Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Apologetica

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

Malattia e guarigione 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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EVANGELIZZARE SÌ, APOLOGETICA NO?

 

 Due lettori - Nicola Martella

 

1. Le tesi {Due lettori}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

I due lettori prendono qui posizione specialmente riguardo all’articolo «I miracoli di Reinhard Bonnke 5». Il seguente contributo avrebbe potuto trovare posto all’interno del tema di discussione «Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone», ma a causa della loro lunghezza, della loro problematicità e della risposta, abbiamo preferito metterlo extra.

 

 

1. Le tesi {Silvia Baldi Cucchiara - Andrea Diprose}

 

Caro fratello Nicola, chiedo scusa per questa mia, ma stavolta non posso fare a meno d’intervenire. È con profondo rammarico infatti che leggo questa tua ultima, non perché abbia da contestarne il contenuto di cui non posso accertare la veridicità (non ho né il tempo né il modo di verificare ciò che dici) ma perché m’addolora la motivazione. Il rammarico più grosso è proprio per questo: tanto zelo per cercare le pagliuzze (fossero anche travi, non sta a noi giudicare l’operato altrui!) dei fratelli e delle sorelle!

     Mentre l’Italia muore nei suoi peccati e la gente addormentata dagli ozi e dagli agi, nemmeno avverte quanto bisogno ha di ricevere salvezza; mentre i testimoni di Geova si muovono senza posa per diffondere le bugie d’una religione, dov’è la Chiesa di Cristo? Dove sono i suoi soldati? A discutere i vari difetti! Quanto tempo perso e quanta salvezza mancata.

     La mia preghiera è che possiamo volgere lo stesso zelo per i perduti del nostro paese, lasciando a Cristo il compito di giudicare l’operato d’ognuno di noi ben sapendo che nel modo come giudichiamo così saremo giudicati e soprattutto confidando nella sua giustizia e nella sua misericordia. Che il Signore ti benedica (se non parliamo noi, le pietre lo faranno a nostro scapito!) {Silvia Baldi Cucchiara; 18 aprile 2008}

 

Non nego che siano vere le affermazioni fatte sia riguardo all’operato di Reinhard Bonnke sia riguardo al personaggio conosciuto con il nome di Martin Luther King (Jr.). [► Martin Luther King: un modello da imitare?] Detto questo però, mi domando se sia proprio necessario trascorrere così tanto tempo a disquisire e a riflettere su persone che operano all’estero (a differenza di Benny Hinn che crea problemi anche in Italia) oppure sono addirittura decedute.

     Dico questo perché c’è tanto da fare, 31 mila e passa comuni Italiani in cui abitare e dove andare a evangelizzare, e quindi non so se dobbiamo trascorrere tanto tempo a disquisire su persone a noi abbastanza estranee. {Andrea Diprose; 17 aprile 2008}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Sebbene la premura e le buone intenzioni degli autori delle due lettere, devo ammettere che leggendoli, ho dovuto pensare subito a quanta «pia ingenuità» traspare da essi. Silvia non si dà pena di accertare la veridicità delle cose, Andrea l’ammette.

 

     ■ L’argomentazione di Silvia riguardo alle «pagliuzze» e al non dover giudicare l’operato altrui, è vuota di fondamento biblico e a ciò ho già risposto precedentemente. Non si devono prendere argomentazioni interpersonali (lì sì che si parla di pagliuzze e del non giudicare) e applicarle a situazioni di chiesa, missione e dottrina! In quest’ultime la Bibbia ci ingiunge di giudicare e come. Chi confonde questi due piani, ha poca conoscenza biblica o è un semplice nella fede che necessita ancora di «latte» invece di «cibo sodo». Chi fa piamente così rischia di ingrassare agnelli per destinarli al macello.

 

     ■ L’argomentazione evangelistica, secondo cui bisognerebbe pensare solo all’evangelizzazione e a contrastare magari le sette, è anch’essa piena di ingenuità. La maggior parte delle lettere del NT sono di carattere apologetico e in esse gli scrittori prendono continuamente posizione riguardo a situazioni interne alle chiese! Paolo non si diede pace del fatto che i superapostoli gnostici e giudaizzanti avessero preso il dominio nella chiesa di Corinto, stravolgendola nel senso del misticismo, dello gnosticismo, sì del carismaticismo (cfr. 2 Cor 11,13ss).

