Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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RISVEGLIO CARISMATICISTA ALLA PROVA BIBLICA?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nell’articolo «Risveglio carismaticista alla prova biblica 1» abbiamo presentato dapprima il pensiero di Francesco Minaci, che si definisce evangelista, ed è un seguace del carismaticista Kenneth Hagin e della sua falsa «dottrina del rhema», che alimenta presunte «nuove rivelazioni». In pratica, le sue tesi sono basate soprattutto sulla credenza nei sogni e nelle nuove rivelazioni; esse sono un miscuglio singolare fra alcuni momenti solenni dell’AT, alcune feste d’Israele, una «escatologia ottimistica» mossa dal desiderio e dalla fantasia. Abbiamo assoggettato tali tesi a un’analisi critica e le abbiamo trovate lacunose e insufficienti dal punto di vista logico, teologico, esegetico e storico. La costruzione ideologica di un risveglio escatologico si basa, in pratica, sulla errata interpretazione dei dati scritturali riguardo ad alcuni momenti solenni della storia d’Israele e alla singolare combinazione inventata fra feste d’Israele e presunto «risveglio» escatologico.

     Nella seconda parte mostriamo come le tesi di Francesco Minaci e di altri carismaticisti siano in netto contrasto con i parametri biblici riguardo alla storia e alla fine dei tempi. L’unica «rinascita» escatologica preannunciata nel NT è un «risveglio in negativo», ossia dell’occultismo, dell’esoterismo, dello gnosticismo, dell’apostasia, della falsa fede e delle dottrine ingannatrici. «Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi…» (1 Timoteo 4,1s).

 

Per l’approfondimento, si veda l’articolo «La fine dei tempi — ossia: risveglio o demonizzazione mondiale?» in Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995); esso tratta i tempi della fine (pp. 225-230) e la dottrina dell’ultima pioggia (pp. 228s).

 

Dopo la pubblicazione della prima parte, ho scritto a Francesco Minaci quanto segue: Francesco, come preannunciato, ho analizzato il tuo scritto criticamente alla luce della Scrittura, facendone osservazioni e obiezioni. Chiaramente, ciò che ho scritto riguarda le tue idee espresse in tale tuo scritto, non la tua persona, la tua morale, il tuo zelo per il Signore e l’opera tua. Puoi partecipare alla discussione, se vuoi, sulle mie bacheche o per e-mail. Ciò che mi scriverai, lo leggerò, lo analizzerò e, se conforme al merito dell’articolo, lo pubblicherò nel tema, che aprirò.

     La stessa cosa ho fatto dopo la seconda parte. Non ho ricevuto nessuna risposta finora. Peccato.

     Le varie questioni sollevate da Pasquale Aiello, essendo qui fuori tema, verranno affrontate come cosa a se stante.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Edoardo Piacentini

2. Gaetano Rizzo

3. Pietro Calenzo

4. Rita Fabi

5. Pietro Calenzo

6. Rita Fabi

7. Nicola Carlisi

8. Rita Fabi

9. Edoardo Piacentini

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Edoardo Piacentini}

 

Desiderare un risveglio spirituale, che coinvolga interamente la nostra nazione, è cosa buona e giusta, ma dobbiamo tenere presente che il risveglio inizia da noi. Giosia si convertì a Dio e Lui ha benedetto la nazione. Allo stesso modo, se io dono interamente il mio cuore al Signore e lo servo con zelo e abnegazione, non solo vivo un cristianesimo più vivo, più autentico, ma influenzo anche gli altri attraverso la mia testimonianza.

     Un cantico antico, che si cantava nelle nostre comunità pentecostali, diceva: «Signore, manda un risveglio, comincia ora da me, fa che nella mia vita Gesù tutti possan veder, usami per la tua gloria, ora mi arrendo a te, d’ogni virtù deh riempi il mio cuor, con il tuo Spirto Signor».

     Per quanto riguarda, invece, la differenza tra logos e rhema, è una differenza, che non esiste. La verità è che più leggiamo e meditiamo la Parola di Dio, più cresce in noi la comprensione e la conoscenza di essa, lo Spirito Santo ci rivela sempre di più il suo amore e ci fa apprendere più profondamente il suo piano divino verso di noi. Dio ci benedica. {17-06-2012}

 

 

2. {Gaetano Rizzo}

 

