Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:
■ La superstizione
■ La divinazione
■ L’astrologia
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■ Lo spiritismo
■ La magia
■ La massoneria
■ La neostregoneria
■ Il satanismo
■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
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DANILO VALLA E GLI ASTRI? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Danilo Valla e gli astri: La bufala dell’Evangelo scritto nelle stelle».

 

 

Che cosa ha Danilo Valla in comune con l'antica gnosi giudaica (commistione fra paganesimo e giudaismo), con  E.W. Bullinger (ultradispensazionalismo, numerologia), con C.T. Russel (Torre di guardia), con E.G. White («profetessa» degli Avventisti), con Argentino Quintavalle (giudeo-cristianesimo speculativo), con i cosiddetti «sciamani astrali» (esoteristi), con vari esponenti del carismaticismo, con W.M. Branham (auto-nominato profeta Elia e antitrinitario) e altri fenomeni e persone simili? Proprio così, ha in comune con loro la speculazione astrale biblicizzata, basata sulla spiritualizzazione dello zodiaco (segni dell'astrologia) e dei miti pagani a esso connessi.

 

Per l'approfondimento rimando, oltre a quanto già detto nell'articolo, al primo contributo.

     Dopo la pubblicazione del mio articolo, mi è arrivata la seguente domanda da parte di Andrea Diprose: «L’interessato, Danilo Valla, come risponde alle tue obiezioni in merito?» (11-01-2010). Gli risposi brevemente che l’interessato non ha intenzione di rispondere; ecco qui di seguito i fatti dettagliati.

     Come normalmente faccio, mandai il link dell’articolo in anteprima a Danilo Valla, perché potesse leggere le mie riflessioni e suggerire delle modifiche e approntare un’eventuale replica. Premisi pure che quanto da me scritto, non riguardava la sua persona, le sue qualità morali o il suo ministero, ma esclusivamente l’oggetto della disamina.

     Peccato che si è elegantemente defilato con le seguenti parole: «Purtroppo, come te del resto, ho 1.200 mail arretrate da considerare (più le decine quotidiane), sono certo che mi capisci. Ti chiedo scusa, ma non ho tempo per un confronto. Pubblica tutto quello che vuoi, sono i lettori che alla fine valutano e decidono guidati dallo Spirito Santo. Ti dico solo (per una tua confutazione più precisa) che il titolo non dovrebbe essere “Danilo Valla e la bufala...”, ma “E.W. Bullinger e la bufala...”, perché è al suo libro, tra i tanti, che faccio riferimento. Un cordiale saluto…». {8 gennaio 2010}

     Dopo la pubblicazione definitiva dell’articolo, l’ho avvisato: «Danilo, šalôm. Sono dispiaciuto che tu ti sia “elegantemente” sottratto al confronto, ma è tuo diritto e devo rispettarlo. L’articolo, che ti riguarda, è ora definitivamente in rete per tutti…». Lui mi ha risposto come segue: «Ciao, Nicola, grazie per le tue mail. Ripeto che io preferisco costruire. Le sciocchezze si distruggono da sole. Un caro saluto…». {11 gennaio 2010} Ammetto che tale risposta e l’uso dei termini «costruire» (con le speculazioni?) e «sciocchezze» (quali e di chi?) abbiano solo aumentato le mie perplessità.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Gianni Siena

3. Pietro Calenzo

4. Nicola Martella

5. Vari e brevi

6. Gaetano Nunnari

7. Alfredo Stradella

8. Nicola Martella

9. Salvatore Corcelli jr.

10. Nicola Martella

11. Valeria Franchi

12. Gianni Siena

13. Nicola Martella

14.

15.

16.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

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1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento aggiungo i seguenti elementi che mostrano l’origine della concezione del cosiddetto «Evangelo scritto nelle stelle». È interessante constatare che l’origine di tale teoria è nella gnosi giudaica, che poi venne cristianizzata. Essa è anche caldeggiata molto dall’esoterismo astrale o dallo sciamanesimo astrale. I maggiori sostenitori di tale teorie si trovano, ad esempio, tra i seguaci dell'avventismo, della Torre di guardia, del giudeo-cristianesimo speculativo e del carismaticismo. Danilo Valla si trova quindi in buona compagnia!

 

     ■ Giudeo-cristianesimo: Mi ha sorpreso, ma non meravigliato, il fatto di trovare in rete l’annuncio da parte di Argentino Quintavalle di aver tradotto in italiano l’opera di Ethelbert William Bullinger (1837-1913) «The Witness of the Stars». Per lui «La Testimonianza delle Stelle» (vedi l’indice ) sarebbe «un’opera straordinaria ed originale nello stesso tempo». Egli aggiunge: «L’argomento, nella nostra società, può prestarsi a facili fraintendimenti, ma il lettore attento potrà apprezzare la bellezza e la profondità di questo libro che l’autore ha scritto dopo serie ed accurate ricerche, senza per questo rivendicare alcun crisma di infallibilità».

     Anche Argentino Quintavalle nutre come Danilo Valla l’interesse per i presunti «codici nascosti» nel testo ebraico. [► I codici segreti della Torà]

     Il metodo usato da Bullinger è la biblicizzazione della mitologia pagana, una commistione fra mito pagano e interpretazione biblica, la spiritualizzazione dei miti legati alle singole stelle, il supporto dato a tale concezione mediante lontane analogie casuali presenti nella Bibbia e mediante un’indebita versettologia, e molta fantasia speculativa ed eisegesi (proiezione nel testo biblico). Finte analogie, costruite ad arte, vengono usate come prove certe.

     Gli sprovveduti se ne faranno ammaliare. Tuttavia tutto ciò non ha nulla a che fare con una seria e rigorosa esegesi. Bullinger non taglia «rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15). Chi si affida a tale gnosi speculativa come «Efraim si pasce di vento e va dietro al vento d’oriente» (Os 12,2). Tali concezioni, non basandosi direttamente su ciò che «sta scritto», ma servendosi della Bibbia in modo strumentale per avvallare una gnosi astrale, producono «bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14).

