Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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CARLOS ANNACONDIA? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito diamo modo di discutere l’articolo «Tempo di raccolta con Carlos Annacondia». Come abbiamo visto, le parole forti con cui si invitava la gente su manifesti, pagine web e posta elettronica a partecipare a tale conferenza, erano queste: «Gesù colui che ti salva, guarisce e libera» e «Vieni e ricevi il tuo miracolo». È chiaramente uno sbilanciamento della dottrina in senso spiritualista, mistico e taumaturgico, per non dire altro. Come abbiamo detto, si dà una visione di Gesù da «pozzo di san Patrizio» o da macchinetta automatica di miracoli, che deve dispensare prodigi a bacchetta, quasi questo fosse il suo mestiere. Ciò è molto distante dalla visione biblica di un Dio sovrano, che non è disponibile alle pie coercizione degli uomini…

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Emilio Spedicato

2. Nicola Martella

3. Roberto Cambi

4. Dario Favaretto

5. Nicola Martella

6. Roberto Sargentini

7. Gaetano Nunnari

8. Vari lettori

9. Alfredo Castiglione

10. V. Sciammarella

11. Vincenzo Salvo

12. Nicola Martella

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Emilio Spedicato}

 

Caro Martella, non entro nel merito del tema, ma c’è una cifra aggiornata delle sette cristiane esistenti, ciascuna maledicente gli altri, anche se non siamo tornati ai primi secoli quando, stando a Gibson, i cristiani di diverso orientamento si crocifiggevano a centinaia?

     Resto dell’opinione che Gesù avesse ragione nel dire: «Non chi dice Signore, Signore entra nel regno dei cieli ma chi fa la volontà del Padre mio». E poi quando accoglie alla sua destra i defunti, questi gli chiedono: «E quando t’abbiamo conosciuto?» E lui risponde... Saluti. {9 febbraio 2009; Emilio Spedicato è professore presso l’università di Bergamo e appassionato di miti antichi}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

L’amico Spedicato non ha voluto farsi sfuggire l’occasione per lanciare una sua frecciatina insidiosa, data la sua posizione critica rispetto al cristianesimo. L’apologetica è una cosa seria! I veri cristiani non hanno ricevuto un mandato dal Signore di perseguitare fisicamente altri per motivi religiosi; chi lo ha fatto, ha mostrato di non conoscere e praticare l’insegnamento di Cristo. L’inquisizione è la pagina più oscura della storia della chiesa romana e di ciò devono rendere conto dinanzi al giusto Giudice i mandanti e gli esecutori. Infatti gli assassini non erediteranno il regno di Dio (Ap 21,8).

     Già nei primi tempi del cristianesimo entrarono nelle chiese persone non rigenerate dallo Spirito di Dio e che mischiarono le loro tradizioni con la dottrina biblica: giudei gnostici (2 Cor 11) con i loro «miti giudaici» (Tt 1,14), filosofi di varia estradizione (cfr. Col 2,8), persone appartenenti alle religione dei misteri (col loro sacramentalismo), sacerdoti pagani (con il loro clericalismo) e portarono danno all’Evangelo e alla «sana dottrina» (cfr. 2 Tm 4,3s). Tutti gli apostoli si batterono per la purezza del messaggio cristiano. Le epistole del NT sono sorte proprio quale difesa apostolica della «sana dottrina» (Gesù quale Messia promesso, la sua persona e la sua opera di redenzione sulla croce). L’apostolo Paolo, congedandosi dai conduttori della chiesa d’Efeso, disse loro: «Io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio. Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. Io so che, dopo la mia partenza, entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé. Perciò vegliate...» (Atti 20,27-31).

     Anche oggigiorno avvengono fatti simili, e l’Evangelo viene «annacquato» con altri contenuti, simili a quelli sopra descritti, specialmente dallo spiritualismo gnostico ed esoterico cristianizzato. Oggi come allora bisogna difendere il messaggio semplice e chiaro dell’Evangelo, per trasmetterlo ai posteri, secondo il preciso comandamento di Gesù Messia (Mt 28,19s).

