È la mia amica: con lei ho tante cose in comune.
È la mia compagna: mangiamo insieme il nostro
pane comune.
È la mia sorella: mi è diventata la parente più
stretta.
È la mia coniuge: si è congiunta e unita a me
per la vita.
È la mia consorte: ha fuso con me la sua sorte,
facendo rinunce.
È la mia amante: è sensibile ai miei bisogni di
tenerezza.
È la mia alleata: di lei posso fidare, anche
quando tutti mi sono contro.
È la mia complice: sa allearsi con me nei miei
complotti di bene.
È la mia collaboratrice: porta con me i pesi di
famiglia e dell’opera del Signore.
È la mia consolazione: sa comprendere il mio
animo e curarlo.
È la mia coscienza critica: sa avvertirmi prima
che io cada.
È l’interlocutrice: è l’immagine di Dio che più
mi corrisponde.
Mi è compatibile: in lei trovo corrispondenza
d’idee e d’ideali.
È l’aiuto congeniale: senza di lei sarei
incompleto e insufficiente.
È procreatrice: senza di lei non potrei
trasmettere la mia personalità.
La mia donna è questo e ancora di più: è un
mistero;
conosciuta e sconosciuta... mi sorprende sempre
ancora.
[Nicola Martella,
Generi e ruoli 2 (Punto°A°Croce, Roma 1996), p. 130]