Contributo: In tutta sincerità, è senza dubbio giusto tener conto dell’ammonimento di Paolo: «Non spegnete lo Spirito», esposto in 1 Tessalonicesi 5,19. Trovo però che è pure giusto stare in guardia dalle deviazioni carismatiche nate nel pentecostalismo fin dalla sua nascita. Iddio ci aiuti e ci dia discernimento al riguardo. {17-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Kenneth Hagin ha fatto delle singolari esperienze trascendentali durante il suo stato di coma. Al suo risveglio, invece di assoggettarle a una analisi critica scritturale, ha «biblicizzato» le sue nuove rivelazioni e ha cercato di renderle appetibili mediante la fantasiosa e speculativa differenza fra logos e rhema. Ho analizzato tali esperienze trascendentali di Kenneth Hagin e di altri visionari carismaticisti e le ho presentate qui: Nicola Martella, «Visioni dell’aldilà», Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 313-328 (cfr. qui anche «Esperienze vicine alla morte», pp. 329-332).] Un’analisi critica del pensiero di Kenneth Hagin e di Kenneth Coperland, promosso in Italia specialmente dal carismaticista Lirio Porrello, si trova nell’articolo «Logos e rhema: sotto l’ideologia niente» e nell’articolo «Dottrina del rhema: pulce promossa elefante».

     Le tesi di Francesco Minaci e di altri come lui non sono altro che l’efflusso di tale falsa dottrina, i cui semi nefasti sono seminati in tante menti e i cui frutti velenosi sono portati in tante chiese, dove lievitano. Sì, bisogna stare in guardia, vegliando ed esercitando il discernimento scritturale.

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Contributo 1: Occorre santificare in primo luogo le nostre vite. Nel Nuovo Testamento non esiste alcuna parola come risveglio, revival, che tra le altre cose è stata coniata dai movimenti di santità di matrice wesleyana. Ad ogni buon conto i peccatori non-credenti non hanno bisogno di un risveglio spirituale, ma di una risurrezione dalla morte, poiché si è per natura morti nel peccato, nemici di Dio, e figli d’ira. Signore comincia da noi. Benedizioni. {18-06-2012}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Di là dall’opera positiva, che i fratelli Wesley abbiano potuto fare, vediamo qui che, quando si dà alle cose una falsa nomenclatura rispetto alla Bibbia, si crea un consenso ovvio intorno a tali cose, che poi è difficile sradicare. Così è per revival e risveglio, termini entrati così nell’ovvietà, che nessuno si dà la briga di andare a controllare se sono termini biblici applicabili alle masse dei non-credenti. Quando si chiamano le cose in modo sbagliato o approssimativo, è come quando si mettono sbagliati i primi mattoni, si costruisce un muro storto, ma ci si accorda che sia diritto.

     Il problema è nato dal fatto che i Wesley e altri si trovavano all’interno dell’ampio protestantesimo, di cui si diventava parte mediante il pedobattismo e consideravano le masse cristianizzate come composte da «cristiani» (cfr. il cattolicesimo, le chiese ortodosse, le chiese di stato protestanti, ecc.). Perciò, prendendo l’analogia dalle riforme all’interno del popolo d’Israele, parlavano di revival «riviviscenza, rinascita» o risveglio. In effetti, però, in massima parte si trattava della conversione di pagani battezzati da bambini, oltre al ritorno al Signore di cristiani, che si erano allontanati dalla fede e dall’ubbidienza al Signore.

 

Contributo 2: Negli ultimi tempi non ci sarà un risveglio mondiale, come molti pento-casirmaticisti affermano, con false profezie tutte fallaci? (Y. Cho, B. Hinn, R. Bonnke, Crouch, ecc.). L’eterna Parola di Dio ci avverte viceversa che prima del ritorno di Gesù, il Messia, ci saranno tanti e tali miracoli demoniaci e operazioni bugiarde, che se mai fosse possibile, ingannerebbero anche gli eletti di Dio. Bisogna vagliare ogni cosa solo alla luce della Parola di Dio. {23-06-2012}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Effettivamente il paradigma carismaticista sul risveglio escatologico, risultante da presunte «nuove rivelazioni» e quello risultante dall’esegesi sono diametralmente opposti. È anche vero che tra il mondo pentecostale e quello carismaticista c’è una certa osmosi, essendo l’ultimo nato dal primo ed essendo che certi personaggi come quelli nominati hanno un fascino sia su pentecostali sia su carismaticisti. Tuttavia, per non fare un’ingiustizia, essendoci pentecostali, che rifiutano le tesi dei carismaticisti, ad esempio riguardo al presunto risveglio escatologico delle nazioni, è bene distinguere le due correnti.

 

 

4. {Rita Fabi}

 

Contributo: Dopo aver letto tutti i commenti e le varie note, di quanto dice Francesco Minaci, non posso che trovare ciò, che in effetti il movimento pentecostal-carismatico propone, come un risveglio trionfalista degli ultimi tempi. [N.d.R.: Ecco un primo testo fra coloro (qui è Rick Joyner), che ispirano Francesco Minaci e i suoi compagni di via. Il grassetto è redazionale.]