     Quanto al fare la volontà di Dio, Gesù stesso, rivolgendosi ai suoi connazionali che lo rifiutavano come Messia promesso, dichiarò loro che cosa ciò volesse primariamente significare: «Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giovanni 6,40). Questo atto porta alla «nascita dall’alto» (o rigenerazione): «Tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio» (Gv 1,12s). Chi è stato rigenerato da Dio, farà immancabilmente buoni frutti, come ha insegnato Gesù stesso: «Ogni albero buono fa frutti buoni. [...] Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,17.20s). Chi è stato innestato della vita di Cristo, farà anche il frutto corrispondente, ossia opere benefiche a favore del prossimo e alla gloria di Dio.

     Uno di questi frutti è il ministero cristiano, sia quello d’annuncio dell’Evangelo, sia quello della difesa della «sana dottrina». Giuda, un fratello carnale di Giacomo e, quindi di Gesù, esortò i destinatari della sua epistola a «combattere strenuamente per la fede, che è stata una volta per sempre tramandata ai santi» (Gd 1,3). Ciò mostra la necessità d’una corretta apologetica cristiana, fondata sull’esegesi contestuale della sacra Scrittura.

 

 

3. {Roberto Cambi}

 

Questa forma di pensiero e di religione viene giustamente definita come non cristiana in quanto è imbevuta di religione naturale. Infatti è la ricerca di essere salvati dalla sofferenza e non la ricerca di dare un senso alla sofferenza. {9 febbraio 2009}

 

 

4. {Dario Favaretto}

 

Caro fratello, condivido appieno il tuo articolo sulla conferenza «Tempi di raccolta» con la partecipazione di Annacondia. Vivo in provincia di Torino e anch’io sono stato contattato per partecipare a tale conferenza; sono profondamente indignato per come queste persone possano prendere in giro molti credenti semplici o addirittura persone non credenti, che sperano d’ottenere qualcosa da dei ciarlatani.

     Queste persone non pensano che se qualcuno va a tali raduni per avere guarigioni e poi non riceve niente, va tutto a discapito della proclamazione dell’Evangelo! Era già successo nel passato che proprio a Torino, in occasione d’una di queste conferenze di guarigione, persone in carrozzella, attirate da questi proclami, hanno partecipato alle riunioni piene di speranza e di fede in Dio; il risultato è stato questo: alla fine di tale riunione, hanno inveito e bestemmiato contro Dio, perché non avevano ricevuto niente. Chi va ora a raccontare a questa gente che Dio è un Dio d’amore?

     Penso che dovremmo unirci per denunciare questa pubblicità ingannevole nei confronti di Dio e del suo regno. Non è logico che tali individui nuocano in questo modo a tutti gli evangelici, visto che purtroppo le persone fanno di tutta l’erba un fascio; forse è bene che noi difendiamo l’immagine nostra, ma ancor di più quella di Dio verso il mondo.

     Sono contento che a Torino hanno rimandato l’incontro con Annacondia (forse a un altro anno, ma senz’altro a data da destinarsi). Pregherò Dio perché non permetta tale conferenza; sostenetemi nelle vostre intercessioni, io farò altrettanto per voi affinché Dio vi sostenga nel vostro lavoro per il Signore Gesù. Dio vi benedica in ogni istante. Fraternamente… {9 febbraio 2009}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Come al solito, quando metto in rete un articolo su un qualche unto carismatico, mi arrivano lettere di protesta. Esse hanno una cosa in comune: non affrontano la questione nel merito, ma usano l’occasione in modo diverso: chi per dirmene quattro, chi per sfogarsi, chi per narrarmi la sua esperienza carismatica e difendere i carismi particolari, chi per esortarmi a qualcosa, chi per mettermi in guardia da possibili giudizi divini, e così via. Poiché tali lettere sono fuori tema, riporto solo alcune parti salienti di alcune di esse.

 

     ■ Evangelizzare sì, apologetica no?: C’è chi afferma che trattare tali argomenti «fa molto danno e offre il fianco all’avversario, al diavolo affinché la Via della Verità sia ridicolizzata, diffamata e molto scompiglio sia creato nella Chiesa del Dio vivente». {Biagio Catalano; 09-02-2009} Che siano proprio tali «unti» portentosi con i loro show e le loro pratiche taumaturgiche a gettare discredito su Dio e sulla sua Parola, a questi credenti non viene in mente.

