci dovettero così passare per un loro
Medioevo, dal quale riemersero con due grandi autori: Omero ed Esiodo. Omero
è molto più famoso di Esiodo, ma la grande cultura greca che porterà a
Socrate e a Platone, deriverà da Esiodo più che da Omero. Omero riflette un
ambiente aristocratico, ha al centro il guerriero, usa la forma orale e
concepisce gli dèi come sostanzialmente immorali. Esiodo invece proviene da
un ambiente rurale ed esalta la operosa vita in campagna, usa la forma
scritta e fonda il suo sistema sulla convinzione che Zeus è giusto (e non
capriccioso come lo descrive Omero) e fa giustizia in questa vita a
chi si comporta rettamente, dando così un primato all’etica.
Chi conosce la Bibbia sente in Esiodo una eco del
libro biblico del Deuteronomio, perciò non trova casuale che la famiglia di
Esiodo provenisse dall’altra sponda, dove già da qualche secolo erano
arrivati gli Israeliti con la loro testimonianza di Jahwè, il creatore del
mondo, Dio della giustizia, della legge e della santità.
Col far cominciare tutto dai Greci, si vorrebbe
separare Atene da Gerusalemme, per fondare una «Storia non religiosa» che
troverebbe il suo coronamento nella Rivoluzione francese. Abbiamo già
contestato la tappa finale e il nostro discorso sui Greci proseguirà, ma ora
vogliamo individuare un altro modo di rintracciare il «filo rosso della
Storia», partendo da Abramo e dai valori che egli trasmette.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304h-Stor_creaz21_MT_AT.htm
02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008
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