1. ENTRIAMO IN TEMA: Qualcuno ha
pubblicato un evento, con scadenza 1 giugno 2012, dal titolo: «Vogliamo il
risveglio in Italia». Mi è stato mandato un invito a tale evento telematico.
In effetti c’era soltanto il titolo di suo, poiché poi seguiva il testo di
Gioele 2,28-32 con tanto di titoletto: «L’ultima grande pioggia dello
Spirito, prima del giorno dell’Eterno», preso dalla Nuova Diodati.
Ecco il
testo: «Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni
carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i
vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. 29 In
quei giorni spanderò il mio Spirito anche sui servi e sulle serve. 30 Farò
prodigi nei cieli e sulla terra: sangue, fuoco e colonne di fumo. 31 Il sole
sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e
terribile giorno dell’Eterno. 32 E avverrà che chiunque invocherà il nome
dell’Eterno sarà salvato, perché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà
salvezza, come ha detto l’Eterno, e fra i superstiti, che l’Eterno
chiamerà» (grassetto nostro).
2. IL CONFRONTO: Dal mio intervento a tale evento telematico ne è nata una discussione con
Francesco
Minaci, un credente che si qualifica col ministero di «evangelista». Ciò
potrebbe essere interessante anche per gli altri lettori. Dato lo stile
frammentato e tipo SMS del mio interlocutore, per la comprensione letteraria ho
dovuto ricostruire un minimo di sintassi e di grammatica.
■ Nicola Martella: Chi vuole il
cosiddetto «risveglio», inizi a risvegliare se stesso, ubbidendo alla
«legge di Cristo»! Poi, con la sua vita risveglia quelli, che gli stanno
accanto... E così via. Il «risveglio», termine tanto alla moda oggigiorno, ma
poco ricorrente nella Bibbia, è soprattutto un fatto personale, poi a tu
per tu e, quindi, a macchia d’olio (cfr. Gv 1,40ss.43-46).
Inoltre, permettetemi di dire che Gioele 2,28-32 non c’entra nulla con un
risveglio di Gentili in Italia. Tale brano nel suo contesto parla del
«risveglio» dei Giudei, non dei Gentili. Si tratta di «ogni carne» in
Israele (cfr. vostri / vostre; Gioele parlava ai suoi connazionali). Tale
salvezza si realizzerà per Sion o Gerusalemme, per i superstiti d’Israele
(Gle 2,32) e per quelli andati in esilio (Gle 3,1s). Quindi, tale brano ha a che
fare con l’Israele della fine dei tempi, appena prima del «giorno del Signore (o
dell’ira)», comunemente chiamato «tribolazione (finale)».
Allora, che cosa c’entra tutto ciò con l’appello «Vogliamo il risveglio in
ITALIA»? Se si vuole realizzare il vero contenuto di tale brano, mettiamoci a
evangelizzare gli Ebrei italiani! Tale brano non promette altro. Se poi
vogliamo la
conversione degli Italiani, evangelizziamo questi ultimi, ma allora lasciamo
perdere Gioele 2,28-32.
■ Francesco Minaci: Gioele profetizza
che lo Spirito scende su ogni carne. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Se leggi il contesto,
ti accorgerai che Gioele stava parlando solo ai suoi connazionali, gli
aggettivi usati lo confermano; e gli esuli o deportati sono quelli d’Israele.
Nel libro di Gioele i Gentili sono i nemici (cfr. Gle 3,4ss). È il
contesto che regna ed è esso che spiega il singolo testo. La Parola bisogna
tagliarla rettamente, facendo esegesi contestuale! Altrimenti si aprono porte e
portoni al soggettivismo, all’arbitrio e alle interpretazioni allegoriche, che
falsano la Parola di Dio!
La locuzione «ogni carne» dipende sempre dal contesto e a ciò, a cui si
riferisce. In un testo può indicare tutta l’umanità, in un altro gli abitanti di
una nazione, in un altro ancora la gente di una zona o di una città e, infine in
un altro una particolare etnia. Quando il brano di Gioele si adempì parzialmente
e come caparra a Pentecoste (l’adempimento finale sarà escatologico), lo Spirito
venne soltanto sugli Ebrei e Pietro lo applicò soltanto a loro (At 2,14ss «uomini
giudei»).