     Egli aggiunge: «Non sarebbe molto più proficuo impiegare il tempo, per strappare anime dal fuoco dell’inferno e trasportarli nel Regno dell’amato Figlio di Dio, piuttosto che contrariare quelli che (con tutte le imperfezioni e i difetti di questo mondo) si impegnano e faticano nella vigna del Signore, affinché Gesù Cristo sia innalzato e il regno di Dio progredisca?».

     Un altro credente mi hanno scritto, portando le sue proprie esperienze di fede e il suo cammino religioso, ma non ha affrontato il merito dell’articolo. Egli ha scritto: «Mi domando, perché criticare l’opera di fratelli solo perché “carismatici”? Quello che non si conosce non deve essere necessariamente sbagliato…» (poi segue la sua esperienza religiosa e il suo cambiamento) {Vincenzo Montanaro; 09-02-2009} Infine parla di Bonnke e del suo ministero in Africa e poi fa confronti fra predicatori del genere e lo stesso Gesù e il suo particolare ministero. [ Guarigioni: in Africa sì e in Occidente no?]

     Secondo tale logica, dovremmo far nascere agnelli, ingrassarli per destinarli a tali lupi (gli unti carismaticisti con una dottrina gnostica) e stare semplicemente a guardare che cosa accada! L’apostolo Paolo annunciava l’Evangelo, insegnava la sana dottrina e inoltre difendeva la verità. Le lettere del NT sono nate proprio in difesa della verità. Gli avversari di Paolo a Corinto erano Giudei carismaticisti di stampo gnostico (2 Cor 11,22s); l’apostolo non si fece scrupolo di accusarli pubblicamente e per iscritto, dicendo su di loro cose oltremodo pesanti. Eppure i Corinzi li tenevano per «sommi apostoli»! (v. 5; 12,11). E ciò sebbene essi predicassero un altro Cristo, un evangelo diverso, ecc. e li tenessero in estrema soggezione, sfruttandoli pure economicamente. «Se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno Spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un Evangelo diverso da quello che avete accettato, voi ben lo sopportate!» (2 Cor 11,3). Per Paolo erano solo «falsi apostoli» e «operai fraudolenti» (vv. 13ss).

     Sulla legittimità dell’apologetica quale ministero cristiano basato sull’esegesi contestuale della Parola di Dio, rimando ai seguenti articoli, in cui ho affrontato la questione in sé e le obiezioni ricorrenti e provenienti da fronti diversi.

A ognuno la sua «missione possibile» {Nicola Martella} (D)

Apologetica e giudizio {Nicola Martella} (T/A)

Evangelizzare sì, apologetica no? {Due lettori - Nicola Martella} (T/A)

Evangelizzare sì, apologetica no? Parliamone {Nicola Martella} (T)

L’importanza dell’apologetica {Nicola Martella} (T/A)

 

     ■ Di tutta l’erba un fascio?: Un altro credente mi ha scritto: «Ti chiedo solo una cortesia, non fare d’un erba un fascio. Non tutti i pentecostali sono «fuori dalla dottrina». Ti dico questo perché leggo spesso nei tuoi articoli attacchi contro i movimenti pentecostali». {Massimiliano Monti; 09-02-2009} poi prosegue parlando dello Spirito Santo, del Battesimo nello Spirito Santo, della sua propria esperienza e dei doni particolari. Infine afferma che non si dovrebbe criticare l’operato di persone come Benny Hinn o Carlos Annacondia, lasciando che sia Dio a farla da giudice.

     Oltre a quanto già detto sopra, faccio notare a questo credente e ad altri, che se dovessimo applicare i loro principi, dovremmo squalificare gli scrittori del NT, principalmente Paolo.

     Riguardo alla ricorrente accusa di fare di tutta l’erba un fascio, rimando all’articolo «Pentecostali e carismaticisti: distingui necessari»; si veda inoltre anche «Neopentecostali e neocarismatici sono “fratelli”?».

