■ False attese battesimali:
— Conduttore al neofita in acqua: «Perché vuoi essere battezzato?».
— Neofita: «Per non peccare più...».
— Conduttore: «Allora devo tenerti molto a lungo in acqua...» (Nicola Martella).
■ Fanfaroni: «Ai palloni assai rigonfi, / che dall’arie s’innalzano, /
dopo cento o mille tonfi, / su uno spillo esplodano! / Quand’ogni spillo era
finito, / per l'esemplare incaponito / Jael usò allor il piolo, / inchiodandolo
al suolo» (Nicola Martella).
■ Felicità per pigri: «Quando la felicità arriverà a casa tua e suonerà,
abbi almeno la bontà di alzarti e di aprirle la porta, prima che se ne vada e
per sempre» (Nicola Martella).
■ Festa degli atei: La corte fissa la festa degli atei.
Avete sentito parlare di questo caso? Grande risposta del giudice! In Florida, un ateo divenne furibondo sulla preparazione della festa della
Pasqua [cristiana] e della Pesach [ebraica]. Allora decise di contattare il suo
avvocato in merito alla discriminazione, di cui gli atei sono oggetto, a causa
delle ricorrenti celebrazioni permesse a cristiani e giudei con tutte le loro
feste, mentre gli atei non hanno nessuna festa da celebrare. Il caso fu portato
davanti a un giudice. Dopo aver ascoltato la lunga e appassionata arringa
dell’avvocato, il giudice batté un colpo e dichiarò: «Il caso è chiuso!».
L’avvocato immediatamente obiettò al giudice e impugnò la sentenza: «Vostro
Onore, com’è possibile chiudere così questo caso? I Cristiani hanno il Natale,
la Pasqua e tante altre feste. I Giudei hanno feste come Pesach, Yom Kippur, e
Channukah... finora il mio cliente e tutti gli altri atei non hanno alcun giorno
di festa!». Il giudice si chinò in avanti sulla sua sedia e disse: «È ovvio che
il suo cliente sia molto confuso al riguardo per non sapere che può già
celebrare la festa degli atei!». L’avvocato con attitudine pomposa disse:
«Vostro Onore, non siamo al corrente di questa festa degli atei. Quand’è che
ricorre questa festa, Vostro Onore?». Il giudice disse: «Bene, essa ricorre ogni
anno esattamente alla stessa data — il primo d’Aprile! Poiché il nostro
calendario ha stabilito il primo d’Aprile come la “festa degli stolti”, avendo
considerato quello che attesta il Salmo 14,1: “Lo stolto ha detto nel suo
cuore: Non c’è Dio”.Perciò, a mio parere, se il suo cliente afferma che
non c’è Dio, allora secondo la Scrittura, egli è uno stolto e il primo d’Aprile
è la festa che può celebrare! Ora, vi auguro una buona giornata, e sgombrate la
corte!» {tradotto dall'inglese da Benito Viapiana, redatto sull'originale e
adattato da Nicola Martella}.
■ Filo da torcere: «Un giovane ebreo sta dietro a una ricca ragazza
ebrea, la quale infine gli dà il suo consenso alle nozze. Ella convince il padre
a dare al suo futuro marito un “posto di responsabilità” nella piccola azienda
che produce corde e spaghi di varia misura e d’ottima qualità. Dopo il viaggio
di nozze il giovane viene spedito a Mobile (Alabama) a vendere spago... Egli
assilla per diverse ore il proprietario d’un emporio che vende la stessa
identica merce. Quest’ultimo deciso a non cedere gli fa una beffa: “Vendimi
tanto spago quant’è la distanza tra il tuo naso e il ‘luogo’ della tua
circoncisione”. L’allibito “goy” si vede mettere sotto il naso una richiesta
d’ordinazione e la settimana dopo arriva un T.I.R. carico di spago. Alle sue
rimostranze il camionista esibisce la suddetta richiesta firmata (!), dove c’è
scritto: “Mr. Drummond, ancora grazie, le sarò sempre grato; mio suocero non
credeva ai suoi occhi quando gli ho consegnato la sua ordinazione. Per sempre
suo riconoscentissimo debitore, Yacov Rabinovitz, residente a Gettysburg (New
York), nato a Varsavia e circonciso a Mosca”» {Adattato da un testo
inviato da Gianni Siena}.
■ Filosofia culinaria: «Andiamo al sodo», disse un cuoco al suo collega,
discutendo con quest’ultimo di cucina, mentre stava mettendo un uovo nell’acqua
bollente. «Usa il cucchiaio e adagialo dentro pian piano», gli rispose l’altro:
«Prevenire è meglio che curare». Il primo lo guardò di traverso e gli disse:
«Vogliamo cucinare o filosofare!?» (Nicola Martella).