■ Francesco Minaci: Se evangelizziamo,
allora vedremo che lo Spirito scende sopra ogni carne, se no possiamo
stare seduti e farci maestri e divorandoci l’uno con l’altro; io non desidero
questo, desidero che ognuno si risveglia e che la potenza dell’Evangelo
raggiunga tutta la nazione. E allora incominciamo a pregare e digiunare
sopratutto noi, responsabili di chiesa; allora cosa facciamo? Il mio appello è:
«Alzatevi e andate a predicare»... {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Noi già
evangelizziamo, facciamo discepoli e insegniamo la sana dottrina, senza tanti
proclami per il «giorno X» e senza scomodare versi fuori contesto, presi a
pretesto.
Lo Spirito Santo è venuto a Pentecoste sui credenti e non viene mai, in
modo indiscriminato, su «ogni carne» fra i Gentili, ma solo su chi si
converte
a Gesù quale Messia, ossia come suo personale Salvatore e Signore, per
rigenerarlo e farne una nuova creatura. È scritto, ad esempio, «Mentre
Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro, che udivano la
Parola… questi, che hanno ricevuto lo Spirito Santo»
(At 10,45s). Si trattata, quindi, soltanto di quelli, che aprirono il cuore alla
predicazione di Pietro e che credettero in Gesù. Dovendosi discolpare dinanzi
agli agguerriti credenti di Gerusalemme, Pietro narrò loro che Dio aveva
promesso a Cornelio che «Pietro… ti parlerà di cose, per le quali
sarai salvato tu e tutta la casa tua» (At 11,13s). E Pietro analizzò così la
cosa dinanzi a loro: «Dio ha dato a loro lo stesso dono, che ha dato anche a
noi, che abbiamo creduto nel Signor Gesù Cristo» (v. 17). Essi
conclusero: «Dio dunque ha dato il ravvedimento anche ai Gentili,
affinché abbiano vita» (v. 18). Quindi, lo Spirito Santo viene soltanto su
coloro, che ascoltando la Parola, l’accettano, si ravvedono e credono in Gesù
Messia.
Ciò è corroborato dalla
domanda che Paolo fece ai discepoli di Giovanni Battista: «Riceveste lo
Spirito Santo, quando credeste?» Gli risposero: “Non abbiamo neppure sentito
dire che ci sia lo Spirito Santo”» (At 19,2). Che lo Spirito sia legato alla
fede salvifica, fu ricordato così da Paolo: «In lui [= Cristo] voi pure, dopo
aver ascoltato
la parola della verità, l’Evangelo della vostra salvezza, e avendo creduto
in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, che era stato
promesso» (Ef 1,13).
■ Francesco Minaci: Va bene, ma
ricordati che l’apostolo Paolo ha detto che dei due popoli ne ha fatto uno,
e in questa grazia ci siamo entrati noi. Allora questa promessa di Gioele è
anche per me e la mia famiglia e tutti coloro, che si ravvedono e ricevono il
dono dello Spirito, l’ha detto anche apostolo Pietro. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: I due popoli
continuano a esistere nel mondo (Giudei e Gentili). Essi diventano soltanto «un
popolo» nella chiesa, quando Giudei e Gentili si convertono ed entrano in
virtù del nuovo patto nell’assemblea del Messia. Tutto ciò, però, non ha nulla a
che vedere con la promessa di Gioele, che riguarda soltanto per Israele,
prima che venga quella che viene chiamata la «tribolazione finale»; la
realizzazione di tale promessa permetterà agli Ebrei di guardare a Colui, che
essi hanno trafitto, e di riconoscere in Lui il loro Messia (Ap 1,7).
Come già ricordato, Pietro a Pentecoste parlò soltanto agli Ebrei locali
e della diaspora. I primi Gentili si convertirono soltanto molto tempo dopo (At
11,19ss), sebbene non fosse nei piani dei cristiani giudei (cfr. At 10,28;
11,2s).
