Un credente mi ha segnalato un
filmato di Danilo Valla, pubblicato da evan.tv («Gesù Cristo è una bufala?»;
24 ottobre 2008). In esso quest’ultimo risponde a tono all’autore di un
filmato allucinante, in cui si asserisce che la storia di Cristo
riprodurrebbe il mito di Horus, il dio Sole egiziano; per questo, secondo lui,
Cristo sarebbe un mito pagano. Danilo Valla inizia a confutare abbastanza bene
tali cose; poi si occupa d’altro e, per trovare qualche vero punto di confutazione,
si dovrà aspettare specialmente la fine del filmato.
Il link del seguente articolo è stato da me mandato a
Danilo Valla in anteprima, perché potesse fare
osservazioni e obiezioni ma lui, rispondendo al mio invito, ha preferito
sottrarsi elegantemente al confronto. Ogni legittima libertà implica sempre
responsabilità.
Sullo stesso genere si veda pure questo altro
filmato di Danilo Valla, anch’esso pubblicato da evan.tv («Luna, sole e
numeri ebraici»; 26 gennaio 2009); rimandiamo sotto per il commento a esso. |
1. UNA CONFUTAZIONE CON MOLTE OMBRE E
POCHE LUCI: Tutto era iniziato bene e prometteva d’essere
interessante. Poi però, per mia meraviglia, Danilo Valla cambia del tutto il
discorso e va a riscaldare una vecchia e curiosa ipotesi, che andava di moda
molti decenni or sono e che ebbi modo di leggere e confrontarmi al tempo, in cui
ero studente di teologia. Secondo tali
teorie mitologiche cristianizzate, riprese da Danilo Valla, nelle stelle ci
sarebbe scritto nientemeno che l’Evangelo! Egli usa un po’ di fantasia, un
pizzico d’ebraico nulla dicente (p.es. ’ot «segno»;
ṣëmach «rampollo», non «spiga», come falsamente afferma lui), alcune
affermazioni azzardate e tirate per i capelli (il segno della vergine proiettata
su Maria; il segno del Leone proiettato su Gesù) e quant’altro e arriva ad
affermare che nelle costellazioni è scritta tutta la storia di Gesù!
Lì per lì, mi è venuto da pensare: Danilo Valla non doveva confutare la teorie
di Horus? Risponde, però, a una mitologia cristianizzata (quella di Horus) con
un’altra gnosi cristianizzata, quella secondo cui nelle costellazioni sarebbe
scritto tutto l’Evangelo? Tutto ciò è degno di un guru orientale o di un santone
gnostico cristianizzato, non di un esegeta!
Poi Danilo Valla mostra un’immagine astrale, tratta da un tempio pagano,
per esemplificare la tesi da lui riscaldata per l’occasione. Dovrebbe proprio
essa diventare fonte di conoscenza biblica? E allora perché Dio diede l’ordine
di distruggere i templi pagani (Es 34,13; v. 15 «si prostituiranno ai loro
dèi»), se erano fonte di siffatta saggezza universale? Se i seguaci del Dio
vivente dovevano andare a scuola dai seguaci di Ba`al, allora la Torà ed Elia si
erano sbagliati? (cfr. 2 Cor 6,15; Beliar è Ba`al). Tutti avrebbero veramente
potuto conoscere la storia di Gesù, migliaia di anni prima della sua nascita,
studiando le stelle? Allora gli astrologi di Babilonia e d’Egitto sarebbero
stati i migliori evangelisti! Gli apostoli si erano sbagliati a parlare del «mistero
di Cristo» (Ef 3,4; Col 4,3), «mistero che fu tenuto occulto fin dai
tempi più remoti» (Rm 16,25) e che fu rivelato fra i Gentili specialmente
mediante il ministero di Paolo (Col 1,27; 4,3). La Chiesa del Dio vivente non è
l’unica «colonna e base della verità»? (1 Tm 3,15). Per non essere un
«operaio confuso», non basta tagliare
«rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15), ossia fare un’esegesi
contestuale corretta, ma bisogna diventare astrologi o, almeno, astronomi?
