1. Entriamo in tema
2. Le tesi di Francesco Minaci
3. Osservazioni e obiezioni |
Prima parte |
4. Il travisamento dei dati escatologici
5. Chi si deve risvegliare? |
Seconda parte |
1. ENTRIAMO IN TEMA: Ero
stato invitato all’evento «Vogliamo il risveglio in ITALIA», iniziato da
un certo da Massimo Di Liberto e da una donna, che preferisce nascondersi dietro
all’etichetta «Na Dia». Ero intervenuto, mostrando alcune mie perplessità, ma
ero stato trattato con ingiuria da Massimo Di Liberto; egli ha poi
cancellato tutti i miei interventi. Ho parlato di ciò nell’articolo «Vogliono
un «risveglio», senza cominciare da sé», a cui è seguita un’interessante
discussione. Sebbene l’evento avesse come scadenza venerdì 1 giugno 2012,
settimane dopo mi è arrivata per e-mail un’ulteriore segnalazione e uno scritto
(già conosciuto) dal titolo «In cosa consiste questo risveglio?». Rispondendo a
tale e-mail, scrissi quanto segue: Quest’ultimo scritto contiene alcune
lacune teologiche. Inoltre, i brani citati da Francesco Minaci, si riferiscono a
«risvegli» all’interno d’Israele, che era già il popolo di Dio. Non
esiste, infatti, un risveglio d’increduli (devono essere vivificati, non
risvegliati), ma solo dei credenti, che si sono assopiti. Ciò fa una grande
differenza.
Annunciai di rispondere ai contenuti dottrinalmente lacunosi dello scritto
di Francesco Minaci e segnalai nuovamente i miei scritti sopra citati. Per
sicurezza, misi il contenuto della mia risposta anche su tale evento.
Ora, è arrivato il momento di presentare le tesi di Francesco Minaci e di
rispondervi. Egli si definisce evangelista, ed è un seguace del carismaticista
Kenneth Hagin e della sua falsa dottrina del rhema. Consiglio ai lettori
di leggere dapprima il nostro lungo confronto riportato nell’articolo
sopra menzionato. Chiaramente ne correggo gli errori (battitura, dizione, ecc.)
e lo adatto nella forma e nella punteggiatura; il grassetto è redazionale.
2. LE TESI DI FRANCESCO MINACI:
Esse sono riportate in uno scritto dal titolo «In cosa consiste questo
risveglio?».
Qualcuno di recente mi ha posto questa domanda. Questa è una domanda
difficile, a cui rispondere, principalmente perché le espressioni del risveglio
e le persone, che il Signore usa, si differenziano molto.
Come ho detto prima, credo che molti in questi giorni porteranno il mantello di
coloro, che hanno portato un risveglio nel passato, e alcuni di loro ebbero un
grande carisma.
Spesso Dio va contro la nostra mentalità, per rivelarci il nostro cuore. Di
recente, in un
sogno, il Signore mi mostrò vari aspetti del movimento di Dio, che si sta
attivando attorno al mondo. Nel sogno vari risvegli si stavano manifestando,
ognuno con la loro enfasi.
Dopo un po’ fu chiaro che certi risvegli erano nello stesso livello della
Pasqua. In questi risvegli migliaia di persone furono salvate e introdotte
nel Regno di Dio.
Nei giorni del re Giosia scoppiò un risveglio, mentre Israele celebrava la
festa di Pasqua. La storia di questo risveglio è scritta in 2 Re 22 e 23, e
[2] Cronache cap. 34 e 35. Giosia sperimentò il più grande risveglio
nella storia d’Israele. «Nessuna Pasqua, come quella, era stata celebrata in
Israele dai giorni di Samuele; né alcuno dei re d’Israele aveva celebrato una
Pasqua pari a quella celebrata da Giosia, dai sacerdoti e dai Leviti, da tutto
Giuda e Israele che si trovavano là, e dagli abitanti di Gerusalemme» (2
Cronache 35,18).
Certi Risvegli riflettono la festa di Pentecoste con grandi guarigioni,
manifestazioni soprannaturali, come è stato evidenziato nel libro degli Atti.
