Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le Origini 1

 

Interpretazione biblica

 

 

 

 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DANILO VALLA E GLI ASTRI

La bufala dell’Evangelo scritto nelle stelle

 

 di Nicola Martella

 

Un credente mi ha segnalato un filmato di Danilo Valla, pubblicato da evan.tv («Gesù Cristo è una bufala?»; 24 ottobre 2008). In esso quest’ultimo risponde a tono all’autore di un filmato allucinante, in cui si asserisce che la storia di Cristo riprodurrebbe il mito di Horus, il dio Sole egiziano; per questo, secondo lui, Cristo sarebbe un mito pagano. Danilo Valla inizia a confutare abbastanza bene tali cose; poi si occupa d’altro e, per trovare qualche vero punto di confutazione, si dovrà aspettare specialmente la fine del filmato.

     Il link del seguente articolo è stato da me mandato a Danilo Valla in anteprima, perché potesse fare osservazioni e obiezioni ma lui, rispondendo al mio invito, ha preferito sottrarsi elegantemente al confronto. Ogni legittima libertà implica sempre responsabilità.

     Sullo stesso genere si veda pure questo altro filmato di Danilo Valla, anch’esso pubblicato da evan.tv («Luna, sole e numeri ebraici»; 26 gennaio 2009); rimandiamo sotto per il commento a esso.

 

 

1.  UNA CONFUTAZIONE CON MOLTE OMBRE E POCHE LUCI: Tutto era iniziato bene e prometteva d’essere interessante. Poi però, per mia meraviglia, Danilo Valla cambia del tutto il discorso e va a riscaldare una vecchia e curiosa ipotesi, che andava di moda molti decenni or sono e che ebbi modo di leggere e confrontarmi al tempo, in cui ero studente di teologia. Secondo tali teorie mitologiche cristianizzate, riprese da Danilo Valla, nelle stelle ci sarebbe scritto nientemeno che l’Evangelo! Egli usa un po’ di fantasia, un pizzico d’ebraico nulla dicente (p.es. ’ot «segno»; ṣëmach «rampollo», non «spiga», come falsamente afferma lui), alcune affermazioni azzardate e tirate per i capelli (il segno della vergine proiettata su Maria; il segno del Leone proiettato su Gesù) e quant’altro e arriva ad affermare che nelle costellazioni è scritta tutta la storia di Gesù!

     Lì per lì, mi è venuto da pensare: Danilo Valla non doveva confutare la teorie di Horus? Risponde, però, a una mitologia cristianizzata (quella di Horus) con un’altra gnosi cristianizzata, quella secondo cui nelle costellazioni sarebbe scritto tutto l’Evangelo? Tutto ciò è degno di un guru orientale o di un santone gnostico cristianizzato, non di un esegeta!

     Poi Danilo Valla mostra un’immagine astrale, tratta da un tempio pagano, per esemplificare la tesi da lui riscaldata per l’occasione. Dovrebbe proprio essa diventare fonte di conoscenza biblica? E allora perché Dio diede l’ordine di distruggere i templi pagani (Es 34,13; v. 15 «si prostituiranno ai loro dèi»), se erano fonte di siffatta saggezza universale? Se i seguaci del Dio vivente dovevano andare a scuola dai seguaci di Ba`al, allora la Torà ed Elia si erano sbagliati? (cfr. 2 Cor 6,15; Beliar è Ba`al). Tutti avrebbero veramente potuto conoscere la storia di Gesù, migliaia di anni prima della sua nascita, studiando le stelle? Allora gli astrologi di Babilonia e d’Egitto sarebbero stati i migliori evangelisti! Gli apostoli si erano sbagliati a parlare del «mistero di Cristo» (Ef 3,4; Col 4,3), «mistero che fu tenuto occulto fin dai tempi più remoti» (Rm 16,25) e che fu rivelato fra i Gentili specialmente mediante il ministero di Paolo (Col 1,27; 4,3). La Chiesa del Dio vivente non è l’unica «colonna e base della verità»? (1 Tm 3,15). Per non essere un «operaio confuso», non basta tagliare «rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15), ossia fare un’esegesi contestuale corretta, ma bisogna diventare astrologi o, almeno, astronomi?

     Quella che chiamiamo la «Vergine» come segno astrale, era una dèa della prosperità. Culti di fecondità si trovano in tutto il mondo nel paganesimo. È, però, proprio vero che nell’America Latina avessero la stessa interpretazione delle costellazioni come nel Medio Oriente? I segni aztechi e quelli cinesi, per fare un esempio, non corrispondono allo zodiaco occidentale. È proprio vero che tali popoli attingevano direttamente alle stelle la conoscenza universale su Gesù e il piano di salvezza, proprio come suggerisce Danilo Valla?

