Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

Carismaticismo

 

 

 

 

La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
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Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

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RISVEGLIO CARISMATICISTA ALLA PROVA BIBLICA 2

I parametri biblici nella storia e alla fine dei tempi

 

 di Nicola Martella

 

1. Entriamo in tema

2. Le tesi di Francesco Minaci

3. Osservazioni e obiezioni

Prima parte

4. Il travisamento dei dati escatologici

5. Chi si deve risvegliare?

Seconda parte

 

Nella prima parte abbiamo presentato le tesi di Francesco Minaci, carismaticista e seguace di Kenneth Hagin e della sua falsa dottrina del rhema. Egli presenta una singolare «teologia ottimistica» del cosiddetto «risveglio», basata su una fantasiosa spiritualizzazione delle feste d’Israele e su momenti della storia del vecchio patto, che lui interpreta come «risvegli» e che prende a modello per un presunto prossimo risveglio escatologico senza precedenti, che supererà attese e immaginazione.

     Le questioni, che affrontiamo qui di seguito, sono specialmente le seguenti: Chi o che cosa si risveglierà veramente, alla fine dei tempi? Per chi vale il risveglio nella Bibbia, per credenti o increduli?

 

 

4.  IL TRAVISAMENTO DEI DATI ESCATOLOGICI: Secondo la «teologia ottimistica» dei carismaticisti, alla fine dei tempi ci sarà un «risveglio» tale fra i pagani che non si è mai visto prima. La cosa triste è che tutto ciò stia in netto contrasto con ciò, che hanno annunciato Gesù e gli apostoli.

     ■ Gesù Cristo: Dopo aver parlato degli eletti di Dio, che «giorno e notte gridano a lui», ossia perché angariati, il Messia chiedeva ai suoi contemporanei: «Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?» (Lc 18,7s). La sua domanda retorica non lasciava presumere nulla di buono, visto che nella sua «apocalisse» annunciò: «Allora vi getteranno in tribolazione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà» (Mt 24,9-12).

 

     ■ Paolo: Egli parlò di una grande disaffezione dalla fede. Egli annunciò l’avvento dell’apostasia e la manifestazione di un grande promotore d’essa, che lui chiamò «l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello, che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo che egli è Dio» (2 Ts 2,3s).

     Poi parlò, sì, di un grande risveglio, ma di quello dell’occultismo, dell’esoterismo, di falsi profeti e falsi maestri. «Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per via della ipocrisia di uomini, che proferiranno menzogna, segnati di un marchio nella loro propria coscienza; i quali vieteranno il matrimonio e ordineranno l’astensione da cibi che Dio ha creati» (1 Tm 4,1ss).

 

Quindi, a chi bisogna credere? Daremo fiducia alla «teologia ottimistica» di Francesco Minaci e di altri carismaticisti, basata sui loro sogni, sulle loro nuove rivelazioni, sui loro desideri e sulle loro fantasie? Oppure daremo credito soltanto ai chiari dati biblici?

 

Per l’approfondimento, si veda l’articolo «La fine dei tempi — ossia: risveglio o demonizzazione mondiale?» in Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995); esso tratta i tempi della fine (pp. 225-230) e la dottrina dell’ultima pioggia (pp. 228s).

 

 

5.  CHI SI DEVE RISVEGLIARE?: Abbiamo visto che Francesco Minaci ha citato brani di risvegli spirituali all’interno d’Israele, che era già il popolo di Dio. Tuttavia, applicando in modo errato tali brani, pretende che oggigiorno ci siano presunti risvegli di massa fra gli increduli. Il termine «risveglio» è del tutto sbagliato per descrivere la conversione dei non-credenti; qui di seguito voglio spiegare perché.

 

4.1.  RISVEGLI E STORIA BIBLICA

     ■ Costanza dei risvegli biblici: Tutti i cosiddetti «risvegli» della Bibbia hanno preso inizio da una «riforma» morale all’interno del popolo di Dio. Alla base c’è stata sempre o la lettura della sacra Scrittura o una predicazione penitenziale verso i membri del popolo d’Israele, che ha portato loro a ravvedimento e a mutare il loro costume morale, esercitando il timore di Dio e ritornando alla pura adorazione del Signore. Solo allora coloro, che si sono lasciati trasformare dal Signore, sono diventati uno strumento santo e benedetto verso gli altri.

