Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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DOTTRINA DEL RHEMA: PULCE PROMOSSA ELEFANTE

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Carissimo fratello Nicola, shalom. Colgo l'occasione per ringraziarla per l’articolo di approfondimento «Logos e rhema: sotto l’ideologia niente». La sua disamina è impeccabile e la ringrazio per questo motivo perché offre un aiuto a tutti coloro, come me, che mastichiamo poco o nulla di esegesi biblica.

     Colgo l'occasione a chiederle una chiarificazione, che non ho trovato nella sua analisi, del verso scritto in Giovanni 17,6-8. I fautori del «rhema», come lei ben conosce, ritengono questo brano come fondamentale nella loro ideologia; perciò scrivono: «In due versetti del Vangelo di Giovanni (17,6.8) vengono utilizzati entrambi i vocaboli: logos e rhema: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dato dal mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola [logos], perché ho dato loro le parole [rhemata], che tu hai dato a me; ed essi le hanno accolte e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato”. Gesù usa il termine logos, quando si riferisce all’intero messaggio di Dio, e rhemata, quando si riferisce alle parole che ha ricevuto dal Padre».

     Desidero avere una accurata interpretazione del testo, per dibattere la questione senza potermi trovare in contraddizione. La ringrazio anticipatamente. {Spataro Francesco; 13-06-2011}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

Tale testo citato si trova qui: Lirio Porrello, «Logos e rhema» (Palermo, 27 febbraio 2005). Chi conosce l’autore, la sua biografia, le sue idee politiche, ideologiche e religiose, sa dove lui vuole andare a parare con tale costruzione di Kenneth Hagin e di Kenneth Coperland.

     Il termine greco rhema è troppo raro nel NT per costruirci sopra una teoria così importante come fa «l’ideologia del rhema». Se tale dottrina fosse vera, tale termine dovrebbe essere molto ricorrente nel NT, ma le cose non stanno così. I termine logos e rhema sono semplicemente sinonimi, come in italiano «la parola» (più generico)e «il verbo» (più raro).

     In Giovanni 17,6.8 «la tua parola [logos]» non è l’AT, ma è la rivelazione, che Dio ha dato per mezzo di Gesù; con la congiunzione «perché» il Cristo intendeva mostrare che di tale rivelazione ricevuta egli aveva trasmesso tutto, per così dire parola per parola, ai suoi discepoli. Quindi, «la tua parola [logos]» e «le parole [rhemata], che tu hai dato a me» sono la stessa cosa.

     È tipicamente ebraico questo modo di ragionare e di variare mediante allargando il discorso, per puntualizzarlo. La combinazione fra «parola» e «parole» è proprio un ebraismo, una variazione stilistica, che si trova anche nei seguenti brani, senza che vi sia una sostanziale diversità: Gs 23,15 «ogni buona parola… tutte le sue parole di minaccia»; 2 Sm 23,1 «ultime parole di Davide: Parola di Davide»; 2 Cr 34,21 «parole di questo libro… la parola dell’Eterno»; Gb 4,2 «dirti una parola… trattenere le parole»; Ez 12,28 «mie parole… la parola che avrò pronunziata» (i due termini ricorrono anche qui: Gr 5,14; 18,18; 23,36; 36,27; 45,1; Dn 10,11).

     Tale andamento nello stile ebraico si trova anche in Giovanni 12,47s, che ha la stessa dinamica di Giovanni 17,6-8: «E se uno ode le mie parole [rhemata] e non le osserva, io non lo giudico… Chi mi respinge e non accetta le mie parole [rhemata], ha chi lo giudica: la parola [logos], che ho annunziata, è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno». Anche qui non si tratta dell’AT, ma della rivelazione, che Gesù ricevette dal Padre (Gv 12,49) e che Egli presentò continuamente nei suoi discorsi. Anche qui logos e rhemata sono la stessa cosa, come discorso e ragionamenti, riferendosi allo stesso annunzio di Gesù ai suoi contemporanei.

     Che al posto di rhemata potesse esserci anche logoi, senza che il significato cambiasse, è mostrato da Giovanni 14,23s: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola [logos]… Chi non mi ama non osserva le mie parole [logoi]; e la parola [logos], che voi udite, non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato». Si trattava dello stesso messaggio, che Gesù aveva ricevuto dal Padre e che presentava nei suoi discorsi. Tra rhemata e logoi non c’era nella pratica nessuna sostanziale differenza!

 

Tutto ciò mostra che la cosiddetta «dottrina del rhema» è una pura costruzione ideologica. Essa, come altre filosofie religiose, parte da dettagli insignificanti per la teologia biblica e costruisce una sovrastruttura dogmatica, da cui fa dipendere tutto il resto. Le pulci vengono così gonfiate con speculazioni e dialettica da farle apparire degli elefanti; il tutto viene prima proiettato nella Bibbia e poi tenuto in piedi mediante il consenso ideologico. Come per tutti i palloni ideologici, basta uno spillo di corretta esegesi contestuale per farli esplodere. Sotto il vestito ideologico del rhema non c’è proprio nulla di vero!

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Rhema_pulce_MeG.htm

29-06-2011; Aggiornamento: 30-06-2011

 

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