Quella che chiamiamo la «Vergine» come segno astrale, era una dèa della
prosperità. Culti di fecondità si trovano in tutto il mondo nel paganesimo. È,
però, proprio vero che nell’America Latina avessero la stessa interpretazione
delle costellazioni come nel Medio Oriente? I segni aztechi e quelli cinesi, per
fare un esempio, non corrispondono allo zodiaco occidentale. È proprio vero che
tali popoli attingevano direttamente alle stelle la conoscenza universale su
Gesù e il piano di salvezza, proprio come suggerisce Danilo Valla?
È proprio vero che i magi (non erano re, come lui però afferma!) usarono
tale vademecum universale astrale per arrivare a Gesù? Questa è pura
supposizione senza prova né fondamento esegetico. Hanno proprio visto nelle
stelle? Era veramente un segno extraterrestre che li guidò? Si noti che tale
fenomeno (probabilmente inter-terrestre) si muove, si ferma, riappare e si va a
fermare proprio sulla casa in cui c’era la famiglia di Gesù! (Mt 2,9s). Vorrei
proprio vedere come si fa a trovare una casa specifica, se si tratta di un segno
extraterrestre! I magi non dissero, come afferma Danilo Valla: «Abbiamo visto
nelle stelle», ma: «Abbiamo visto la sua stella in Oriente» (Mt 2,2).
Trarre da tale brano oscuro e discusso una prova per tale ipotesi astrale, non è
serio.
Poi Danilo Valla pensa di poter confutare la teoria di Horus e di avvallare la
propria, facendo un parallelo fra tale precedente mappa astrale di un tempio
pagano con un’iscrizione di un tempio egizio. Su quest’ultima c’è una
donna con un bambino: come fa a essere la vergine della mappa astrale? Ecco la
quintessenza: «Evidentemente tutte queste culture traevano dal cielo, dalle
stelle, gli elementi dei loro miti… quello invece di Gesù non è un mito, è una
verità». Che commistione incredibile! Si pretende di dipanare una matassa
ingarbugliandola con un’altra!
Perché i miti sono falsi e la storia di Gesù vera? Basta solo affermare che,
essendo la Bibbia la Parola di Dio, non può contenere contraddizioni,
come spesso afferma Danilo Valla? E allora perché lui non ne ha fatto un’esegesi
contestuale accurata, invece di attaccarsi (non al tram) ma alle stelle? In una
confutazione gli enunciati non bastano, né i «per esempio» sono prove certe. Se
Oddifreddi ha detto sciocchezze perché non ha usato i testi originali,
perché non li ha usati neppure Danilo Valla qui, ma ha preferito rifarsi a tesi
astrologiche cristianizzate riscaldate per l’occasione?
Se Vittorio Messori ha detto cose sbagliate riguardo alla Bibbia,
toppando sui ruminanti ed è ritenuto sciocco per questo, avendo dato credito a
due cardinali, perché Danilo Valla, che afferma di conoscerla, attinge ai miti
dei pagani? [►
La lepre e l’ermeneutica] Eppure, visto che lui ha citato le stelle
come ’ot «segno», dovrebbe sapere che cosa affermò Jahwè per bocca di
Geremia: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate
paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno
paura» (Gr 10,2). Se la Bibbia non sbaglia, come lui afferma, perché
pretende che proprio nei «segni del cielo» ci sia scritta da sempre tutta
la storia della salvezza? Inoltre dovrebbe saperlo che lo schema tolemaico del
cielo (quello usato ancora oggi dagli astrologi!) è mutato negli ultimi due
millenni; così è accaduto anche nei millenni prima di Cristo. Come ha potuto Dio
affidare un preciso messaggio universale di salvezza in Cristo a una cosa così
mutevole?
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Avremmo voluto chiedergli: Danilo Valla, allora affermi veramente che tali
miti siano falsi, o non proprio? Lui stesso risponde nel filmato in modo
contraddittorio, come chi vorrebbe salvare capri e cavoli: «…tutti gli altri
miti sono falsi; o meglio, non è che sono falsi, sono pieni di errori, ma sono
veri in gran parte… la Scrittura parla di questi miti… [poi cita Gn 6 e altro]…
i miti sono falsi nella loro globalità». Parla più volte di struttura perfetta
della Bibbia e che è facile da dimostrare, ma si ferma agli enunciati e ad
affermare che alcune cose non sono spiegabili con la ragione.