     Mi ha sorpreso, quindi, ma non meravigliato, che Argentino Quintavalle si sia fatto strumento di propagazione di una simile gnosi speculativa, basata sui miti dei pagani. È solo una tappa coerente nel suo cammino all’interno della mistica della Cabala giudaica e dello spiritualismo mistico-esoterico dello Zoar.

 

     ■ Testimoni di Geova: Non è un caso che i seguaci della «Torre di guardia» facciano buona pubblicità a libro di Bullinger. C.T. Russel era un cultore, oltre che di piramidologia, anche della spiritualizzazione dei miti astrali. È interessante come tutti gli argomenti, usati da Danilo Valla, si trovino singolarmente nella seguente presentazione: «Come avranno fatto i re magi a trovare Gesù? 12 sono le costellazioni principali come dodici sono i discepoli, sarà un caso? La costellazione della vergine è Maria, il Leone è Gesù, altri casi? E ancora, la bilancia, con cui sono stati pesati i re d'Israele e sono risultati mancanti (confronta levitico 19,35-37 e Isaia 40,5 con Daniele 5,25-28), sarà un caso che questa costellazione è posta proprio prima della vergine e il Leone, cioè il re d’Israele in eterno? Il cielo diviso in 88 costellazioni, per caso o significano qualcosa? Dal titolo del libro si evince lo scopo dello scrittore di descrivere come le stelle rendano testimonianza al proposito di Dio per il mondo attuale». A molte di queste cose abbiamo risposto nell'articolo, da cui dipende questa discussione.

 

     ■ Sciamani astrali e carismaticisti: Non è neppure un caso che a interessarsi di «Evangelo nelle stelle» siano i cosiddetti «sciamani astrali», i quali mostrano molte simpatie per i carismaticisti, che considerano sciamani cristiani. Rimando a un interessante articolo, da cui traggo la seguente citazione: «Secondo la teoria del Vangelo nelle Stelle, prima che i linguaggi scritti diventassero accessibili al genere umano, i Vangeli, e il messaggio di Dio all’umanità, erano impressi nel cielo. Soltanto più tardi furono tradotti in parole e presero forma attraverso le scritture. […] Questa visione, sebbene apparentemente molto antica, fu ufficialmente formulata nel 1863 da Frances Rolleston in Mazzaroth, ovvero la parola ebraica che indica i 12 segni dello Zodiaco, e più tardi da E.W. Bullinger in Witness of the Stars (La Testimonianza delle Stelle) e Joseph Seiss, in Gospel in the Stars (Il Vangelo nelle Stelle). In tempi recenti la teoria è stata promossa specialmente da Dennis James Kennedy, uno dei più popolari tele-evangelisti americani, con The Real Meaning of the Zodiac (Il vero significato dello Zodiaco), Thomas Horn in The Gods That Walk Among Us (Gli Dei che camminano tra noi), e altri ministri cristiani. Questi autori riconoscono che, per quanto andiamo indietro nel tempo, tutte le culture hanno gli stessi segni dello zodiaco e il cielo come riferimento principale per la conoscenza. Il presupposto fondamentale è che la rivelazione perfetta di Dio era già disponibile nelle stelle sin dalle origini e andò perduta solo dopo la caduta dell’uomo, che è anche un evento descritto da tutte le culture. Come risultato la rivelazione originale si distorse gradualmente man mano che si affermava la separazione». Tra i carismaticisti abbiamo ricordato nell'articolo W.M. Branham, l'auto-nominato «Elia» e falso profeta antitrinitario.

 

     ■ Alcune conclusioni: Chiaramente tutte queste sono solo supposizioni speculative, per le quali non c’è alcuna vera base esegetica. Come si vede, la base originaria di tale teoria proviene dalla gnosi giudaica, poi cristianizzata. Oltre ai seguaci della Torre di guardia, i suoi maggiori sostenitori sono da trovarsi fra l'avventismo, i carismaticisti e il giudeo-cristianesimo speculativo.

     Alla fine faccio notare che E.W. Bullinger era sostenitore di una visione estrema del dispensazionalismo chiamato «ultradispensazionalismo». Avrà letto anche questo sistema speculativo nelle stelle? [Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Il dispensazionalismo», pp. 45-49; «Lo schema dispensazionalista», pp. 50-63; «I pericoli dei sistemi teologici», pp. 71ss. Si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «I patti e gli altri approcci», pp. 31-53; «Dispensazionalismo e l’AT», pp. 146-149; «Sistemi teologici», pp. 332ss.] E.W. Bullinger aveva anche un forte interesse per la speculazione numerologica (qui). Non meraviglia che Danilo Valla, Argentino Quintavalle e altri suoi seguaci nutrano la stessa passione per una numerologia spiritualizzata.

 

 

2. {Gianni Siena}

 

Rispondo a Danilo Valla.

     L’astrologia nacque in Sumer (Iraq). Le più antiche tavolette astronomiche sono osservazioni astronomiche e non contraddicono Genesi 1,14-17, dove Mosè scrive che le stelle sono segni per giorni, ricorrenze e stagioni.

     Solo dopo, gli astrologi iniziarono le prime predizioni e oroscopi, che riguardavano popoli interi e sovrani. E non già l’ossessiva predizione che caratterizza gli oroscopi attuali, indirizzati a «pioggia» (tipo «’ndo kojo kojo»). È ridicolo, ma le coppie si sfasciano, dopo anni di felice coabitazione... perché hanno «scoperto» che astralmente non sono compatibili! Un ragazzo preparato in un determinato lavoro se lo vede rifiutare per via d’una cretinata che si chiama: «segno astrale». Sono talmente indignato che, quando me lo chiedono, fingo di non capire o dico la data di nascita!