■ Francesco Minaci: Sei fuori luogo,
visto che stai dicendo che lo Spirito non scende su ogni carne! Dio non è
mai cambiato, lui continua a riversare il suo Spirito, compiendo segni, prodigi
e miracoli. Se poi uno non crede, è un problema d’incredulità; allora c’è
veramente bisogno di un risveglio. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Vedo che il pensiero
teologico del mio interlocutore è un po’ contorto e pieno di
contraddizioni. Dapprima si afferma che bisogna pregare per un «risveglio»,
perché lo Spirito scenda su ogni carne; poi si aggiunge che se c’è un problema
d’incredulità, si necessiterebbe di un risveglio. Se lo Spirito scendesse
veramente su ogni carne, a cui si predica l’Evangelo, allora non ci sarebbe
incredulità. Fatto sta, invece, che nel nuovo patto lo Spirito scende soltanto
su chi crede e non genericamente su ogni carne. Mi si mostri un solo
brano del NT, in cui lo Spirito Santo è stato sparso sui Gentili, prima
di credere, e sugli increduli!
■ Francesco Minaci: Non e così, caro.
Abbi una vera rivelazione, non essere dottrinale. Fai lavorare lo Spirito
Santo e ricomincia a invocare lo Spirito sulla nazione. Noi vedremo la
sua gloria, come nella mia vita. Allora veramente siamo indietro. Comunque, ci
vuole risveglio, non religione. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Vedo che il mio
interlocutore va avanti con slogan ad effetto e proclami; ma la sua
dimostrazione biblica è scarsa. Non ho bisogno di una presunta «vera
rivelazione», visto che ho già la «vera Rivelazione», ossia la sacra
Scrittura. Quella basta a chi crede a ciò, che «sta scritto» e non va oltre! (1
Cor 4,6). Ci vuole fedeltà alla Parola di Dio, per avere il cosiddetto
«risveglio», di cui molti si riempiono la bocca senza conoscere la Scrittura, ma
seguono il misticismo del proprio cuore.
Indicami un solo brano del NT, in cui si comanda di «invocare lo Spirito
sulla nazione». [►
Pregare lo Spirito Santo?]
■ Francesco Minaci: Va bene, rispetto il
tuo pensiero. Io credo che ci sono anche profeti, anzi ti dirò di più: ci
sono vari doni profetici, che aiutano la parola «logos» a farla diventare
«rhema». Questo è il punto. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Ah, ecco la matrice
di tutto questo discorso: la fantomatica e inesistente distinzione fra
logos e rhema
di Kenneth Hagin! Egli prende un moscerino e lo fa apparire un elefante. Ti
consiglio allora di leggere questi due articoli:
►
Dottrina del rhema: pulce promossa elefante
►
Logos e rhema: sotto l’ideologia niente.
Termino qui l’interessante disquisizione. La pubblicherò volentieri sul mio
sito. Grazie.
■ Francesco Minaci: Va bene, condividi
quello, che vuoi. Dobbiamo pregare per il risveglio, non per avere una
qualifica di dottrine; ma il punto di questi discorsi è vano. Uno può credere
quello, che vuole, importante è il succo di questo evento: è vedere molti, che
danno la loro vita a Cristo. Anzi, dimentico, se non preghiamo ed
evangelizziamo, rischiamo di cadere nella religiosità. {27-05-2012}
■ Nicola Martella: Giusto, vogliamo
vedere molti, che danno la loro vita a Cristo. Comunque, senza per questo fare «carte
false», strumentalizzando brani, che non c’entrano nulla, né scomodando
sedicenti dottrine del rhema, inventate di sana pianta dagli uomini.
È incomprensibile che «se non preghiamo ed evangelizziamo, rischiamo di
cadere nella religiosità»! Dove lo trovi qualcosa del genere nella Bibbia?
Si può pregare evangelizzando, prima di evangelizzare e anche dopo. Che sono
tali
sofismi iper-spiritualistici?
■ Francesco Minaci: Beh, pensa quello,
che vuoi. L’importante è portare a salvezza e credere in essa. Comunque,
speriamo che l’Italia riconosca Cristo come Salvatore. {27-05-2012}
3. ALCUNI APPROFONDIMENTI BIBLICI:
Abbiamo parlato del «risveglio» come un fatto di cui si parla molto oggigiorno.
Che cosa ne dice la Bibbia? In essa il termine ricorre una sola volta e cioè
nella «preghiera di Davide», il quale affermò la seguente certezza: «Proprio
io contemplerò la tua faccia in giustizia, verrò saziato, al mio risveglio,
della tua sembianza» (Sal 17,15). Visto che
Davide parlò dei pasciuti empi in questa vita (v. 14 «uomini del mondo, la
cui parte è in questa vita»), è probabile che egli intendesse il risveglio
dopo la morte, considerata dagli Ebrei eufemisticamente come un dormire (cfr. 1
Cor 15,18.20; 1 Ts 4,13), in attesa del risveglio, la risurrezione (Dn 12,2).