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Mi sarei aspettato che Danilo Valla confutasse, veramente e punto per punto, le
tesi dell’autore di tale filmato, usando argomenti concreti e probatori, ma la
maggior parte del filmato si occupa con tale bizzarra teoria astrale
cristianizzata. Sembra che Danilo Valla ami tali bizzarrie; afferma ad
esempio che in Genesi 2 ṣelā` non significherebbe «costato /
fianco», che per lui è una sciocchezza, ma «metà [dell’uomo]» e, in pratica,
«doppia elica del DNA».
Già nel passato mi era stata posta all’attenzione tale questione. [►
Costato di Adamo o metà del DNA?] Diversi credenti hanno frequentato le sue
conferenze, in cui hanno sperimentato la sua passione per i sedicenti codici nascosti
nel testo ebraico, cosa che assomiglia alla cabala giudaica e non all’esegesi. Il cerchio si chiude: come il testo
ebraico esplicito avrebbe un sottotesto nascosto con sedicenti segreti di tutta
la storia umana, così il cielo stellato conterrebbe tutta la storia universale
della salvezza. In effetti però in un tale ragionamento, la prima si chiama
«cabala», la seconda «gnosi». Cose del genere hanno solo nuociuto alla sana
dottrina e alla verità durante il corso della storia, generando singolari
«santoni» e auto-nominati «maestri». Da tutto ciò sono state tratte dottrine
singolari, dannose per l’Evangelo e che hanno sviato le persone rispetto alla
verità (cfr. 2 Cor 11,3; Col 2,18).
Certamente Danilo Valla afferma anche varie cose giuste e condivisibili.
Tuttavia da studioso a studioso: che delusione in tale filmato! C’è molta
improvvisazione e poco vero contenuto esegetico, storico e culturale che possa
appagare uno studioso.
2. ALCUNI APPROFONDIMENTI:
Un giovane credente mi ha scritto affermando, tra altre cose, quanto segue: «Gli
antichi popoli studiarono il cielo e i pianeti, infatti conoscevano lo zodiaco e
diedero un nome alle costellazioni. Queste parlavano anche del piano
redentivo che Dio stava preparando per noi. Potremmo dire che anche Gesù
viene paragonato alla costellazione del Leone (Apocalisse 5,5)».
► Conoscendo da decenni tali vetuste tesi della mitologia astrologica
cristianizzata, la mia reazione non si fece attendere. Gli feci notare che ad
esempio William M. Branham, auto-nominato Elia escatologico e profeta
antitrinitario, ha affermato cose del genere.
Tale giovane stesso mi ha risposto: «Ti chiedo venia se ho preso per buone
queste teorie… Il
video è tratto da evan.tv ed è presentato da Danilo Valla (studioso
che molti decantano). Perdonami per l’ingenuità, non avrei dovuto seguire tali
teorie, portate avanti da questi studiosi o guru. Questo errore m’insegna che
non bisogna fidarsi di chicchessia e, in secondo luogo, ho molto ancora da
studiare per avere un corretto discernimento della Parola».
Questo stesso giovane mi ha confermato che Danilo Valla va nelle chiese
a presentare tali tesi di astrologia mitologica, cristianamente rivista. Egli mi
ha scritto quanto segue riguardo a una giovane donna, da lui consultata in
merito: «…mi ha detto che anche lei conosce questa “teoria delle stelle”, perché
Danilo Valla ne ha parlato nella sua chiesa durante una conferenza. Infatti lei
mi ha scritto quanto segue: “Ci ha spiegato per linee generali che praticamente
le stelle raccontano la storia di Gesù e della sua venuta”. Ti riporto questo
per dirti che tali cose, che io ingenuamente avevo preso per buone e che avevo
letto tempo fa in altri testi, hanno una certa diffusione».
Arrivandomi ogni tanto qualche voce su alcune tesi bizzarre di Danilo Valla, ho
analizzato tutto il video in modo molto meticoloso. Qui di seguito aggiungo, a
quanto già detto sopra, alcuni elementi riguardo a tali asserzioni. In gran
parte le avevo scritte prima di vedere tale video, rispondendo alle asserzione
di tale giovane credente.