     Voglio, tuttavia, affrontare il tema proposto da Danilo. Se i magi «lessero» nel cielo il momento della nascita del Messia, questa lettura dipese sempre e comunque dalle precedenti profezie bibliche. Nel libro di Daniele esiste una precisa profezia che riconduce all’anno della crocifissione. Detto ciò, per misericordia di Dio e per i suoi benevoli disegni, è sempre possibile che per una «via» tortuosa s’arrivi a comprendere una data verità. Ma questa «via» rimane sempre un abominio davanti a Dio!

     I miti degli antichi sono pure una «invenzione», essi sono espressi in un linguaggio che dovrebbe essere decriptato, si tratta d’avvenimenti astronomici o di fatti storici che riguardano appunto gli antichi dèi. I più antichi miti hanno qualche fondamento storico e quelli successivi sono le variazioni della volta celeste: le costellazioni si muovono e cambiano posizione rispetto all’orizzonte.

     Raccomanderei a Danilo di leggersi la Bibbia e anche un autore ellenista: «La storia universale» di Diodoro Siculo. Leggendo questo trattato (in italiano), ho capito una semplice verità: gli «dèi» erano uomini deificati dai popoli devoti. Il procedimento ricorda da vicino quella cosa che i cattolici chiamano beatificazione / canonizzazione dei loro «santi». Il cattolicesimo è pieno di profeti, oracoli e apparizioni di personaggi, ormai defunti, ma entrati nell’immaginario religioso del popolino credente... si fa per dire.

     Horus è il figlio d’Osiride, che Iside ebbe, secondo un procedimento orrendo (semmai fu reale). È il mito a narrare ciò: la dèa (?) egiziana s’unì al cognato per avere questo figlio. Seth era anche l’assassino del fratello. Osiride e Set sono ricordati nella Bibbia come «Misraim» e, insieme come se fossero uno solo, figurano aver generato una serie di popolazioni dell’Egitto primitivo (Gen 10). Anche sotto questo profilo la Bibbia è distante dalla mitologia, e le sue narrazioni sono più attendibili storicamente. Non esiste nessun punto di contatto tra il «mito» di Horus e la storia di Gesù Cristo. Ecco le differenze:

     ■ Il mito è una forma letteraria consolidata mediante la quale gli antichi preti idolatri raccontavano ai loro discepoli, gli «iniziati», le vicende o le nozioni relative. Il linguaggio è volutamente oscuro e «arcano», un modo per stimolare la curiosità dei futuri preti.

     ■ Il Vangelo è scritto in modo semplice e chiaro, con riferimenti alla realtà giudaica del 1° secolo e tutte le scoperte confermano questo chiarissimo dato.

 

Caro Danilo, prova a toglierti qualche ragnatela dalla mente. Pace… {11 gennaio 2010}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Ho letto (direi) con molta difficoltà l’interpretazione, molto fantasiosa e poco scritturale, della Parola di Dio scritta nei cieli. Anche altri personaggi come C.T. Russel e la E.G. White amavano molto tale tipo d’interpretazioni, collocando il corpo risorto del Signore in due diverse costellazioni.

     Non conosco personalmente Danilo Valla e non so quale sia il suo approccio bibliocentrico. Coloro che affermano d’onorare la Parola di Dio (non parlo di Danilo Valla, che ribadisco, non conosco), mi sorprendono, allorquando in antitesi con tutto il contesto biblico, si rivolgano agli astri per leggere in anticipo gli eventi salvifici; questa è una antitesi anomala, e non di poco conto. Tale prassi è vietata dalla Scrittura; e coloro che lo facevano, erano un abominio agli occhi dell’Eterno.

     Altra cosa è l’astronomia, che è una scienza che studia le bellezze dell’immenso creato di Dio, che ci narrano la potenza e la mano perfetta del sommo Creatore.

     Per altri versi, sta prendendo piede, negli ambienti carismatici, l’uso di leggere in determinate pagine della Bibbia, tutti gli eventi della storia, da epoche lontane fino alla distruzione delle Torri Gemelle, e si specificano anche in base a determinati calcoli pseudo-informatici, vita, morte, e miracoli (si fa per dire) di personaggi politici, storici e cristiani. (Devo avere qualche video sul tema, della tanto osannata, T.B.N.).

     Personalmente, non ho alcuna fede in tali teorie, anche perché, e qui concordo con te, mi sa tanto di divinazione e di cabala. In conclusione, la Parola di Dio è perfetta, e quando le si vuol far dire qualcosa che giustifichi una data convinzione personale, si è soliti prendere forbici, ago e filo, per torcere, a proprio favore, pseudo-verità, che spesso di bibliocentrico hanno solo l’intestazione. Benedizioni, in Gesù il Messia. {12-01-2010}

 

Nota redazionale: C.T. Russel era il fondatore del gruppo di frangia chiamato poi «Torre di guardia» o «Testimoni di Geova». Egli era un appassionato di piramidologia, un metodo di divinazione basato sull'interpretazione esoterica delle piramidi. La sua tomba a forma di piramide si trova in un cimitero della massoneria. E.G. White era la «profetessa» degli Avventisti. Per l'approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Dall’avventismo al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di Geova quali compagni di via?», pp. 118-122; «Panorama dell’attività predizionale dei Testimoni di Geova», pp. 123s.

 

 

4. {Nicola Martella}

 

Sul tema astrologia rimando ai seguenti scritti, che si trovano sul sito:

Astrologia è una falsa congiunzione {Nicola Martella} (D)

Superstizioni astrologiche d’inizio d’anno {Vincenzo Russillo - Nicola Martella} (A)

 

Per una trattazione dettagliata dell'astrologia rimando in Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), agli articoli: «L'astrologia», pp. 123-141; «Astrologia e Bibbia», pp. 355-362.