 

     ■ Rispondere nel merito: Il consiglio che ho dato a chi mi ha scritto cose generiche del genere, è stato il seguente: «Purtroppo la tua e-mail non riguarda il tema in discussione, ma è di carattere generale. Il mio consiglio è questo: leggi l’intero articolo e rispondi in merito a Carlos Annacondia e al tema in sé».

 

 

6. {Roberto Sargentini}

 

Contributo: Caro Nicola, anni fa ho avuto a che fare con Carlos Annacondia, nel senso che insieme ad altri pastori, predicatori, insegnanti della Bibbia e membri di chiesa ho partecipato a tre conferenze che ha tenuto presso la chiesa del pastore Silvano Lilli, a Roma. La prima sera ha fatto una predicazione che, in tutta onestà, ho trovato molto edificante; ma le sere successive il tono, purtroppo è cambiato. Infatti ha cominciato ad attaccare i Testimoni di Geova, senza che ce ne fosse alcun bisogno, e gli Avventisti. Questi ultimi li ha accusati di fissare date sul ritorno di Cristo, cosa del tutto falsa dal momento che non lo fanno più da circa un secolo e mezzo. Il peggio della sua «prestazione» è arrivato l’ultima sera. Dopo una predicazione in cui ha detto cose, che hanno lasciato tutti perplessi, ha pregato per le guarigioni (cosa legittima e del tutto prevista dal Vangelo)... ma nessuno è guarito. Non solo, certi suoi atteggiamenti sono stati contestati da più d’uno dei pastori pentecostali presenti; e il sig. Annacondia la cosa non l’ha presa bene. Ha lasciato la nostra città, dicendo che non c’era stata nessuna guarigione, perché le chiese di Roma non l’avevano accettato. Gli è stato risposto che in quanto cristiani noi abbiamo accettato Cristo e non Annacondia, che siamo stati battezzati nel nome di Cristo e non di Annacondia. Questa è la cronaca dei fatti che ti riporto in qualità di testimone oculare.

     Non condivido, se mi permetti, la tua critica riguardo i carismatici che trattano Gesù come se fosse una macchina da miracoli. Scusami, ma le cose non stanno così. Io sono cristiano pentecostale e la penso al 100% come te. E nello stesso modo la pensano i fratelli pentecostali che frequento e conosco. Dio è supremo, suprema è la sua libertà decisionale. Quindi noi preghiamo con fede, chiediamo la guarigione come insegna il Vangelo e ci rimettiamo alla volontà del Signore che, sia benedetto milioni di volte, opera come ritiene opportuno, anche guarendo secondo quanto è scritto sia nei Vangeli che nelle epistole di Pietro e non solo.

     Non credere che i pentecostali siano tutti degli invasati, fuori di testa o inclini a strane eccitazioni, perché non è vero. I matti sono dappertutto, ma non si può generalizzare. Conosco tante persone pacate, equilibrate, il cui comportamento si basa sulla sola Scrittura e che, con me, non possono assolutamente riconoscersi nel quadro che descrivi tu. Con affetto e stima. {9 febbraio 2009}

 

Risposta: Grazie al lettore della preziosa e interessante testimonianza, che mostra l’atteggiamento mentale di certi «unti» del  «Power Evangelism», della «Riforma neo-apostolica» e del cosiddetto «Movimento profetico».

     Quanto al resto, prendo atto di un grande equivoco. Infatti, bisogna distinguere tra i pentecostali classici e i carismaticisti. Nel contributo precedente ho riportato i link su tale distinguo necessario. Coloro che affermano, come i membri della cosiddetta «Riforma neo-apostolica», su manifesti e altri mezzi di comunicazione «Vieni e ricevi il tuo miracolo», come stanno trattando il Signore? Le cose che afferma Roberto Sargentini a suo nome e di altri credenti pentecostali che lui conosce, non possono che rallegrarmi: sì, l’Onnipotente è sovrano e agisce a suo arbitrio!