Quindi, il «risveglio», quale termine alla moda oggi, nella Bibbia non ricorre
in tal senso. Passiamo al verbo «risvegliare» associato a un oggetto.
■ Non si parla mai neppure di risvegliare o destare l’anima o il
cuore di qualcuno. Si parla di tener desta la mente, ma Pietro lo
faceva con le sue epistole, «facendo appello alla
vostra memoria» (2 Pt 3,1).
■ Si parla di
risvegliare lo spirito di qualcuno, dapprima nel senso di suscitarlo
contro un altro (2 Cr 21,16). Si parla anche in senso positivo: «E
l’Eterno destò [o risvegliò] lo spirito di Zerubabele, figlio di
Scealtiel, governatore di Giuda, e lo spirito di Giosuè, figlio di Jehozadak,
sommo sacerdote, e lo spirito di tutto il resto del popolo; ed essi vennero e
misero mano all’opera nella casa dell'Eterno degli eserciti, il loro Dio»
(Ag 1,14). È interessante notare che in tutto il capitolo non si parla di
preghiera per il risveglio! Si parla invece della proclamazione della Parola da
parte di Aggeo, con cui il Signore risvegliò lo spirito di singole persone. Non
fu un risveglio mistico, ma fattivo, che si mostrò in questo: «vennero e
misero mano».
Tale verbo fu usato
similmente per un re pagano: «L'Eterno destò lo spirito di
Ciro, re di Persia, il quale, a voce e per iscritto, fece pubblicare per
tutto il suo regno questo editto» (2 Cr 36,22;
Esd 1,1); anche qui non si parla di preghiera, ma dell’iniziativa del Signore e
del risvolto pratico e non mistico di tale risvegliare. Similmente, dopo
l’editto, che permetteva ai Giudei di tornare in patria per costruire il tempio,
si legge: «…tutti quelli, ai quali Dio aveva destato lo spirito, si
levarono per andare a ricostruire la casa dell'Eterno che è a Gerusalemme»
(Esd 1,5). Anche qui non leggiamo di preghiere per un «risveglio» né di fenomeni
mistici, vediamo Dio come Colui, che desta, e quelli che si fecero risvegliare
(una minima parte del popolo), si misero in moto per ubbidire.
Da tutto ciò consegue
quanto segue:
▪ 1. Nella Bibbia non si parla mai di preghiere per un «risveglio», né
Dio le chiede mai esplicitamente; si parla di pregare perché ci siano operai
nella messe e di predicare l’Evangelo per il ravvedimento. ▪ 2. È sempre Dio che
suscita, desta o risveglia gli spiriti umani, per adempiere alle sue promesse. ▪
3. Dove Dio ha risvegliato dei credenti, ciò non aveva nulla di mistico, ma essi
si misero subito all’opera per ubbidire ai comandi del Signore e per adempiere
alla sua volontà. ▪ 4. Come nel caso degli esuli ritornati in patria con
Zerubabele, fu la Parola annunciata, che Dio usò come strumento per svegliare le
coscienze. ▪ 5. Come mostra il libro di Aggeo, Dio parlò particolarmente ai capi
(Zerubabele e Giosuè) e poi a tutto il popolo, ingiungendo loro di mostrarsi
vigorosi e di mettersi all’opera (Ag 2,4).
4. UN EPILOGO INASPETTATO CON MASSIMILIANO
DI LIBERTO: Qui riporto, purtroppo, un epilogo doloroso,
che mostra l’atteggiamento di chi vuole un «risveglio» misticheggiante, senza
riformare la propria morale.
4.1. PIEDI PICCOLI DI ALCUNI PROMOTORI DI «RISVEGLIO»: Con mia sorpresa,
tutta la discussione con Francesco Minaci è stata poi cancellata su suggerimento
di un certo
Massimiliano Di Liberto, aggiungendo per chi gestiva tale evento:
«…gentilmente elimina questo post, che è fuori luogo, grazie». {28-05-2012} Poi,
con una sfacciataggine incredibile, costui ha osato aggiungere: «Chi non
ha lo Spirito Santo dimorante in lui, non può capire».
