Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROPOSTA DI STORIA CREAZIONISTA

 

 di Fernando De Angelis

 

 

SECONDA PARTE: SCHEMA STORICO ALTERNATIVO

 

2/2 LA BUSSOLA DELL’ADAMISMO-ABRAMISMO

 

Abbiamo visto che la tomba di Abramo è oggi quella più universalmente visitata: se tanta umanità vede lì la propria radice qualche motivo ci dovrà pur essere. Quel luogo però non ha solo un valore storico, perché proprio le cronache mondiali di questi ultimi decenni si sono andate sempre più concentrando sulla disputa intorno a chi sarebbero «i veri eredi di Abramo»: gli ebrei, i cristiani o i musulmani? Insomma, troviamo Abramo e la sua discendenza agli inizi della storia e anche oggi la disputa fra i suoi «figli» riempie le cronache: perché allora trovare strano che riparta proprio da Abramo il «filo rosso della storia»? Diciamo riparta perché in fondo i valori di Abramo riprendono quelli di Adamo, perciò ancora una volta cercheremo nell’inizio della Bibbia una luce che illumini tutto il percorso.

     I miti di un popolo ne colpiscono l’immaginario e trasmettono valori. I creazionisti credono che Adamo ed Eva siano realmente esistiti, mentre per gli evoluzionisti sono figure mitologiche, simboli. Sia come sia, l’Occidente è stato influenzato anche da questo racconto della Genesi (per assurdo, ancor più se questi personaggi fossero stati un’invenzione). In estrema sintesi, i valori che cogliamo in Adamo possono essere riassunti in una sola parola: apertura; ma con tre articolazioni: agli uomini, allo spazio, al tempo.

     1) Apertura a tutti gli uomini. La storia di Adamo ed Eva trasmette la unità genetica di tutti gli uomini e demolisce alla radice ogni tendenza razzista. Contro il razzismo dei bianchi, Martin Luther King e Nelson Mandela ne hanno colta la contraddizione e hanno impugnato proprio il libro trasmessogli dai bianchi, cioè la Bibbia, evitando così di cadere nella trappola di un razzismo alla rovescia, cioè dei neri verso i bianchi (trappola nella quale sono caduti non pochi esponenti dell’Africa post-coloniale, nella quale è riemerso anche l’odio fra le varie etnie nere).

     2) Apertura a tutto lo spazio. Dio invitò Adamo a rendersi soggetta tutta la Terra (Gen 1,28), perciò il suo orizzonte spaziale era senza limiti. Il «sacro suolo della Patria», per Adamo, era l’intero pianeta. Il motto di Hitler «suolo e sangue» voleva inneggiare al territorio e alla razza tedeschi, visti come superiori sugli altri; quel motto fa vedere bene la «anti-adamicità» del nazismo, perciò non è un caso che esso si sia accanito contro il popolo ebreo, cioè contro quel popolo che ha trasmesso il messaggio di Adamo.

     3) Apertura a tutti i tempi. L’apertura alla storia si intravede già prima del peccato di Adamo e proprio con l’invito a rendersi soggetta tutta la Terra, perché ciò delinea un percorso non statico, cioè che non si limita alla contemplazione della natura, ma impegna in un progetto. È dopo la cosiddetta caduta, però, che la dimensione storica acquista una rilevanza tutta particolare. Adamo trasmetterà ai figli il ricordo del glorioso passato in Eden e la promessa fatta da Dio di un futuro riscatto (Gen 3,14-15): il presente vissuto, così, acquisterà valore proprio perché è consapevole del passato e si dirige verso quel futuro promesso.

     Dal diluvio biblico si salvarono solo le otto persone della famiglia di Noè (Gen 7,3). Poco dopo troviamo la famosa Torre di Babele (Babilonia), dove gli uomini smisero di parlare un’unica lingua, cominciarono a non capirsi più l’un l’altro e si dispersero nelle varie direzioni (Gen 11,1ss). È qui che la Bibbia termina la sua «cronistoria sintetica», come a voler riassumere un passato che faccia da sfondo all’inizio di un’altra storia, collegata sì alla precedente, ma con caratteristiche sue proprie. Comincia così una «cronistoria analitica», che ha in Abramo il suo capostipite. Abramo, insomma, è come un nuovo Adamo e infatti riprende e rilancia quei valori di apertura introdotti per mezzo del primo uomo.

     Prima della Torre di Babele, ciò che Dio diceva a qualcuno riecheggiava facilmente a tutti, non solo perché tutti parlavano la stessa lingua, ma perché tutti gli uomini vivevano in un’area geografica limitata. Dopo Babele tutto ciò non è più possibile e per parlare agli uomini Dio dovrà scegliere una delle diverse lingue: chiamando Abramo, Dio sceglierà la lingua che parlava Abramo (da essa poi derivò l’ebraico) ed è attraverso di lui che gli altri potranno beneficiare della Parola di Dio. Quello che Dio dice ad Abramo nel chiamarlo al suo speciale compito, perciò, è di grande rilevanza.

     «Il Signore disse ad Abramo: “Va via  dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”» (Gen 12,1-3). Abramo è chiamato a tagliare i ponti col suo suolo e col suo sangue, per mettersi in un cammino senza limiti, allo scopo di beneficare non solo la propria stirpe, ma «tutte le famiglie della terra». Ritroviamo anche in Abramo, perciò, quell’apertura a tutti gli uomini, a tutto lo spazio e in una prospettiva di percorso storico (apertura al tempo) che abbiamo visto in Adamo.

     Se ci armiamo della «bussola dei valori» di Adamo e di Abramo, appare in un’ottica particolare non solo la civiltà greca, ma anche quelle che ne proseguono il percorso, come vedremo molto sinteticamente.

 

Per l’approfondimento degli aspetti legati ad Adamo cfr. Nicola Martella, Esegesi delle origini, Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006). Per l’approfondimento degli aspetti legati ad Abramo cfr. Nicola Martella, «Abramo (Patto con~)», Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 76s; cfr. anche «Adamo (Patto con~)», pp. 79s; «Noè (Patto con~)», pp. 238s.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/304i-Stor_creaz22_Ori.htm

02-05-2007; Aggiornamento: 05-01-2008

 

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