     Sono contento che abbiamo potuto chiarire tale equivoco. Non sono pochi i credenti pentecostali che mi scrivono o telefonano per chiedere consigli o spiegazioni bibliche, anche conduttori di chiesa. Alcuni di loro hanno scritto e scrivono contributi per il mio sito. {Nicola Martella}

 

 

7. {Gaetano Nunnari}

 

Certo, non si può dire che Dio non abbia senso dell’umorismo. Infatti sta permettendo che tutte queste eresie vengano predicate anche da un uomo che porta il nome d’un pericoloso rettile anfibio, che tanto ricorda il serpente in Eden. Annacondia: un nome... una garanzia.

     C’è un grosso problema da superare, la più totale mancanza di buon senso che regna fra i mistici odierni. Una volta chiesi a un fratello pentecostale carismatico (insegnante biblico) come si potesse considerare «uomini di Dio» certi personaggi che fanno cose tanto strane. Lui mi rispose che Dio è sovrano e opera come vuole con i suoi unti, e che anche a Ezechiele richiese qualcosa che a noi apparirebbe inconcepibile (restare sdraiato sul fianco, mangiando escrementi). [N.d.R.: In effetti però le due cose non avvennero contemporaneamente (Ez 4,4ss.12ss). A ciò si aggiunga che Ezechiele non mangiò poi effettivamente escrementi, ma cucinò sullo sterco bovino (Ez 4,15); esso, una volta essiccato, viene usato come combustibile in varie parti del mondo, in cui non vi è abbastanza legna da ardere.]

     Questo è il ragionamento che fanno le persone che militano in questo ambiente. Di tutto ciò prendiamone atto, Paolo infatti scrisse: «Perciò Dio manda loro una potenza derrore perché credano alla menzogna» (2 Tessalonicesi 2,11). {10 febbraio 2009}

 

 

8. {Vari lettori}

 

Sono perfettamente d'accordo con te {Silvio Roncavasaglia; 09-02-2009}

 

Pace del Signore, sono un cristiano evangelico delle Assemblee di Dio in Italia; da qualche tempo leggo con interesse le tue e-mail. In questa ultima lettera condivido in pieno le tue riflessioni. Anche in passato ho apprezzato le tue puntuali  risposte ad argomenti ostici. Ti incoraggio a continuare in questo modo. [...] Dio ti benedica {Vito Nilleda, ps.; 10-02-2009}

 

Che sia Annacondia, Bonnke ed altri, senza volere giudicarli, non condivido affatto il loro clientelismo. Gesù non è venuto per guarire il corpo (anche se lo fa), ma sopratutto per salvarci dall'inferno. Non conosco il loro Dio distributore automatico. {Calogero Fanara; 11-02-2009}

 

Osservazioni 1: Mi accodo a questi lettori con una mia massima: «Se i pentecostali vorranno continuare a sopravvivere anche domani, senza essere permeati e fagocitati dai carismaticisti, faranno bene oggi a tenere fuori dalle loro chiese le dottrine carismaticiste e chi le propaga». {Nicola Martella}

 

Osservazioni 2: I pentecostali non sono in pericolo. Essi sopravivranno ai carismaticisti. Nelle chiese soggette a questo tipo di pericolo i pentecostali sono i primi a denunciarli {Gianni Siena}

 

 

9. {Alfredo Castiglione}

 

Contributo: Grazie, Nico, per questa e-mail. Penso che se anche molti non ti vogliono, la tua critica può aiutare a equilibrare gli eccessi; anche se uno non e d'accordo con tutto ciò che scrivi, ci fai pensare e riflettere. {18 febbraio 2009 }

 

