■ Lamento: Alternativa:
«Non trovare difetti, trova rimedi. A lamentarsi sono capaci tutti» (").
■ Lavori in corso: «Lo so, avete molti motivi per sindacare la mia vita.
Sono ancora un cantiere aperto, a cui Dio sta lavorando. Aspettate a vedere,
quando si saranno conclusi i lavori! Intanto, portate al Capomastro i vostri
suggerimenti» (Nicola Martella).
■ Lavoro: Valutazione: «Non bisogna ascoltare chi vuol dare a intendere
che solo il lavoro manuale è vero lavoro» (Martin Lutero, WA 42, 158).
■ Legalismo: «In ogni specie di devozione legalista, si cerca di
sostituire la qualità mancante per mezzo di un’abbondante quantità» (Otto
Sigfried von Bibra).
■ Letargia cristiana: «Sopporto più l’acceso confronto che la letargia
altrui. Infatti uno dei più grandi problemi di molti cristiani è attualmente
l’apatia, non tanto l’acceso dibattito. Molti, invece di funzionare
completamente, preferiscono vivere in fase “standby”, anestetizzati chi da una
devozione mistica e interiorista e chi dal materialismo e dal consumismo. Poi,
alcuni di loro, magari quando escono dalla loro condizione di “ibernazione”
momentanea e casualmente vengono al corrente di qualcosa che li provoca del
dibattito in corso, sparano semplicemente a zero o condannano senz’appello,
invece di conoscere prima a fondo la questione e di confrontarsi poi
in modo serio, competente, rispettoso e razionale» (Nicola Martella).
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■ Libertà: Effetto: «Ogni libertà, seppur legittima, implica sempre
responsabilità. Non è libertà ciò che rende dipendenti. Si miete da ciò che si
semina. Il giorno del rendiconto arriva per tutti» (Nicola Martella).
■ Libertà e tutela: «Chi non è veramente libero, crede sovente che debba
prendere una posizione di “tutela” verso altri adulti, ritenuti “minorenni”.
Essi amano fare spesso di se stessi dei “censori” e dei “controllori”. In
effetti, però, sono delle coscienze infelici che producono infelicità di
coscienza negli altri» (Nicola Martella).
■ Lib(e)ri: «I libri possono rendere più liberi. La storia insegna che
sono sempre le dittature, i demagoghi e gli ignoranti a bruciarli» (Nicola
Martella).
■ Limiti limitati: «Nessun ghetto ha mai imprigionato lo spirito
dell’uomo» (").
■ Limiti paterni: «Ciò che tocca il cuore della madre arriva soltanto al
ginocchio del padre» (").
Linguaggio nuovo:
«Vedo anche fra i credenti che, quando vogliono esprimere il loro disappunto o
la loro irritazione su qualcosa, cominciano a “pepare” le loro espressioni in
senso urogenitale. Il cambiamento comincia con una mente rinnovata e coinvolge
subito un linguaggio rinnovato. La circoncisione del cuore si palesa in quella
delle labbra. In ciò alcuni hanno ancora molto da lavorare, poiché mettono il
vin nuovo in otri vecchi» (Nicola Martella).
■ Liti: Dinamica: «Le liti non durerebbero a lungo se il torto fosse solo
da una parte» (").
{da Kate Di Garbo}
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■ Lotte di chi serve: «Quando apprendo delle lotte di un fratello che
serve con pura coscienza, non posso far altro che simpatizzare con lui,
conoscendo personalmente tali combattimenti. La vita nella fede è come quando si
gioca a scacchi: l’attenzione dell’avversario si concentra specialmente sui
pezzi principali, quelli di primo piano, poiché puntando a quelli, egli mira a
far strage del resto. Perciò mettendo in difficoltà le figure principali, mira
ad arrivare allo “stallo” nella vita di chi conta ed eventualmente allo “scacco
matto”. Quando sulla scacchiera cadono i “pezzi forti”, segue la sconfitta a
tutto campo e la “strage degli innocenti”.
Il nostro vantaggio rispetto a chi gioca a scacchi è di sapere che
combattiamo contro un nemico già sconfitto, sebbene ancora pernicioso.
Incoraggio, quindi, ogni fedele servitore di Cristo a non guardare non agli
uomini, né a farsi intimorire dalle “pedine” (anche quelle del proprio campo!)
che l’avversario muove abilmente e velatamente. Conviene puntare lo sguardo in
avanti al Vincitore, Cristo Gesù, che ha vinto, vince in noi e per noi e che
tornerà per il trionfo. Chi trionfa in Lui oggi, mirando alla gloria, può
sostenere fiducioso le battaglie correnti» (Nicola Martella).
■ Luce da irradiare: «Bisogna rafforzare la luce in tutti coloro che
incontriamo, sperando che sorga anche per loro il sole di giustizia, che si
faccia giorno nella loro vita e decidano di vivere interamente da figli della
luce. Instillando nel prossimo gli anticorpi del bene, del giusto e del vero, ci
si può aspettare che prima o poi ognuno di loro riconoscerà in ogni cosa il bene
e il male, la verità e la menzogna e avrà la forza e la volontà di scegliere ciò
che è giusto, rifiutando l’iniquità in tutte le sue forme» (Nicola Martella).
■ Luce derivata: «Tra di noi rimarrà una lacuna il fatto, che non potremo
agire perfettamente come l’ha fatto Cristo. Egli è il puro, splendente Sole, in
cui non c’è nebbia; al contrario, la nostra luce è come un fil di paglia acceso
di fronte a questo Sole. Lì c’è un rovente forno pieno di fuoco e d’amore
perfetto; nonostante ciò, Egli è contento, quando accendiamo anche solo una
candelina e ci disponiamo così come se volessimo far trasparire e far ardere
l’amore» (Martin Lutero; traduzione di Nicola Martella).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+Cita/Cita_L_MT_AT.htm
10-05-2007; Aggiornamento: 20-01-2013