     «Il Signore ha rivelato a molti suoi profeti che presto ci sarà un’effusione del suo Santo Spirito. Questo risveglio sarà più potente di tutti quelli precedenti… Sorgerà una schiera di profeti, dottori, pastori e apostoli dotati dello Spirito di Fineas… Grandi masse si volgeranno verso il Signore, e in alcuni luoghi la corrente sarà tanto forte che anche credenti molto giovani saranno in grado di guidare grandi comunità. Arene e stadi saranno ogni sera sovraffollati perché i credenti vorranno ascoltare gli apostoli e i predicatori…

     Verso la fine di questo periodo, con la realizzazione di questa visione, il corpo di Cristo sarà come una grande potente corrente, che si muoverà come un vento, libera e priva di ostacoli. In quel giorno ci saranno raduni in grandi sale e stadi, nel giorno seguente di nuovo in parchi cittadini e in case private… Spontaneamente si formeranno grandi radunamenti, nei quali tutta la città sarà in piedi. Miracoli eccezionali saranno la regola, e quelli, che ora sono solo un’eccezione, verranno comunemente operati anche da giovani credenti. Ai santi saranno familiari le apparizioni di angeli e ad alcuni sarà dato di vedere a lungo in visione la manifesta gloria di Dio, mentre la divina potenza si spiegherà in modo particolare attraverso di essa… Questa messe sarà così grande, che a nessuno verrà in mente di guardare indietro per confrontarla con quella dei tempi dei primi cristiani. Ognuno dirà che il Signore senza dubbio ha serbato il vino migliore per il tempo della fine. La Chiesa primitiva era come un’offerta delle primizie, questa invece ne sarà la mietitura! Dell’apostolo Paolo si dice che egli ha messo il mondo sottosopra. Degli apostoli che ben presto verranno inviati si dirà che essi hanno messo il mondo, che era sottosopra, nuovamente in piedi. Nazioni tremeranno quando si farà il loro nome… In questi giorni molti vivranno quotidianamente di segni e prodigi. Sarà per essi una cosa normale, come lo era per gli Ebrei la manna nel deserto. Il Signore opererà per il suo popolo prodigi che supereranno di molto perfino quelli della Bibbia. Essi saranno perfettamente normali, dal momento che la presenza del Signore sarà più evidente dei suoi stessi miracoli. In quei giorni Egli sarà molto vicino al suo popolo.» (Rick Joyner, Vision von der großen Ernte [Visione della gande raccolta, N.d.R.]). {21-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Si noti la cosiddetta «dottrina della prosperità e del successo», unita al «pensiero positivo» e a un’escatologia ottimistica; il tutto è basato sul fenomeno visionario e sulle nuove rivelazioni. Gli slogan evidenziati sono i seguenti: più potente, grandi masse, grandi comunità, grande potente corrente, grandi sale e stadi, grandi radunamenti, miracoli eccezionali, grande messe, apparizioni di angeli, segni e prodigi molto superiori a quelli della Bibbia, eccetera. Peccato che tale «power evangelism» (evangelizzazione di potenza) contrasta diametralmente con il «risveglio» escatologico della menzogna e dell’occultismo e con l’apostasia finale.

     Per certi aspetti, sembra di essere nella stessa situazione del tempo di Geremia, in cui i «profeti ottimistici» preannunciavano un futuro rosa e di trionfante prosperità, appellandosi alle proprie visioni e alle presunte nuove rivelazioni, mentre Geremia affermava che erano falsi profeti e indovini (cfr. Gr 14,14) e che presto sarebbe venuto il giudizio storico di Dio mediante Nebukadnezar. La storia si ripete.

 

 

5. {Pietro Calenzo}

 

Contributo: La parola risveglio, «revival», fu coniata per la prima volta da grandi uomini e veri giganti della fede come J. Edwards, Whitefield e i fratelli Wesley, seguiti dai successivi movimenti di santità (holiness). Tale termine ebbe ulteriori sviluppi con il predicatore pelagiano Charles Einney, con Torrey, Fox ecc.