    Faccio comunque notare che Danilo Valla non incoraggia la divinazione astrologica. Lui è più interessato a una cristianizzazione dei miti pagani legati a certe costellazioni, particolarmente a quelle dello zodiaco. Faccio notare che le costellazioni sono arbitrari raggruppamenti di corpi celesti, in cui nell'antichità la fantasia umana ha proiettato i propri miti. Tali raggruppamenti sono solo fittizi, visto che tra i singoli corpi celesti dello stesso gruppo ci sono distanze incredibili. Inoltre, Tolomeo (2° sec. d.C.) credeva che esistessero 48 costellazioni, mentre all'inizio del 20° secolo esse furono stabilite e delimitate a 88 dalla «International Astronomical Union».

    Applicando tale logica di un «Evangelo scritto nelle stelle», dovremmo concludere che oggigiorno dovremmo poter leggere negli astri un «evangelo più pieno» rispetto a quello del 2° secolo! L'interpretazione spiritualistica cristianizzata dei miti astrali dei pagani è una «gnosi» molto pericolosa per l'Evangelo e per i cristiani biblici. Essa sposta l'attenzione da ciò che «sta scritto» nella sacra Scrittura a chimere astrali, che sono arbitrarie, fantasiose e pericolose per la verità e la «sana dottrina».

 

 

5. {Vari e brevi}

 

Tonino Mele: A proposito dell'articolo su «Danilo Valla e gli astri», ho trovato interessante la tua disamina... peccato che Danilo non sia voluto intervenire... {11 gennaio 2010}

 

Antonio Capasso: Ho letto l’articolo su Danilo Valla. Avevo visto tempo fa questo video sul vangelo scritto negli astri ed ero rimasto molto perplesso. Grazie a te i miei dubbi sono stati confermati. Rimane valido per me il proponimento di Paolo di non evangelizzare con metodi umani, affinché non sia resa vana la predicazione della croce di Cristo (1Cor 1.17). Dio ti benedica... {11 gennaio 2010}

 

Luigi Fogli: Caro Nicola, la mia posizione, sulla tesi di Danilo Valla, che ribadisce, come il Vangelo, fosse già scritto nelle stelle, credo la si possa comprendere, dalle motivazioni, che mi hanno portato a iscrivermi, al sito di «Fede Controcorrente». [...] Non m’intendo molto d’astronomia, quindi che il Vangelo, fosse già scritto nelle stelle, mi sembra assai semplicistico, nonché fantasioso, come il notiziario di «Voiager!». Cristo per me non è una Costellazione e non è nemmeno un uomo venuto tra noi, per fondare una Religione, ma per porsi, come strumento efficace, nel nostro incontro con il Trascendente! [...] {11 gennaio 2010}

 

Enzo Corsini: Ho apprezzato molto i video del prof. Valla, ma quando ho visto questo mi sono sentito cascare le braccia. Possibile che non si riesca a rimanere saldi nella Parola di Dio senza cadere a destra o a sinistra, ma seguendo il centro: Gesù, il Messia? {13 gennaio 2010}

 

 

6. {Gaetano Nunnari}

 

Contributo: Nicola, leggendo l’articolo su Valla mi è venuto in mente tale verso biblico: «e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il Signore, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli» (Deuteronomio 4,19).

     Rimango allibito di come un cristiano, possa riporre la sua fede nell’astrologia, sì astrologia, perché alla fine di questo si tratta. Ho visto alcuni filmati su Danilo Valla e m’aveva colpito il suo entusiasmo nello spiegare le sue teoria. Purtroppo, quando si va poi alla ricerca dell’occulto come la numerologia ad esempio, non si può far altro che prenderne decisamente le distanze. Abbiamo degli esempi nella Bibbia d’uomini che hanno predicato il Vangelo e fatto apologia, ma nessuno d’essi mi pare si sia mai appellato alle arti occulte. Il professor Valla a mio avviso ha perso la bussola, oltretutto si fa passare per un esperto d’ebraico e sulla sua teoria della costola c’è chi lo contesta, screditandolo come conoscitore d’ebraico. Io non ho le competenze per giudicare in merito, ma tu Nicola puoi dare la tua opinione.

     Sono molto deluso del fatto che i cristiani odierni e moderni, non siano più soddisfatti e appagati dalle Scritture. I Riformatori hanno combattuto affinché la Bibbia fosse divulgata e tradotta per darne accesso anche ai semplici, e adesso sembra quasi che tutto ciò, per essere attraente e capita, abbia bisogno di fonti parallele, come sottotesti ebraici, cabala, numerologia, astrologia, rivelazioni mistiche e altre ignominie del genere. Molto probabilmente ci ritroviamo, come disse Lutero a suo tempo, in un periodo di cattività babilonese. Saluti e benedizioni… {13-01-2010}

 

Risposta: Quanto agli interrogativi e alle richieste del lettore riguardo alla numerologia e alle speculazioni astrali di E.W. Bullinger e dei suoi attuali seguaci, penso che ho risposto sufficientemente  già nel primo contributo di questo tema, prendendone le distanze.

    Riguardo a ṣelā`, interpretato come «metà [dell'uomo]» e «doppia elica del DNA», ho accennato alla questione nell’articolo «Danilo Valla e gli astri» (cfr. nota 1). Una confutazione particolareggiata si trova in questa mia opera: Nicola Martella, «Il fianco o il DNA? (Gn 2,21-22)», Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 262-265. Una risposta alla portata di tutti si trova in questo articolo: «Costato di Adamo o metà del DNA?». Altro potrà sempre seguire. {Nicola Martella}

 

 

7. {Alfredo Stradella}

 

Buon giorno, signor Nicola Martella, leggo ultimamente le sue contestazioni sul suo sito, i suoi articoli presentano per la maggior parte delle volte una opposizione a qualche cosa o qualcuno. Nell’articolo «Danilo Valla e gli astri? Parliamone» [N.d.R.: è l’attuale tema di discussione, l’articolo si trova qui: Danilo Valla e gli astri] ho potuto notare il livello culturale dei suoi lettori, che oltre magari una buona dialettica, non sono in grado di distinguere la differenza fra astronomia e astrologia.

