Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Radici 3-4

 

Carismaticismo

 

 

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LOGOS E RHEMA: SOTTO L’IDEOLOGIA NIENTE

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LE QUESTIONI: Un conduttore di chiesa, appartenente all'area pentecostale classica, mi ha mandato la seguente richiesta. Essa riguarda la tesi usuale della cosiddetta «dottrina del rhema», che ha una certa influenza in ambito carismaticista.

    Fratello Nicola, pace. Mi dai una tua valutazione di questo scritto?

 

Il testo originale greco utilizza due diversi vocaboli per indicare il termine «Parola»:

     - Logos, se si riferisce all’intero messaggio di Dio, alla Bibbia, la Parola scritta;

     - Rhema, se vuole indicare il modo in cui il logos predicato viene ricevuto e diviene rhema per chi ascolta, perché recepito come Parola diretta a sé, da applicare alla propria vita come se Dio stesso avesse parlato.

     La Parola di Dio è nata sempre come rhema e, divenuta logos quando è stata scritta, nel momento in cui viene predicata torna a divenire rhema per chi ascolta.

     Quando Dio parlò a Abramo, gli diede un rhema per la sua vita: «Or l’Eterno disse a Abramo: «Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai una benedizione. E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra» (Genesi 12,1-3). Abramo credette alla straordinaria promessa di Dio, la trasmise ai suoi figli e ai figli dei suoi figli, successivamente venne trasmessa oralmente di generazione in generazione, e solo quando Mosè mise per iscritto i primi cinque libri della Bibbia, tutti i rhemata che Dio aveva dato divennero logos, ma affinché il logos divenga efficace per noi deve essere predicato, allora Dio lo mette nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo facendolo ridiventare rhema, e come Abramo credette e ubbidì alla Parola del Signore, ugualmente per fede noi dobbiamo ubbidire al rhema di Dio.

     In due versetti del Vangelo di Giovanni (17,6.8) vengono utilizzati entrambi i vocaboli: logos e rhema: «Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dato dal mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola (logos)… perché ho dato loro le parole (rhemata) che tu hai dato a me; ed essi le hanno accolte e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato». Gesù usa il termine logos quando si riferisce all’intero messaggio di Dio, e rhemata quando si riferisce alle parole che ha ricevuto dal Padre.

 

Ti premetto che non condivido la tesi qui esposta. So che i termini rhema e logos hanno lo stesso significato nella Bibbia, ma vorrei una spiegazione da te più esaustiva per contrastare la tesi sopra esposta. {Antonio Capasso; 07-12-2010}

 

 

2.  LE RISPOSTE: Ho cercato tale testo in rete e l’ho ritrovato qui: Lirio Porrello, «Logos e rhema» (Palermo, 27 febbraio 2005). Già ciò è tutto un programma.

 

Due semplici sinonimi all’interno della cultura ebraica

     Tale costruzione è tipica di Kenneth Hagin e di Kenneth Coperland. Nell’AT lógos e rhēma non esistono, poiché si parlava ebraico; ma i seguaci di tale pervicace dottrina, li usano anche là. Il termine più comune in ebraico per «parola» è dābār e «parlare» è ’emër, da cui derivano anche termini sostantivati; sono queste due radici, che in ebraico si alternano, a condizionare in greco l’uso di lógos e rhēma negli scritti del NT con sfondo culturale giudaico. Si può affermare che rhēma è solo una sfumatura del più generico lógos.

     Tali due vocaboli lógos e rhēma sono semplicemente sinonimi come «parola» e «verbo» nella locuzione: «Non proferì parola / verbo». Il termine «parola», che in italiano è più generale, può stare, secondo i casi, per vocabolo, termine, voce, lemma, definizione, frase, espressione, eccetera. Lo stesso accade in altre lingue e in quelle bibliche.

     Nel NT non esiste un simile misticismo legato a tali vocaboli. L’unica differenza tra lógos e rhēma è che il primo termine nel linguaggio popolare poteva indicare anche una persona, mentre la seconda no. Il lógos era volgarmente l’avvocato; a Roma avremmo potuto dire «er parola». Similmente oggi usiamo «dottore» per indicare il «medico».