     In effetti, nelle Scritture del Nuovo Testamento non si fa giammai cenno a tale sostantivo. È vero, invece, che il risveglio può essere comparato alla santificazione, ricercata, agognata da persone «sonnacchiose», ma già credenti, alla santa ricerca di una più potente e zelante attitudine ad agognare viepiù la volontà di Dio. Mi pare opportuno aggiungere, che i non-credenti hanno bisogno di una rigenerazione o vivificazione, non di un risveglio, poiché essi per natura hanno come padre Satana, sono morti spiritualmente nei loro peccati, essendo nemici di Dio e figli d’ira. Benedizioni. {20-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Come ho già rilevato sopra, tale equivoco nell’uso del termine «risveglio» per le masse, è nato dal fatto che nelle chiese americane nate da quelle protestanti europee (luteranesimo, calvinismo, anglicanesimo), si presume che si diventi «cristiano» mediante il battesimo da neonati. Il battesimo era stato reso un surrogato della circoncisione ebraica all’interno di nazioni considerate cristiane. Quindi, tali evangelisti del periodo detto del «Risveglio» predicavano, in effetti, a masse più o meno già cristianizzate. Non poche persone uscivano dalle chiese protestanti, dominate dal liberalismo, e seguivano tali predicatori di risveglio. Per questo motivo, mentre il NT parla di conversione degli increduli e santificazione dei credenti tiepidi, essi parlavano semplicemente di «risveglio», applicando tale termine in modo indiscriminato. Da tale equivoco storico e nato un altro equivoco dottrinale, che perdura fino ad oggi. Specialmente il mondo pento-carismatico lo ha ripreso, applicandolo a conversioni di massa.

 

 

6. {Rita Fabi}

 

Contributo: Kenneth Copeland è un altro noto leader carismatico. Ecco come descrive il promesso risveglio finale: «Dio sta per provocare il grande finale. Sarà la più grande opera dello Spirito di Dio nella storia dell’umanità, da noi fin qui conosciuta. Pensate un po’! Avremo il magnifico privilegio di essere non solo i testimoni del movimento dello Spirito di Dio negli ultimi giorni, ma noi saremo i canali stessi attraverso cui fluirà questa forza potente. Voi e io abbiamo il privilegio di essere la generazione dello Spirito Santo. Dio ha innalzato un popolo che sperimenterà la vita e l’opera dello Spirito Santo più di qualsiasi altro prima di noi…

     Vivere oggi significa vivere nel tempo migliore di tutta la storia umana!… Coloro che si daranno pienamente al Suo servizio in quest’ultima ora, saranno i portavoce di Dio sulla terra e gli strumenti del Suo Spirito e della Sua potente energia

     Vedremo milioni e milioni, anzi miliardi di anime che saranno rigenerate (!!!!!)… La Parola di Dio dice che in questi ultimi giorni intere nazioni entreranno nel regno di Dio… La preghiera d’intercessione provocherà la pioggia dello Spirito di Dio. Porterà l’umanità come una messe nella famiglia di Dio. Ciò avviene proprio oggi dappertutto nel mondo…» (Kenneth Copeland, The Outpouring of the Spirit [L’effusione dello Spirito]. Il grassetto è redazionale). {21-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Anche qui troviamo tutti gli elementi descritti dal carismaticista Rick Joyner: prosperità, successo, potenza, apice positivo della storia, un’escatologia ottimistica. Gli slogan evidenziati sono i seguenti: grande finale, più grande opera, generazione dello Spirito, più di qualsiasi altro prima, tempo migliore di tutta la storia, miliardi di anime, intere nazioni, l’intera umanità, e così via.

     Oltre a quanto detto sopra, ricordo quanto segue. Gesù parlò della croce (Mt 10,38), della spada (Mt 10,34ss), della porta stretta e della via angusta (Mt 7,13s). Non disse che alla fine dei tempi le cose sarebbero migliorate, ma il contrario! «Si leverà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori. Allora vi getteranno in tribolazione e v’uccideranno, e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. E allora molti si scandalizzeranno, e si tradiranno e si odieranno a vicenda. E molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. E perché l’iniquità sarà moltiplicata, la carità dei più si raffredderà» (Mt 24,7-12). Gli apostoli e gli altri scrittori del NT rispecchiano tale quadro escatologico. Ad esempio, Paolo e Barnaba passarono fra le chiese fondate, «fortificando gli animi dei discepoli ed esortandoli a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (At 14,22). Dell’apostasia finale ho parlato abbastanza e non è il caso che mi ripeta.

     Inquietante è il linguaggio di Kenneth Copeland, che rispecchia quello dello spiritualismo esoterico, quando parla di «canali» e di «potente energia». [ Canalizzazione e visualizzazione]

 

Replica (Rita Fabi): Il Signore paragona il tempo del suo ritorno come Cristo e giudice alle condizioni di vita del tempo di Noè: «Come erano giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo» (Mt 24,37). In quel tempo non ci fu alcun risveglio, ma cattiveria e corruzione, cui seguirono i giudizi dell’ira di Dio, e così esattamente sarà nel tempo della fine.