Certamente sbagliano i cosiddetti astrologi. Sbagliano pure coloro che
proiettano negli astri il piano redentivo di Dio verso gli uomini. Da
millenni, i pagani hanno proiettato nei raggruppamenti di stelle figure di
uomini e animali (zodiaco), suggerite dalla fantasia umana e dagli antichi miti,
per spiegare appunto questi ultimi. In seguito, alcuni hanno cristianizzato tali
figure mitiche (p.es. Ercole), proiettando in esse la storia della salvezza. Si
tratta, però, solo della proiezione di menti fantasiose; in tal modo si seduce
la gente a studiare gli astri, pensando che così si possa trovare la verità. È
solo astrologia cristianizzata! È una cabala astrale senza alcun fondamento
veramente esegetico. I seguaci di Gesù non necessitano di cose del genere, che
sono miti e favole. Paolo raccomandava a Timoteo: «Studiati di
presentar te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a esser
confuso, che tagli rettamente la parola della verità. Ma schiva le profane
ciance, perché quelli che vi si danno progrediranno nella empietà e la loro
parola andrà rodendo come fa la cancrena» (2 Tm 2,15ss). Se i discepoli di
Paolo non dovevano dare credito ai «miti giudaici» (Tt 1,14; cfr. 1 Tm
1,4) e a «miti artificiosamente composti» (2 Pt 1,16), figuriamoci se
dovevano farlo con i miti pagani, ossia con i «miti profani e da vecchie»
(1 Tm 4,7; cfr. 2 Tm 4,3s).
Annunziare il piano di salvezza universale non è compito delle stelle, ma dei
proclamatori dell’Evangelo della grazia! È perciò assolutamente sbagliato voler
vedere nell’espressione «leone», attribuita a Gesù (Apocalisse 5,5) la «costellazione
del Leone». In tale brano non si parla di stelle, ma un personaggio celeste
consolò Giovanni con queste parole: «Non piangere; ecco, il
Leone che è della tribù di Giuda,
il Rampollo di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette suggelli».
Tale designazione «Leone della tribù di Giuda» si riferisce al fatto che
Giacobbe identificò suo figlio Giuda con un leone: «Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio;
egli si china, s’accovaccia come un leone,
come una leonessa: chi lo farà levare?» (Gn 49,9). Come si vede è
solo un’allegoria che proviene dalla loro esperienza di pastori e non
dall’astrologia. Se «leone» fosse stato un segno zodiacale, lo avrebbero dovuto
essere anche le designazioni dei suoi altri undici figli, il che è semplicemente
ridicolo e paradossale. Poi Giacobbe parlò di scettro e bastone del comando (v.
10); non a caso in Apocalisse 5,5 si parla del Messia quale «Rampollo di
Davide». Dio stesso usò la designazione del leone per sé (Osea 5,14), e
nell’Apocalisse viene usata anche per altri (4,7 creatura vivente; 10,3 un
angelo; 13,2 una bestia con bocca di leone).
L’apostolo Paolo scriveva quanto segue: «Ora, un uomo psichico
non riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché
gli è pazzia; e non lo può
riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Cor 2,14). E proprio
coloro che hanno il «cuore ottenebrato» (Rm 1,21) dovrebbero riconoscere un
piano di salvezza universale e cristologico, che Dio avrebbe posto nei mutevoli
astri? È scritto che «i pagani si conducono nella nullità dei loro pensieri,
con
l’intelligenza ottenebrata,
estranei alla vita di Dio, a motivo della
ignoranza che è in loro, a motivo
dell’indurimento del cuore loro» (Ef 4,17s). E proprio loro dovrebbero da
millenni riconoscere dappertutto nel mondo il piano di salvezza di Dio in
Cristo? Per dare i numeri in cose del genere, bisogna aver visto le stelle,
battendo la testa! Non abbiamo bisogna di una tale
gnosi cristianizzata; essa non solo non fa bene, ma è deleteria per il
popolo di Dio.
