Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Carismaticismo

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

Malattia e guarigione 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ABBIAMO BISOGNO DI UNA CASTA DI SUPERAPOSTOLI?

Voglia di santoni, guru, unti carismatici, sciamani cristianizzati

 

 di Nicola Martella

 

1. Le tesi {Gianni Fontanesi}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Il lettore prende qui posizione riguardo all’articolo «Tempo di raccolta con Carlos Annacondia». Il seguente contributo avrebbe potuto trovare posto all’interno del tema di discussione «Carlos Annacondia? Parliamone», ma a causa della sua specificità, ma a causa della sua lunghezza e della trattazione di aspetti specifici, abbiamo preferito metterlo extra.

 

 

1. Le tesi {Gianni Fontanesi}

 

Carissimo fratello, in data 08.02.2009 ho ricevuto la tua e-mail con lo studio su Carlos Annacondia e ti ringrazio. Non conosco questa persona se non per averne sentito parlare vagamente da altre persone; con questa mia lettera non intendo pertanto difendere il suo operato. Posso solamente dire che nella nostra chiesa c’è una famiglia di italo-argentini, tornati in Italia dopo il disastro economico avvenuto in quella nazione. Questa famiglia frequentava in Argentina una chiesa metodista; il marito ha subito un incidente sul posto di lavoro ed è rimasto paralizzato alle gambe per un danno alla spina dorsale. Partecipando a una riunione di Carlos Annacondia, è guarito dalla sua infermità e ha ripreso il lavoro.

     Motivo di questa mia lettera è di mostrare il mio rincrescimento per il fatto che in molte chiese italiane s’eccede nel senso contrario.

     Scusami se mi sono dilungato troppo nel raccontarti alcuni episodi, ma sono importanti per farti capire il seguito.

     Fino a 30 anni, io ero un cattolico fervente, ma non avevo mai letto la Bibbia, dopo il mio accostamento alle Sacre Scritture, ho cominciato a frequentare la locale «Chiesa dei Fratelli», l’unica chiesa evangelica esistente in quel periodo a Reggio Emilia.

     Un giorno mi sono messo a letto con la febbre oltre a 40° e quasi deliravo. Mia moglie ha cercato il medico ma non era in servizio essendo giorno si sabato; ha quindi telefonato alla «Guardia Medica» ma erano tutti fuori per servizio. Mia moglie, che non era credente, voleva accompagnarmi al «Pronto Soccorso» dell’ospedale; io, che ero fresco ed entusiasta nella lettura delle Sacre Scritture, avendo letto nella lettera di Giacomo di chiamare gli anziani della chiesa, ho preferito fare in tale modo. Ho fatto venire due anziani che, non del tutto convinti, mi hanno unto con olio, mentre mia moglie scuoteva la testa e diceva che è «roba da matti», e «neppure nell’Africa più nera si fanno tali cose». Mi sono addormentato e al mio risveglio stavo benissimo come se nulla avessi avuto.

     In un’altra occasione sono stato ricoverato all’ospedale con una «spondosclerosi» per la quale non riuscivo a camminare. Volevano operarmi, togliendomi una scheggia d’osso nel bacino, per saldarmela fra tre anelli della spina dorsale in modo da contenere al suo posto l’anello difettoso. Ho cercato d’opporre resistenza ai medici, ma oltre due mesi dopo, visto che non potevo camminare, ho deciso d’operarmi. Ho però «gridato al Signore», dicendogli in preghiera: «Il mio datore di lavoro ha la mutua per i suoi dipendenti. Tu, Signore non hai la mutua per i tuoi figlioli?». Ebbene, mi è passato il dolore e ora posso compiere qualsiasi lavoro, anche pesante, e non sento nessun dolore. Il chirurgo è rimasto fortemente stupito.

     Mia moglie ha sempre sofferto di «tachicardia». Un giorno sono tornato a casa e, come ho aperto la porta, ho sentito mia moglie gridare forte che stava morendo. Sono corso in camera, dove l’ho trovata stesa sul letto e il suo cuore batteva come una mitragliatrice; mi sono inginocchiato e, abbracciandola forte, piangendo ho gridato al Signore. Tu avresti dovuto sentito i battiti del suo cuore come andavano rallentando progressivamente, fino a tornare normali. Da allora in poi non ha più avuto disturbi di «tachicardia».

     Nel 1987, in un «convegno degli anziani» delle Chiese dei Fratelli, svoltosi a «Poggio Ubertini», alla richiesta di proporre il tema per l’anno successivo, ho proposto di trattare il tema riguardante ciò che fa Satana e ciò che può fare il cristiano, considerando che i maghi di Faraone facevano gli stessi miracoli che faceva Mosè.