Trovo alquanto inquietante che tale donna credente (si firma «Na
Dia»), che ha iniziato tale evento, si sia fatta condizionare da costui,
invece di partecipare alla discussione. Ancora più inquietante è l’intervento di
tale Massimiliano Di Liberto, che si permette di fare un’analisi del genere come
motivazione finale. Ciò mostra poca saggezza e solo una carnalità
spiritualizzata e ben camuffata col misticismo, che nega che ci sia lo
Spirito Santo dimorante in chi ha posto una questione così importante. Lo
Spirito Santo si mostra nell’esercizio del «frutto dello Spirito», non nel
misticismo d’occasione.
Tale atteggiamento di eliminare una discussione è tipico dei massimalisti.
Invece di contribuire ad approfondire insieme una problematica, per fare meglio
nella vita di fede, preferiscono rimuovere ciò, che non aggrada loro, e di
buttare fango e sospetti sulla spiritualità e moralità di chi pone la
questione. Ancora una volta, constato che chi si vanta di una grande fede
mistica, ha spesso piedi morali piccoli, oltre a zelo senza conoscenza
biblica.
Per mia meraviglia tale Massimiliano Di Liberto fu poi aggiunto come gestore
di tale evento! Uno degli altri invitati,
Stefano Sghirripa, intervenne, scrivendo: «Cara
Na Dia, non era meglio “intercessione per l’Italia”? Mi sembra più logico».
{28-05-2012} Allora intervenne direttamente Massimiliano Di Liberto come segue:
«No. Con Dio non funziona tanto la logica, ma la fede». {28-05-2012} Ciò
conferma soltanto una concezione irrazionale della fede, tipica del misticismo.
Perciò, tutte le obiezioni di Stefano Sghirripa non servirono a nulla. Egli
scrisse a ragione: «Ma non vi capisco! È normale che tutti vogliono un
risveglio! Ma senza un’opera, non ci sarà mai! Allora mi dici che cosa è?
È un sondaggio per vedere chi ha cuore per il risveglio? O dobbiamo renderci uno
zimbello? Ci vogliono chiarimenti, non interrogativi! Se uno crea un evento,
deve specificare che senso ha!» {28-05-2012} Tutte le risposte a tali obiezioni
furono dello stesso segno, ossia iper-spiritualiste, una fede di tipo
irrazionale.
4.2. IL
FANGO DI ALCUNI PROMOTORI DI «RISVEGLIO»: Si vede che ciò, che sta
sopra, non bastava a tale Massimiliano Di Liberto. Dopo che era stato nominato
moderatore dell’evento, passò a prendersela con me e scrisse: «Caro
Martella sei troppo martellante e, credimi, non abbiamo bisogno dei tuoi pseudo
insegnamenti». {28-05-2012} Poi aggiunse: «Pensa agli inganni e ai
soprusi, che hai fatto a spese della Chiesa dei Fratelli, ormai lo sanno
tutti di cosa sei in grado di fare per denaro».
Rimasi letteralmente allibito di come tale persona si permettesse di
giudicare chi non conosceva. Ecco la mia risposta: «Vedo che sai gettare solo
fango sulla gente, che neppure conosci. Quali sarebbero gli inganni e i
soprusi, che io avrei fatto a spese della Chiesa dei Fratelli e per denaro?
Porta fatti e dati; sarei curioso di sapere tali novità. Per le cose, che
hai detto, dovrai rendere conto a Dio. Per il resto, ognuno può venire a vedere
le cose, che Dio ha fatto con la mia “pochezza”. Ci sono centinaia e centinaia
di persone, che hanno conosciuto il mio ministero e che sono pronti a smentire
te,
creatore di fango, che accusa gli altri di non avere lo Spirito Santo
dimorante».
Invece di rispondere, portando i presunti fatti, ha cancellato tutto; ma ho le
e-mail come testimonianza. Che discrepanza morale! Proprio questa gente dalle
grandi idee mistiche e dai piedi morali così piccoli pretende di proporre
un «risveglio» agli altri? Persone del genere farebbero bene a cominciare
da se stessi con un sincero ravvedimento e scusandosi con chi hanno
accusato ingiustamente dinanzi agli altri.
►
Vogliono un «risveglio», senza cominciare da sé? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Risveglio carismaticista alla prova biblica 1: Analisi critica delle
tesi di Francesco Minaci {Nicola Martella} (A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Voglio_risveglio_Mds.htm
28-05-2012; Aggiornamento: 16-06-2012 |