Roberta Sbodio è stata stimolata dall’articolo «I
miracoli di Reinhard Bonnke 5», in cui Alexander Seibel trattava il seguente tema: «Fare missione con un
“morto” vivente?». Ella ha formulato una questione specifica, che certamente
anche altri lettori si sono posti.
Ho mandato perciò il quesito ad Alexander Seibel per una risposta. Chiedendole
di pazientare per quest’ultima e per la traduzione, l’ho invitata intanto a
seguire la discussione derivata da tale articolo:
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Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone. {Nicola Martella} |
La questione della lettrice
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Ciao Nicola, in questi giorni stavo riflettendo su un argomento e mi interessava
conoscere il tuo parere, come quello di altre persone di fede.
«In molti paesi dell’Africa e di altri continenti,
quando si predica la guarigione molte persone guariscono. Lasciamo perdere le
esaltazioni e le possibili contraffazioni che si possono insinuare in certi
contesti, ma sono sicura che alcune persone guariscano veramente. Quando gli
stessi predicatori parlano della guarigione in Europa o in America sembra che
nulla o ben poco avvenga. Parlo, ripeto, di guarigioni comprovate da un referto
medico e non di pseudo-miracoli quale frutto della fantasia o esaltazione di
persone che si inventano dei sintomi che poi spariscono dopo la preghiera. Mi
chiedo se il nostro mondo occidentale si sia cosi indurito da non essere più in
grado di ricevere la Parola di Dio in modo semplice; e quindi, in certo senso,
limitiamo l’azione della Parola vivente di Dio e non gustiamo le promesse della
Bibbia o cosa succeda realmente». {Roberta
Sbodio;
17 aprile 2008}
La risposta ▲
Ci si può togliere dalla mente la questione delle guarigioni miracolose in
Africa, che sarebbero sedicentemente confermate. Il motivo perché là le cose
sembrano «funzionare» così spesso, deriva dal fatto che esse non si possono per
nulla esaminare dal punto di vista medico.
Inoltre le stesse persone del CfaN [N.d.R. «Christus
für alle Nationen» = Cristo per tutte le nazioni] hanno ammesso come le cose non
funzionano neppure in Africa. Riporto ancora una volta questo testo per
rinfrescare la memoria. «In seguito [N.d.R. alla richiesta di spiegazione da
parte del pastore Weidemann], Rolf Cilwik, l’allora capo segretario di CfaN,
scrisse quanto segue in modo sorprendentemente autocritico riguardo alle
pubbliche “guarigioni miracolose” durante la “conferenza di fuoco”: “Le
guarigioni testimoniate sono testimonianze spontanee, per le quali non è da
ritenere responsabile CfaN, ma le relative persone. In Africa, una
collaboratrice fu occupata solo allo scopo di ricercare, esaminare ed elencare
queste testimonianze. Questo fu faticoso e col senno del poi dobbiamo dire che i
risultati (le persone che per mezzo di ciò giungono alla fede) non stanno in
nessun rapporto con lo sforzo fatto. Ciò può essere un’indicazione del fatto che
il ‘Golgata’ è più importante della guarigione”» (Corrispondenza del pastore
Weidemann con CfaN, 08-12-1988). [►
I miracoli di Reinhard Bonnke 1]
Al riguardo c’è da dire che noi crediamo nella
guarigione, ma non nel senso come viene fatto qui.
Il «colmo» della questione è che lo stesso Bonnke ha
dovuto essere operato a causa di un cancro alla prostata. Egli l’ha ammesso
apertamente in una lettera circolare. Se egli credesse ai suoi propri slogan,
sarebbe ora già morto o pieno di metastasi.
{www.alexanderseibel.de;
18 aprile 2008}
►
Bonnke e guarigioni: fra marketing e risposte evasive {Roberta Sbodio – Nicola Martella} (A)
►
I miracoli di Reinhard Bonnke 1 |
2 |
3 |
4 |
5 {Alexander Seibel} (A)
►
Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone 1 |
2 {Nicola Martella}(T)
►
Reinhard Bonnke? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Guarigioni_Africa_Occidente_MeG.htm
19-04-2008; Aggiornamento: 08-04-2009
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