     Ebbene, al convegno che ne è seguito, si è parlato solamente di ciò che fa Satana, mentre si è trascurato ciò che possono fare i credenti.

     Solamente nei momenti da pausa, passeggiando nel cortile, molti fratelli mi si sono avvicinati e, in privato e sottovoce, mi hanno parlato di molti episodi miracolosi, accaduti nelle loro chiese.

     Come vedi, gli eccessi ci sono da una parte e dall’altra, ci si può aprire finalmente e, senza pregiudizi e condanne reciproche, parlare e praticare le cose di Dio? Fraternamente in Cristo. {10-02-2009}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

 

 

1.  NAVIGARE FRA CORRENTI CONTRASTANTI: Non entro in merito sull’esperienza vissuta dalla famiglia di italo-argentini, che ora sono nella tua chiesa. Si possono portare narrazioni pro e contro. Si può parlare di gente gravemente malata, che è stata attirata agli incontri di Carlos Annacondia col suo particolare spot pubblicitario «Vieni a prenderti la tua guarigione», e che ne è uscita delusa e bestemmiando Dio per essere stata ingannata. Si può parlare di chiese in cui ha detto dal pulpito cose alquanto spiacevoli sul piano del buon senso e della dottrina, tanto da irritare i credenti presenti, e in cui non è successo nulla di tutto ciò che egli ascrive a sé; in tali casi ha la scusa pronta: «Nella chiesa non c’è abbastanza fede». [► Carlos Annacondia? Parliamone: specialmente i contributi 4 e 6-7]

     Non entro neppure in merito del «convegno degli anziani» delle Chiese dei Fratelli. Anch’io una volta ho proposto il tema «etica», cosa che fu accettato; ma l’anno dopo si parlò di santificazione soltanto. Tornando al tema dei miracoli, chi ha paura di cadere da una parte del cavallo (sponda carismaticista), rischia di cadere dall’altra (sponda negazionista). Il migliore antidoto contro le esagerazioni di un segno o dell’altro è la pratica biblica, scevra da ideologismi e conforme a un’esegesi contestuale.

     Che dire del resto? Dico che sono d’accordo col mio interlocutore quanto alle sue esperienze personali. Egli ha citato la pratica di Giacomo 5, essa è quella giusta! Poi sta a Dio nella sua sovranità a dire: «Sì, no, aspetta o la mia grazia ti basta». Anche nella chiesa che abbiamo fondato la coppia Oxenham e quella Martella a Roma abbiamo praticato la preghiera per gli ammalati e l’unzione degli infermi. Nella mia cura pastorale (che faccio solo alla presenza dei responsabili della persona che viene) ho avuto a che fare con posseduti, ossessionati, demonizzati di vario genere e con patologie connesse (depressione, abbattimenti vari, fastidi paranormali, ecc.). Ho visto la mano di Dio all’opera. Anch’io ho invocato Dio in momenti particolari e ho visto la mano del Signore agire a favore di coloro che lo temono e contro coloro che erano un ostacolo all’opera di Dio. Quindi, non è questo il problema.

     Non condivido neppure l’atteggiamento di vari fratelli che, per opporsi alle esagerazioni carismatiche, cadono nell’altro estremismo di non praticare neppure personalmente e come comunità la preghiera della fede, lasciando a Dio ogni decisione sovrana. Come già detto, il modo migliore per contrastare le esagerazioni d’ogni specie (sia dei mistici entusiastici, sia degli iper-razionalisti) è di praticare correttamente e legittimamente le cose bibliche nella propria famiglia e nella propria assemblea. In tutto ciò bisogna ricordarsi che la soluzione non ce l’hanno coloro che cercano sapienza (razionalisti), né coloro che cercano miracoli (spiritualisti), ma ce l’ha Dio, che ci comanda di predicare proprio quel «Cristo crocifisso», quello che per i miracolisti è scandalo e per i razionalisti è pazzia, proprio quel Cristo che è «potenza di Dio e sapienza di Dio» per chi crede (1 Cor 1,22ss). Questa è la massima e centrale dottrina del nuovo patto; tutto il resto è contorno. Chi è conscio della «simultaneità con Cristo» (io immerso in Cristo due millenni fa e Lui immerso in me alla conversione; Gal 2,20), vive nella «potenza della sua risurrezione» e nella «comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme a lui nella sua morte», mirando alla gloria che ci verrà elargita all’apparizione di Cristo (Fil 3,10ss). Allora, stando così le cose, potrà accettare con fiducia che Dio dica: «Sì, no, aspetta o la mia grazia ti basta». Qui guarirà dalla sofferenza, lì lo farà nella sofferenza.

