■ Hitler in Paradiso?: «Un reduce da diversi (!) campi di
prigionia muore e si ritrova in Paradiso. Gli va incontro un vecchio antico
ebreo che gli dà il benvenuto, ed egli riconosce in lui Abramo. Questi lo
rassicura che là è solo felicità e gioia eterne. Nel girovagare per il santo
luogo si trova in una piazza gremita di camicie brune e gonfaloni nazisti, dove
un omino coi baffi arringa l’uditorio con discorsi fatali. Al poveretto
ritornano in mente gli orrori della shoah, alla quale scampò per grazia... per
un pelo. Incontra ancora Abramo e gli chiede spiegazione della presenza di
quell’individuo in cielo. Abramo lo rassicura che Hitler non si è affatto
pentito all’ultimo momento, poi gli confida: “Non siamo ancora riusciti a
spedirlo laggiù, abbiamo una vertenza di lavoro aperta. Il diavolo sostiene che
lo aveva assunto con un contratto a termine”» (adattato da un testo
inviato da Gianni Siena).
■ Homo Ucebi: «Avete sentito?», chiese Carlo, «I Battisti
dell’UCEBI hanno consacrato pastore un omosessuale!». «A questo punto», disse
Alberto, «dopo l’adesione al liberalismo teologico, al metodo storico critico e
al femminismo, penso che bisogna ribattezzare l’acronimo UCEBI in “Unione ciechi
e biechi incalliti”». Gino sbottò: «Proporrei “Unione critico-liberali e
biblo-ostili italiani”». «Che ne dite di ribattezzare UCEBI in ECUBI?», chiese
Mario. «Eh???», eruppero tutti. Mario continuò: «Intendo “Ente
di custodia delle urne dei battisti italiani”; infatti, continuando così,
porteranno siffatti evangelici tutti nella fossa. Visto che dopo l’adesione al
liberalismo teologico hanno smesso di evangelizzare e visto che dopo l’adesione
al femminismo e l’introduzione di pastoresse, hanno pure smesso di procreare
come prima, mancava loro solo di legittimare gli omosessuali e di consacrarli al
pulpito, per votarsi all’estinzione!». Carlo s’accodò alla fine, dicendo: «A me
UCEBI sta bene. Che dire di questi pronipoti del Martin Luther King? (Questo
pastore si sarà pure battuto per i diritti civili, ma come donnaiolo ne
aggiogava continuamente di donne!) Penso che, se essi continueranno così,
bisognerà presto chiamarli semplicemente “Unione concubinaria equivoco-sessuale
battista italiana”» (Nicola Martella).
■
Humour: «Il sorriso di compiacenza [= l’humour] è pure esso una grazia, di
cui purtroppo i teologi non scrivono» (massima del prete Metzger nella sua
cella, prima d’essere giustiziato nel 1944; © Punto°A°Croce).
{Motti
di spirito, p. 110}
■ Impaziente (Preghiera dell’~): «Signore dammi, taaanta, ma taaanta pazienza… ma per favore subito!» (Nicola
Martella).
■ Imperfezioni: Francesco Toppi, ex presidente onorario delle ADI,
diversi anni or sono, quando ancora i distinguo erano tutti da farsi, parlò
della galassia pentecostale e carismatica come «questo confuso mondo
pentecostale...». Prima di ciò parlò dei
neopentecostali definendoli «pieni di nei...»
{adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.
■ Incontri ravvicinati: Una mamma affida al figlio una papera da
vendere. Sono poveri e dal ricavato dipende la loro sussistenza nei giorni
successivi. Dopo molti sforzi, il ragazzino non riesce a venderla. Va per le
case, ma neppure così conclude. Arriva a una casa fuori mano, dove lo riceve una
gentile ma preoccupata signora. Ella lo rifocilla ma chissà perché, appena
percepisce il rientro del marito, si mostra molto scossa e nasconde il ragazzo
in un armadio. Il ragazzino s’accorge di non essere là solo e ricatta
ripetutamente il malcapitato: «Ho una papera da vendere, dammi 100 euro o
grido». Dopo del tempo, la donna lo fa uscire per una porta secondaria e il
ragazzino torna a casa, con la papera e 1000 euro in tasca. La madre, saputa la
storia, mentre intasca i soldi, dice al figlio: «Ora vai a confessarti, non puoi
vivere in “peccato mortale”». Il ragazzino, appena è il suo turno, comincia a
«confessare», raccontando il fatto: «Reverendo, ho una papera da vendere…»; al
che sbotta il povero sacerdote: «Ma sei un’ossessione con questa papera!»
(adattato da un testo inviato da Gianni Siena).
■ Incroci religiosi: «Se il papa quale “santo padre” sposasse una “santa madre”, metterebbero al mondo tanti
santini?» (Nicola Martella).
