Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Acab: Morte influenzata: «Ci troviamo nella "Scuola Domenicale". Ambrogio (monitore): "Come morì Acab?" Teresa (bambina): "Di influenza". Ambrogio: "Vuoi scherzare?! L’uccise una freccia!". Teresa: "No, nel quaderno di Scuola Domenicale è scritto: Acab, sposata Isebel, la sacerdotessa di Baal, cadde ben presto sotto la sua influenza”» (© Punto°A°Croce). {Motti di spirito, pp. 16s}

 

Alcolisti: «Per chi alza spesso il gomito, arriva il momento che non si rialza più neppure sui gomiti» (Nicola Martella).

 

Adiposità: «Per una donna vale questa singolare proporzione matematica: le cose che ti piacciono particolarmente, stanno pochi istanti in bocca, ma rimangono molti anni sui fianchi» (Nicola Martella).

 

Aldilà: Qual è il colmo per un morto? Incontrare casualmente un altro defunto che, sbadato, gli dice: «Ogni tanto, fatti vivo» (Nicola Martella).

 

Allenatore: Come si chiama il famoso allenatore di corsa italiano?... Claudio Claudicanti {adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.

 

Ambivalenze: «L’osteria del Vaticano» non è solo l’inizio della strofa umoristica di una vecchia canzone popolare, ma è il nome d’un noto club riservato a preti e prelati, situato in una strada della Città del Vaticano. Un giorno il chierico barista s’era ammalato e vi mandarono un seminarista poco esperto di bar. Entrò trafelato un cardinale e ordinò: «Un cappuccino!». Il povero seminarista, preso com’era dalle difficoltà, mentre cercava di arrangiarsi al meglio, sovrappensiero si guardò intorno e disse imbarazzato: «Eminenza, a quel tavolo abbiamo un gesuita, lì uno scolopio, e lì un marinista... mi dispiace, ma stamattina non è entrato ancora alcun cappuccino!» (Gianni Siena - Nicola Martella).

 

Ambizioni: Cosa crede di fare un gallo in chiesa durante la messa? Il chicchirichetto {Gianni Siena}.

 

Antropofilia autoreferenziale: Disse con ardore emotivo: «Io ne abbraccerei a milioni». Era un giocatore di superenalotto (Nicola Martella).

 

Apparenze ingannevoli: Un uomo sogna di essere morto e di essere finito all’Inferno. Qui l’angelo preposto gli presenta tre pene, tra cui dovrà sceglierne una. Accompagnandolo in un corridoio, gli apre una porta, dietro cui si vede un mucchio di dannati nudi, appesi a catene e col fuoco che li lambisce in continuazione. «No, no, questa pena non mi piace, troppo dolorosa». Allora gli viene aperta una seconda porta, dietro cui si celano tanti dannati incastrati fino alla testa nel ghiaccio, mentre nugoli di vespe li pungono in continuazione. «No! Neanche questa mi piace». Infine gli viene aperta l’ultima porta, dietro cui l’uomo vede tanti dannati immersi fino al petto in un liquame maleodorante, mentre leggono tranquillamente il giornale e bevono un caffè. «Però! A parte il liquame, questa è la pena migliore: la scelgo!». Entra, prende un giornale e poi sorseggia un caffè. Poco dopo entra uno dei responsabili dell’inferno, che grida: «Gente, la ricreazione è finita! Si ritorna a testa in giù!» {adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.

 

Appezzamenti: Da qualche parte ho letto: «Oggi, qualcuno mi ha detto: “Buongiorno”, ed è stato come se questo non fosse un semplice augurio, ma un “ordine” ben preciso, impartito dall’Alto». Ho dovuto pensare che un buon saluto fa sempre bene! Se, però, «Buongiorno!» fosse un ordine dall’Alto, allora spero che nessuno gli dica oggi: «Vattene a quel paese!» o qualcosa del genere. (Nicola Martella).

 

Argomenti convincenti: «Caro, alzati finalmente che dobbiamo andare in sinagoga!», gli disse lei per l’ennesima volta. «No, oggi proprio non ce ne ho voglia!», rispose lui, aggiungendo: «E poi, dimmi almeno tre motivi perché dovremmo farlo!». «Primo, perché siamo ebrei», rispose lei, «Secondo, perché oggi è shabbat ed è, perciò, un giorno comandato. E terzo, non per ultimo, perché il rabbino sei proprio tu…» (Nicola Martella).

