1. La tesi
{Mauro Poletti}
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Caro fratello
Nicola, sei libero di pensare e interpretare le cose come vuoi, ma fai
attenzione a giudicare così perentoriamente, perché nostro Signore dice: «Non
giudicate affinché non siate giudicati, perché con il giudizio con il quale
giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate sarà misurato
a voi».
Rispetto le tue idee, posso non condividerle, come gli altri ti lasciano libero,
lascia liberi gli altri, se vuoi pubblicare cose contro la profezia fallo pure,
ma così direttamente, mi sembra un po’ esagerato.
Ti chiedo perdono se questi miei pensieri ti hanno potuto, in qualche modo
offendere, un saluto nell’amore di Gesù. {20-12-2007}
2. Osservazioni e obiezioni
{Nicola Martella}
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Per prima cosa,
ringrazio Mauro Poletti per il contributo. Andando nel merito, egli cita Mt
7,1s, come fanno spesso altri, pensando così di risolvere la questione. Le
cose non stanno semplicemente così. Poiché se Gesù avesse inteso le cose
nel senso del lettore, ossia «come gli altri ti lasciano libero, lascia liberi
gli altri», allora Egli stesso sarebbe contravvenuto ai suoi principi! Infatti,
Mt 23 è tutto un giudizio su scribi e Farisei, che Egli apostrofò nei modi più
pesanti; e non è il solo brano. Lo stesso dicasi delle epistole del NT
che sono una continua presa di posizione contro giudaisti, falsi apostoli, falsi
profeti, falsi cristi (= unti), filosofi di vario pensiero, contro superapostoli
che egli chiama «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da
apostoli di Cristo… da ministri di giustizia» (2 Cor 11,13ss). La maggior
parte del NT è apologetica!
Quanto alla dottrina, un motto come «vivi e lascia vivere» non fa parte
dell’etica biblica, ma è filosofia umanista. Secondo una tale concezione,
sbagliò Paolo in Antiochia a rimproverare Cefa (Pietro) pubblicamente («gli
resistei in faccia perché egli era da condannare»; Gal 2,11), quando
quest’ultimo si mise a giudaizzare, portando nella simulazione anche altri (vv.
12ss).
Tale motto di vita proviene dalla confusione del piano personale (Mt
7,1s; Gcm 4,11s) con quello dottrinale, ecclesiale e istituzionale. Nel primo
caso si viene esortati a non farla da giudice verso un fratello, dando un
verdetto definitivo prima di aver appurato i fatti; nel secondo caso si viene
esortati a esercitare il discernimento e il giudizio, basandosi sulla sana
dottrina.
Luca lodò i Bereani per la loro nobiltà, poiché «ricevettero
la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se
le cose stavano così» (At 17,11).
Nel NT c’è l’ingiunzione: «Giudicate
voi…», intendendo sulla base della sacra Scrittura (At 4,19; 1 Cor 5,12;
10,15). Poiché c’è ciò che si «si giudica spiritualmente», «l’uomo
spirituale giudica ogni cosa, tuttavia egli stesso non è giudicato da alcuno»
(1 Cor 2,14s). Perciò Paolo esortò i Corinzi a non tollerare il peccato ma a
giudicare con giudizio le questioni morali e dottrinali: «Infatti, ho io
forse da giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli
di fuori li giudica Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi» (1 Cor
5,12). Egli provava come cosa disdicevole portare le liti fra i fratelli dinanzi
ai tribunali, invece che «dinanzi ai santi», ossia ai credenti della chiesa (1
Cor 6,1). Dovendo giudicare un giorno come santi il mondo, «siete voi indegni
di giudicare delle cose minime?»; dovendo giudicare addirittura gli angeli,
«quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita!» (vv. 2s). Poi
Paolo mostra il modo come procedere nel giudicare le questioni (vv. 4-8).
Se non si esercita il
discernimento biblico
(1 Gv 4,1), si aprono le porte al soggettivismo dottrinale, basato su ciò che ci
piace o sul sentito dire. Non a caso, l’apostolo Paolo, dopo aver ingiunto a
Timoteo di predicare «la Parola», insistendo continuamente, riprendendo,
sgridando ed esortando con essa con grande pazienza e sempre istruendo (2 Tm
4,2), lo avvertì come segue: «Infatti verrà il tempo che non sopporteranno la
sana dottrina; ma per
prurito d’udire si accumuleranno
insegnanti secondo le loro proprie voglie 4e
distoglieranno le orecchie dalla
verità e si volgeranno ai miti»
(vv. 3s).
Paolo esortò a giudicare
le affermazioni dottrinali sulla base della Parola di Dio: «Parlino due o tre
profeti,
e gli altri giudichino» (1 Cor
14,29). Egli stesso, come abbiamo visto riprese pubblicamente Pietro (Gal 2).
Dichiarò come eretici i giudaisti che turbavano i Galati: «Si facessero pur
anche evirare quelli che vi mettono sottosopra!» (Gal 5,12). Egli lanciò il
suo «anatema» (= sia maledetto) in diverse circostanze: contro chi non amava il
Signore (1 Cor 16,22) e a chi predicava un altro evangelo (Gal 1,8s). Diede
qualcuno in man di Satana per motivi morali (1 Cor 5,5) e dottrinali (1 Tm
1,19s). Ingiunse ai credenti di separarsi da colui che, pur chiamandosi
fratello, aveva una condotta amorale o era un idolatra, affermando che «con
un tale non dovete neppur mangiare» (1 Cor 5,11).
La cosa che mi rattrista spesso nei contributi che ricevo è che i miei
interlocutori rimangano ai preliminari, alle questioni generali, alle
esortazioni e alle raccomandazioni; alcuni passano anche alle accuse di aver
commesso il peccato imperdonabile o la bestemmia contro lo Spirito e ti
minacciano di conseguenza con l’incombente giudizio divino (non è il caso di
questo lettore). In genere quasi nessuno va nel merito e con la Bibbia alla mano
cerca di dimostrarmi nel dettaglio dove sto sbagliano. Non è singolare?
Se si analizza gli scritti biblici e gli scritti dei teologi del 2° e 3° secolo,
si prenderà atto che l’attività apologetica era una delle attività
maggiori accanto all’evangelizzazione e all’insegnamento. Si può anche affermare
che molti degli insegnamenti del NT sono nati proprio dall’attività apologetica
degli apostoli, che hanno dovuto misurarsi con le false dottrine del loro tempo
e hanno dovuto circoscrivere con chiarezza i confini della «sana dottrina» e
dell’ortodossia biblica. Durante ogni riforma o risveglio l’attività apologetica
fu molto praticata per difendere la verità dagli attacchi degli avversari che
volevano soffocare il rinnovamento spirituale sulla base della sacra Scrittura.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Apologetica_giudizio_UnV.htm
20-12-2007; Aggiornamento:
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