■ Finlandesi in cielo: «Una cristiana, che mi aveva scritto, concludeva
così la sua lettera: “Spero che mi hai capito, anche perché la mia lingua è
finlandese e leggo anche la Bibbia finlandese. Qualcuno ha inventato quanto
segue, ossia che noi parleremo la lingua finlandese nel cielo;e lo sai il
perché? Perché è una lingua cosi difficile che ci vuole l’eternità per
impararla...”. Le risposi come segue. “Se avessi tempo, mi metterei a imparare
il finlandese... per guadagnare tempo. Avremo comunque buoni maestri di lingua
sulla nuova terra. Se i Finlandesi saranno in cielo, come tu dici,
poverini, saranno tutti da soli lì e allora non ci sarà bisogno che altri
imparino la loro lingua. Infatti, Dio sarà nella Nuova Gerusalemme sulla
nuova terra, così pure l’Agnello (Ap 21,2ss.22ss). Ci dispiace se voi
deciderete di non esserci. Spero che cambierete idea!”. Finlandesi… fin lì ci
saremo intesi!» (Nicola Martella).
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■ Fischi per fiaschi: C’è un convegno al quale è invitato a predicare un
evangelista italo-americano. Questi parla in inglese e spesso intercala parole o
frasi in un italiano che sanno molto di «broccolino». La comprensione
dell’interprete viene spesso meno e il conferenziere decide, in tali casi, di
«tradurre» egli stesso. Il tema è il seguente: «Le armi del cristiano nella
guerra spirituale». Il conferenziere usa spesso immagini di varie armi. Ad un
certo punto parla della Scrittura e cita le «armi» (libri) del Vecchio e del
Nuovo Testamento. Infine parla delle lettere di Paolo e dice: «Quando le
epistole di Paolo furono aggiunte al canone della Bibbia, l’armamento del
credente era finalmente completo». Accade che l’interprete non comprende
l’allegoria e chiede spiegazioni, ma senza afferrare il concetto. Il
conferenziere comincia a parlare nel suo «brooklyn italian» e spara: «Quando
l’e-pistòle di Paulou furono aggijunte al cannòune
della Bibbija, l’armamentou del criistijano fu very very complete!»
{adattato da un testo inviato da Gianni Siena e avvenuto veramente in Puglia in
un convegno delle chiese dei Fratelli}.
■ Formaggi monacali: Un caro amico mi aveva mandato del caciocavallo
(meno male che non era cacio-asino). Al mio ringraziamento, mi rispose,
concludendo: «...la prossima volta ti mando quello a pasta di provolone del
monaco... impazzirai dal retrogusto». Mi venne spontaneo rispondergli:
«No, non mandarmeli, io sono anticlericale. Poi, impazzisco veramente per il
retrogusto di incenso nella bocca! Dimmi, per metterlo nel cacio, quel monaco
“provolone” lo macinano prima?» (Nicola Martella).
■ Fumata elettiva: Sapete perché ci vogliono tante «fumate nere», prima
che arrivi quella bianca? Perché «l’incenso», che i cardinali fumano, all’inizio
del conclave non è completamente puro. Poi, quando «l’erba» viene affinata, dopo
vari passaggi, i cardinali si sentono così «ispirati» e «stupefatti», che
voterebbero anche il loro peggiore nemico (Nicola Martella).
■ Fumo per cristiani?: «Un conduttore di chiesa predicò sul tema “Fumare
è lecito per un cristiano?”. Alla fine concluse con la seguente battuta:
“Inoltre, se il Signore fosse d’accordo con i credenti che fumano, avrebbe
creato sulla loro testa anche un ...camino”» (adattamento da un testo di minop).
■ Fumo per Ebrei?: «Samuele e Davide, due studenti, sono accaniti
fumatori, sanno che questo loro vizio è guardato con sospetto ma la voglia di
fumare non li lascia mai. Decidono allora di chiedere al rabbino come
comportarsi al riguardo. Samuele va, a nome di tutti e due, e chiede: “Rabbino,
rabbino”. “Dimmi Samuele caro, cosa c’è?”. “Rabbino, io ti volevo chiedere…
quando si studia la Torah, si può fumare?”. “Cosa ti è venuto in mento razza di
vizioso che non sei altro? Quando si studia la Torah, si studia e basta!”.
Samuele torna da Davide come un cane bastonato e gli racconta della lavata
di capo che gli ha fatto il rabbino. “Sai quale è il tuo problema?”, gli dice
Davide, “Tu non sai fare le domande. Lascia che vada io”. “Rabbino, rabbino ho
una domanda da farti”. “Dimmi Davide caro, sono qui per questo”. “Rabbino…
quando si fuma, si può studiare la Torah?”. “Certo Davide caro! Ogni momento è
buono per studiare la Torah!”, esclama il rabbino entusiasta» (adattamento da un
testo di Argentino Quintavalle).
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■ Funerale: Controverso desiderio: Una vecchia signora telefonò a
un’agenzia di pompe funebri e ordinò una corona di fiori con una bella scritta.
Era morta un’amica di gioventù e ci teneva molto di rendergli gli ultimi onori
in modo particolare. Ella dettò il testo alla nuova commessa: «Sul nastro scriva
il desiderio “Riposa in pace”, su tutte e due le parti. Poi aggiunga pure la
frase: “Ci vediamo in cielo”, se c’è ancora posto sul nastro». Prima del
funerale, la vecchietta cercò la propria corona di fiori e vi lesse: «Riposa in
pace su tutte e due le parti — Ci vediamo in cielo, se c’è ancora posto»(©
Punto°A°Croce). {Motti
di spirito, p. 44}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Umor/Umor_F_Mds.htm
13-02-2008; Aggiornamento: 05-10-2013 |