Un lettore ci
ha presentato le seguenti questioni.
Carissimo fratello Nicola, shalom. Colgo l'occasione per ringraziarla per
l’articolo di approfondimento «Logos
e rhema: sotto l’ideologia niente». La sua disamina è impeccabile e
la ringrazio per questo motivo perché offre un aiuto a tutti coloro, come me,
che mastichiamo poco o nulla di esegesi biblica.
Colgo l'occasione a chiederle una chiarificazione, che non ho trovato nella sua
analisi, del verso scritto in Giovanni 17,6-8. I fautori del «rhema»,
come lei ben conosce, ritengono questo brano come fondamentale nella loro
ideologia; perciò scrivono: «In due versetti del Vangelo di Giovanni (17,6.8)
vengono utilizzati entrambi i vocaboli: logos e rhema: “Io ho
manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dato dal mondo; erano tuoi, e
tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola [logos], perché ho dato
loro le parole [rhemata], che tu hai dato a me; ed essi le hanno accolte e hanno
veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai
mandato”. Gesù usa il termine logos, quando si riferisce all’intero
messaggio di Dio, e
rhemata, quando si riferisce alle parole che ha ricevuto dal Padre».
Desidero avere una accurata interpretazione del testo, per dibattere la
questione senza potermi trovare in contraddizione. La ringrazio anticipatamente.
{Spataro Francesco; 13-06-2011}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito. |
Tale testo citato
si trova qui: Lirio Porrello, «Logos
e rhema» (Palermo, 27 febbraio 2005). Chi conosce l’autore, la
sua biografia, le sue idee politiche, ideologiche e religiose, sa dove lui vuole
andare a parare con tale costruzione di Kenneth Hagin e di Kenneth Coperland.
Il termine greco rhema è troppo raro nel NT per costruirci sopra
una teoria così importante come fa «l’ideologia del rhema». Se tale dottrina
fosse vera, tale termine dovrebbe essere molto ricorrente nel NT, ma le cose non
stanno così. I termine logos e rhema sono semplicemente sinonimi,
come in italiano «la parola» (più generico)e «il verbo» (più raro).
In Giovanni 17,6.8 «la tua parola [logos]» non è l’AT, ma è la
rivelazione, che Dio ha dato per mezzo di Gesù; con la congiunzione «perché» il
Cristo intendeva mostrare che di tale rivelazione ricevuta egli aveva trasmesso
tutto, per così dire parola per parola, ai suoi discepoli. Quindi, «la tua
parola [logos]» e «le parole [rhemata], che tu hai dato a me» sono la
stessa cosa.
È
tipicamente ebraico questo modo di ragionare e di variare mediante
allargando il discorso, per puntualizzarlo. La combinazione fra «parola» e
«parole» è proprio un ebraismo, una variazione stilistica, che si trova
anche nei seguenti brani, senza che vi sia una sostanziale diversità: Gs 23,15 «ogni
buona parola… tutte le sue parole di minaccia»; 2 Sm 23,1 «ultime parole
di Davide: Parola di Davide»; 2 Cr 34,21 «parole di questo libro… la
parola dell’Eterno»; Gb 4,2 «dirti una parola… trattenere le parole»;
Ez 12,28 «mie parole… la parola che avrò pronunziata» (i due termini
ricorrono anche qui: Gr 5,14; 18,18; 23,36; 36,27; 45,1; Dn 10,11).
Tale andamento nello stile ebraico si trova anche in Giovanni 12,47s, che
ha la stessa dinamica di Giovanni 17,6-8: «E se uno ode le mie parole
[rhemata] e non le osserva, io non lo giudico… Chi mi respinge e non accetta le
mie parole [rhemata], ha chi lo giudica: la parola [logos], che ho annunziata, è
quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno». Anche qui non si tratta
dell’AT, ma della rivelazione, che Gesù ricevette dal Padre (Gv 12,49) e che
Egli presentò continuamente nei suoi discorsi. Anche qui logos e
rhemata sono la stessa cosa, come discorso e ragionamenti, riferendosi allo
stesso annunzio di Gesù ai suoi contemporanei.
Che al posto di rhemata potesse esserci anche logoi, senza che il
significato cambiasse, è mostrato da Giovanni 14,23s: «Se uno mi ama,
osserverà la mia parola [logos]… Chi non mi ama non osserva le mie parole
[logoi]; e la parola [logos], che voi udite, non è mia, ma è del Padre che mi ha
mandato». Si trattava dello stesso messaggio, che Gesù aveva ricevuto dal
Padre e che presentava nei suoi discorsi. Tra rhemata e logoi non
c’era nella pratica nessuna sostanziale differenza!
Tutto ciò mostra
che la cosiddetta «dottrina del rhema» è una pura costruzione ideologica.
Essa, come altre filosofie religiose, parte da dettagli insignificanti per la
teologia biblica e costruisce una sovrastruttura dogmatica, da cui fa dipendere
tutto il resto. Le pulci vengono così gonfiate con speculazioni e dialettica da
farle apparire degli elefanti; il tutto viene prima proiettato nella Bibbia e
poi tenuto in piedi mediante il consenso ideologico. Come per tutti i palloni
ideologici, basta uno spillo di corretta esegesi contestuale per farli
esplodere. Sotto il vestito ideologico del rhema non c’è proprio nulla di vero!
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Rhema_pulce_MeG.htm
29-06-2011; Aggiornamento: 30-06-2011 |