     È proprio vero che i magi (non erano re, come lui però afferma!) usarono tale vademecum universale astrale per arrivare a Gesù? Questa è pura supposizione senza prova né fondamento esegetico. Hanno proprio visto nelle stelle? Era veramente un segno extraterrestre che li guidò? Si noti che tale fenomeno (probabilmente inter-terrestre) si muove, si ferma, riappare e si va a fermare proprio sulla casa in cui c’era la famiglia di Gesù! (Mt 2,9s). Vorrei proprio vedere come si fa a trovare una casa specifica, se si tratta di un segno extraterrestre! I magi non dissero, come afferma Danilo Valla: «Abbiamo visto nelle stelle», ma: «Abbiamo visto la sua stella in Oriente» (Mt 2,2). Trarre da tale brano oscuro e discusso una prova per tale ipotesi astrale, non è serio.

     Poi Danilo Valla pensa di poter confutare la teoria di Horus e di avvallare la propria, facendo un parallelo fra tale precedente mappa astrale di un tempio pagano con un’iscrizione di un tempio egizio. Su quest’ultima c’è una donna con un bambino: come fa a essere la vergine della mappa astrale? Ecco la quintessenza: «Evidentemente tutte queste culture traevano dal cielo, dalle stelle, gli elementi dei loro miti… quello invece di Gesù non è un mito, è una verità». Che commistione incredibile! Si pretende di dipanare una matassa ingarbugliandola con un’altra!

     Perché i miti sono falsi e la storia di Gesù vera? Basta solo affermare che, essendo la Bibbia la Parola di Dio, non può contenere contraddizioni, come spesso afferma Danilo Valla? E allora perché lui non ne ha fatto un’esegesi contestuale accurata, invece di attaccarsi (non al tram) ma alle stelle? In una confutazione gli enunciati non bastano, né i «per esempio» sono prove certe. Se Oddifreddi ha detto sciocchezze perché non ha usato i testi originali, perché non li ha usati neppure Danilo Valla qui, ma ha preferito rifarsi a tesi astrologiche cristianizzate riscaldate per l’occasione?

     Se Vittorio Messori ha detto cose sbagliate riguardo alla Bibbia, toppando sui ruminanti ed è ritenuto sciocco per questo, avendo dato credito a due cardinali, perché Danilo Valla, che afferma di conoscerla, attinge ai miti dei pagani? [ La lepre e l’ermeneutica] Eppure, visto che lui ha citato le stelle come ’ot «segno», dovrebbe sapere che cosa affermò Jahwè per bocca di Geremia: «Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura» (Gr 10,2). Se la Bibbia non sbaglia, come lui afferma, perché pretende che proprio nei «segni del cielo» ci sia scritta da sempre tutta la storia della salvezza? Inoltre dovrebbe saperlo che lo schema tolemaico del cielo (quello usato ancora oggi dagli astrologi!) è mutato negli ultimi due millenni; così è accaduto anche nei millenni prima di Cristo. Come ha potuto Dio affidare un preciso messaggio universale di salvezza in Cristo a una cosa così mutevole?

 

 

Avremmo voluto chiedergli: Danilo Valla, allora affermi veramente che tali miti siano falsi, o non proprio? Lui stesso risponde nel filmato in modo contraddittorio, come chi vorrebbe salvare capri e cavoli: «…tutti gli altri miti sono falsi; o meglio, non è che sono falsi, sono pieni di errori, ma sono veri in gran parte… la Scrittura parla di questi miti… [poi cita Gn 6 e altro]… i miti sono falsi nella loro globalità». Parla più volte di struttura perfetta della Bibbia e che è facile da dimostrare, ma si ferma agli enunciati e ad affermare che alcune cose non sono spiegabili con la ragione.

 

 