 

     ■ Antico Testamento: I grandi «risvegli» dell’AT avvennero non tra i pagani, ma all’interno del popolo d’Israele e portarono con sé una riforma morale e un ristabilimento del culto legittimo. Si pensi ai «risvegli» locali e nazionali periodici al tempo dei Giudici. Si pensi al «risveglio» al tempo di Samuele, che gli permise di porre la «eben-ezer» (pietra del soccorso) e che permise a Dio di soccorrere Israele contro i Filistei. Similmente avvenne con quelli, che furono chiamati «re di risveglio»: Asa, Giosafat, Joas, Ezechia e Gosia. Al loro tempo ci fu sempre una riforma, più o meno estesa, del culto legittimo e dell’etica secondo la Torà.

 

     ■ Giudaismo al tempo del NT: Effettivamente nella predicazione di Pentecoste di Pietro si può parlare di un «risveglio» (sebbene il termine non ricorra), poiché egli parlò di ravvedimento (At 2,38) e non di conversione e poiché considerava i Giudei già come parte del popolo di Dio; così fecero anche Giovanni Battista (Mt 3,2) e Gesù stesso (Mt 4,17; cfr. anche la parabola del «figliol prodigo», che era per Israele). Pietro si rivolse ai suoi correligionari come «fratelli» (At 2,29; cfr. 3,17), e così fecero i Giudei verso gli apostoli (At 2,37). Il suo intento era che accettassero le predizioni riguardo al Messia e riconoscessero Gesù come tale, mediante il battesimo nel suo nome (At 2,38). Per questo, in questa fase, gli apostoli e gli altri credenti di Gerusalemme non vedevano una discrepanza tra i raduni nel tempio e nelle case (At 2,46; 5,42).

     L’ostinazione della maggior parte dei Giudei e la persecuzione dei Giudei nazareni (cristiani) da parte dei Giudei storici fece capire agli apostoli che essi dovevano, a quel punto, non solo ravvedersi, ma anche convertirsi (At 3,19; 26,20).

 

4.2.  IL VERO RISVEGLIO: Di per sé, non esiste un «risveglio» fra gli increduli, ma solo fra i credenti, poiché si «risveglia» soltanto chi si è prima assopito. Gli increduli sono morti nei falli e nei peccati, non sono dormienti; essi non devono risvegliarsi, ma ravvedersi, essere vivificati e nascere a nuova vita (Ef 2,1). Infatti, è ai credenti, che Paolo scrisse: «Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto: “Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo t’inonderà di luce”. Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo, perché i giorni sono malvagi» (Ef 5,13-16).

     Quindi, già il termine «risveglio» è inappropriato per la conversione dei non-credenti, sia che siano singoli, sia che siano famiglie, che siano interi gruppi. I non-credenti devono convertirsi dalle tenebre alla luce, non «risvegliarsi» da un sopore spirituale, che riguarda soltanto i credenti. Per i credenti si può applicare invece l’immagine del pigro: «Fino a quando, o pigro, giacerai? quando ti desterai dal tuo sonno? Dormire un po’, sonnecchiare un po’, incrociare un po’ le mani per riposare...» (Pr 6,9s). È ai credenti che Paolo scrisse quanto segue: «E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; dunque, gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,11s); poi segue l’appello morale (vv. 13s).

     Quindi, soltanto i credenti possono «risvegliarsi». E non c’è «risveglio» spirituale senza una «riforma» morale della vita dei cristiani, del loro pensiero e della loro pratica.

 

Per l’approfondimento dell’escatologia biblica e degli abusi dottrinali di natura escatologica durante la storia e al presente, si vedano i due volumi della seguente opera:

     ■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007).

     ■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007).

 

Risveglio carismaticista alla prova biblica? Parliamone {Nicola Martella}(T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Risveglio_carismat2_MeG.htm

15-16-2012; Aggiornamento: 22-06-2012

 

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