Certi Risvegli hanno l’enfasi sulla santità. Però, adesso la Chiesa si sta
muovendo dalla festa di Pentecoste alla festa dei Tabernacoli; e una
delle enfasi della festa dei Tabernacoli è la manifestazione della gloria di
Dio, come noi vediamo dimostrata nel cap. 5 in 2 Cronache. «Mentre, dico,
quelli che sonavano la tromba e quelli che cantavano, come un sol uomo, fecero
udire all’unisono la voce per lodare e per celebrare il Signore, e alzarono la
voce al suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti musicali, per
lodare il Signore, “perché Egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno!”,
avvenne che la casa del Signore fu riempita di una nuvola. I sacerdoti non
poterono rimanervi per svolgere il loro servizio a causa della nuvola; poiché la
gloria del Signore riempiva la casa di Dio» (2 Cronache 5,13-14).
Questo non fu un Risveglio Pentecostale, ma un Risveglio della festa dei
Tabernacoli, che manifestò la gloria di Dio. Questo grande movimento di
Dio scoppio mentre Israele celebrava la festa dei Tabernacoli nel 7° mese.
Mentre la
Chiesa inizierà a celebrare questa festa, noi vedremo delle manifestazioni
di un risveglio mai visto. Tutto ciò che abbiamo visto nel passato sarà
incorporato con quello presente, e con ciò che si aggiungerà.
Come questi risvegli incominceranno ad amalgamarsi con altri risvegli di vari
enfasi, incominceremo a vedere qualcosa di grandioso, mai visto in
passato. Risvegli Pentecostali si uniranno ai Risvegli di santità, insieme ai
Risvegli di Pasqua, e questo inizierà a manifestare e darà l’avvento alla grande
festa dei Tabernacoli. Quando questo succederà, la Chiesa sperimenterà un
risveglio di Raccolta, che è al di là della nostra immaginazione.
Benedizioni. {31 maggio 2012}
3. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI
(Nicola Martella)
3.1.
ASPETTI PRELIMINARI
■ Nuove rivelazioni: Come detto sopra, Francesco Minaci è un seguace di
Kenneth Hagin e della sua falsa «dottrina del rhema», con cui tale
carismaticista cercò di accreditare le sue presunte rivelazioni e creare la base
per altre sedicenti rivelazioni odierne. [►
Dottrina del rhema: pulce promossa elefante; ►
Logos e rhema: sotto l’ideologia niente]
■ Credere ai sogni: Un altro aspetto inquietante è il fatto che egli non
parti da un’analisi profonda ed esaustiva della sacra Scrittura, ma dai propri
sogni, a cui dà volentieri credito. In tale logica di credere a nuove
rivelazioni, non meraviglia che si dia ai sogni un tale carattere rivelatore e
predizionale. Ho dovuto pensare a questo lungo brano, con cui Dio metteva in
guardia contro i «profeti sognatori»; premetto che lo introduco come
monito, non perché ritenga il mio interlocutore sia già fra di loro: «Io ho
udito quello, che dicono i proclamatori, che proclamano menzogne nel mio nome,
dicendo: “Ho avuto un sogno! ho avuto un sogno!” [26] Fino a quando
durerà questo? Hanno essi in mente, questi proclamatori, che proclamano
menzogne, questi
proclamatori dell’inganno del cuor loro, [27] pensano essi di far
dimenticare il mio nome al mio popolo coi loro sogni, che si raccontano
l’un l’altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal? [28] Il
proclamatore, che ha avuto un sogno, racconti
il sogno, e colui che ha udito la mia parola, riferisca la mia parola
fedelmente. Che ha da fare la paglia col frumento? dice l’Eterno. [29] La mia
parola non è essa come il fuoco? dice l’Eterno; e come un martello che spezza il
sasso? [30] Perciò, ecco, dice l’Eterno, io vengo contro i proclamatori,
che rubano gli uni agli altri le mie parole. [31] Ecco, dice l’Eterno, io
vengo contro i proclamatori, che fanno parlare
la loro propria lingua, eppure dicono: “Egli dice”. [32] Ecco, dice
l’Eterno, io vengo contro quelli che proclamano
sogni falsi, che li raccontano e traviano il mio popolo con le
loro menzogne e con la loro temerità, benché io non li abbia mandati e non abbia
dato loro alcun ordine, ed essi non possano recare alcun giovamento a questo
popolo, dice l’Eterno» (Ger 23,25-32).
E a ciò aggiunse quanto
segue: «Così dice l’Eterno degli eserciti, il Dio d’Israele: I vostri
proclamatori, che sono in mezzo a voi e i vostri indovini non
v’ingannino, e non date retta ai sogni, che fate. Poiché quelli vi
proclamano falsamente nel mio nome; io non li ho mandati, dice l’Eterno»
(Ger 29,8s; cfr. Zc 10,2).