Mi sarei aspettato che Danilo Valla confutasse, veramente e punto per punto, le tesi dell’autore di tale filmato, usando argomenti concreti e probatori, ma la maggior parte del filmato si occupa con tale bizzarra teoria astrale cristianizzata. Sembra che Danilo Valla ami tali bizzarrie; afferma ad esempio che in Genesi 2 ṣelā` non significherebbe «costato / fianco», che per lui è una sciocchezza, ma «metà [dell’uomo]» e, in pratica, «doppia elica del DNA».[1] Già nel passato mi era stata posta all’attenzione tale questione. [► Costato di Adamo o metà del DNA?] Diversi credenti hanno frequentato le sue conferenze, in cui hanno sperimentato la sua passione per i sedicenti codici nascosti nel testo ebraico, cosa che assomiglia alla cabala giudaica e non all’esegesi. Il cerchio si chiude: come il testo ebraico esplicito avrebbe un sottotesto nascosto con sedicenti segreti di tutta la storia umana, così il cielo stellato conterrebbe tutta la storia universale della salvezza. In effetti però in un tale ragionamento, la prima si chiama «cabala», la seconda «gnosi». Cose del genere hanno solo nuociuto alla sana dottrina e alla verità durante il corso della storia, generando singolari «santoni» e auto-nominati «maestri». Da tutto ciò sono state tratte dottrine singolari, dannose per l’Evangelo e che hanno sviato le persone rispetto alla verità (cfr. 2 Cor 11,3; Col 2,18).[2]

     Certamente Danilo Valla afferma anche varie cose giuste e condivisibili. Tuttavia da studioso a studioso: che delusione in tale filmato! C’è molta improvvisazione e poco vero contenuto esegetico, storico e culturale che possa appagare uno studioso.

 

 

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI: Un giovane credente mi ha scritto affermando, tra altre cose, quanto segue: «Gli antichi popoli studiarono il cielo e i pianeti, infatti conoscevano lo zodiaco e diedero un nome alle costellazioni. Queste parlavano anche del piano redentivo che Dio stava preparando per noi. Potremmo dire che anche Gesù viene paragonato alla costellazione del Leone (Apocalisse 5,5)».

►      Conoscendo da decenni tali vetuste tesi della mitologia astrologica cristianizzata, la mia reazione non si fece attendere. Gli feci notare che ad esempio William M. Branham, auto-nominato Elia escatologico e profeta antitrinitario, ha affermato cose del genere.[3] Tale giovane stesso mi ha risposto: «Ti chiedo venia se ho preso per buone queste teorie… Il video è tratto da evan.tv ed è presentato da Danilo Valla (studioso che molti decantano). Perdonami per l’ingenuità, non avrei dovuto seguire tali teorie, portate avanti da questi studiosi o guru. Questo errore m’insegna che non bisogna fidarsi di chicchessia e, in secondo luogo, ho molto ancora da studiare per avere un corretto discernimento della Parola».

     Questo stesso giovane mi ha confermato che Danilo Valla va nelle chiese a presentare tali tesi di astrologia mitologica, cristianamente rivista. Egli mi ha scritto quanto segue riguardo a una giovane donna, da lui consultata in merito: «…mi ha detto che anche lei conosce questa “teoria delle stelle”, perché Danilo Valla ne ha parlato nella sua chiesa durante una conferenza. Infatti lei mi ha scritto quanto segue: “Ci ha spiegato per linee generali che praticamente le stelle raccontano la storia di Gesù e della sua venuta”. Ti riporto questo per dirti che tali cose, che io ingenuamente avevo preso per buone e che avevo letto tempo fa in altri testi, hanno una certa diffusione».

     Arrivandomi ogni tanto qualche voce su alcune tesi bizzarre di Danilo Valla, ho analizzato tutto il video in modo molto meticoloso. Qui di seguito aggiungo, a quanto già detto sopra, alcuni elementi riguardo a tali asserzioni. In gran parte le avevo scritte prima di vedere tale video, rispondendo alle asserzione di tale giovane credente.

     Certamente sbagliano i cosiddetti astrologi. Sbagliano pure coloro che proiettano negli astri il piano redentivo di Dio verso gli uomini. Da millenni, i pagani hanno proiettato nei raggruppamenti di stelle figure di uomini e animali (zodiaco), suggerite dalla fantasia umana e dagli antichi miti, per spiegare appunto questi ultimi. In seguito, alcuni hanno cristianizzato tali figure mitiche (p.es. Ercole), proiettando in esse la storia della salvezza. Si tratta, però, solo della proiezione di menti fantasiose; in tal modo si seduce la gente a studiare gli astri, pensando che così si possa trovare la verità. È solo astrologia cristianizzata! È una cabala astrale senza alcun fondamento veramente esegetico. I seguaci di Gesù non necessitano di cose del genere, che sono miti e favole. Paolo raccomandava a Timoteo: «Studiati di presentar te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a esser confuso, che tagli rettamente la parola della verità. Ma schiva le profane ciance, perché quelli che vi si danno progrediranno nella empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena» (2 Tm 2,15ss). Se i discepoli di Paolo non dovevano dare credito ai «miti giudaici» (Tt 1,14; cfr. 1 Tm 1,4) e a «miti artificiosamente composti» (2 Pt 1,16), figuriamoci se dovevano farlo con i miti pagani, ossia con i «miti profani e da vecchie» (1 Tm 4,7; cfr. 2 Tm 4,3s).