 

     ■ Noi onoriamo a ragione gli apologeti come Paolo, gli apologeti dei primi secoli, quelli della Riforma e del Risveglio. E allo stesso tempo dovremmo negare oggigiorno il diritto a esercitare l’apologetica all’interno e all’esterno del cristianesimo? È una visione ingenua e pericolosa. Fra i carismi ci sono quelli tipici dell’apologeta (p.es. dottore della Parola, discernimento). Le epistole pastorali sono piene di esortazioni a esercitare la difesa della «sana dottrina» e a contrastare i fautori di false dottrine (cfr. 2 Tm 4,2ss; Tt 1,9ss; 2,15); e noi dovremmo deporre le armi? I conduttori di chiesa sono chiamati in greco «sorveglianti»; e noi dovremmo abbassare la guardia? È un sentimentalismo che ha portato nel corso della storia al moltiplicarsi di falsi profeti e di maestri di eresie.

 

     ■ L’esempio di Paolo (e degli altri apostoli) è lampante. Egli esercitò come pochi altri l’evangelizzazione e la missione. Non rinunciò però a esercitare l’apologetica (o difesa della verità) verso chicchessia (cfr. At 13,8ss Elima; Gal 2,4s falsi fratelli; 2,11 Cefa!). Tutte le sue epistole sono piene di temi in cui egli chiama per nome le eresie, i falsi insegnanti e i cattivi operai (cfr. Fil 3,2; Col 2,18; 1 Tm 4,1ss). Egli quindi esercitò l’analisi dottrinale e morale delle varie situazioni, non si accontentò del falso moralismo di lasciare tali cose al giudizio di Cristo, ma egli stesso giudicò tali situazioni e persone (anche con molta veemenza) e ingiunse ai credenti di fare altrettanto (1 Cor 5,4s.12; 10,15). Egli esortò pure a non giudicarci a vicenda sul piano interpersonale; ma questa è un’altra questione: non bisogna confonderla con l’altra in nome di un falso pietismo e moralismo, perché rappresenterebbe un atteggiamento pericoloso per le anime e le chiese e significherebbe declinare la propria responsabilità (cfr. At 20,29ss).

 

     ■ Non conoscendo a fondo Silvia, le do venia. Da un’analisi in internet risulta particolarmente legata al tema d’Israele e del cristianesimo giudaico e all’Edipi. Visto che ha scritto su tale tema — tema spesso controverso (p.es. polemica tra il cristianesimo giudaico filo-sionista e talmudico e quello antisionista e antitalmudico) — sia articoli sia il libro «Israele e il movimento messianico in Italia», si potrebbero applicare gli stessi suoi criteri a tale discussione e chiedersi se non sia tutto tempo sprecato. Chiaramente ella dirà di no. E allora? Quando lei risponde a chi ha altre tesi rispetto alle sue (p.es. ai fautori della cosiddetta «dottrina della sostituzione»), non è incoerente, praticando poi doppi pesi e doppie misure nei miei confronti?

     Mi sono alquanto meravigliato specialmente delle asserzioni di Andrea, che ben conosco, visto che negli ultimi tempi si firma come «Consulente multiculturale e testimone di Cristo fra Italiani e Musulmani asiatici» e lavora presso l’Ibei, dove la sana dottrina e l’apologetica vengono insegnate. Egli pone la questione del tempo impiegato «a disquisire e a riflettere su persone che operano all’estero… oppure sono addirittura decedute». Questa o è deformazione professionale di un evangelista o è una terribile e pericolosa ingenuità, che intende prescindere dalla questione della verità e getta fango sul ministero di persone come Alexander Seibel, l’autore dell’articolo in questione, che Dio ha usato e sta usando per aprire gli occhi a tante persone intrappolate nell’esoterismo cristianizzato, nella cosiddetta New Age e nel misticismo carismaticista di vario genere che tanto danno ha fatto alle chiese e ai singoli, portando il falso lievito dottrinale, devozionale e spesso anche morale (soldi, sesso, potere). La cosa strana è che proprio Andrea mi abbia mandato tempo fa articoli, tratti dal sito di Loria, in cui venivano denunciati vari predicatori del cosiddetto «evangelo della prosperità», coinvolti in scandali per motivi sessuali o in inchieste finanziarie del fisco degli USA. Quindi?

            ● Parliamo di Reinhard Bonnke, della presunta risurrezione di Daniel Ekechukwu e delle sue presunte rivelazioni trascendentali piene di eresie. Mi hanno scritto varie persone, credenti e pastori, parlandomi del video che descrive tali presunti fatti. Tutto ciò è molto diffuso in Italia. Tale «pastore Daniel» è venuto spesso in Italia. Chi ha analizzato a fondo tale filmato nel primo originale, mi ha detto che tale Daniel, che sarebbe stato poi «risuscitato», sarebbe stato già visto in piedi tra la folla nella parte precedente. Che dire poi della sua sublime rivelazione celeste? Un «pastore» di una comunità che era ancora perduto? Chi ce lo aveva messo lì a fare il conduttore di una chiesa, se era ancora un incredulo? Riguardo a ciò bisognerebbe tacere? L’apostolo Paolo (o Pietro) avrebbe taciuto?