■ Feste d’Israele: Il terzo aspetto è il bizzarro modo di citare le feste
d’Israele e di connetterle a tale presunto «risveglio» delle genti nel presente
e alla fine dei tempi. Dopo aver parlato dei suoi sogni, a cui diede credito,
afferma: «Dopo un po’ fu chiaro che certi risvegli erano nello stesso livello
della
Pasqua»; qui si ricollega chiaramente alla Pasqua di Giosia (2 Re 22s). Ciò
mostra le scarse basi esegetiche e teologiche del mio interlocutore, che fa
ricorso continuamente a un’avventurosa spiritualizzazione allegorica
nell’inverosimile tentativo di far quadrare il cerchio delle sue ideologie
dottrinarie.
Poi introduce singolarmente la «festa di Pentecoste», per poi azzardare
la bizzarra tesi, secondo cui «adesso la Chiesa si sta muovendo dalla festa di
Pentecoste alla festa dei Tabernacoli». Questo si chiama falso
sillogismo, nato da fantasiose associazioni di idee, non dall’esegesi
contestuale.
La cosa grave è che Francesco Minaci suggerisca che la chiesa debba celebrare
tale festa
e che, quando inizierà a farlo, «noi vedremo delle manifestazioni di un
risveglio mai visto»! Dov’è mai scritto nel NT che la chiesa debba celebrare
la «festa delle capanne»? E come mai il sedicente «risveglio» debba dipendere da
una festa giudaica? Qui c’è una completa confusione fra antico e nuovo patto e
fra giudaismo e chiesa! L’unica festa reinterpretata cristologicamente e
comandata esplicitamente ai cristiani è la Pasqua (1 Cor 5,7s). Per il resto,
Paolo biasimava i cristiani gentili a farsi giudaizzare, osservando giorni,
mesi, tempi, sabati, noviluni e feste giudaiche (Gal 4,10s; Col 2,16s).
3.2. LE
QUESTIONI PRINCIPALI
■ Risveglio e Pasqua: Il mio interlocutore afferma: «Nei giorni del re
Giosia scoppiò un risveglio, mentre Israele celebrava la festa di Pasqua». Tale
frase contiene asserzioni false in senso storico e teologico. Il risveglio
cominciò nella vita di Giosia, allorquando fu scoperto il libro della legge
e gli venne letto (2 Re 22,10s). Egli si strappò le vesti, si rese conto della
disubbidienza dei padri riguardo alla Parola dell’Eterno e della giusta ira di
Dio, e mandò subito a consultare il Signore (v. 13). Dio confermò la sua ira
contro il popolo e i suoi giudizi (vv. 16s). Dio apprezzò il fatto che il cuore del re fosse stato toccato, si fosse
umiliato dinanzi a Lui, stracciandosi le vesti e piangendo dinanzi a Lui (v.
19); perciò, l’Eterno avrebbe rimandato i suoi terribili giudizi a dopo la sua
morte (vv. 19s).
Il prossimo passo fu il suo
tentativo di risvegliare il popolo di Giuda. Lo radunò interamente, lesse
dinanzi a loro l’intero libro della legge (2 Re 23,2), poi egli prese
personalmente un impegno solenne a ubbidire ai comandamenti di Dio; a tale
patto aderì il popolo (v. 3). Poi, cominciò la sua riforma religiosa e
morale, purificando il tempio dall’idolatria (vv. 4ss.8-20) e il popolo dai
costumi pagani (v. 7). Soltanto dopo tale lungo tempo di purificazione e riforma
fu festeggiata la Pasqua (vv. 21ss). Quindi, tale festa non coincise con
il risveglio del popolo di Giuda, ma fu la conseguenza della riforma di Giosia!
In tal modo la tesi di
Francesco Minaci è stata confutata. L’autore ribadì nuovamente che il risveglio
cominciò con una completa conversione di Giosia (2 Re 23,25). Tutto ciò
coinvolse il popolo, ma in parte, visto che dopo la morte di questo re, i suoi
figli tornarono presto a contaminarsi (vv. 32.37) e con loro il popolo.
■
Pentecoste: Francesco Minaci parla della «festa di Pentecoste con grandi
guarigioni», ma leggendo Atti 2 non si trova neppure una sola guarigione.
Dopo la predicazione di Pietro (vv. 14-36), ci fu il ravvedimento di 3.000
uomini, ma non si legge di particolari «manifestazioni soprannaturali», ma di
battesimi nel nome di Gesù (v. 38-41). Quanto poi segue (vv. 42-47) non accadde
il giorno della Pentecoste, ma Luca descrisse la vita di chiesa in quel primo
periodo.