Risposta: Grazie del contributo. Visto che il sito viene abbastanza frequentato, ciò mostra che non pochi credenti in Italia sono grati per una voce «controcorrente» rispetto al consenso dottrinale, ovvio in alcuni ambienti ecclesiali, per una voce «critica» rispetto ai fenomeni religiosi diventati scontati e per il tentativo di portare le discussioni all'esegesi contestuale della sacra Scrittura. Come ho già spiegato, avevo ricevuto ripetutamente informazioni su tale conferenza con la presenza particolare di Carlos Annacondia. Dopo aver scritto l'articolo,  ho aspettato più di un mese per verificare che una sola voce dissidente si alzasse per analizzare la sua storia personale, la sua appartenenza ideologica e i fenomeni contingenti al suo ministero. Nessuno l'ha fatto. I motivi sono tanti: chi per disinteresse, chi per timore d'esporsi, chi per timore di rendersi «colpevole»  verso un «unto di Dio», chi per non essere accusato di «peccare contro lo Spirito Santo», e così via. Solo dopo aver lungamente aspettato e pregato, ho pubblicato tale articolo. Lo scopo dei miei articoli è proprio quello far svegliare dall'ovvietà, di avviare una riflessione comune e di dialogare insieme. Alcuni ne sono già maturi e accettano tale confronto, altri si mostrano almeno grati per gli spunti di riflessione e altri ancora reagiscono istericamente su certi argomenti e scrivono solo lettere infuocate, in cui paventano e minacciano gli strali del Cielo. {Nicola Martella}

 

 

10. {Vittoria Sciammarella}

 

Contributo: […] Viviamo due realtà cristiane diverse, e non condivido certi suoi toni riguardo alle chiese carismatiche o ad altri fratelli. Non entro nel merito del discorso Annacondia perché non conosco la persona e non posso dare un parere. Bisogna imparare a rispettare e ad amare gli altri anche quando sbagliano e se Gesù perdona e guarda al nostro cuore, chi siamo noi a non doverlo fare. Spero che abbia capito lo spirito delle mie parole, volevo benedirla nel suo operato e incoraggiarla a incoraggiare verso l’amore, che è l’unica cosa in questo momento della nostra storia che va controcorrente. {18 febbraio 2009}

 

Risposta: Ho già risposto in parte nel contributo precedente. Faccio presente che a pressoché ogni articolo è connesso un tema di discussione, in cui si può esprimere il proprio convincimento nel rispetto dell’altrui. Il rispetto e l’amore verso il prossimo (dobbiamo farlo addirittura verso i nemici, quanto più verso coloro che si dichiarano cristiani e vogliono essere fedeli alle Scritture) non devono stare in contrasto col rispetto e con l’amore della verità biblica, altrimenti creiamo una discrepanza pericolosa e fatale. Gli apostoli hanno toni teneri verso i credenti, ma ciò non tolse l’uso di toni forti, quando dovette difendere l’Evangelo e mettere il dito sulle piaghe morali.

     Quanto al perdonare, ciò è un dovere cristiano verso coloro che sbagliano nei confronti nostri o di una chiesa locale, premesso che ci sia il ravvedimento e la confessione della colpa. Solo un ravvedimento è la premessa al perdono privato (personale) o pubblico (comunitario). Altra cosa è quando si tratta dell’Evangelo e della verità biblica. Qui non si può perdonare alcunché, se i fautori continuano la loro opera. Avrebbe Pietro dovuto perdonare Simone il Mago, mentre egli continuava col suo atteggiamento peccaminoso? (At 8). Ha chiesto Paolo di perdonare i «lupi rapaci» che avrebbero invaso le chiese (At 20,29; Mt 7,15 falsi profeti), i falsi fratelli che sarebbero sorti fra gli stessi Efesini (At 20,30) oppure i «falsi apostoli» e gli «operai fraudolenti» che avevano preso come «sommi apostoli» il potere a Corinto (2 Cor 11,13)? Gesù lodò addirittura il conduttore della chiesa di Efeso con queste parola: «Ma tu hai questo: che odii le opere dei Nicolaiti, le quali odio anch’io» (Ap 2,6). Tali Nicolaiti imponevano le loro dottrine sincretistiche di tipo gnostico alle chiese ed erano perciò simili ai giudaisti gnostici che presero il potere nella chiesa di Corinto. Chi ama la verità biblica, evinta da una corretta esegesi contestuale, non può che detestare le opere dei moderni Nicolaiti, chiunque essi siano.