     Credo che il motivo principale sia perché i suoi lettori amano la polemica e sulla falsa riga dei suoi spunti di contestazione s’accaniscono, non essendo in grado d’ascoltare un filmato in modo obiettivo. Per il bene dei suoi lettori dovrebbe stare attento a ciò che scrive assicurandosi che costoro crescano da un punto di vista conoscitivo e non polemico. Accusare gli altri usando un sito e una buona dialettica farcita d’autoreferenzialità ai suoi libri forse, per i più semplici di pensiero, può sembrare affascinante, ma l’immagine generale è poco piacevole, forse le persone che lei accusa sbagliano a non dare i riferimenti ai libri ai quali hanno attinto, ma non crede che sia grottesco che i suoi riferimenti puntino sempre a libri scritti da lei? Peraltro da quanto vedo, la casa editrice che pubblica libri solo scritti da lei, potrebbe essere la sua propria casa editrice, come mai? Le darebbe più credibilità se i suoi libri fossero pubblicati da altre case editrici.

     Nell’articolo «Costato di Adamo o metà del DNA?» lei accusa Danilo Valla di «inventarsi» un ebraico approssimativo, ho chiesto al signor Valla quale sia la sua preparazione, ha confermato d’avere una laurea in ebraico, aramaico e greco, voglio ben sperare che la sua arringa si basi su una preparazione almeno paritaria.

     Consiglio inoltre di dimostrare onestà intellettuale pubblicando questa mail, così come ha fatto per quelle che ha pubblicato, così che possa dimostrare che il suo sito è davvero aperto al confronto. Saluti… {14-01-2010}

 

 

8. {Nicola Martella}

 

Il mio sito non solo è aperto al confronto, ma correggo e pubblico ciò che arriva, rispondendovi pure.

     È singolare però prendere le difese di Danilo Valla, gettando subito fango sul «livello culturale dei lettori» del sito e insinuando che non siano «in grado di distinguere la differenza fra astronomia e astrologia». Vedo che neppure Alfredo Stradella cerca di istruirci in merito.

     All’inizio del tema di discussione (l’articolo è altra cosa), spiego che Danilo Valla è stato da me invitato a un confronto, ricevendo l’articolo in anteprima, ma si è sottratto alla pubblica discussione. È strano che ora questo lettore voglia fargli da avvocato, purtroppo senza portare argomenti. Leggendo il suo contributo, mi sarei aspettato ragionamenti che mostrassero che le tesi di Danilo Valla sono corrette e le mie obiezioni sbagliate. Purtroppo non ho trovato nulla di nulla, se non illazioni e sospetti.

     I temi da me trattati partono in genere da specifiche richieste di lettori, che chiedono risposte per questioni che ritengono problematiche per la dottrina o l’etica biblica e per la loro vita personale. I miei lettori non amano la polemica, ma cercano risposte che diano orientamento. Sospettare che essi non siano «in grado d’ascoltare un filmato in modo obiettivo», è alquanto gratuito, visto che in tale contributo di Alfredo Stradella non ho trovato nessun argomento valido.

     Certo non è un buon argomento insinuare verso chi si scrive «una buona dialettica farcita d’autoreferenzialità ai suoi libri»; ciò mostra che si usa un metodo che tutto insinua e nulla dice. Il riferimento ai miei libri è motivato dal fatto che, non potendo riprodurre tutti gli argomenti, i lettori possono approfondire meglio le cose che interessano loro. Sospettare anche qui il male non rende onore a tale lettore. Inoltre la casa editrice è chiusa da anni e i miei libri e i miei articoli sono pubblicati (e pubblicabili) anche presso altre case editrici. E poi, perché dovrei giustificare tutto ciò dinanzi ad Alfredo Stradella?

     Si può aver studiato ebraico, aramaico e greco — cosa che anch’io ho fatto e continuo a fare — e nonostante ciò presentare una tesi arbitraria in un punto specifico. È falso affermare che io abbia accusato «Danilo Valla di “inventarsi” un ebraico approssimativo». Ho solo affermato che il termine ebraico ṣelā` non significa mai in tutto l’AT «metà [dell’uomo o del DNA]». Come mostrerò in un prossimo articolo, in ebraico il concetto «metà» ha i suoi propri termini specifici, provenienti dalla radice verbale ḥaṣah, ma mai da ṣelā`.

     Non posso farci nulla se Danilo Valla ha rifiutato il confronto. Se lo avesse fatto, non avrebbe avuto bisogno di un «avvocato» nella veste di Alfredo Stradella. Io non ho bisogno di «dimostrare onestà intellettuale», visto che argomento sempre nel merito delle cose. Mi sarei aspettato lo stesso da parte di questo lettore che, oltre a illazioni e sospetti, non ha portato un che minimo argomento razionale, linguistico, esegetico e d’altro tipo per fare osservazioni e obiezioni degne di una «onestà intellettuale». Io prendo i lettori, che vogliono confrontarsi, così come sono, prendo sul serio ciò che affermano e cerco di rispondere loro nel merito delle cose che affermano. Ciò vale quindi anche verso Alfredo Stradella.

     Poi saranno i lettori a giudicare, e ciò nonostante gli apprezzamenti sul loro «livello culturale» (il discernimento non si misura con i diplomi), sul fatto che non siano «in grado di distinguere la differenza» delle cose, che amino «la polemica», che «s’accaniscono» magari su inermi, che non siano «in grado d’ascoltare un filmato in modo obiettivo». Certo se Alfredo Stradella avesse portato un qualche vero argomento, un’osservazione tecnica o un’obiezione nel merito, avremmo potuto evitare questa inutile e singolare polemica e dedicarci all’accertamento delle verità su numerologia, Evangelo nelle costellazioni, costole e DNA. Speriamo che nell’eventuale prossimo contributo andrà nel merito delle questioni e che esso non sarà come quest’ultimo, ossia «tutto fumo [di gratuita polemica] e niente arrosto».

