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1.
La questione
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2.
La persona e l’opera dello Spirito di Dio
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3.
È corretto pregare lo Spirito Santo? |
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1.
LA QUESTIONE:
Basta andare su un motore di ricerca e
digitare «preghiere allo Spirito Santo» per trovare centinaia di siti che
propongono testi, vecchi e nuovi, per invocare, pregare, adorare e supplicare lo
Spirito Santo. Oltre alle preghiere personali allo Spirito Santo, esistono
quelle liturgiche, le «novene», i «rosari» e le «litanie» incentrati su di Lui,
di diversa provenienza e tradizione — quindi per tutti i gusti.
Anche tra le chiese evangeliche, specialmente in campo pentecostale e
carismatico, si sentono preghiere rivolte allo Spirito Santo e nei loro innari
ci sono canti e inni che hanno la terza persona della Trinità come oggetto. È
giusto farlo? Che cosa hanno fatto i cristiani nelle chiese del primo secolo?
Che cosa dice la Bibbia
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2.
LA PERSONA E L’OPERA DELLO SPIRITO DI DIO:
Nessuno vuol mettere qui in dubbio la natura,
la persona e l’opera dello Spirito di Dio. La novità del NT è che ci viene
rivelato come persona, mentre nell’AT era considerato una manifestazione
spirituale di Dio nel mondo (teofania). Nel NT esistono varie «formule
trinitarie» o «brani trinitari», in cui Padre, Figlio e Spirito Santo vengono
menzionati insieme e in stretta connessione riguardo alla natura e all’opera
dell’intera Deità (Mt 28,19; Lc 1,35; 10,21; At 7,55; 10,38; Rm 15,16.30; 1 Cor
6,11; 2 Cor 13,13; Gal 4,6; 1 Pt 1,2; 1 Gv 4,2; cfr. Ef 1,17; Eb 9,14; 1 Pt
4,14).
■ Nel cosiddetto «Simbolo Apostolico» («Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra, e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro
Signore […]»), l’accenno allo Spirito Santo è molto lapidario: «Credo nello
Spirito Santo» (prima menzione scritta 4° sec. d.C.; formulazione definitiva 6°
sec.). La parte maggiore riguarda il Figlio, la sua persona e la sua opera, che
qui non riportiamo.
■ Nel cosiddetto «Simbolo Niceno-Costantinopolitano»
c’è una vera e propria riflessione dogmatica sulla divinità dello Spirito Santo:
«Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e con
il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti»
(«concilio di Nicea», 325 d.C.; «concilio di Costantinopoli», 381 d.C.).
■ Il valore dell’opera dello Spirito di Dio viene espressa, sebbene in termini
negativi, ma con precisione e in modo pregnante in questa citazione:
«Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, l’Evangelo è
una lettera morta, la chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere,
la missione una propaganda, il culto un ricordo, e l’agire cristiano una morale
di schiavi» (Atenagora I, patriarca ortodosso di Costantinopoli; 1886-1972).
Qui non è il luogo per parlare dettagliatamente della
persona e della preziosa opera dello Spirito Santo nei credenti e nel mondo,
anche se nel prossimo punto aggiungeremo ancora vari aspetti. La domanda che ora
ci preme è un’altra.
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3.
È CORRETTO PREGARE LO SPIRITO SANTO?:
Ho letto i testi di vari inni e preghiere
rivolti allo Spirito Santo. Mi sono nuovamente chiesto se ciò sia corretto e
«biblico».
Riguardo a Gesù ci sono invocazioni («Vieni,
Signor Gesù!» Ap 22,20; nel v. 17 c’è questo connubio: «lo Spirito e la
sposa dicono: “Vieni!”»), suppliche («Signor Gesù, ricevi il mio spirito»;
At 7,59), canti e acclamazioni («Degno è l’Agnello»; Ap 5,9s.12s),
eccetera.
Chi mi sa indicare dove in tutta la Scrittura
si trova una sola chiara invocazione, un solo canto o una sola preghiera rivolti
allo Spirito Santo? Perché dovremmo allora andare di là da ciò che è scritto con
parole e pratiche? Come fa lo Spirito Santo, Colui che dimora nella vita del
credente e suscita in lui la devozione, a essere in questo tempo parimenti
l’oggetto e il destinatario di parole, preghiere e canti?