    Infine, che cosa ha bisogno attualmente la nostra società? Certamente dell’amore: l’amore per il prossimo (contro l’imbarbarimento sociale), ma anche dell’amore per la verità (contro il relativismo morale, sociale e religioso). Le due cose devono andare insieme per non scadere in un umanismo universalistico (in nome del «vogliamoci bene»), da una parte, o nella grettezza d’animo (uso ideologico della verità), dall’altra. {Nicola Martella}

 

 

11. {Vincenzo Salvo}

 

Gentile Nicola Martella, mi chiamo Enzo Salvo, vivo a Torino e sono battezzato in Cristo da circa 12 anni; mi sono iscritto a questo gruppo - forum - da poco perché segnalato da un amico fraterno. E sinceramente noto che è pieno d’interessanti argomenti, e a questo proposito il primo articolo che ho letto è stato quello del pastore Carlos Annacondia, che appunto m’era stato inviato riguardo a un mio parere.

     Visto che l’avviso lo poneva al PalaTorino per circa una settimana di conferenze, preghiera e altro, ho deciso d’andarci, per vedere e ascoltare cosa portasse da parte del Signore, ovvero ciò che avevo risposto precedentemente al mio amico. Ci siamo andati il martedì sera.

     Se posso dire la mia: l’atmosfera è stata la solita delle grandi riunioni, anche se le gradinate non erano proprio piene, ma vale la pena d’andarci perché s’incontrano persone che non vedi da tempo e fa anche piacere una rimpatriata con loro. Per quanto riguarda l’organizzazione, questa penso sia stata commisurata all’evento, ovvero non v’era un eccesso di personale preposto ai vari compiti, ma comunque non v’erano tante persone ad assistere, oltretutto alcuni erano esperti perché già impegnati in precedenti manifestazioni fra le quali anche quella dell’amato / odiato Benny Hinn, che è stato a Torino tanto tempo fa.

     La manifestazione è iniziata con l’apertura d’un concertista, poi le musiche e canzoni tipiche fino a che non sono state invitate sul retro del palco le persone che erano state «guarite» la sera precedente, per registrare la loro testimonianza. Successivamente è salito sul palco il predicatore, o presunto tale, che ha iniziato subito a gridare invece che parlare, ha chiamato sul palco le persone di cui prima e ha ascoltato la loro testimonianza, senza indagare oltre; con ciò intendo dire che mi ha colpito una donna che ha dichiarato d’essere stata guarita dalla depressione che l’attanagliava da anni,

     Poi, finita questa parte della manifestazione, ha continuato a predicare, unitamente a un traduttore. Mi permetto di dire predicare, ma se dovessi dire come la penso, ha iniziato a gridare oltre modo, tanto che mi è scappata una battuta: «Non gridare, tanto ti pagano lo stesso»; in effetti la situazione era molto irritante. Infatti, costui continuava a trattare un brano della Bibbia, dalla quale saltava da palo in frasca, cercando di congiungerne i pezzi. Temo si sia capito solo lui. Dopodiché sono iniziate le preghiere di guarigione dove molte persone sono andate avanti sotto al palco, e questo predicatore ha iniziato a sparare a raffica un sacco di preghiere circa liberazioni di svariate malattie, abbaiando ai demoni che possedevano molte persone presenti, che venivano sapientemente portate sul retro del palco, dove spero qualcuno abbia intercesso per loro.

     Dopo tutto ciò, ha salutato ed è andato via; la serata è terminata con una preghiera comunitaria con particolare riferimento alle persone che erano rimaste sotto il palco, circondate da volenterosi intercessori che si davano da fare fiduciosi. Il finale in musica ha chiuso la manifestazione.

     La mia impressione? Eccola, anche se già velatamente espressa. Nulla a che dire per l’organizzazione, che ho già definito volenterosa. Ma avrebbero fatto bene a stilare un documento per i partecipanti, dove sarebbe stato giusto spiegare alcune cosette, fra le quali quella più importante che se nulla fosse successo in quella manifestazione, non avrebbero dovuto pensare che Dio non s’era preso cura di loro, ma che li spingeva a conoscerlo molto di più; bisognava insistere al riguardo, cosa che non è stato fatto, creando certamente sconforto per queste persone. C’erano un coro abbastanza affinato, una coreografia, se così si può definire, abbastanza buona, insomma tutto bene fino all’arrivo di questo personaggio.