     Annunziare il piano di salvezza universale non è compito delle stelle, ma dei proclamatori dell’Evangelo della grazia! È perciò assolutamente sbagliato voler vedere nell’espressione «leone», attribuita a Gesù (Apocalisse 5,5) la «costellazione del Leone». In tale brano non si parla di stelle, ma un personaggio celeste consolò Giovanni con queste parole: «Non piangere; ecco, il Leone che è della tribù di Giuda, il Rampollo di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette suggelli». Tale designazione «Leone della tribù di Giuda» si riferisce al fatto che Giacobbe identificò suo figlio Giuda con un leone: «Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, s’accovaccia come un leone, come una leonessa: chi lo farà levare?» (Gn 49,9). Come si vede è solo un’allegoria che proviene dalla loro esperienza di pastori e non dall’astrologia. Se «leone» fosse stato un segno zodiacale, lo avrebbero dovuto essere anche le designazioni dei suoi altri undici figli, il che è semplicemente ridicolo e paradossale. Poi Giacobbe parlò di scettro e bastone del comando (v. 10); non a caso in Apocalisse 5,5 si parla del Messia quale «Rampollo di Davide». Dio stesso usò la designazione del leone per sé (Osea 5,14), e nell’Apocalisse viene usata anche per altri (4,7 creatura vivente; 10,3 un angelo; 13,2 una bestia con bocca di leone).

     L’apostolo Paolo scriveva quanto segue: «Ora, un uomo psichico non riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Cor 2,14). E proprio coloro che hanno il «cuore ottenebrato» (Rm 1,21) dovrebbero riconoscere un piano di salvezza universale e cristologico, che Dio avrebbe posto nei mutevoli astri? È scritto che «i pagani si conducono nella nullità dei loro pensieri, con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo della ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del cuore loro» (Ef 4,17s). E proprio loro dovrebbero da millenni riconoscere dappertutto nel mondo il piano di salvezza di Dio in Cristo? Per dare i numeri in cose del genere, bisogna aver visto le stelle, battendo la testa! Non abbiamo bisogna di una tale gnosi cristianizzata; essa non solo non fa bene, ma è deleteria per il popolo di Dio.

 

 

3.  ALCUNI ELEMENTI CONCLUSIVI: Come si possa far mettere l’Evangelo in ridicolo dai suoi oppositori, è mostrato dalla replica di un ateo. Non condivido la maggior parte delle cose che afferma un certo «trottolone93» (perché la gente non mette il proprio nome e cognome?), ma ha ragione quanto a logica in ciò che afferma a proposito di tale bizzarra teoria astrale, presentata da Danilo Valla: «La storia di Cristo non è copiata di Horus, ma dagli astri. Non l’hai nemmeno negato, anzi hai detto che è normale, perché Dio ha scritto il Vangelo pure nelle stelle. Questa affermazione non è provata, ed è un modo di rigirare la frittata: anche gli altri miti simili potrebbero dire che il loro Dio ha scritto ciò negli astri, e quindi i Vangeli sono tra i “copiatori”».

     Con tale bufala astrale si presta solo il fianco agli avversari dell’Evangelo. Chi vuole un n altro esempio di falso sillogismo applicato all’eclisse solare e ai numeri ebraici, si veda il seguente filmato di evan.tv: «Luna, sole e numeri ebraici» (10 novembre 2008). Dov’è scritto che la lettera ebraica «ת» (Tau) significhi «segno»? (segno in ebraico è אות «’ôt»). Inoltre, se la Luna e il Sole sono «segni» (Gn 1,14s) e avrebbero tale rapporto 1/400 fra di loro e con la Terra, che ne è delle stelle, visto che anch’esse sono pure «segni» (Gn 1,16)? Quale cabala bisogna inventarsi per far tornare i conti con le proporzioni delle distanze, con la lettera ebraica Tau e col suo valore numerico di 400? Col falso sillogismo si può cercare di dare più gloria a Dio (ma non credo che la voglia da «quasi verità» addomesticate), ma tali ragionamenti hanno i piedi d’argilla, sono facilmente smontabili e per di più danno occasione agli avversari dell’Evangelo di gettare solo fango su di esso. Inoltre l’uso di «segno» per i corpi celesti è abbastanza limitato nella Bibbia. In uno di tali pochi brani viene ingiunto, come già mostrato, a non avere «paura dei segni del cielo» (probabilmente eclissi, comete, ecc.; cfr. Gb 3,5), essendo ciò che condiziona i pagani (Ger 10,2). In un altro vengono ricordati coloro che «offrivano profumi... ai segni dello zodiaco e a tutto l’esercito del cielo» (2 Re 23,5). Praticamente in tutta la Bibbia, se si fa eccezione di Genesi 1, la Luna e il Sole non vengono mai chiamati «segni» (del cielo); tutt’al più, come preannuncia Gesù, «vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle» (Lc 21,25). Conviene trarre tutta questa teoria astrale e numerologica da brani così esigui, da proiezioni indebite e da un ragionamento basato sul falso sillogismo? Penso proprio di no.