            ● Quanto a Martin Luther King, bisognerebbe tacere di lui solo perché vissuto all’estero ed è morto? È una visione un po’ ingenua. I siti italiani sono pieni di lui, specialmente quelli battisti, metodisti e valdesi; in essi viene celebrato come un eroe dei diritti civili, una maestro da imitare e così via, ma non si troverà neppure un semplice indizio sulla sua vita morale. Di là dai meriti di questo pastore battista, dovremmo celebrarlo pure noi, sottintendendo che entrano nel regno di Dio coloro che vogliono migliorare il mondo, pur essendo fornicatori e adulteri? Strana logica e morale! (cfr. 1 Cor 6,9ss; Ap 21,8).

 

     ■ Sulla tesi finale di Andrea ho già risposto sopra. Alla luce di quanto detto, essa mostra una grande incoerenza teologica (o è anche deformazione professionale?), visto che la Scrittura parla di una diversità ministeriale. Inoltre, se lo Spirito distribuisce i suoi carismi come vuole (1 Cor 12,11) e c’è diversità di carismi, di ministeri e di operazioni (vv. 12,4ss) e tutto ciò accade per «l’utile comune» (v. 7), chi pone enfasi solo sui «31 mila e passa comuni Italiani», sottintende che lo Spirito Santo ha sbagliato a non rendere tutti pionieri ed evangelisti! Non così fecero le guide della chiesa di Gerusalemme riguardo a Paolo e Barnaba, anzi riconobbero la grazia in loro (Gal 2,9); in seguito Paolo non si tirò indietro dal riprendere pubblicamente Pietro (vv. 11ss). In seguito Pietro riconobbe in una sua epistola il valore del ministero di dottore della Parola di Paolo (2 Pt 3,15s).

 

     ■ Facciamo un piccolo bilancio riguardo all’attività del sito negli ultimi tempi. È stano, qualunque tema trattiamo, arrivano lettere simili a queste (o anche peggio) che usano argomenti del genere. Che scriviamo di carismaticisti, di cristiani omosessuali o di etica sessuale in genere, di morale cristiana, di false dottrine, di esegesi e così via, arrivano lettere che esortano a non giudicare, a evangelizzare soltanto, a essere tolleranti, a esercitare l’amore (e quella per la verità?), eccetera. A volte mi viene il dubbio se stiamo parlando del cristianesimo biblico o di un umanesimo cristianizzato; della fede vigorosa di Gesù, di Pietro e di Paolo o di un pio spiritualismo culturalmente addomesticato; della religione dei profeti o di una devozione alla «vogliamoci bene»… E poi, proprio coloro che vogliono tolleranza, mi scrivono cattivi epiteti, mi esortano al ravvedimento, mi minacciano di un imminente giudizio o di aver commesso la bestemmia contro lo Spirito. Tale persone hanno in genere una pigrizia mentale e una povertà intellettuale che li porta a sbraitare senza argomentare.

     Faccio mie le parole dell’apostolo Paolo: «In ogni cosa ci raccomandiamo come ministri di Dio per una grande costanza, per afflizioni, necessità, angustie… in mezzo alla gloria e all’ignominia, in mezzo alla buona e alla cattiva reputazione; tenuti per seduttori, eppur veraci…»( 2 Cor 6,4.8).

     Ciò mi ricorda un motto a me caro, creato sulla falsariga di un proverbio tedesco: «Quando la fama è ormai rovinata, ogni predica sarà del tutto spigliata». Andiamo quindi avanti nel nostro ministero apologetico, senza falsi pietismi, senza confusione dottrinale e tagliando rettamente la Parola di verità! (2 Tm 2,15).

 

Per non dilungarmi ulteriormente, rimando per l’approfondimento ai seguenti articoli e temi:

A ognuno la sua «missione possibile» {Nicola Martella} (D)

Apologetica e giudizio {Nicola Martella} (T/A)

Evangelizzare sì, apologetica no? Parliamone {Nicola Martella} (T)

L’importanza dell’apologetica {Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Evangeliz_apologet_MeG.htm

23-04-2008; Aggiornamento: 23-04-2009

 

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