     Per altro, Carlos Annacondia mi è sembrato discontinuo, impreparato biblicamente, scimmiottante alcuni stili di veri predicatori e secondo me non del tutto centrato, compreso il suo traduttore che gridava più di lui. Non ha saputo far fluire ciò che lo Spirito ha voluto segnalarci nella Parola, che ripeto non ho ancora capito a quali versetti biblici si riferisse, perché li ha letti, ma ha parlato di tutt’altro in maniera frammentaria senza un inizio e una fine.

     Al momento della preghiera finale, sempre con il suo vocione, ha sgridato ogni sorta di malattie e di demoni come un soldato accerchiato che spara a raffica cercando di «portarsene» un numero maggiore con lui, perché soccomberà presto. Per quanto ne so e mi è dato da sapere, quando un evangelista o un predicatore comincia il suo tour, deve avere un programma, una predicazione e un modo d’esporre che anche il più ignorante degli uomini deve ricevere. Infatti Dio non lascia dietro nessuno, anzi un’evangelizzazione è occasione di raccolta dei «perduti», ovvero coloro che per vari motivi non sono ancora giunti alla conoscenza di nostro Signore. Tali manifestazioni non sono da fare per mettere nel proprio «curriculum vitae» tappe e paesi, così da presentarsi credibile a chissà quale gruppo d’influenza. Quando un evangelista parte per una crociata, — ecco adesso mi è venuta la parola —, prima aspetta di essere mandato da Dio, per non aspettarsi poi, lì per lì, in maniera disperata un’unzione che non viene; e quindi si prepara prima anche biblicamente, invece che sparare a raffica.

     In parole molto povere, e voglio chiudere qui, mi ha dato l’impressione d’un personaggio che si è ritagliato un mestiere, spinto da chissà quale cordata protestante sudamericana, solo per far da contraltare al più noto pastore nordamericano [Benny Hinn, N.d.R.]. In tutto questo incidentalmente c’entra pure Cristo che, nonostante i pastori, guarisce lo stesso. Dio ci benedica. {11 ottobre 2009}

 

 

12. {Nicola Martella}

 

Ho letto e apprezzato la «cronica in diretta» che questo lettore ha fatto della manifestazione di Carlos Annacondia presso il PalaTorino.

     Non posso che dargli ragione per la maggior parte delle cose che scrive. Tutto è basato sullo show, sulla credulità della gente, sull’abilità di muovere le masse e manipolare le loro attese, oltre che sul business. Quando s’analizza il loro modo di trattare la Parola di Dio, si vede la loro poca radice esegetica, la loro manipolazione delle Scritture con simbolismi e allegorie, il loro andare oltre ciò che è scritto (2 Cor 4,6), la loro incapacità di tagliare rettamente la «Parola delle Verità» (2 Tm 2,15), il loro continuo aggiungere e togliere alla Rivelazione biblica (Ap 22,18s). In genere i brani biblici che usano, sono solo uno specchio per le allodole e il trampolino di lancio per altro, spesso per le loro fantasie gnostiche cristianizzate. Tutto è basato sul misticismo e sulla capacità di suggestionare e far autosuggestionare gli spettatori con uno spettacolo ricco di scene piene di presunti esorcismi, di sedicente potenza, di urli, di cadute e di fenomeni simili — tutti atti a creare adrenalina, endorfina e, quindi, l’effetto placebo.

     Così agivano i superapostoli di Corinto, apostrofati da Paolo come falsi operai e peggio (2 Cor 11), e così agivano i Nicolaiti, ossia (lett.) i «dominatori di popolo» nelle chiese della provincia romana Asia (Ap 2,6.15), pronipoti di Balaam (2 Pt 2,15; Gd 1,11; Ap 2,14) e compagni di via della falsa profetessa Jezabel (Ap 2,20). Nulla di nuovo sotto il sole.

 

Abbiamo bisogno d’una casta di superapostoli? {Gianni Fontanesi - Nicola Martella} (T/A)

Un pentecostale sui guaritori carismatici {Gianni Siena} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Carlos_Annacondia_parla_Car.htm

09-02-2009; Aggiornamento: 15-10-2009

 

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