Nell'articolo «Conduttore
antitrinitario nelle chiese valdesi» ho riportato come caso
esemplare le affermazioni che si possono leggere nel sito della chiesa valdese
di Trapani all'interno del forum. Nel tema di discussione
«Ma
Gesù è Dio?», Alessandro Esposito, che si presenta qui come pastore
valdese, risponde a un suo lettore e gli illustra le sue convinzioni
antitrinitarie, affermando di non crede alla
deità di Gesù Cristo.
Calogero Fanara
per primo mi aveva segnalato che il candidato
pastore valdese Alessandro Esposito professa la dottrina antitrinitaria e non
crede alla deità di Cristo. Egli reclamava un
mio intervento perché «magari così qualche anima confusa e in ricerca
potrà rendersi conto che esistono ancora cristiani che credono in Cristo!»
{09-04-2009}. Risposi immediatamente a lui e ad altri mediante l'articolo
«Deità,
Trinità e Cristo», facendoriferimento
a quanto era stato già scritto sul sito «Fede controcorrente». In seguito ho
valutato più da vicino la specifica questione e l'ho trattata nell'articolo
summenzionato. Qui di seguito diamo occasione ai lettori di «Fede
controcorrente» di discutere il mio articolo.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi
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accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e
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1.
{Calogero Fanara}
▲
Nota editoriale: Il lettore ha scritto questa lettera e l'ha inserita nel
forum della chiesa valdese di Trapani. Qui pubblichiamo una versione aggiornata.
Egregio pastore
Esposito, mi chiamo Calogero e scrivo dal Belgio. A mia grande
sorpresa, è arrivata anche a me la risposta che lei ha indirizzato a un certo
«Enzo» negando la divinità di Cristo e la Trinità. Mi scusi, io non voglio
offenderla e neanche mancarle di rispetto, ma i suoi commenti (da cristiano ma
anche in qualità di pastore valdese) mi hanno «letteralmente» sbalordito...
Non so cosa sta succedendo in giro nelle facoltà valdesi, ma la situazione è più
che allarmante! Com’è possibile negare la divinità di Cristo e la trinità di Dio
con tutto quello che la Scrittura (sia l’Antico che il Nuovo Testamento) ma
anche le testimonianze dei primi cristiani ci rivelano chiaramente al riguardo?
Com’è possibile, ad esempio, che oggi eminenti pastori della Chiesa Riformata
francese come Alain Houziaux (e altri!) si permettono d’affermare che tutti sono
salvati, anche senza andare a Cristo? Ma che teologia cristiana è questa? Ma
diteci voi, cosa è venuto a fare Cristo morendo sulla croce? Cosa ve ne siete
fatto dell’insegnamento degli apostoli? Mi creda, sono molto rattristato
di leggere che pastori del genere stanno allontanando le anime che sono alla
ricerca dal Salvatore e Signore Gesù Cristo! Ma si rendono conto della gravità
dei vostri argomenti?
Tornando a lei, non so se anche lei crede alle stesse cose; ma già riguardo
all’antitrinitarismo, mi chiedo cosa vi hanno insegnato nelle facoltà valdesi!
Come può lei pretendere d’essere salvato per grazia, se nega l’autorità e la
potenza divina di Colui che l’ha salvato dalla morte eterna? Come potrebbe un
semplice «uomo» salvarci dai nostri peccati? (se lei ritiene che Gesù sia stato
soltanto un uomo, per forza doveva essere anche lui un peccatore). Ci
vogliono così tanti sforzi e sacrifici per portare un’anima al Signore, e lei
cosa fa? Li ostacola dall’arrendersi completamente a Cristo! Mi chiedo se
lei si rende conto di cosa sta dicendo, mi creda.