     Nel tempo, che precede il ritorno del Signore, non si convertono le masse a Cristo, ma è solo l’empietà, che diverrà sempre peggiore, cosicché solo una piccola minoranza sarà salvata dal giudizio di Dio. Questo è confermato da altri passi, come 2 Tessalonicesi 2, e dall’Apocalisse, che ci mostra come le masse delle nazioni non andranno a Cristo ma seguiranno l’anticristo e Satana.

     Dal momento che i visionari carismatici annunciano invece che negli ultimi tempi tutti i popoli si convertiranno per l’effusione dello Spirito, da dove verrebbero allora le innumerevoli orde fanatizzate, che assedieranno Gerusalemme per opprimere il resto d’Israele, finché le colpirà il giudizio di Dio? Io penso che tali teorie vadano davvero viste alla luce della loro ottica carnale. «Infatti verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno dottori secondo le proprie voglie. E distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2 Tm 4,3-4). {21-06-2012}

 

 

7. {Nicola Carlisi}

 

Coloro, che non hanno una conoscenza approfondita della Parola di Dio, hanno dei pensieri diversi da quelli di Dio (Isaia 55,8). Nella parabola del giudice iniquo è detto: «Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra?» (Lc 18,8). Prima del ritorno di Cristo non ci sarà alcun risveglio, anzi nella Parola è scritto: «Nessuno v’inganni per alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà, che prima non sia venuta l’apostasia, e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione…» (2 Ts 2,3). «Or lo Spirito dice espressamente, che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, attendendo a spiriti seduttori e a dottrine diaboliche d’uomini, che proporranno cose false per ipocrisia, cauterizzati nella propria coscienza» 1 Tim. 4,1,3).

     Ci sarà un risveglio del popolo ebraico solo alla fine della grande tribolazione, (Ez 37,1.14; Gioele 2,28,32). Dopo di ciò, saranno purificate le labbra del rimanente degli uomini rimasti in vita, e quindi delle nazioni, l’idolatria non ci sarà più; ma si dirà: «Venite, mirate…» (Sal 46,8-10; 47,7.9; 72,8.11; 86,9; 99,1-2; 113,3-4). Ho scritto solo qualche piccolo accenno. {22-06-2012}

 

 

8. {Rita Fabi}

 

Contributo: «Guardate che nessuno vi seduca!… Perché falsi cristi e falsi profeti sorgeranno e faranno segni e miracoli per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ma voi, state attenti; ecco, io vi ho predetto ogni cosa» (Marco 13,5.22-23).

     È lo Spirito Santo stesso che ci ordina espressamente di provare gli spiriti, se essi sono da Dio: «Diletti, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti [per sapere] se sono da Dio; giacché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Giovanni 4,1).

     Secondo me, questo movimento inganna pesantemente i credenti, quando per profezia annuncia un risveglio e un’effusione dello Spirito come la soluzione per tutti i mali e per la nefasta corruzione, che è in questo mondo; mentre nella Scrittura lo Spirito di Dio attesta che la risposta divina ai mali del mondo sarà il ritorno del Signore Gesù Cristo, che prima eserciterà il giudizio e poi stabilirà il suo regno di pace!

     Ce lo dice a chiare lettera la seconda epistola ai Tessalonicesi, dove ci viene detto cosa avverrà, quando il Signore Gesù Cristo ritornerà insieme con la sua chiesa, precedentemente rapita, per compiere il suo giudizio: «E a voi, che siete afflitti, riposo con noi, quando il Signore Gesù Cristo apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro, che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando egli verrà, in quel giorno, per essere glorificato nei suoi santi, per essere ammirato in mezzo a quelli che hanno creduto, poiché la nostra testimonianza presso di voi è stata creduta» (2 Tessalonicesi 1,7-10).

     Questa dura affermazione è in stridente contrasto con le euforiche profezie del movimento pentecostal-carismatico, nelle quali si dice che masse enormi, nazioni intere si convertiranno al Signore. La Scrittura non parla di salvezza delle nazioni, ma annuncia il prossimo giudizio su di esse!

     Il Signore Gesù Cristo stesso ha così caratterizzato questo periodo: «E poiché l’iniquità sarà moltiplicata, la carità di molti si raffredderà» (Matteo 24,12). Penso proprio che ciò si riferisca alla cristianità, non al mondo!

     Là, dove la profezia della Bibbia parla del resto fedele della chiesa, di coloro che non contribuiscono al generale sviluppo dell’infedeltà e dell’apostasia, essa non si riferisce assolutamente a nuove effusioni dello Spirito, ad apostoli, a profeti e a prodigi, bensì caratterizza questo resto fedele come una piccola, debole minoranza, che tuttavia si attiene fedelmente al Signore e alla sua Parola ispirata e coraggiosamente resiste al vortice della seduzione finale: «…tu hai poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome (…) Ecco, io vengo fra breve; ritieni ciò che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona» (Ap 3,8;11). Anche qui, quindi, la Parola di Dio è in aperto contrasto con le fantasiose visioni finali dei profeti carismatici.