     Il mio consiglio è che Danilo Valla rifaccia il primo filmato, togliendo tale parte mitologico-astrale; inoltre si concentri di più nel rispondere nel merito e nel dettaglio a tali false tesi. Intanto consiglio a evant.tv di tagliare dal filmato quella parte di mitologia astrale che non c’entra nulla con la risposta a tali false tesi, secondo cui Cristo sarebbe una proiezione di Horus; così facendo, ci guadagnerà anche la verità biblica. Come abbiamo mostrato, anche il secondo filmato è discutibile e, basandosi su premesse discutibili e sul falso sillogismo, non rimane in piedi dinanzi a un’analisi logica.

     Guardando vari filmati di Danilo valla, si ha l’impressione che tutto abbia un singolare odore di speculazione gnostica, di numerologia cabalistica e di mitologia cristianamente adattata. Probabilmente è andato avanti per tale strada, facendo più profondi i solchi di tale carreggiata, perché nessuno ha avuto la necessaria competenza per contraddirlo, e tra i pochi che posseggono la competenza per farlo, non ha trovato nessuno che finora abbia seriamente risposto a tali bizzarrie speculative. Spero che questo sarà un buon inizio.

     Termino con questo motto, scritto tempo fa: «Chi dipende dalla “sola Scrittura”, diventa indipendente dalle “affascinanti” opinioni degli uomini». Anche qui ci azzecca.



[1]. Si veda al riguardo un altro filmato di Danilo Valla, pubblicato anch’esso da evan.tv. Michela Piccolo >lo presenta così: «EVA FU FATTA DALLA COSTOLA DI ADAMO? Un errore di traduzione che ha fatto passare la Bibbia per una favola» (02 dicembre 2008). Anche qui Danilo Valla, invece di dimostrare le sue tesi con la linguistica e l’esegesi, passa subito a parlare del DNA e retroproietta tutto ciò nel testo biblico. Poi passa come al solito alla numerologia spiritualistica, il vero tema d’ogni sua conferenza. Che c’entra tale singolare «gnosi» del «numero 22» con Genesi 2 e ṣelā`? Proprio nulla. Anche qui Danilo Valla fa tutto tranne che dimostrare la sua tesi su ṣelā` quale «doppia elica del DNA» con prove linguistiche certe e con una corretta esegesi contestuale. Pastura pure qui i credenti con un’arbitraria e discutibile spiritualizzazione numerologica. Si veda la confutazione in questa mia opera: Nicola Martella, «Il fianco o il DNA? (Gn 2,21-22)», Temi delle origini, Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 262-265.

[2]. Per l’approfondimento di alcuni aspetti rimandiamo in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso, Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), agli articoli contenuti nelle sezioni: «Escatologia e primo millennio», pp. 27-52; «Escatologia e secondo millennio», pp. 53-113.

[3]. Proprio William M. Branham, auto-nominato profeta Elia e antitrinitario, ha affermato cose del genere. In un filmato dal titolo «La rivelazione del mistero di Orione», fatto dai suoi seguaci, usando le sue «profezie», e che si trova in Internet, si vuol far credere che negli astri ci sarebbe scritto quanto segue: «La venuta del Seme Promesso. Le profezie dall’Antico testamento riguardanti la venuta di Gesù e la sua opera, confermando l’adempimento della profezia di Genesi 3,15». In effetti è una saccente e vetusta speculazione d’un seguace di Branham, rifacendosi alle «rivelazioni» astrali del defunto e falso profeta antitrinitario. Video del genere sono un miscuglio fra verità bibliche e menzogne astrali, sfruttando versetti a proprio uso e consumo. Il metodo è sempre lo stesso: versettologia indebita e allegoria arbitraria e soggettiva.

 

Costato di Adamo o metà del DNA? {Nicola Martella} (D)

Danilo Valla e gli astri? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Danilo-Valla_astri_Ori.htm

01-01-2010; Aggiornamento: 21-03-2015

 

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