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■ Incubi pastorali: Vittorio
Depulpitis, pastore ambizioso e autoritario, si sveglia una mattina tutto sudato
e spaventato. La moglie, che l’ha sentito gemere tutta la notte, gli chiede:
«Che cos’hai?». Risponde: «Ho sognato che tutti i fedeli apparivano come pecore,
ma si ribellavano a me e mi costringevano ad andarmene...». Al che la moglie
domanda perplessa: «Che cosa t’hanno detto?». Lo spaventatissimo pastore
risponde: «Mi urlavano in faccia una strana parafrasi del Salmo 23,1: “Il
pastore non è il mio signore e per nulla mi mancherà”. Cara, pensi che tutto ciò
voglia dire qualcosa?». Al che lei lo guarda teneramente e sorniona gli dice:
«No, mio domatore. È scritto che non bisogna dare retta ai sogni…». Poi
continua fra sé e sé: «…tanto più se fa comodo fermare subito la sua paranoia e
non sentire la sua lagna tutto il giorno» {adattato da un testo inviato da
Gianni Siena}.
■
Indovinello:
«La
genesi di tutto coincise con l’esodo estivo, ma fu un’estate un po’ freddina. E
dopo leviti costume e mettiti pullover, e viceversa, cominciammo a dare i
numeri. In tale manicomio, non ci restò che trincerarci nella roulotte e vederci
il film “La ripetizione della legge”. Come si chiama tale sezione della Bibbia?»
(Nicola Martella).
■ Inferno: Apparenze: Il segretario di un partito di estrema
destra, mentre si trova nel delirio della febbre, sogna di riceve il permesso di
visitare l’Inferno. Ne visita tutti i reparti, arrivando infine a quello dei
peccatori contro la storia. Egli vede questi ultimi immersi nell’olio bollente:
più sono gravi le loro colpe e più sono immersi. Egli constata che alcuni sono
immersi dalla cintola in su, altri hanno solo la testa fuori e altri sono
totalmente sommersi. Ad un certo punto l’uomo politico vede finalmente Mussolini
che si trova immerso fino a metà petto. Egli si rivolgendosi d’impeto al custode
dell’inferno, che gli fa da cicerone, e gli dice: «Visto che ho ragione io:
Mussolini non era poi tanto cattivo». L’angelo preposto, accorgendosi della
cosa, urla: «Benito, siamo alle solite, smonta subito dalla spalle di Adolf!»
{adattato da un testo inviato da Gianni Siena}.
■ Inferno: 1° e 2°: L’immaginario popolare pone i dannati, subito
dopo la morte nell’Inferno; biblicamente ciò non è vero, poiché l’Ades è la loro
stazione momentanea in vista del giudizio finale, e solo dopo la condanna i
dannati verranno gettati nell’Inferno. Torniamo all’immaginario popolare…
Nell’inferno c’è un giorno speciale e chi vuole, può telefonare a pagamento a
qualcuno sulla terra. L’ultimo presidente degli Stati Uniti chiama un suo
ex-collaboratore per sapere com’è la situazione nel paese dopo la sua morte.
Dopo aver parlato per due minuti, gli viene detto che per la chiamata gli deve
sborsare tre milioni di dollari. L’uomo firma un assegno e paga.
Anche la defunta regina d’Inghilterra, fa lo stesso e chiama Londra. Parla per
cinque minuti, e le vengono chiesti dieci milioni di sterline.
Anche l’ultimo presidente del consiglio italiano chiama il suo paese per
telefono e parla per tre ore. Quando attacca, chiede quanto deve e gli viene
detto che deve pagare 35 centesimi. Il politico italiano rimane stupito, avendo
saputo del costo delle chiamate altrui, e chiede come mai sia tanto economico
chiamare in Italia rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito. Gli viene
risposto: «Ascolta, testa di rapa... con la finanziaria che hai approvato, col
decreto sulla scuola, col caos di leggi amministrative, con le politiche
sull’immigrazione, con i contratti di lavoro e col costo della vita hai reso
l’Italia un vero inferno... E da Inferno a inferno la chiamata è
urbana» (Nicola Martella; adattato da un testo anonimo).
■ Intercessione: «È difficile sparlare
di chi si sta pregando» (© Punto°A°Croce). {Motti
di spirito, p. 110}
■ Intercettazioni segrete: È risaputo che la nostra testimonianza
quotidiana sia osservata da lungi. Un conduttore di chiesa sta inchiodando una
tavola sulla staccionata. Il figlio dei vicini di casa lo sta osservando e
mormora fra sé e sé: “Voglio proprio sapere che cosa dice un conduttore di
chiesa, quando gli scappa… una martellata sulle dita...”» (adattamento da un
testo di minop).
■ Ispirazione sospetta: «Alla fine del culto, una bambina si
avvicinò al predicatore: “Reverendo volevo ringraziarla per il bel sermone di
oggi”. Al che il predicatore rispose con modestia: “Grazie carina, ma non è
stato merito mio: sai, lo Spirito Santo ha parlato attraverso di me”. E subito
la piccola: “Beh, non è stato proooprio cooosì bello”» (inviata da
Francesco Bozzi).
■
King James: Durante il suo messaggio, un predicatore inglese faceva
notare che la famosa traduzione della Bibbia detta «King James», che è stata
pubblicata nel 1611 dalla chiesa anglicana, è una versione liturgica, ma che non è
proprio adatta allo studio biblico. Una credente anziana scattò su e disse: «Se
la King James andava bene per l’apostolo Paolo, va bene anche per me!» (Nicola Martella).
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Umor/Umor_HIJK_Mt.htm
13-02-2008; Aggiornamento: 24-01-2011 |