     Il testo centrale, che i pentecostali e i carismatici citano, per dimostrare che il loro movimento è una divina effusione dello Spirito, è dato da Gioele 2,28-32. Qui è scritto: «Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne, i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. In quei giorni spanderò il mio Spirito anche sui servi e sulle serve. Farò prodigi nei cieli e sulla terra: sangue fuoco e colonne di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno. E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato, perché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà salvezza, come ha detto l’Eterno, e fra i superstiti che l’Eterno chiamerà».

     Questo passo fu citato da Pietro, quando a Pentecoste fu donato lo Spirito di Dio e nacque la chiesa. Però c’è da osservare che Pietro non dice: «Oggi s’è adempiuto…». Egli fa solo notare ai Giudei che la Parola di Dio preannuncia una effusione dello Spirito Santo.

     La profezia di Gioele non s’è adempiuta, perciò, pienamente a Pentecoste, altrimenti lo Spirito sarebbe dovuto scendere su tutto Israele. A Pentecoste avvenne solo una parziale realizzazione di questa profezia. Lo Spirito fu effuso su una piccola minoranza di Giudei, che avevano creduto in Gesù (la primizia), e da essi fu inizialmente composta la chiesa di Dio, una nuova assemblea di salvati distinta da Israele.

     Ora molti esponenti carismatici, sulla base di Gioele 2, ritengono che per la chiesa, alla «prima pioggia» di Pentecoste, deve succedere negli ultimi tempi la «pioggia autunnale» di un’effusione dello Spirito, una «seconda Pentecoste». La domanda da farci, perciò, è questa: Per chi si adempie la profezia di Gioele negli ultimi giorni? Per Israele o per la Chiesa? [ Il movimento dell’ultima pioggia]

     Prima di tutto un esame più ampio del contesto del libro di Gioele mostra subito come la promessa si riferisce indubbiamente al popolo di Israele e non alla chiesa. Chi sono «i vostri figli» e «le vostre figlie»? Il versetto precedente indica, quindi, chiaramente che si tratta del popolo d’Israele riaccolto alla fine dei tempi!

     Di conseguenza «ogni carne» non si riferisce a «tutti gli uomini» o ai Gentili, come asseriscono gli esponenti pentecostali o carismatici. Il riferimento è a tutto il popolo d’Israele, tutti gli Israeliti, giovani o vecchi, servi o serve. E dobbiamo dire che si tratterà di una cosa assolutamente nuova per Israele, poiché sotto la legge, lo Spirito Santo venne solo su pochi uomini scelti da Dio, in primo luogo sacerdoti, re e profeti. Ora, invece sarà sparso su ogni persona, cioè su tutto Israele. Questo è l’unico, possibile, evidente significato di Gioele 2,28.

     Tale visione concorda pienamente con altre testimonianze dell’A.T. riguardo a una effusione dello Spirito Santo sull’Israele negli ultimi tempi; si veda Ezechiele 39,29: «Non nasconderò più loro la mia faccia, perché spanderò il mio Spirito sulla casa d’Israele, dice il Signore, l’Eterno» (anche Isaia 32,15 e Zaccaria 12,10). Ciò accadrà, quando il Signore Gesù Cristo verrà come Messia per Israele e lo salverà, giudicherà le nazioni e stabilirà il suo regno di pace di mille anni. Proprio a questo momento si riferisce Gioele, come mostra tutto il libro di questo profeta a chi non legge solo un versetto .

     Cosa sarà invece dei popoli che si dovrebbero convertire a miliardi, secondo le visioni trionfali carismatiche, prima del ritorno del Signore? Sono forse essi indicati come «ogni carne»? La risposta ce la dà sempre il libro di Gioele. Qui infatti è scritto nel capitolo 3: «Si destino e salgano le nazioni alla valle di Giosafat, perché là io siederò a giudicare tutte le nazioni d’intorno. Mettete mano alla falce perché la messe è matura. Venite, scendete, perché il torchio è pieno, i tini traboccano, poiché grande è la loro malvagità. Moltitudini, moltitudini nella Valle della decisione. Poiché il giorno dell’Eterno è vicino, nella Valle della decisione» (Gioele 3,12ss). Le nazioni dunque avranno un giudizio di massa e non un risveglio di massa; su di esse, adempiendosi la profezia di Gioele, il Signore spanderà la sua collera e non il suo Spirito. Pace. {22-06-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Alcuni termini, con cui l’autrice ha qualificato i carismatici, li ho eliminati e sostituiti con altri più moderati. La forza sta nelle argomentazioni coerenti con l’esegesi della Scrittura, non negli epiteti negativi, con cui si qualificano i propri detrattori.

