Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
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UNA MOGLIE CRISTIANA DELUSA 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

Lo sfogo di Irene, quale «moglie cristiana delusa» sul suo matrimonio, essendo sposata con un marito che usa la Parola di Dio in modo opportunistico, ha innescato un acceso e interessante dibattito, che ha coinvolto diverse persone. (► Una moglie cristiana delusa 1). Qui diamo occasione per continuare il dibattito. Si vedano pure i seguenti temi connessi: ► L’esercizio dell’autorità; ► Contingenza storica e autorità biblica.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

Michela Piccolo

Irene

Roberta Sbodio

Matteo Ricciotti

Nicola Martella

G. G.

Aymon De Tigliettem

Ghita Debattista

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michela Piccolo} 

 

Caro Nicola, sono stata molto triste nel leggere il contributo della sorella delusa.

     Mi è piaciuta molto e sono d’accordo con la tua presentazione di questa discussione:

     Ci sono mogli cristiane deluse dai loro mariti, perché ritenuti insensibili, egoisti, latitanti o perché usano addirittura la Parola di Dio come «clava» per azzittirle e sottometterle.

     Come è vera questa frase, come donna quante lacrime segrete di tante donne cristiane ho dovuto vedere, più di quante gli uomini cristiani possano immaginare!

     È una vergogna che ci siano queste situazioni nel corpo di Cristo!

     Oltre agli esempi delle donne dell’Antico Testamento, credo che dovremmo soffermarci un attimo a riflettere che il capitolo preso sempre in esame, Efesini 5,22, ha molti altri versetti, e se vi poniamo mente, contro i pochi versetti rivolti alle donne, ce ne sono molti di più rivolti agli uomini, e di quelli non si sente mai parlare.

     Può un uomo a cui è comandato di amare sua moglie come Cristo ha amato la chiesa (si noti il paragone)… pretendere la sottomissione da sua moglie?

     L’amore inoltre ha come scopo far apparire la moglie gloriosa, senza macchia né ruga… amarla come il proprio corpo e curarla teneramente, in tutto questo io non riesco a vedere un uomo che pretende la propria autorità, voi si? Non sta scritto: «O uomo, insegna a tua moglie a sottometterti», questo c’è scritto nel corano, ma non nella Bibbia.

     Fratelli fermiamoci a pensare, Dio indica le nostre difficoltà, quella della donna è la sottomissione e quella dell’uomo è l’amore.

     La chiave di tutto è l’amore, la chiave sta nelle mani del capofamiglia è parte della sua responsabilità. Ricordo sempre quello che disse il mio responsabile di chiesa in Inghilterra, rivolgendosi a un uomo che si lamentava sempre di sua moglie: «Caro mio, la moglie è come la luna, il marito è come il sole, lei riflette la luce che tu le dai».

     Fratelli uomini, io con gioia vi porto mio marito ad esempio, non ho nessun problema a sottomettermi a lui, perché mi ama e tutte le sue scelte sono fatte considerando come prima cosa il mio benessere, il suo amore non impone la sua autorità, la vince, lui comunica con me senza tenermi all’oscuro di nulla, perché siamo uno in tutto, ha tagliato il cordone ombelicale con la sua famiglia secondo come sta scritto nel versetto dello stesso capitolo: «L’uomo lascerà il padre e la madre», diventando responsabile di amare e curare sua moglie; ciò implica anche chiederle eventualmente consiglio. La vera sottomissione è in risposta all’amore. Mio marito prega con me e si assicura che io stia sana spiritualmente, io sono una missionaria e mio marito lavora, la sua preoccupazione è che io sia sempre incoraggiata ad andare avanti nel ministero, prega con me ogni giorno e non permettiamo che il sole cali sul nostro cruccio.

     Ognuno prenda in considerazione la propria parte perché ognuno renderà conto di se stesso davanti a Dio, fratelli prima di chiedere sottomissione, AMATE e vedrete le cose cambiare.

     Voglio condividere con voi questa poesia di Anne St-Onge tratta dal sito donne cristiane nel web per incoraggiare i fratelli e mariti a ritrovarsi in questi versi.