     Un’altra differenza sta nella locuzione «Parola di Dio» (lógos tou Theou) quale termine tecnico per la sacra Scrittura; rhēma, al contrario, non indica la somma di tutti gli scritti sacri, ma solo le singole parole, locuzioni, frasi, espressioni, sentenze scritte nella sacra Scrittura o affermate in un discorso parlato.

     Il lógos può essere l’intero ragionamento, mentre il rhēma è la singola frase o locuzione. Tuttavia, in tutto ciò non c’è nulla di mistico, ma sta nel fatto che lógos è più generico di rhēma. Tanto la parola parlata che quella scritta sono lógos; ciò vale anche per la parola udita e che porta alla fede.

 

Il termine lógos abbraccia già tutte le sfumature

     L’assurdità di tale fittizia distinzione fra Parola scritta (lógos) e parole parlate (rhēma) sta già nel fatto che il termine normale per «parlare, dire, affermare, proferire, ragionare, ecc.» è leghein, da cui deriva lógos, mentre rhēma non ha un verbo! Inoltre lógos è usato in greco per descrivere la rivelazione divina (cfr. Gv 12,38 lógos; 1 Cor 14,6 leghein) e la manifestazione della verità (2 Cor 4,2) mediante la predicazione della Parola (Tt 1,3). Si può dire che in ambito culturale giudaico il rhēma è solo una sfumatura di ciò, che esprime già il lógos in modo o generale o puntuale.

     Quanto alla parola scritta, Pietro fece riferimento alla «parola profetica» (tòn profetikòn lógon = AT; 2 Pt 1,19); gli autori del NT usano «Parola di Dio» e «Scrittura /e», sia come complesso sia per un brano specifico, e indicano a essa con «sta scritto».

     Quanto alla parola parlata o pronunciata, il centurione disse a Gesù. «Di’ soltanto una parola…» (mónon eipè lógō; Mt 8,8; cfr. Eb 2,2; 2 Pt 3,5). Ciò non era diverso, se qui ci fosse stato rhēma; Pietro disse a Gesù: «…alla tua parola [rhēma], calerò le reti» (Lc 5,5). In ambedue i casi si tratta di una specifica parola (cfr. per rhēma Lc 1,38; 2,29).

     Quanto alla parola rivelata o insegnata, Paolo chiese ai Corinzi: «Se io venissi a voi parlando in altre lingue, che vi gioverei se la mia parola [lógos] non vi recasse qualche rivelazione, o qualche conoscenza, o qualche profezia, o qualche insegnamento?» (1 Cor 14,6); in questa epistola così carismatica non ricorre mai rhēma!

     Quanto alla parola udita, Maria, ai piedi di Gesù, «ascoltava la sua parola» (ēkouen tòn lógon autou; Lc 10,39; cfr. At 15,7; Eb 4,2).

     Quanto alla parola creduta, la parola predicata (lógos) è paragonata a un seme, che cade nel cuore; coloro che permettono al diavolo di portarla via, non crederanno (vv. 11s); altra cosa è per «coloro i quali, dopo aver udita la parola [lógos], la ritengono in un cuore onesto e buono» (v. 15).

     Quanto alla parola ubbidita, Gesù disse al conduttore della chiesa di Filadelfia: «Hai serbata la mia parola» (etērēsas mou tòn lógon; Ap 3,8).

 

Parola predicata e creduta

     Sia rhēma che lógos si riferiscono alla predicazione della fede biblica: «La parola [rhēma] della fede che noi predichiamo» (Rm 10,8) e «la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola [rhēma] di Cristo» (v. 17) sono la stessa cosa come quest’altro brano: «Da voi la parola [lógos] del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell’Acaia, ma la fama della fede, che avete in Dio, si è sparsa in ogni luogo» (1 Ts 1,8); o quest’altro brano: «Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali v’hanno annunziato la parola [lógos] di Dio» (Eb 13,7); o quest’altro brano ancora: «Quando riceveste da noi la parola [lógos] della predicazione, cioè la parola [lógos] di Dio, voi l’accettaste non come parola [lógos] d’uomini, ma, quale essa è veramente, come parola [lógos] di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete» (1 Ts 2,13).