     Inoltre, è bene distinguere le posizioni dei pentecostali classici da quelle dei neo-pentecostali o carismaticisti di varia formazione e provenienza. Non tutti i pentecostali condividono le tesi, in tutto o in parte, dei carismaticisti riguardo a un risveglio escatologico delle nazioni.

     Le questioni riguardo a Gioele 2,28-32 e all’adempimento contestuale sono condivisibili; le ho ribadite varie volte sul mio sito; si veda per ultimo in «Vogliono un «risveglio», senza cominciare da sé». A Pentecoste, sebbene Pietro si aspettasse a breve l’adempimento delle predizioni per tutto Israele, fu data solo una «caparra» di ciò; infatti, la «coreografia cosmica» del tempo della fine non si adempì e i Giudei, che divennero seguaci del Nazareno, rimasero una minoranza rispetto all’intero popolo.

     Faccio anche notare che a Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo sui dodici apostoli del Signore e il loro potenziamento operativo a conduttori della chiesa, non iniziò la chiesa, ma divenne solo maggiormente operativa. L’assemblea messianica fu istituita nell’ultima Pasqua del Messia. Dopo l’ascensione del Signore, essa era insieme. Ben 120 dignitari tra i seguaci maschi di Gesù si radunarono insieme in Gerusalemme, per eleggere il dodicesimo apostolo (At 1,15ss «fratelli»). Ciò mostra che c’era già la chiesa e una certa organizzazione. A Pentecoste gli apostoli uscirono allo scoperto e cominciò così la fase pubblica dell’assemblea messianica.

     Il termine «profezia» è usato per convenzione in modo errato. Essa è propriamente la pubblica proclamazione e basta. Intendere con ciò la «predizione» è sbagliato, sebbene molto diffuso, e fa fare solo il gioco dei carismaticisti, che usano tale termine a sproposito e in senso ideologico. Facciamo, quindi, bene a purgare il nostro linguaggio e la nostra terminologia.

 

 

9. {Edoardo Piacentini}

 

Contributo: Come al solito, si passa da un eccesso all’altro. Chi profetizza la conversione d’intere nazioni e chi addirittura pensa che desiderare e pregare per il risveglio della propria città o della propria nazione significa essere un falso cristo o un falso profeta. Aveva ragione Martin Lutero, quando affermava: «La religione è la meretrice del diavolo, e non sa fare nulla se non calunniare e guastare qualsiasi cosa Dio faccia e dica». Il fanatismo e il settarismo sono essi stessi un apparente paradosso, in quanto sono l’esatto contrario di ciò, che la Scrittura formalmente insegna e predica. Riguardo al risveglio, Billy Graham scrive in un suo articolo: «Il mondo oggi ha ancora un disperato bisogno di risveglio spirituale. È la sola speranza di sopravvivenza della razza umana. In mezzo ai problemi che il mondo deve affrontare, i cristiani sono stranamente silenziosi e impotenti, quasi sopraffatti dalla marea del secolarismo. Eppure, proprio loro sono chiamati a essere «il sale della terra» (Matteo 5,13), che impedisce a un mondo in decadenza di corrompersi ulteriormente. I cristiani devono essere la «luce del mondo» (Matteo 5,14), che illumina l’oscurità provocata dal peccato e guida un mondo che ha perduto la via. Siamo chiamati a essere «irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete risplendere come astri nel mondo» (Filippesi 2,15)».

     In conclusione, certamente Gesù viene per «giudicare i vivi e i morti», e «se il giusto è appena salvato, cosa avverrà dell’empio e del peccatore?» (1 Pietro 4,18). Ma ciò non toglie che, via via che ci avviciniamo agli «ultimi giorni», come cristiani, dobbiamo preparare la strada al Signore e dobbiamo esser preparati a permettere allo Spirito Santo di riempirci e usarci alla sua gloria. E poiché «ogni cosa è possibile a Dio» (Marco 10,27), Egli è potente anche a risvegliare la nostra città o la nostra nazione, se sono influenzate da cristiani pieni di zelo e fervore, guidati e potenziati dallo Spirito Santo. Dio ci benedica. {22-06-2012}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Edoardo Piacentini, sono abituato ad attribuire le cose a chi le afferma e solo a loro. Parlare in modo indeterminato (chi… e chi…) e poi introdurre termini come «fanatismo» e «settarismo», significa o sparare nel mucchio o gettare indistinte ombre sugli altri. Penso che fai sempre bene a chiamare le persone per nome: «Tizio ha affermato questo, e Caio quest’altro». In tal modo, sapremo a chi ti rivolgi, non ci sentiremo tutti «colpevolizzati» e solo chi ha da risponderti, lo farà. È una questione di verità e lealtà.

