Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Generi & ruoli 1

 

Generi e ruoli

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Norme di fair-play

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

   Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

   Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ESERCIZIO DELL’AUTORITÀ

 

 a cura di Nicola Martella

 

Il tema «Una moglie cristiana delusa (1)» ha fatto scoprire, specialmente a donne cristiane, l’articolo «Da marito a marito» di Desiderio Bereani. La frase che in tale articolo ha fatto scalpore e che ha indotta la discussione è questa: «La Bibbia dice che è la moglie che deve sottomettersi al marito (1 Pt 3,1), non il contrario, ma se non succede come dobbiamo comportarci? Prima di tutto credo che bisogna fare ciò che ci compete, cioè amarla, ascoltarla, accontentarla per quanto possibile. Se ciò non basta, bisogna dargli una lezione di sottomissione, naturalmente non costringendola con la forza, ma facendogli vedere come noi ci sottomettiamo a Dio».

     Ognuno si è concentrato su questo o quell’aspetto del brano in esame e vi ha interpretato in esso il proprio punto di vista. Non solo è stato necessario continuare il tema con la serie «Una moglie cristiana delusa (2)» e oltre, ma ora anche un uomo (finalmente!) ha posta la questione dell’esercizio dell’autorità dal punto di vista del marito. Desiderio Bereani avrà filo da torcere per spiegare nuovamente il suo punto di vista a uno del suo genere, ma la discussione pare diventare interessante…

   Si veda anche il tema: Contingenza storica e autorità biblica.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Stefano Frascaro

2. Desiderio Bereani

3. Nicola Martella

4. G. G.

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Stefano Frascaro} 

 

No, caro Desiderio, non mi è mai successo di dare un ultimatum a mia moglie, anche perché se così fosse, sono certo che dovrei rivedere completamente il mio rapporto con la persona che il Signore mi ha messo accanto per costruire qualcosa e percorrere la via che Egli ha segnato.

     Ritengo che una coppia che ama veramente il Signore non arriverà mai a ricordare l’uno all’altro il brano riportato in 1 Pt 3,1. Ritengo che quando si debba arrivare a «imporre» qualcosa al proprio partner si sia già fuori dell’insegnamento del Signore Gesù che dice «amatevi gli uni agli altri».

     Non metto in discussione quanto Paolo dice sulla sottomissione, ma ritengo che, una volta acquisita, la Parola rimanga dentro ognuno di noi, e come non abbiamo dubbi su mille altri insegnamenti, ritengo che una buona cristiana non metta neppure in dubbio il brano di Efesini 5.

     Una discussione in famiglia accade spesso, in qualsiasi famiglia, anche in quelle più ferventi nell’amore del Signore, ma se devo far valere la mia autorità di «marito» significa che non sono più rispettato come «compagno», «fratello», «amico».

     Temo riguardo all’autorità che il Signore ci ha dato in quanto uomini, perché sicuramente un giorno ce ne terrà da conto, ma lo ringrazio in ogni momento quando vedo che la mia compagna ha, per ogni motivazione seria, la voglia di arrivare a un «pari consentimento», che è alla base della vita cristiana.

     Permettimi poi di dissentire con forza quanto dici: «Prima di tutto credo che bisogna fare ciò che ci compete, cioè amarla, ascoltarla, accontentarla per quanto possibile. Se ciò non basta, bisogna dargli una lezione di sottomissione». Sembra che non stai parlando della persona che hai sposato per «amore», ma sembra che parli di una persona che «poverina, dato che è inferiore in quanto assoggettata», bisogna fare ciò che hai detto, ovvero amarla ecc. ecc. e, se poi proprio non capisce, «allora va bene una bella botta d’autorità».

     Perdonami, caro fratello, la veemenza con cui ti ho risposto, ma ritengo che un rapporto non possa basarsi sull’autorità «scritta». L’autorità si deve guadagnare con il rispetto e con la dimostrazione di saggezza nelle situazioni difficili. Se devo arrivare a imporre l’autorità, penso che ho fallito.

 

 

2. {Desiderio Bereani}

 

Caro Stefano, non posso che essere contento quando una coppia vive in armonia cristiana e non posso che elogiare il tuo comportamento. Poi però tu leggi la Bibbia alla luce della tua esperienza, anziché interpretare la tua esperienza alla luce della Bibbia, esponendo principi esegetici e applicativi che considero devastanti. Se tu non hai mai avuto necessità di far valere la tua autorità, non puoi fare di questa tua esperienza un principio universale che ignora i passi biblici che la contraddicono. Certo che bisogna cercare l’armonia e la condivisione, ma SE le divergenze rimangano e la decisione va presa, credo che un marito non possa scusarsi dicendo che la moglie non era d’accordo (è Adamo che fece così).

 

     ■ Stefano: Ritengo che una coppia che ama veramente il Signore non arriverà mai a ricordare l’uno all’altro il brano riportato in 1 Pt 3,1.