     Un ultima nota al margine. Quando si scrive a chi non si conosce, oltre a informarsi prima, si fa sempre bene a presentarsi. Questo fa parte della buona creanza.

 

 

9. {Salvatore Corcelli jr.}

 

Ciao Nicola, mi chiamo Salvatore e sono un giovane battezzato e membro di una chiesa dei fratelli. Ho letto il tuo articolo di risposta ad alcune osservazioni di Danilo Valla. Faccio un piccolo preambolo: stimo e ammiro persone come voi due (te e Danilo) per la vostra passione e dedizione allo studio della Parola; v’invidio (in maniera costruttiva ovvio).

     Però credo che non sia positivo che vi rispondiate a suoni di «non è vero quello che dici tu, ma è vero quello che dico io»! Io non sono nessuno per giudicare (anche perché in relazione a voi sarei un poveraccio.

     Ma ti scrivo solo perché potrebbe sembrare anti-costruttivo un dialogo ti questo tipo, in parole povere vi discreditate a vicenda, andando contro la natura di un nato di nuovo, che dovrebbe contribuire alla crescita del fratello o aiutarlo in caso di qualche mancanza dello stesso; e chi meglio di voi due messi insieme, potrebbe contribuire alla vostra stessa crescita.

     Data la mia stima per voi, mi piacerebbe pensare a una vostra collaborazione per aumentare in maniera esponenziale la qualità del servizio da voi offerto, e non a una «pseudo guerra» all’ultima verità.

     Spero di non passare per quello, che in realtà non sono, e spero che questa mail venga intesa nel giusto modo.

     Colgo l’occasione per porgerti i miei saluti nel Signore. {11-10-2010}

 

 

10. {Nicola Martella}

 

Di per sé qui dovrei ripetere cose già dette sopra. La stima e l’ammirazione fanno bene, ma avrei voluto trovare qualcosa di più sostanziale nella lettera, oltre a una predicazione morale. Se tale lettore si sente un «nessuno per giudicare», come fa a valutare in che cosa risieda il vero problema e ciò che sia positivo o negativo? Come fa allora a credere che si tratti semplicemente di «una “pseudo guerra” all’ultima verità»? Cercherò ancora una volta di spiegarmi…

     Le cose che Danilo Valla afferma nei suoi articoli e in filmati mi hanno meravigliato da anni. I miei articoli nascono spesso da precise richieste di lettori, che chiedono chiarezza. Ecco il procedimento adottato: prima di rendere pubblico un articolo di confutazione sulle sue singolari idee, gli ho mandato riservatamente il link del relativo articolo, chiedendogli di fare osservazioni e obiezioni, cosicché rispondesse alle mie argomentazioni e il tutto risultasse un dialogo di chiarimento. La sua risposta è stata disarmante: «Non ho tempo». Insomma mi fece capire che non aveva nessuna intenzione di rispondere. Intanto continua a recarsi di chiesa in chiesa, come mi viene detto, e ripete sempre tali cose speculative (numerologia, codici segreti, astrologia teologizzata, ecc.). Diverse cose del genere le ho confutate già da anni, ma lui le ignora e continua a diffonderle. Si veda già il mio articolo «Il fianco o il DNA? (Gn 2,21-22)» in Nicola Martella, Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 262-265. [ Costato di Adamo o metà del DNA?]

     La responsabilità è di chi mette speculazioni in articoli e in filmati, spacciandoli per verità rivelata dalla sacra Scrittura. Confutarle è un dovere di chi ama la verità. [► Apologetica] La maggior parte delle persone non sono in grado di verificare se in ebraico ci sia veramente scritto ciò, che Danilo Valla afferma, e si fida di lui, ritenendolo uno studioso imparziale. Anzi, non pochi credenti vanno in visibilio, quando apprendono tali cose, credendo che stiano veramente così e siano rivelazione biblica. È stato quindi un mio dovere avvertirle, partendo da ciò che è già pubblico da lungo tempo. La cosa singolare è che Danilo Valla, invece di accettare di confrontarsi con me, che posso controllare ciò, che lui afferma, ha deciso di fare il battitore libero. È impossibile dialogare con chi non vuole, figuriamoci poi a collaborare!

     Quando alla «natura di un nato di nuovo», di cui parla il lettore, da una parte essa si mostra tagliando «rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15) e non andando «oltre a ciò che è scritto» (1 Cor 4,6); dall’altra si mostra proprio difendendo la verità (2 Cor 10,5; Gd 1,3).

     Se le faccende, che uno fa, dice o scrive, sono cosa pubblica, è legittimo che le confutazioni lo siano pure, tanto più se si tratta di persone che stanno nell’opera del Signore (Gal 2,15; 1 Tm 5,19s).

 

 

11. {Valeria Franchi}

 

Caro Nicola, sono Valeria Franchi-Piras da Verona. Da Facebook mi sono ritrovata sul sito «Fede controcorrente» all’articolo «Danilo Valla e gli astri: La bufala dell’Evangelo scritto nelle stelle». [Poi segue citazione dell’introduzione]

     Ho letto tutto l’articolo e non voglio entrare nel merito dei contenuti. Certo, da studioso a studioso, è lecito dissentire e correggere. Ma una cosa non posso fare a meno di notarla. Come fratello in Cristo di Danilo, hai un tono povero di amore e ricco di sarcasmo. Mi hai rattristato, Nicola.