 

È colui

 

È colui che prega per me ogni giorno;

egli asciuga sovente i miei occhi pieni di lacrime.

È colui che ama la vita, l’assapora ringraziando

il suo Re come farebbe un bimbo, disarmato!  

È colui che è pieno di compassione

verso coloro che soffrono profondamente!

Sua moglie non è si stanca mai di ammirarlo,

perché ha fiducia in lui, e lo comprende.

 È colui che ride con gioia delle mie vittorie;

ringrazia Colui che mi modella con generosità!

Guardandomi crescere verso la gloria,

si umilia con pietà davanti alla Sua maestà!  

È colui che grida al suo Signore,

ogni volta che la tempesta si fa travolgente…

Piega le ginocchia in ogni momento

e con umiltà, china il capo!

 È colui che si meraviglia come un bimbo,

quando realizza che le sue preghiere sono esaudite.

Sul suo viso si vede la serenità…

Cerca solo di fare la volontà dell’Onnipotente…  

È a lui che io rendo omaggio,

il mio caro fratello, mio marito… un uomo saggio!

 {Anne St-Onge}

 

Nota redazionale: Penso che a tale dichiarazione d'amore di una donna cristiana a suo marito si possa rispondere con una versione inversa: un marito verso una moglie: La mia donna {Nicola Martella}.

 

2. {Irene} 

 

Irene ha scritto nuovamente per precisare alcune cose. I titoli in grassetto sono della redazione.

   Vorrei ringraziare tutti i fratelli e le sorelle che hanno speso del tempo per darmi dei consigli. Ci tengo a precisare un paio di questioni che forse non sono chiare nelle mail precedenti.

 

Una moglie fra due macine: il marito e i suoceri

 

Io sono convinta che mio marito mi ami. È il suo modo di fare di prendere talvolta decisioni molto importanti da solo e senza considerare per un secondo le mie necessità che trovo urtante. Ma mi diventa insopportabile quando queste decisioni sono state addirittura prese con i suoi genitori a mio danno senza che nemmeno io fossi informata (e mi chiedo: ma a chi sto sottomessa? A mio marito o a due tizi a cui non ho promesso nulla e che non mi vogliono bene?). So che questo atteggiamento di spadroneggiare a destra e a manca, che a volte (a random) lui ha, è una versione più soft del modo di fare (assolutamente odioso anche solo a vederlo dall’esterno) di mio suocero, quindi immagino che l’abbia inconsapevolmente appreso in casa. (Una volta mio suocero durante una discussione mi ha detto che dovevo fare così e così «perché i preti dicono che le mogli devono stare sottomesse ai mariti». Appunto ai mariti, mica ai suoceri!!). Quello che mi fa impazzire e mi toglie fiducia è che mio marito non voglia mai riconoscere e affrontare questo problema, nonostante tante volte mi abbia raccontato di come sua madre fosse infelice insieme a suo padre, quando lui era bambino. A ciò si aggiunga che, quando gli ho chiesto: «Ma vogliamo parlare dei problemi che ci sono tra noi?», mi ha risposto: «Non c’è nessun problema. Sei tu che non sei normale e te li inventi». E, soprattutto, sta il fatto che mette degli argini molto deboli ai suoi genitori.

 

La minaccia di trovarsi un amante?

 

La seconda precisazione riguarda la minaccia di trovarmi un amante. Non posso (e non voglio) entrare nel dettaglio della questione perché si tratta di una faccenda molto intima. Fidatevi, per favore, se vi dico che non si trattava di usare un qualsiasi sistema forte per ricattarlo o ferirlo, ma di una sfida estrema che aveva un’attinenza diretta al problema (e così infatti l’ha intesa mio marito che ha risposto positivamente alla provocazione). Vi assicuro che ci ho riflettuto tanto prima di usarla (e non ho mai inteso metterla in atto davvero) dopo che lui aveva fatto orecchie da mercante a ogni tentativo di dialogo ed era assolutamente necessario sbloccare la situazione che si era venuta a creare, altrimenti il rischio di una futura separazione era molto concreto. Saluti, Irene