■
Tabernacoli: Francesco Minaci si muove da festa a festa, usando molta
fantasia e uno schema singolare, basato su associazioni di idee nate
dall’interpretazione allegorica e dal falso sillogismo. Dove sono le prove che
«adesso la Chiesa si sta muovendo dalla festa di Pentecoste alla festa dei
Tabernacoli»?
Ho cercato in tutto il capitolo un cenno diretto a una «festa dei tabernacoli»
(o festa delle capanne), ma non ne ho trovato. L’unico riferimento alle tre
feste solenni d’Israele si trova in 2 Cronache 8,13. Anche qui si mischiano
capre e cavoli, visto che in 2 Cronache 5,13-14 si tratta della consacrazione
del tempio
di Gerusalemme da parte di Salomone! Dov’è, quindi, qui «Risveglio della
festa dei Tabernacoli»? Dove sta «questo grande movimento di Dio»
durante tale festa?
Un dato temporale prima di tale capitolo si trova in 2 Cronache 3,2 e riporta
l’inizio dei lavori (02-02-04 del regno). Il prossimo dato temporale riguarda
l’anno quinto del regno di suo figlio Roboamo (2 Cr 12,2). Nel libro dei Re ci
sono dati più precisi sia sull’inizio dei lavori (1 Re 6,1.37), sull’ultimazione
del tempio, dopo sette anni di lavori (v. 38). È scritto che
Salomone consacrò il tempio, portandovi dentro l’arca
del patto, «nel mese di Etanim, che è il settimo mese, durante la
festa» (1 Re 8,1ss; 2 Cr 5,3), ma l’autore non
spiegò quale. Ora, nel testo non si parla di «festa delle capanne»; e nel mese
di Tišri (= Etanim), cadevano varie feste: Trombe con capodanno civile
(1-2/07), Espiazioni (10/07) e Capanne (15-22/07). La menzione dell’arca, che fu
portata nel luogo santissimo, della nuvola e dei numerosi sacrifici, che
Salomone fece portare (1 Re 8,3-6.10s), ricorda particolarmente il «giorno delle
espiazioni». Verosimilmente Salomone fece coincidere tale evento con qualche
giorno prima di tale festa, per iniziare un nuovo capitolo e permettere che
tutto fosse pronto per il «giorno delle espiazioni». Che le cose siano state
proprio così, lo evinciamo dal seguente brano, in cui gli Israeliti «celebrarono
la dedicazione dell’altare per sette giorni e la festa per altri sette
giorni. Il ventitreesimo giorno del settimo mese Salomone rimandò alle
sue tende il popolo…» (2 Cr 7,8ss). Quindi, visto
che Salomone rimandò il popolo indietro il 23 del mese, dopo aver festeggiato la
festa comandata per sette giorni in tale mese (festa delle capanne, 15-22 di
Tišri), la festa della dedicazione della casa avvenne una settimana prima (7-14)
e comprendeva la festa solenne delle espiazioni (10 di Tišri). Perciò, la festa
della dedicazione della casa non aveva nulla a che fare con la «festa delle
capanne», essendo questa successiva alla prima.
Su quale sogno o «rivelazione» si basa, quindi, Francesco Minaci, per fare
affermazioni così sicure? Come si vede, la fantasia carismaticista fa snaturare
la storia e la teologia e fa proiettare nel testo biblico ciò, che passa per la
loro immaginosa mente!
■ Quale risveglio arriverà?: Francesco Minaci fa, poi, una commistione
fra i presunti risvegli dell’AT e quelli, che ci sarebbero al presente e quelli,
che egli desidera che vengano. Egli parla di «altri risvegli di vari enfasi»,
che egli chiama «Risvegli Pentecostali», «Risvegli di santità» e «Risvegli di
Pasqua» (?); essi si amalgameranno insieme e produrranno qualcosa di grandioso e
mai visto: «l’avvento alla grande festa dei Tabernacoli» e un
immaginabile «risveglio di Raccolta».
Effettivamente alla fantasia carismaticista non c’è limite. Termini
biblici e neologismi fantasiosi («Risvegli di Pasqua», «risveglio di Raccolta»),
fatti biblici reali e interpretazioni false o fantastiche, come abbiamo visto,
vengono amalgamati insieme col cemento del desiderio e con la calce delle
proiezioni predizionali, nate da sogni e nuove rivelazioni.
►
Seconda parte
►
Risveglio carismaticista alla prova biblica? Parliamone {Nicola
Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Risveglio_carismat1_Esc.htm
15-16-2012; Aggiornamento: 22-06-2012 |