     Penso che dovremmo mettere più energia a raggiungere i perduti che non a sparare sui salvati che — come sanno e possono — cercano di servire il Signore. Anche Paolo ha ripreso Pietro pubblicamente, perché stava trascinando nell’errore anche Barnaba, giudaizzando. Ma poi, Pietro, ha detto di Paolo che nelle sue lettere c’erano delle cose difficili a capirsi — e comunque ha detto — giustamente - che gli scritti di Paolo erano — almeno quelli che poi sono stati inseriti nel canone — ispirati da Dio. Ed erano soggetti a essere distorti — come anche le altre Scritture. Insomma, non c’è stata, fra i due, nessuna forma di dissapore.

     Come ho detto, non entro nel merito della materia stessa. Ma mi rattrista il sottile piacere, che si percepisce, che tu provi nel «prendere in castagna un fratello». E non credo che tu riesca a «salvarti in corner» con il fatto che dici che «il link del seguente articolo è stato da me mandato a Danilo Valla in anteprima, perché potesse fare osservazioni e obiezioni ma lui, rispondendo al mio invito, ha preferito sottrarsi elegantemente al confronto». La parola «elegantemente», che hai usato per Danilo, io la condivido appieno. Sì, Danilo è un credente «elegante», non è il tipo da discussioni per «torri d’avorio dei teologi». E va bene così. Il Signore gliene chiederà conto.

     Dio benedica il tuo ministero, Nicola. E lo dico con tutta la sincerità, di cui sono capace. Ci vedremo comunque tutti davanti al Signore, quando Dio giudicherà le motivazioni dei cuori, le mie, le tue e quelle di Danilo. E anche questa mail sarà messa in conto. Tua sorella in Cristo… Valeria Franchi-Piras (Verona). {07-12-2010}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Non posso che rispettare il punto di vista delle lettrice, anche se non lo condivido. A cose del genere ho già risposto sopra e altrove, visto che sono punti di vista, che ritornano. Si tratta di critiche generiche e moraleggianti di animi sensibili, che evitano però di andare nel dettaglio delle cose, che essi ti attribuiscono, né prendono posizione sui contenuti. Riguardo a tali scritti mi viene di ricordare le parole di Gesù, rivolte al soldato, che lo schiaffeggiò non per i contenuti, ma per il tono usato: «Se ho parlato male, dimostra il male, che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,22s).

     Questa lettrice ha tratteggiato un quadretto romantico fra Paolo e Pietro; ma le cose non stavano così. Faccio notare che Paolo era così arrabbiato da chiamare Simone «Cefa», il nome giudaico. Poi egli affermò che aveva affrontato Pietro pubblicamente e con veemenza: «Io gli resistei in faccia, perché egli era da condannare» (Gal 2,11). Quindi, tale quadretto romantico non c’è stato, ma ci fu senz’altro un’accesa discussione, com’era ovvio in tali frangenti (cfr. At 15,1ss.39). Il cambiamento di Pietro verso Paolo non avvenne certo in breve tempo; e se scrisse cose così buone su lui, significa che Pietro si era ravveduto dal suo giudaizzare, Danilo Valla non solo non ha fatto stima delle critiche altrui, ma continua a insegnare tali cose come prima e più di prima (ha una vasta gamma di speculazioni che ripete, dovunque arriva), come mi viene riferito; alcune di tali cose le ho confutate da molto tempo nei miei libri e sul mio sito, ma a lui non interessa. Sottrarsi alla discussione, affermando di non avere tempo, è legittimo, ma non accettabile per me e per altri, che leggono tali cose e le vedono continuamente in vari filmati, condivisi da cristiani poco informati.

     Inoltre, Paolo non solo evangelizzava i non-credenti, ma praticava continuamente apologetica sia verso quelli di fuori, sia verso quelli di dentro (Gal 1,6-9; 2 Cor 11). Si veda in merito l’articolo «Evangelizzare sì, apologetica no?».

     Peccato che Valeria affermi e ribadisca che non entra nel merito! È un po’ singolare voler fare da arbitro o da insegnante di morale e poi sottrarsi alla discussione. Fa sempre comodo fermarsi ai proclami, e ciò fa fare bella figura come autonominata istanza morale. Ciò le dà il modo di usare una strategia singolare: fa del sarcasmo sugli altri (p.es. «torri d’avorio dei teologi»), sebbene lo contesti a questi ultimi, fa supposizioni maligne (attribuirmi un «sottile piacere» sadico), dà lezioncine morali («tono povero di amore e ricco di sarcasmo»; «non credo che tu riesca a “salvarti in corner”»; ci vedremo dinanzi al sommo giudice, ecc.), disquisisce su termini («elegantemente»), pone improbabili differenze con figure bibliche (Paolo e Cefa)… insomma la lettrice ha preso l’occasione per farsi vento, ma nonostante ciò crede che possa sentirsi a posto per non aver bisogno di entrare nel merito! Che dire? Usando le sue parole, mi viene da dire: «Mi hai rattristato, Valeria»… oltre che deluso.

     Mi fermo qui e lascio tutto al giudizio dei lettori.

 

 

12. {Gianni Siena}

 

La rivelazione perfetta di Dio era già disponibile nelle stelle sin dalle origini e andò perduta solo dopo la caduta dell’uomo?

     La tesi secondo cui «Dio ha scritto il futuro nelle stelle», secondo me, non regge. Argentino Quintavalle, da me sollecitato, m’ha scritto che non sostiene questo punto di vista... mi «pare».

     Lo zodiaco, inteso come «sistema di classificazione» delle costellazioni, è un prodotto dell’antica astronomia che, stando alle più sorprendenti scoperte, era molto più informata sulla volta celeste di quanto una certa archeologia ammettesse sino a pochi decenni fa.

     Il libro di Bullinger io non l’ho letto ma sono andato sul sito di Quintavalle e ho letto qualche pagina del «vangelo stellare». Le spiegazioni di Bullinger (tradotte da Quintavalle) circa il significato delle costellazioni non mi sembrano opera «divina» ma, forse, sono sorprendenti e ritengo si possano spiegare: «come»? Secondo la Bibbia, la più antica civiltà della terra (= pre-diluviana e sumerica dopo) era opera dei discendenti di Adamo e di Noè.