 

Arrotino: Come si chiama l’arrotino tibetano?... Afilai Lama {adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.

 

Asma mistica: Un gruppo carismatico incarica uno studioso di definire la causa dei seguenti fenomeni: «caduta nello Spirito», «santa risata» e delle altre amenità del genere. Lo studioso ci prova in tutti i modi e rende così le prime due: la «caduta nello spirito» è un «colpo di grazia»; la «santa risata» è una «battuta umoristica angelica». Mentre s’arrovella il cervello per cercare le cause o le definizioni delle altre amenità, cade a terra e scoppia tanto a ridere per le sue definizioni che respira bofonchiando. Quando qualcuno chiede a un collega dello studioso che cosa succede, questi gli risponde: «Si vede che sta diventando sempre più cari(a)smatico!» {adattato da Nicola Martella da un testo di Gianni Siena}.

 

Assunta: «Dopo il culto, durante gli annunci, un credente afferma con disappunto: “Oggi è il 15 agosto. Il papa ha celebrato l’Assunta…”. Un altro credente sbotta subito sornione: “Meno male, una disoccupata in meno!”» (Nicola Martella).

 

Ateo: colmo: «Il colmo per un ateo è chiamarsi "Angelo"» (Nicola Martella).

 

Ateo credente: Un ateo ad un’altra persona: «La religione non m’interessa. Come sai, sono ateo. E sono orgoglioso che, ora, grazie a Dio, lo è anche mio figlio»  (© Punto°A°Croce). {Motti di spirito, p. 28}

 

Ateo e cristiano: L’ateo: «Come disse Friedrich Wilhelm Nietzsche: “Dio è morto”». Il cristiano biblico: «Come dice Dio: “Nietzsche è morto”» (Nicola Martella).

 

Auguri sospetti: Un caro amico, concludeva la sua lettera così: «...e bada che non ti invio i saluti come quel tal contadino che scriveva pensando al suo cavallo: “Caro Nicola, io sto bene (ma il mio cavallo si è rotto una gamba), così spero di te!...”» (Nicola Martella da Giacomo Pastorino detto minop).

 

 

Auto del pastore: Un certo pastore cura una chiesa «importante» per numero di membri e conseguenti introiti e, ritenendo che per esercitare meglio il suo ministero, avesse bisogno di una macchina nuova superaccessoriata, decide d’acquistarla a spese della comunità. Senza consultare le pecore interessate, d’accordo con i consiglieri (mai dissenzienti), ordina una macchina alquanto costosa.              
     I primi giorni, in cui guida la sua fiammante auto nuova, decide di non esporla davanti alla chiesa, ben conscio delle critiche conseguenti; ma poi anche la gente più critica sembra faccia buon viso a cattiva sorte nel vedere il costoso gingillo.     
     Dopo una poderosa nevicata, avendo rischiato un brutto incidente, arriva in ritardo a presiedere la riunione. Egli ringrazia perciò pubblicamente il Cielo e i fedeli che gli hanno permesso di comprare un’auto dotata d’ogni dispositivo di sicurezza all’avanguardia. Ora mi rimane un dubbio: tale incidente, che tale pastore ha rischiato, era colpa del ghiaccio, degli accidenti di quelli che non erano d’accordo o un avvertimento del Cielo? Sono un po’ «perplesso»! {adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.

 

Avari endemici: Tre amici, uno scozzese, un ebreo e un genovese, hanno insieme una attività molto redditizia. Un giorno, parlando insieme, si chiedono «quanto valga» per ognuno l’amico defunto e, infine, stabiliscono la cifra d’un miliardo d’euro a testa. Convengono che tale somma sarà chiusa nella bara del primo, che chiuderà gli occhi, da parte di coloro che sono ancora in vita. Lo scozzese muore per primo e, prima del funerale, l’amico ebreo chiede al genovese di fare lui il discorso d’addio e di provvedere ad onorare con «quanto dovuto» l’impegno preso. L’indomani l’ebreo è assalito da un forte dubbio e chiede: «Andrea, e se qualcuno dei parenti ruba la somma?». Risponde il genovese: «Moshe, stai tranquillo, non ho messo contanti, ma un assegno «non trasferibile», intestato al compianto John. Inoltre, dopo averlo firmato e nascosto nella bara, sono passato in banca e l’ho bloccato!» {adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.

 

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Umor/Umor_A_Car.htm

13-02-2008; Aggiornamento: 02-02-2011

 

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