 

 

3. {Roberta Sbodio} 

 

Cara Irene, ho letto ancora il seguito della tua storia. È purtroppo la storia di tante altre cristiane, poi ogni caso ha i suoi risvolti. Per tante esperienze sentite e per aver avuto modo di entrare in contatto con diverse realtà evangeliche volevo dire che esistono chiese dove si predica la Parola, quella vera, la Parola di Dio che tocca i cuori, converte, salva e porta la nuova vita di Cristo. Questo è l’Evangelo. Predicare la Parola non significa imporre elenchi di regole su che cosa un «buon cristiano» evangelico debba fare o non fare, ma lasciare che l’opera della croce e la grazia portino frutto, tramite lo Spirito Santo, nella vita delle persone.

 

Il tipo di predicazione

 

Personalmente ho sperimentato la differenza che hanno fatto le predicazioni nella mia vita. Ho vissuto dapprima in ambienti molto legalisti, dove quello che conta è la facciata, la cosiddetta «buona testimonianza». In seguito, per dono di Dio, sono entrata in contatto con conduttori e predicatori che proclamano un Evangelo vivo, e questo ha trasformato la mia vita. Da brava ragazza evangelica, vista da fuori (ma con problemi di anoressia, depressione ecc.), sono ora diventata una persona consapevole di essere stata salvata da Gesù Cristo. Ora sono felice, non sono più anoressica e mi sento sempre più libera di vivere, vedo (e il mio conduttore me lo conferma — certo non possiamo fare tutto da soli; è un grande errore !!) come Dio opera nella mia vita, come Lui mi rivela la sua Parola e come questo mi rende felice. Comincio a capire cosa significa «la lettera uccide, ma lo Spirito da vita». Vedo come la Parola di Dio mi libera da me stessa, da tutto quello che la natura di peccato ha prodotto, con tutte le distorsioni che viviamo e scopro sempre di più quanto sia bella la vita che Dio ci ha dato.

 

Il tipo di chiesa locale

 

Cara Irene, non hai mai pensato di cambiare chiesa? Non dico di farlo per una rivalsa o per vendetta, ma per il tuo benessere spirituale tu (come ognuno di noi) hai bisogno di sentire il messaggio della grazia, il messaggio d’amore che viene dal cuore di Dio. Se una chiesa tende al legalismo (cioè a imporre arbitrariamente dei comportamenti), allora tutto diventa molto sterile e le persone sono oppresse. Chiaramente per cambiare chiesa è Dio che deve guidare le cose e, aspetto importante, il tutto deve avvenire nella pace (per quanto dipende da noi) e senza contese, liti, critiche ecc. Pero Dio ci ha creati liberi e visto che nella Chiesa in senso lato ci sono tanti ministeri, cambiare chiesa locale non è un peccato (ripeto se fatto con correttezza e rispetto). Non lasciare che «l’ambiente» ti schiacci, sai anche nell’ambiente evangelico esistono purtroppo delle realtà che sono solo religiose e non hanno niente della vera vita che Dio dà (non lo dico riferito e qualcosa o a qualcuno in particolare, sia chiaro, infatti non so neanche dove tu abiti e chi tu sia).

 

Cristo libera — certi cristiani aggiogano

 

Tipi di ambienti sopra descritti fanno del male alle persone. Infatti, un’anima si avvicina alla Chiesa per conoscere Dio e si ritrova imprigionata in un sistema che vuole inquadrare le vite delle persone, per renderle dei «buoni cristiani». Ora, però, senza l’opera dello Spirito Santo e una predicazione viva, questo non succede, e allora i conduttori cercano di forzare la mano, per vedere nelle vite i frutti dello Spirito; ma senza azione soprannaturale di Dio questo non succederà mai!! E allora scattano le condanne, i giudizi, le predicazioni che feriscono come spade per cercare di produrre quello che solo Dio può fare. E la vita cristiana diventa un grande, grande peso. Si dice vieni in chiesa a lodare Dio, ma come fai a lodarlo se nel cuore hai dei macigni? Qui mi fermo, il discorso sarebbe lungo. Ma come nella vita pratica è importante mangiare cibi sani per un buon funzionamento dell’organismo, cosi nella vita spirituale è importante mangiare cibo sano per non deperire e soffrire inutilmente. Dio non ha mai salvato nessuno per renderlo schiavo, triste e oppresso. Gesù ha detto: «Venite a me voi tutti che siete stanchi e aggravati e io vi darò riposo, venite e imparate da ME, perche il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero....» (Mt 11,28ss).