     Possiamo escludere che i primi astronomi fossero «credenti» e con l’aspettativa rivelata delle cose, che poi furono profetizzate più tardi? L’attesa del Messia redentore risale alla prima coppia umana... secondo questa supposizione (= da confermare), uno sconosciuto astronomo (Enoc?) elaborò lo zodiaco, tenendo conto della rivelazione profetica del futuro. La rivelazione profetica (per consolare i cuori in attesa della redenzione) è anteriore allo zodiaco!

     Questo, se si riesce a provare quanto ho supposto (niente altro!), è il presupposto di tutto ciò. Ecco, forse, perché le figure zodiacali si prestano alle spiegazioni di Bullinger; poi, lo zodiaco è diventato lo strumento per rivelare il futuro ai gonzi (oroscopo).

     Questa potrebbe esserne l’origine «nobile», poi deformata nella pratica idolatrica dell’astrologia: un coacervo simbolico per rammentare il futuro, nel guardare la volta celeste. La mia è un’ipotesi, e ogni critica fattale è legittima. {12-12-2010}

 

 

13. {Nicola Martella}

 

È proprio singolare che Argentino Quintavalle non sostenga la tesi di Ethelbert William Bullinger (1837-1913), espresse nell’opera «The Witness of the Stars», secondo cui Dio avrebbe scritto, fin dall’inizio, l’Evangelo nelle stelle e quindi il futuro dell’umanità. È stato lui a pubblicare tale equivoca opera di Bullinger! Non credo che si possa gettare la pietra e ritirare la mano, faticare tanto per tradurre tale vetusta opera, per poi non condividerne le idee basilari. Sta di fatto che Argentino Quintavalle e Danilo Valla hanno diffuso fra le chiese tale bizzarra concezione, che si basa su decisioni aprioristiche (Dio avrebbe scritto nelle stelle l’Evangelo), senza una vera base biblica e senza una vera dimostrazione esegetica. I pochi versi citati non sono una dimostrazione di tale stravagante tesi, ma sono un uso strumentale di versi biblici (versettologia indebita), piegati a una logica ideologica, ossia a una scelta fatta a priori, a cui si vuol credere.

     Quanto alle cose dette da Gianni Siena, stiamo attenti ai salti mortali dialettici con doppio avvitamento ideologico, che affermano ma non dicono, presuppongono ma non esplicano, suggeriscono ma non avvallano del tutto! O c’è una sicura base esegetica per affermare certe cose, oppure sono speculazioni spiritualeggianti, condite di spezie versettologiche. Come si vede, si parte da un presunto «protoevangelo» (Gn 3,15), che già Adamo ed Eva avrebbero capito in senso messianico (!), proiettando così il NT sull’AT; poi, si presuppone «uno sconosciuto astronomo (Enoc?)», si proiettano in lui doti predizionali, e il bizzarro gioco è fatto. Questo ragionamento da falso sillogismo è un inganno di se stessi e per gli altri. [Per l’approfondimento si veda: Nicola Martella, «Il protoevangelo», Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 304ss. Sull’esegesi di Gn 3,15 nel suo contesto si veda qui: Nicola Martella, «Il verdetto sul serpente 3,14-15», Esegesi delle origini. Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 219-231, particolarmente pp. 227-231.]

     Come fa la rivelazione profetica a essere «anteriore allo zodiaco», visto che Babele è anteriore al primo dei profeti, Mosè, e al movimento profetico in Israele, iniziato con Samuele e terminato con Giovanni Battista? (cfr. Ger 15,1; Mt 11,13; Lc 16,16; At 2,24; 13,20). Con ragionamenti circolari e contorti si pensa di scoprire nella Bibbia quanto si è posto come apriorismo iniziale.

     Ripeto per l’ennesima volta ciò che è accaduto, e ciò è documentato. Gli antichi avevano proiettato i loro miti nelle costellazioni; ad esempio in Grecia ciò accadde con la storia dell’eroe Ercole, e ciò diede luogo ai cosiddetti segni dello zodiaco, un adattamento di tale storia mitologica a gruppi di corpi celesti. Visto che tale concezione era alquanto diffusa, alcuni pagani convertiti all’Evangelo, ma con un’anima ancora gnostica, credettero bene di reinterpretare tutto ciò in senso cristiano. In tal modo, Ercole fu fatto diventare Cristo, una dèa madre divenne Maria e il resto fu reinterpretato in senso cristiano. Visto che l’idea era affascinante, il passo fu breve a retroproiettare tutto ciò in un piano misterioso del Creatore, secondo cui Egli avrebbe voluto in tal modo comunicare l’Evangelo alle popolazioni pagane di tutti i tempi! Poi, è bastato condire tutta tale affascinante ma stravagante ideologia astrale cristianizzata con versi biblici, piegati a tale logica! Bullinger non ha fatto altro che raccogliere e sistematizzare tali speculazioni astrali, già esistenti prima di lui e ai suoi tempi.

     Se si fa una comparazione dei segni zodiacali di tutte le civiltà del mondo (p.es. babilonesi, egiziani, cinesi, aztechi), ci si accorgerà che i pagani hanno creduto di legger di tutto nelle stelle, tranne che l’Evangelo.

     Se Paolo e Pietro mettevano in guardia contro i miti giudaici (1 Tm 1,4; 4,7; Tt 1,14; 2 Pt 1,16), quanto più vale questo per i miti pagani cristianamente riverniciati? Uno dei segni del tempo della fine sarà proprio questo: «Non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2 Tm 4,3s).

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Danilo-Valla_astri_Oc.htm

12-01-2010; Aggiornamento: 21-03-2015

 

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