3. ALCUNI ELEMENTI CONCLUSIVI: Come si possa far mettere l’Evangelo in ridicolo dai
suoi oppositori, è mostrato dalla replica di un ateo. Non condivido la maggior
parte delle cose che afferma un certo «trottolone93»
(perché la gente non mette il proprio nome e cognome?), ma ha ragione quanto a
logica in ciò che afferma a proposito di tale bizzarra teoria astrale,
presentata da Danilo Valla: «La storia di Cristo non è copiata di Horus, ma dagli astri. Non l’hai nemmeno
negato, anzi hai detto che è normale, perché Dio ha scritto il Vangelo pure
nelle stelle. Questa affermazione non è provata, ed è un modo di rigirare la
frittata: anche gli altri miti simili potrebbero dire che il loro Dio ha scritto
ciò negli astri, e quindi i Vangeli sono tra i “copiatori”».
Con tale bufala astrale si presta solo il fianco agli avversari dell’Evangelo.
Chi vuole un n altro esempio di falso sillogismo applicato all’eclisse
solare e ai numeri ebraici, si veda il seguente filmato di evan.tv: «Luna,
sole e numeri ebraici» (10 novembre 2008). Dov’è scritto che la lettera
ebraica «ת» (Tau) significhi «segno»? (segno in ebraico è אות
«’ôt»). Inoltre, se la Luna e il Sole sono «segni» (Gn 1,14s) e avrebbero tale
rapporto 1/400 fra di loro e con la Terra, che ne è delle stelle, visto che
anch’esse sono pure «segni» (Gn 1,16)? Quale cabala bisogna inventarsi per far
tornare i conti con le proporzioni delle distanze, con la lettera ebraica Tau e
col suo valore numerico di 400? Col falso sillogismo si può cercare di dare più
gloria a Dio (ma non credo che la voglia da «quasi verità» addomesticate), ma
tali ragionamenti hanno i piedi d’argilla, sono facilmente smontabili e
per di più danno occasione agli avversari dell’Evangelo di gettare solo fango su
di esso. Inoltre l’uso di «segno» per i corpi celesti è abbastanza limitato
nella Bibbia. In uno di tali pochi brani viene ingiunto, come già mostrato, a
non avere «paura dei segni del cielo» (probabilmente eclissi, comete,
ecc.; cfr. Gb 3,5), essendo ciò che condiziona i pagani (Ger 10,2). In un altro
vengono ricordati coloro che «offrivano profumi... ai segni dello zodiaco e a
tutto l’esercito del cielo» (2 Re 23,5). Praticamente in tutta la Bibbia, se
si fa eccezione di Genesi 1, la Luna e il Sole non vengono mai chiamati
«segni» (del cielo); tutt’al più, come preannuncia Gesù, «vi saranno dei
segni nel sole,
nella luna e
nelle stelle» (Lc 21,25).
Conviene trarre tutta questa teoria astrale e numerologica da brani così esigui,
da proiezioni indebite e da un ragionamento basato sul falso sillogismo? Penso
proprio di no.
Il mio consiglio è che Danilo Valla rifaccia il primo filmato, togliendo tale
parte mitologico-astrale; inoltre si concentri di più nel rispondere nel merito
e nel dettaglio a tali false tesi. Intanto consiglio a evant.tv di tagliare dal
filmato quella parte di mitologia astrale che non c’entra nulla con la risposta
a tali false tesi, secondo cui Cristo sarebbe una proiezione di Horus; così
facendo, ci guadagnerà anche la verità biblica. Come abbiamo mostrato, anche il
secondo filmato è discutibile e, basandosi su premesse discutibili e sul falso
sillogismo, non rimane in piedi dinanzi a un’analisi logica.
Guardando vari filmati di Danilo valla, si ha l’impressione che tutto abbia un
singolare odore di speculazione gnostica, di numerologia cabalistica e di
mitologia cristianamente adattata. Probabilmente è andato avanti per tale
strada, facendo più profondi i solchi di tale carreggiata, perché nessuno ha
avuto la necessaria competenza per contraddirlo, e tra i pochi che
posseggono la competenza per farlo, non ha trovato nessuno che finora abbia
seriamente risposto a tali bizzarrie speculative. Spero che questo sarà un buon
inizio.
Termino con questo motto, scritto tempo fa: «Chi dipende dalla “sola
Scrittura”, diventa indipendente dalle “affascinanti” opinioni degli uomini».
Anche qui ci azzecca.
►
Costato di Adamo o metà del DNA? {Nicola Martella} (D)
►
Danilo Valla e gli astri? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Danilo-Valla_astri_Ori.htm
01-01-2010; Aggiornamento: 21-03-2015 |