     Inoltre, il desiderio di vedere la conversione di tanta gente incredula, la funzione di «sale» e «luce» del credente e così via, sono cose buone, ma non hanno nulla a che vedere né col termine «risveglio» (che la Scrittura non usa mai in merito), né con l’ideologia carismaticista di un «risveglio» universale alla fine dei tempi.

     Che dobbiamo viepiù risplendere e compiere il nostro servizio in quella, che Gesù chiamava una «generazione incredula e perversa» (Mt 17,17), è vero. Neppure la potenza di Dio è in discussione — se dipendesse solo da Lui (e dai testimoni) e non anche dalle persone, che devono decidersi, il mondo non sarebbe già convertito, no? — ma sarebbe un po’ singolare che Egli annuncia una cosa per la fine dei tempi e poi ne fa un’altra. Tuttavia, intercedere per una persona o una città, come ha fatto Abramo, è sempre cosa buona.

 

Osservazioni (Antonio Di Santi): A mio modestissimo parere, le tesi di Eduardo e di Nicola possono essere compatibili; io le trovo giuste entrambe, ma forse sbaglio. Benedizioni a tutti. {23-06-2012}

 

Replica (Edoardo Piacentini): Caro Nicola, a mio avviso è fanatismo e settarismo quando si sostengono tesi estreme. Infatti, un conto è dire che nella Scrittura non c’è un insegnamento, che annunzia un risveglio generale dei popoli, altra cosa è sostenere che chi prega per un risveglio sia un falso cristo e un falso profeta. La sorella Rita lo ha fatto, non distinguendo nemmeno tra pentecostali, neo-pentecostali e carismatici, facendo di tutta un’erba un fascio. Come vedi, non sono solo io a sparare nel mucchio...

     Infine, il desiderio di vedere la conversione di tanta gente incredula, la funzione di «sale» e «luce» del credente e così via, non l’ho messa in relazione all’ideologia carismaticista di un «risveglio» universale alla fine dei tempi, ma al desiderio, a mio avviso legittimo, di vedere la propria città, e finanche la propria nazione, risvegliata nella fede e convertita a Cristo. Tu stesso affermi che intercedere per una persona o una città, come ha fatto Abramo, è sempre cosa buona. Dio ci benedica. {23-06-2012}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Dobbiamo sempre dare un esempio di moderazione, riportando le questioni a quelle che sono e all’esegesi contestuale. Discernere e distinguere è sempre un tratto della sapienza. Chi non lo fa, chiunque egli sia, può anche avere ragione nelle cose che afferma, ma fa un’ingiustizia, quando attribuisce tale cosa a tutti. Sopra ho risposto anche a Rita Fabi. Personalmente preferisco non usare «termini forti» con i miei interlocutori e normalmente cerco di evitare termini come fanatismo e settarismo.

     Quanto segue vale per tutti. Pregare e operare per la conversione di molta gente non significa aderire automaticamente all’escatologia ottimistica dei carismaticisti. Non tutti i pentecostali sono carismaticisti né condividono tesi come la falsa «dottrina del rhema» di Kenneth Hagin, le «nuove rivelazioni» giustificate da quest’ultima, né le concezioni escatologiche di visionari come Kenneth Copeland e Rick Joyner.

     Perciò, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio; come pure non bisogna sparare nel mucchio con l’intento che comunque qualcuno verrà colpito. Nessuno di noi vuole essere trattato ingiustamente; perciò, chiamiamo le questioni per nome e riferiamole soltanto a chi le ha dette. Poi, la moderazione è il sale di una comunicazione efficace.

 

 

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12. {Autori vari}

 

Sebastiano Giambrone: Caro fratello Nicola, leggo con interesse le tue considerazione e condivido le tue tesi. Dio ti benedica. Un fraterno saluto. {17-06-2012}

 

Samuele Maodda: Il risveglio della festa dei tabernacoli? Mah! {18-06-2012}

 

Adolfo Monnanni: Una cosa è chiara: è più fantasia distorta che vera fede in Cristo. Attrarre i semplici e gli sprovveduti in questi contorsionismi di versetti e temi, non è amore per la Scrittura né per chi è alla ricerca della verità. Grazie Nicola per il tuo impegno anche in questo. {18-06-2012}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Risveglio_carismat_Car.htm

19-06-2012; Aggiornamento: 23-06-2012

 

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