 

Nota redazionale: Consiglio di leggere al riguardo anche i seguenti temi e di intervenire:

Principi di vita e di fede {Nicola Martella}

Tradizioni e convenzioni: che cosa determina il comportamento cristiano? {Nicola Martella}

Né a destra né a manca {Nicola Martella}

 

 

4. {Matteo Ricciotti} 

 

Mi permetto di intervenire perché leggendo l’intervento di Irene ho rivisto esattamente quello che sta avvenendo in diverse cristiane «deluse». Lo spirito con cui Irene ha scritto è a mio avviso uno spirito influenzato dalla ribellione al Signore che ha generato una lotta interiore che fa erigere un muro impenetrabile. Il lanciare accuse con le motivazioni poste da Irene, riflette uno stato interiore devastato dal maligno.

   Nella mia esperienza ho incontrato diverse donne cristiane che si sono tutte definite «deluse» dai loro mariti e non fanno altro che accusarli continuamente per la loro incoerenza e infedeltà. Nella realtà queste donne considerano i mariti come cagnolini al guinzaglio che devono essere guidati dove e come loro vogliono. Sono bravi se fanno quello che dicono loro e sono cattivi se non lo fanno.

   Nella realtà queste donne assumono la guida anche della chiesa locale con i loro capricci e diventano strumenti del diavolo per spargere calunnie, maldicenze che producono divisioni.

   Ho avuto la «disavventura» di dire a una di queste cristiane «deluse»: «Basta! Non mi parlare più male di tuo marito perché non è buono»; questo è avvenuto dopo due anni di martellamento continuo: domenica dopo domenica. Devo dire che era, ed è, un continuo, insistente e persistente stillicidio di parole sconvenienti contro il marito (servitore del Signore a pieno tempo) fatto con tutti. Dal momento che ho espresso il mio intento di non ascoltarla più, non sta facendo altro che spargere calunnie e maldicenze anche nei miei riguardi.

   Anche un’altra cristiana «delusa» aveva le identiche caratteristiche (spero che ora non lo faccia più, perché in questo caso credo che il Signore sia intervenuto).

   Ad accomunare queste sorelle «deluse» da me conosciute è, purtroppo, il cosiddetto male oscuro. Purtroppo hanno a che fare con la depressione e sono spesso sotto l’effetto di psicofarmaci (credo che alcune di loro vanno al di là delle dosi che i dottori stabiliscono). Vivono una vita inquieta, triste e con affabili modi della seduzione cercano di circondarsi di persone semplici che credano a tutto quello che dicono. Quando si parla di sottomissione, non lo sopportano e si agitano sulla sedia come se avessero delle spine sul sedile. Bisogna pregare molto per queste cristiane «deluse» perché hanno rivolto il loro cuore da un’altra parte e si ribellano al Signore. Questo è il vero problema di quelle che ho conosciuto.

   È scritto in 2 Timoteo 4:3-4: «Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole».

   È proprio quello che io vedo in questo tempo in vari campi della vita cristiana, tra cui quello delle cristiane «deluse». Vogliono ascoltare solo ciò che a loro piace e distolgono le orecchie dalla verità. Hanno una falsa comprensione della Parola di Dio e generalizzano secondo il modello: un marito effettivamente cattivo = tutti i mariti cattivi.

   Il Signore voglia liberare Irene dal turbine della ribellione in cui è caduta.