     I discepoli «credettero alla Scrittura [grafē] e alla parola [lógos], che Gesù aveva detta», quindi sia alla Parola scritta, sia alla predicazione di Gesù (Gv 2,22). Lo stesso accadde ai Samaritani con la predicazione di Gesù (Gv 4,41 lógos), all’ufficiale reale (v. 50; si noti che era un singolo lógos) e ad alcuni Giudei (Gv 8,31 lógos). Al contrario, non accadde così ad altri Giudei (Gv 5,38 lógos). Ciò riguardava la predicazione degli apostoli, a cui gli uditori prestarono fede (lógos Gv 17,20; At 4,4; 13,48; Ef 1,13).

 

L’ambito vitale giudaico di rhēma

     Se si fa un confronto statistico fra i due termini, ci si renderà conto che rhēma è percentualmente abbastanza raro rispetto a lógos nel NT. Per intenderci, nel NT lógos ricorre 331 volte in tutte le sfumature possibili e il verbo leghein si trova 1.320 volte; poi ci sono i derivati d'entrambi (p.es. loghikós, lógos, lógion). Al contrario, il termine rhēma ricorre nel NT solo 67 volte; dalla stessa radice comune deriva anche il termine latino verbum, che denota più l'azione e i fatti concreti.

     La cosa sorprendente è che il termine rhēma manca in interi libri del NT e guarda caso proprio là, dove uno se l’aspetterebbe, ossia in 1 Corinzi, dove Paolo parlò di rivelazioni e di proclamazione ispirata! In 2 Corinzi c’è una sola volta (2 Cor 12,4 singole parole udite). Il termine manca anche nei seguenti libri: in Gal; da Fil a Flm; in Gcm, da 1 Gv ad Ap. La maggior parte delle volte si trova negli Evangeli, negli Atti, 2 volte in Ebrei (11,3; 12,9), in 1 Pt 1,25; 2 Pt 3,2; tutto ciò mostra che si tratta di un termine particolarmente usato nella cultura ebraica!

     Praticamente nelle epistole indirizzate alle chiese gentili rhēma è del tutto trascurabile, trovandosi solo in Rm 10,8.17s (lettera indirizzata a Gentili ed Ebrei); 2 Cor 12,4 (singole parole); Ef 5,26; 6,17 (Efesini è una lettera circolare). Si tratta probabilmente di un modo di esprimersi mutuato da Paolo alla cultura ebraica di provenienza. È un po’ poco per mettere su una tale dottrina spiritualista così importante per il carismaticismo.

    Il termine rhēma ricorre negli scritti a sfondo giudaico del NT, poiché ricorda l'uso del termine ebraico dābār «parola, fatto, cosa». Anche in italiano si può dire «ascoltare / sentire una cosa». Nell'uso comune del NT, a parte qualche sfumatura accademica (lógos più concettuale: logica, rhēma più concreto: fatto, verbum), di fatto i due termini non avevano molta differenza sostanziale. Trarre da ciò una particolare dottrina, centrale per un'ideologia religiosa, è come voler estrarre sangue dalle rape.

 

Aspetti conclusivi

     La «filosofia del rhēma» è, quindi, una pura costruzione carismaticista, che serve per avvallare le nuove rivelazioni! Kenneth Hagin dice con altre parole ciò, che Branham affermava con la «Parola di Dio» (parole per allora) e le «parole per l’oggi», ossia le sue profezie, a cui i suoi seguaci danno tanta importanza da considerarle «canoniche».

     Il tutto ha il suo riscontro anche nella teologia liberale (cfr. K. Barth), che afferma che la Bibbia non è Parola di Dio, ma la contiene e diviene «per me» Parola di Dio solo quando Dio la usa per parlarmi.

 

Logos e rhema: sotto l’ideologia niente! Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Logos_rhema_ideolog_R34.htm

08-01-2011; Aggiornamento: 11-01-2011

 

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