 

 

2.  LE CHIESE E LA CASTA DEGLI UNTI: Siamo grati al Signore per quanto Egli opera nella cura pastorale dei conduttori di una chiesa locale (Gcm 5) o di consulenti, di cui essi si servono per casi speciali sotto la loro supervisione. Siamo grati a Dio anche per ciò che Egli fa nella sua misericordia, quando lo supplichiamo in famiglia o fra credenti, elargendo  guarigione dalla malattia o guarigione nella malattia. Altra cosa è alimentare una casta di santoni, guru, unti carismaticisti, sciamani cristianizzati e così via. Essi si presentano alle chiese come «superapostoli» (cfr. 2 Cor 11,5; 12,11) e portano le persone nella loro dipendenza. I conduttori di chiesa vengono trattati come loro dipendenti, gente impotente e senza autorità o come persone che debbano stare sotto la loro tutela. Andando in giro, costruiscono la loro immagine di «potenti uomini di Dio», di esperti e addetti ai lavori. I membri di chiesa, quando hanno problemi particolari, non si rivolgono più ai loro conduttori, ma li scavalcano e accorrono dietro al «guru cristiano» alla moda o venuto da lontano; così hanno imparato nella religiosità popolare. Poi, se non funziona, vanno a cercare il prossimo «unto carismatico». Tali credenti imparano sempre più a dipendere dagli uomini, mentre il narcisismo dei «santoni» cresce sempre più.

     Allora vengono invitati sempre di più tali «potenti uomini di Dio» da lontano. Sebbene alcuni di loro insegnino cose alquanto discutibili e singolari o addirittura vistose false dottrine, essi attribuiscono tutto ciò a particolari rivelazioni divine; e la gente, oramai succube e dipendente, neppure si chiede più ciò che il «guru cristiano» di turno creda e insegni, e dove lo comprende, lo accetta come nuova rivelazione divina. Chi metterebbe mai in forse «l’unto dell’Eterno»? Chi oserebbe mai contestare il fatto che le loro false predizioni non si sono avverate? E che dire della falsa dottrina, secondo cui dei credenti rigenerati possano essere posseduti e debbano essere liberati? Oggi per la seconda volta mi ha telefonato una sorella finlandese di Milano, dicendo di aver visto con i suoi propri occhi, durante un incontro con Carlos Annacondia, come sorelle della sua propria chiesa, che lei conosce da tempo, siano state liberate da demoni. Gli ho chiesto: «In quale Bibbia hai letto questo?». Tale pseudo dottrina alimenta solo il potere e il narcisismo degli sciamani cristianizzati. Gente giustificata da Dio (Rm 3,30; 5,1; 8,33), rigenerata da seme incorruttibile (1 Pt 1,23), lavati e santificati nel nome del Signor Gesù Cristo (1 Cor 6,11), tempio dello Spirito Santo (1 Cor 6,19) e suggellata per il giorno della redenzione (Ef 1,13; 4,30) possono essere ancora possedute dal demonio? Dalla stessa fonte può quindi uscire acqua dolce e amara? (Gcm 3,11s). C’è quindi «comunione fra la luce e le tenebre» e «armonia fra Cristo e Beliar»? (2 Cor 6,14s).