 

 

5. {Nicola Martella} 

 

Evito di prendere posizione su quanto hanno detto Roberta Sbodio e Matteo Ricciotti, ringraziandoli e confidando che l'interessata e altri lettori lo faranno. In ogni modo, è certamente positivo vedere come lo stesso tema e problema possa essere affrontato da diverse angolature. La cosa diventa particolare se si riesce a dialogare insieme su questi temi, nel rispetto reciproco e sulla base della Parola di Dio. La verità è stata rivelata, ma non tutti ne hanno la piena luce. Così il confronto aiuta certamente nella maturazione reciproca e nella vicendevole correzione. L'isolamento e l'ignoranza: sono loro a scavare trincee mentali, religiose e sociali. In ogni modo, non conoscendo in tutto e per tutto la situazione reale di chi scrive e di chi risponde, tutti i contributi sono da considerare solo come tante tessere all'interno di un mosaico: visti nel loro complesso, ci si può avvicinare il più possibile alla realtà delle cose in questione.

 

 

6. {G. G.} 

 

Dopo aver letto l’intervento di Matteo Ricciotti, ho deciso che è arrivato il momento di intervenire con il mio commento.

     Credo che certe cose le possa capire solo chi le ha vissute direttamente, e non chi le giudica dal di fuori, senza sapere i dettagli, e generalizzando sulla base spesso di stereotipi e/o pregiudizi, senza nessuna compassione per il caso umano in questione.

     Ecco la mia esperienza. Ho avuto un marito che mi ha sempre disprezzata, criticata, minimizzata, derisa, usata, mai difesa con la sua famiglia che mi accusava (ingiustamente) e calunniava in continuazione per qualsiasi cosa, a partire dall’aspetto fisico, e continuando per qualsiasi altra cosa.

     Per di più ho scoperto che dopo solo un anno di matrimonio, mio marito, sedicente cristiano e battezzato, ha cominciato a tradirmi. Una volta scoperto, non l’ha smesso.

     Ho atteso per anni, pregando in continuazione, che la situazione cambiasse, ma ciò non è avvenuto. Ho cercato di parlargli, ma lui non ha mai voluto comunicare veramente con me.

     Ho chiesto consulenza a cosiddetti missionari, i quali invece di aiutarmi mi hanno addossato a me la colpa della situazione. Nessuno in chiesa mi ha mai aiutato per questo. Tutti mi dicevano che Dio non vuole il divorzio e cose del genere, che dovevo dargli fiducia, ecc.

     Anche mio marito ha sempre affermato che era colpa mia e non si è mai scusato, né ha mai chiesto perdono, né si è mai pentito.

     Alla fine, l’unica possibilità per uscire da questo incubo è stato il divorzio. Dolorosissimo, ma anche liberatorio. Ancora ne pago le conseguenze, pur non avendo mai tradito né offeso o calunniato mio marito, pur essendo tutt’altro che una donna ribelle e dipendente da psicofarmaci (mai presi in vita mia).

     Ora ho un marito che mi ama, mi comprende, mi aiuta, mi sostiene, e garantisco a Matteo Ricciotti che non sono affatto una che «tenta di guidare il marito come un cagnolino» e cose del genere, e sono certa, dalle parole usate dalla credente a cui lui si riferisce, che non lo è neanche lei. Le situazioni come quelle descritte da quella credente e da altre esistono veramente. Non siamo delle isteriche che si inventano qualsiasi scusa per stare male.

     Posso dirlo perché ho visto la differenza tra prima e ora. Certo, i problemi non mancano, siamo sempre esseri umani e viviamo in un mondo imperfetto, ma la differenza è abissale.

 

     Che cosa voglio comunicare con la mia esperienza a questa credente?

