Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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3. Cultura biblica

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Spiegazione delle rubriche

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA RIVELAZIONE COME VERA SALDATURA

TRA FENOMENI ED ESSENZA

 

 di Irene Bitassi

 

[Indice] [Bitassi] [De Angelis 1] [De Angelis 2] [Confronto]

 

Herman Bavinck, Filosofia della rivelazione (Alfa & Omega,

Caltanissetta 2004; traduzione di uno scritto del 1909), pp. 335; € 24,10.

 

Herman Bavinck era un teologo protestante olandese vissuto tra il 1854 e il 1921. «Filosofia della rivelazione» nacque in ambito accademico come adattamento di un ciclo di lezioni preparate su invito della Facoltà di teologia di Princeton nell’anno accademico 1908-1909.

     Nel libro ci viene presentata una panoramica molta ampia delle principali questioni poste dalla filosofia contemporanea. In particolare, vengono affrontati i problemi inerenti alla perdita di corrispondenza diretta tra manifestazione fenomenica ed essenza delle cose nel sistema kantiano e quali risposte le diverse scuole di pensiero abbiano fornito. Viene perciò analizzato il monismo [◄] e con esso le correnti filosofiche che cercano di trovare un principio unico sottostante alla varietà dei fenomeni, facendo però notare come esse finiscano o per semplificare in maniera eccessiva la complessità del reale o per sfociare in un vero e proprio panteismo [◄].

 

► Sul «monismo» e sul «panteismo» cfr. in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003): «Dio e paramedicina», p. 128; «Realtà e paramedicina 1», p. 475.

 

Si passa quindi alla trattazione del pragmatismo, il quale però finisce per non soddisfare il bisogno umano di ordine, non trovando un principio unificante al di là del caos che sembra governare i fenomeni. Infine, l’idealismo cerca l’accesso alla realtà nell’autocoscienza. Ma in questo modo sposta semplicemente il problema dalla natura delle cose alla natura dell’autocoscienza, dal rapporto intercorrente tra esperienza e oggetto a quello tra pensiero e mente, e quindi in definitiva arriva anche esso a un vicolo cieco.

     L’autore quindi passa a dimostrare come la rivelazione, e dunque l’accettazione della realtà del Dio biblico, rimetta in ordine le cose, dia un Principio unico alla creazione, che non si identifichi tout-court con la varietà del creato, annullandola, e fornisca una garanzia alla veridicità dell’autocoscienza in un rapporto di dipendenza con il Creatore. Presenta, insomma, una visione organica della realtà in armonia con la rivelazione. Poi, usando questa visione del mondo come guida e riferimento, passa a esaminare rami più specifici del sapere, dalle scienze naturali alla storia delle civiltà, della cultura e delle religioni.

     In diversi punti del libro, le questioni poste sono sorprendentemente contemporanee come, per esempio, nel capitolo dedicato al confronto tra le religioni e allo sconcerto che provoca vedere adepti fedeli, pii e devoti in tutte quante, tanto che diventa difficile districare la vera rivelazione dalle false. In un altro capitolo, suona (ahimè!) addirittura profetica la manifesta preoccupazione che la miscela esplosiva di interessi economici, esaltazione della nazione e deificazione della razza porti in breve tempo a «una guerra che supererebbe per devastazione tutte le guerre del passato».

     Lungo tutto il libro, una particolare attenzione è prestata all’idea di evoluzione [◄].

 

Sull'evoluzione cfr. in Nicola Martella, Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006): «La Genesi e la scienza», pp. 181-195; cfr. anche«Giorni, ere, genealogie», pp. 104-114.

 

Infatti, viene analizzato come sia nata e come venga utilizzata in ognuno dei settori trattati, non limitando l’indagine al solo ambito dell’origine della vita, per riuscire a dare ragione della sua influenza e delle sue implicazioni reali. L’autore cerca di distinguere nelle diverse circostanze se essa sia postulata solo come legge, se addirittura tenda a incarnare una vera e propria escatologia oppure se abbia una sua legittimità come idea di progresso.

     Il maggior pregio di questo libro tende fatalmente a identificarsi anche con il suo maggior difetto: l’ampiezza dei temi trattati. Infatti, da un lato una panoramica così ampia permette una visuale migliore dei problemi e offre interessanti spunti di riflessione, anche interdisciplinari. D’altra parte, però, alcune volte si ha l’impressione che certe affermazioni avrebbero bisogno di un approfondimento maggiore, che tuttavia non può trovare lo spazio necessario in questa opera. L’esempio più significativo è la pretesa di poggiare tutto il sistema filosofico sul Dio cristiano e poi dedicare troppe poche righe alla giustificazione di ciò.

     L’autore specifica che per lui non esistono vere e proprie idee innate nell’individuo, ma piuttosto idee insite saldamente nella società da tempo immemorabile che il bambino acquisisce naturalmente. Ritiene anche che questo radicamento sociale dia forza di validità a esse, fornendo loro una realtà innegabile ai nostri occhi, che solo una speculazione posticcia può mettere in discussione. In virtù di questo ragionamento, anche l’idea di un Dio unico distinto dalla creazione viene in qualche modo dimostrata.

     Tuttavia, questa spiegazione meriterebbe sicuramente una argomentazione maggiore, poiché formulata in questo modo risulta abbastanza debole. Infatti, non è chiaro perché qualcosa debba ritenersi vero per il semplice motivo che è sempre stato creduto tale. Riflettere a fondo su questo passaggio diventa ancora più necessario oggi che esiste un’intera generazione allevata nell’ateismo, per cui questo ragionamento risulta ancora più debole.

     In conclusione, si tratta di un libro molto interessante sia per la riflessione personale, sia per il dibattito. Per essere però compreso richiede una preparazione di base in filosofia moderna e contemporanea, perché il linguaggio è molto tecnico.

 

Hermann Bavinck e la psicologia: La psicologia tra scienza e rivelazione {Tonino Mele}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/Proiezioni/306b-Bavinck_rivelazione_R34.htm

Aggiornamento: 02-05-07

 

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