     ▬ Desiderio: Eppure quella lettera Pietro l’ha scritta proprio ai credenti!

 

     ■ Stefano: Ritengo che quando si debba arrivare a «imporre» qualcosa al proprio partner si sia già fuori dell’insegnamento del Signore Gesù che dice «amatevi gli uni agli altri».

     ▬ Desiderio: Gesù ha saputo amare gli apostoli ma certo non ha concordato tutto con loro! Come si può, credendo nel Dio biblico, vedere l’autorità e l’amore come contrapposti?

 

     ■ Stefano: Non metto in discussione quanto Paolo dice sulla sottomissione, ma ritengo che, una volta acquisita, la Parola rimanga dentro ognuno di noi, e come non abbiamo dubbi su mille altri insegnamenti, ritengo che una buona cristiana non metta neppure in dubbio il brano di Efesini 5.

     ▬ Desiderio: Tu e tua moglie non avete dubbi e mettete sempre in pratica la Parola di Dio: beati voi!

 

     ■ Stefano: Una discussione in famiglia accade spesso, in qualsiasi famiglia, anche in quelle più ferventi nell’amore del Signore, ma se devo far valere la mia autorità di «marito» significa che non sono più rispettato come «compagno», «fratello», «amico».

     ▬ Desiderio: A volte succede proprio il contrario, cioè che si finisce per non rispettare più un’autorità che rifiuta di assumersi le sue responsabilità.

 

     ■ Stefano: Temo riguardo all’autorità che il Signore ci ha dato in quanto uomini, perché sicuramente un giorno ce ne terrà da conto.

     ▬ Desiderio: E dovremmo rendere conto anche quando, per non dispiacere a nostra moglie, ci siamo tirati indietro dal fare la volontà di Dio.

 

     ■ Stefano: Sembra che non stai parlando della persona che hai sposato per «amore», ma sembra che parli di una persona che «poverina, dato che è inferiore in quanto assoggettata», bisogna fare ciò che hai detto, ovvero amarla ecc. ecc.

     ▬ Desiderio: Grazie per il «sembra», perché potrà anche sembrare a qualcuno che legge, ma non ho quel concetto di mia moglie che ti è sembrato.

 

 

3. {Nicola Martella} 

 

Conoscendo Stefano, so quanto sia stato arduo per lui formulare tali concetti e comunicarli ad altri; per cui ha vinto per certi versi una sfida con se stesso. Conoscendo altresì Desiderio Bereani, so che ha fatto un grande sforzo a rispondere a Stefano, ma non perché gli venga difficile scrivere. Dover rispondere a chi non si conosce e dal quale non è conosciuto, non è cosa facile. A ciò si aggiunga anche la circostanza di dover rispondere a persone che si fanno un quadro di lui e del suo matrimonio (vedi altrove Irene), partendo dall'impressione avuta da poche frasi prese da uno o due scritti abbastanza brevi e circoscritti. Vogliamo quindi esprimere a tutti i partecipanti il ringraziamento per un confronto fraterno (un'arte che in Italia bisogna ancora impararla fra i credenti).

   Facciamo anche notare questo inconsapevole atteggiamento riscontrabile, a volte in alcuni partecipanti: 1) Si proietta in un breve scritto di un'altra persona un'immagine che si vuol combattere a prescindere dalla circostanza specifica; 2) Si legge la molteplicità degli eventi solo dal proprio punto di vista, formato spesso all'ombra di esperienze pur limitate e soggettive; 3) Si interpreta la sacra Scrittura alla luce (o all'ombra) della propria esperienza personale e del proprio vissuto, assurti in qualche modo a «totalità» e ad «assoluto»; 4) Ci si schiera in modo semplificativo e semplicistico per l'una o l'altra alternativa presentata, quando la realtà è più complessa. Per il resto rimando alle Norme di fair-play, in cui ho appena inserito queste riflessioni.

   Ricordo qui ancora uno dei miei motti adatti alla circostanza: «Il contrario di una asserzione falsa, non è per forza la verità, ma può essere una asserzione falsa di segno contrario». Aggiungo a ciò un'altra mia massima: «Il contrario di una "mezza verità" può essere un'altra "mezza verità". Due  "mezza verità" messe insieme non formano per forza l'intera verità».

   Discutendo e confrontandosi, è una buona scuola per imparare a farlo. Incoraggio quindi i lettori a continuare a farlo.

 

 

4. {G. G.}

 

Da donna cristiana devo dire che non ho trovato niente di male nell’articolo del fratello Desiderio. Certo, forse avrebbe potuto esprimersi con termini più adeguati, ma ho capito ciò che intendeva dire. La sottomissione è un bellissimo concetto, se applicato secondo la volontà di Cristo, il quale si è sottomesso per primo. Se il marito segue l’esempio di Cristo, la moglie non avrà alcun problema a sottomettersi. 

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Autorita_maschile_GeR.htm

26-04-2007; Aggiornamento: 06-07-2010

 

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