     ■ 1) Se la persona, con cui sei sposata, non vede i suoi problemi (come mi sembra di capire) e non ha intenzione di cambiare, non attenderti che succeda da sé. Dio non cambia nessuno che non lo voglia e non lo chieda ardentemente e di persona. Io l’ho capito a mie spese, dopo anni di attesa e invocazione (inutili, appunto perché Dio rispetta le volontà, anche negative, delle persone)

     ■ 2) Al posto tuo cercherei di parlare chiaramente con i suoceri e con il marito ancora una volta, e se necessario mi prenderei un periodo di separazione, per vedere cosa succede, e chiederei a Dio cosa vuole davvero che io faccia. La separazione è dolorosa, ma a volte è l’unica via d’uscita; e l’unico modo per capirlo, è stare un po’ lontani dalla «scena».

     [Nota redazionale: L'intervento di G.G. su questa problematica è inserito sotto questo tema: Divorzio 1: Atto estremo per uscire da un labirinto?]

     ■ 3) Hai fatto bene a sfogarti, è un modo per oggettivare ciò che ti accade e capire meglio qual è il problema. Anche il consiglio di cambiare chiesa può andare bene. A me ha aiutato molto uscire dalla chiesa legalista, in cui mi trovavo e in cui mi avevano fatto il lavaggio del cervello.

    Sono certa che Dio ti guiderà nel modo migliore. Un abbraccio in Cristo

 

 

7. {Aymon De Tigliettem} 

 

«Una moglie cristiana delusa (2)»: questo non è sicuramente il linguaggio del Regno, ma dello spirito di Jezebel che ha ormai invaso la chiesa attraverso la democrazia e il femminismo che hanno effettivamente castrato mentalmente gli uomini.

     Sì, ormai il tempo è scaduto e non c’è più speranza di ricovero, eccetto l’intervento del Signore, ma se giudichiamo la storia Egli lascia che gli uomini si perdano nella loro decadenza, come siamo oggi in quella più profonda. In nessuna chiesa oggigiorno si sente proclamare queste cose per paura che quei pochi rimasti se ne vadano. L’ora è vicina, anzi è già qua. L’Onnipotente abbia pietà di noi tutti.

 

Nota redazionale: L’opinione di Aymon si trova espressa anche nel suo sito. ▪ Consigliamo a ognuno, che vuol dare il suo contributo, di leggersi dapprima le Norme di fair-play. ▪ Per una corretta «ermeneutica» (interpretazione) consigliamo pure di non fare «versettologia» (abbinamento arbitrario di versi stralciati dal loro contesto) né «eisegesi» (proiezione delle proprie opinioni nel testo biblico e così prevaricazione arbitraria e soggettiva dell'interpretazione testuale), ma «esegesi» (analisi nel suo contesto letterario, storico, testamentario, teologico). Per la definizione di alcuni di questi concetti si veda nel Manuale Teologico dell’Antico Testamento.

 

 

8. {Ghita Debattista} 

 

Carissima Irene, ho letto tutto quello che hai già scritto, e mi sento molto vicina a te. Sono anch’io sposata da 30 anni con un uomo molto rispettabile da tutti, ma con me è diverso. Mi piacerebbe contribuire al tema, dicendoti come sto cercando di superare le difficoltà del mio matrimonio con la fede e la preghiera.

     La sottomissione si può prendere in due modi secondo me. Da una parte, in modo negativo, cioè dicendo sempre a te stessa che non è giusto che lui ti tratta cosi. Oppure, dall’altra, dicendo a te stessa che questo uomo non ha ancora capito l’amore vero di Dio, che ci spiega come amare gli altri come noi stessi. Nel primo modo, si finisce di sicuro in depressione (come ci sono caduta pure io). Nel secondo modo, si va davanti a Dio che ti dà dei consigli come affrontare tutto con amore nei confronti di quel uomo, a cui hai giurato d’amarlo per sempre, finché morte non vi separi. Ho tanti episodi che potrei descriverti, e spero di farlo più in là se mi sarà consentito. Chiudo solo con questo: Quando sento mio marito che parla di Dio e che ringrazia Dio per la sua giornata, io mi chiedo se lui conosce lo stesso Dio che conosco io. Che Dio ti benedica Irene.

 

Una moglie cristiana delusa 1 | 3 | 4 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Moglie_delusa2_S&A.htm

2006; Aggiornamento: 11-05-2013

 

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