■ Alcuni aspetti dell’opera dello Spirito:
Lo Spirito di Dio santifica coloro che Dio ha eletto,
chiamandoli all’ubbidienza e all’espiazione (1 Pt 1,2). Egli abita nel credente
quale «Spirito di Cristo» (Rm 8,9), lo conduce (v. 14) e attesta delle verità e
convinzioni al suo spirito (v. 16). Egli permette ai credenti di attestare delle
verità bibliche (1 Cor 15,3) e confessare che Gesù Cristo è venuto in carne (1
Gv 4,2). Egli è lo strumento mediante il quale i credenti offrono il culto a Dio
e si gloriano di Gesù il Messia (Fil 3,3). ● Quindi, in questa epoca lo
Spirito di Dio abita nella vita dei credenti per guidarli in tutta la verità (Gv
16,13) e per indirizzarli verso il trono di Dio Padre; lì c’è il Signore Gesù
che intercede per noi come «avvocato» (1 Gv 2,1)
■ Lo Spirito coabitante suscita la giusta devozione:
«E perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito
del suo Figlio nei nostri cuori, che grida: “Abba, Padre”» (Gal 4,6). Se lo
Spirito Santo grida nei cuori dei credenti, non può essere parimenti Lui
l’oggetto della devozione, ma il Padre. ●
«Parimenti ancora, lo Spirito sovviene alla nostra
debolezza; perché noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito
intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e Colui che investiga i
cuori conosce qual sia il sentimento dello Spirito, perché esso intercede per i
santi secondo Dio» (Rm 8,26). Se lo Spirito Santo intercede per i santi, il
mediatore non può essere parimenti il destinatario dell’ambasciata.
Sorprende che anche nell’Apocalisse, libro che ci
permette di dare uno sguardo nel cielo e al futuro, venga offerto il culto a
«Colui che siede sul trono» (cfr. Ap 4) e all’Agnello (cfr. Ap 5), ma non allo
Spirito. Sono rimasto sorpreso che né le quattro creature viventi, né i
ventiquattro anziani, né gli angeli, né le schiere dei risorti né altri si
rivolgono allo Spirito Santo, gli rendono il culto o gli rivolgono una eulogia;
probabilmente anche lì lo Spirito Santo suscita l’adorazione del «Signore Dio
Onnipotente» e dell’Agnello. Nell’Apocalisse egli è rappresentato dai «sette
spiriti di Dio», che sono davanti al trono di Dio (Ap 1,4) come sette
lampade ardenti (Ap 4,5); essi appartengono a Gesù (Ap 3,1), sono mandati nel
mondo e fungono da «occhi» per l’Agnello (Ap 5,6), seduto sul trono di Dio,
ossia lo rendono praticamente onnisciente riguardo alle cose che accadono nel
mondo.
Sembra che come il Logos si è fatto carne nella
persona di Gesù Cristo, in modo irreversibile e come Servo del Padre (Gv
1,1.14), lo Spirito di Dio abbia preso dimora per sempre, da Pentecoste in poi,
quale «Spirito di Cristo» (Rm 8,9), nella vita dei credenti rigenerati come per
una specie di «incarnazione», suggellandoli per il giorno della redenzione (Ef
1,13; 4,30), unendoli insieme quale corpo di Cristo, in cui li ha immersi (1 Cor
12,13), e al loro Capo.
La Scrittura insegna a pregare Dio Padre nel nome
di Gesù Cristo mediante lo Spirito Santo (cfr. Rm 15,30; Fil 3,3). Le
uniche eccezioni sono le formule in cui si battezza qualcuno usando la formula «nel
nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo», come è espressa nella
formula battesimale insegnata da Gesù (Mt 28,19); oppure in cui si benedice
qualcuno: «La grazia del Signor Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione
dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13,13). Si noti che qui il
destinatario non è lo Spirito Santo, ma il credente sia nel battesimo, sia nella
eulogia.
Anche qui si fa bene a non andare oltre ciò che è
scritto (1 Cor 4,6). Lo Spirito di Dio non può condurci in modo contrario a ciò
che Egli ha ispirato nella Parola di Dio (2 Pt 1,20s).
Per l’approfondimento dello Spirito di Dio nell’AT
quale teofania cfr. in
Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Spirito di Dio», pp.
336ss; «Spirito Santo: collocazione», p. 340. ● Sulle diverse interpretazioni
della rûach «soffio, vento, spirito» in Genesi 1,2 («E la
rûach di Dio vibrava sulle acque») cfr. Nicola Martella,
Esegesi delle origini.
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 24-31. |
►
Spirito Santo e preghiere a Lui rivolte
{Nicola Martella} (T)
►
Lo Spirito Santo in Ezechiele 37?
{Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Pregare_Spirito_Car.htm
17-11-2006;
Aggiornamento: 06-12-2010 |