     Intanto tali unti carismatici diventano come le trebbie. Più cresce il loro prestigio e più si fanno pagare profumatamente, saccheggiando le chiese. Diversi di loro si costruiscono ingenti ricchezze personali; Benny Hinn, ad esempio, arrivò negli USA come un immigrato libanese, mentre ora le sue ricchezze non si possono contare. È scritto che «il Signore ha ordinato che coloro i quali annunziano l’Evangelo, vivano dell’Evangelo» (1 Cor 6,14), non che si arricchiscano mediante il loro ministero e vivano negli agi a spese delle chiese. Tali santoni cristiani hanno un alto e costoso standard di vita: viaggiano in aerei di lusso (se non ne hanno uno personale, come Benny Hinn!), dove arrivano abitano in alberghi (spesso di lusso), non nelle case dei credenti, e così via; tutto a spese delle chiese. Per una semplice predicazione si fanno pagare secondo tabelle; non è raro in America che tali «superapostoli» ricevano 3.000 o 5.000 dollari per predicazione! E per giustificare tutto ciò, si sono inventati la dissennata «teologia della prosperità»; ma mentre depredano le chiese con tale falsa dottrina, gli unici a prosperare sono solo tali «superapostoli». Intanto il loro narcisismo cresce con la loro fama; con i soldi munti alle chiese, se non tutto finisce nel loro personale patrimonio, costruiscono nella loro città grandissime chiese che mostrino il loro successo. Così cresce altresì la loro fama e il loro narcisismo. Al tempo del NT c’erano predicatori itineranti, che erano necessari per istruire ed edificare i discepoli in tante chiese; essi erano aiutati dalle chiese a raggiungere poi il prossimo luogo, in cui c’era una chiesa. Oppure, se erano missionari fondatori, quando si spostavano in una zona vergine, chiedevano alla chiesa locale più vicina di poter fare sponda da loro, per essere poi aiutati a raggiungere la loro destinazione (Rm 15,23s.28). L'apostolo Giovanni, scrivendo a Gaio, gli disse: «Diletto, tu fai fedelmente quel che hai fatto a pro dei fratelli, e cioè dei forestieri — essi hanno reso testimonianza del tuo amore dinanzi all’assemblea — e farai bene, quando li equipaggerai per il viaggio così com’è degno di Dio. Infatti per il Nome sono partiti e non prendono nulla dai Gentili. Noi dunque siamo in dovere d’accogliere tali [uomini], affinché diventiamo cooperatori della verità» (3 Gv 1,5-8). Com’è diverso tutto ciò dall’atteggiamento di coloro che credono che la devozione sia una fonte di guadagno economico! (1 Tm 6,5); costoro, volendo «arricchire, cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amore del danaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono trafitti di molti dolori» (vv. 9s).

     Infatti tre sono le loro trappole: soldi, sesso, prestigio, e non di rado tutti e tre insieme. Grandi moderni profeti, apostoli e guaritori sono sotto inchiesta del fisco statunitense, alcuni di loro sono stati sorpresi chi con la prostituta di lusso e chi in rapporti omosessuali (cfr. il profeta Paul Cain). Quando cadono in uno scandalo, tali «sommi apostoli» rovinano in modo incredibile la testimonianza dell’Evangelo; i seguaci succubi di loro s’allontanano dalla fede, i simpatizzanti se ne vanno scandalizzati, il mondo chiacchiera con sarcasmo e gli avversari dell’Evangelo soffiano sul fuoco. Oppure i seguaci cercano per loro una giustificazione!

     Le chiese sono responsabili quando alimentano una tale casta clericale di «sommi apostoli», di mirabili taumaturghi, di guru cristiani, di santoni entusiastici e d’unti carismatici, a cui hanno dato una delega e da cui hanno cominciato a dipendere. Nel NT il Signore non ha previsto una casta clericale al di sopra delle chiese, ma solo chiese locali autonome rette da propri conduttori. I «profeti» (proclamatori) agivano nelle singole chiese locali ed erano soggetti al giudizio della comunità (1 Cor 14,29ss). Gli «apostoli» delle chiese erano i missionari che andavano a fondare nuove chiese in zone vergini, dove il nome di Cristo non era stato ancora annunziato, e che non sconfinavano nel campo altrui (Rm 15,19s; 2 Cor 10,15s).

     I conduttori di chiesa non devono permettere che altri da fuori portino il gregge locale, a loro affidato, sotto la loro dipendenza. Devono fermare la transumanza da un guru a un altro santone per ricevere presunte «unzioni», grazie, liberazioni e quant’altro. Chi sta in sofferenza, deve rivolgersi ai propri anziani (Gcm 5,14ss), non andare al prossimo megashow con il superapostolo di turno. In molte di tali circostanze, invece di mettere a posto le torbidi situazioni, in cui ci si trova, confessando i propri peccati a chi si è offeso, si preferisce chi una «liberazione» (magari dallo spirito d’adulterio) e chi una «guarigione» mediante le mani d’un «potente uomo di Dio».

     Gesù insegnò ai suoi discepoli. «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si colgono forse delle uve dalle spine, o dei fichi dai triboli? Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma l’albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti?». E allora dichiarerò loro: «Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità» (Mt 7,15,23).

     Paolo disse agli anziani dell’assemblea d’Efeso, da cui si congedava: «Io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio. Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di mezzo a voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé. Perciò vegliate» (At 20,27-31).

 

Un pentecostale sui guaritori carismatici {Gianni Siena} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Casta_superapostoli_MeG.htm

11-02-2009; Aggiornamento: 12-02-2009

 

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