Per l’amore di Dio e per l’amore delle anime che si perdono, è tempo che lei
lasci allo Spirito Santo il compito di rigenerare e rinnovare la sua
intelligenza e il suo intendimento riguardo ad argomenti spirituali così
fondamentali. Le dottrine della Bibbia non si ragionano soltanto con i
principi dell’umanesimo o secondo le proprie opinioni, ma vanno intese con
l’aiuto dello Spirito Santo e l’appoggio di tutti i testi biblici a nostra
disposizione. Se lei non è convinto che Gesù sia l’Iddio Onnipotente (verità di
cui tutti gli apostoli erano consapevoli e convinti!), la prego, si metta da
parte, e lasci che sia un altro pastore veramente convinto a curarsi d’una
chiesa... Non le sto dicendo questo per dispetto, anzi, se io non le volessi
bene, non m’importerebbe nulla di cosa lei insegna o dice alla gente. Ma qui si
tratta dell’eternità, della potenza del Vangelo di Gesù Cristo, della salvezza
delle anime... e non di filosofia ellenistica, di sofismi e altri vani
ragionamenti umani. Da quanto ho potuto leggere dai suoi sermoni, so che lei è
una persona molto intelligente e colta. Per cui, spero che lei ci rifletterà
sopra. Non m’aspetto neanche una sua risposta. Che Dio vi benedica e sinceri
saluti fraterni dal Belgio! {9 aprile 2009}
2.
{Emilio Spedicato}
▲
Caro Martella,
domanda di non banale risposta, ma — Newton, che in soli 4 anni di lavoro ricavò
il calcolo infinitesimale, le leggi della gravitazione e dell’ottica, ed è
considerabile la maggiore mente, dopo Salomone —dedicò ben più tempo a questo
problema. A tale scopo si lesse praticamente tutti i Padri della chiesa latina e
greca — chi mai più l’ha fatto? — e concluse che Atanasio — noto per viaggiare
con seguito di belle donne e per le responsabilità nella crocifissione di tanti
suoi avversari a Alessandria — aveva falsificato i documenti usati nel concilio
trinitario di Nicea (dove Costantino pesava molto e il papa non era presente, ma
di questo non sono sicuro...). E che per bloccare il capovolgimento al
successivo concilio, dove Costantino avrebbe pesato di meno, praticò
probabilmente ad Ario la berillatio patris, recentemente praticata pare a
un papa che dava fastidio a certi interessi... [N.d.R.: Egli si riferisce alla
tesi della berillatio patris che alcuni, specialmente in campo esoterico,
vorrebbero che ne fosse stato vittima Giovanni XXIII. Suppongo che si riferisca alla berilliosi, ossia all’avvelenamento da berillio, che è all’origine di una malattia polmonare cronica, del danneggiamento di altri organi, come il cuore, e della malattia cronica del berillio, che può essere così seria da causare la morte.]
Gesù dichiara:
il Padre è più di me; ci sono cose che solo il Padre sa. Quindi si
pone a un livello non pari. Ma anche «dii estis» [N.d.R. «siete dèi»] e «questo
è il mio Figlio diletto (o prediletto?)». Quindi la risposta non è facile,
visto che tutti, si spera, confluiremo in Dio Padre (che dubito sia Jahwè); ma
anche in tale caso, non saremo alla stesso livello. Penso sia corretta
l’interpretazione islamica di Gesù quale sigillo della santità e giudice dopo
la morte. Quindi fra tutte le creature quella al livello più alto. Ma
potrebbe esistere dall’infinito, dato che ritenere l’universo finito significa
banalizzare Dio Padre, e siamo al livello quasi della bestemmia.
E invece una domanda: perché in un recente documento di Ratzinger è scomparso il
«filioque»? [ N.d.R.: «e il Figlio» nel credo] Per mille anni cattolici e
ortodossi sono stati guidati da due autorità scomunicate, proprio sul «filioque»?
Meno dottori della legge e più Cottolenghi o don Gnocchi. Saluti… {20 aprile
2009}
3.
{Nicola Martella}
▲
Vedo nuovamente
un’insalata russa di idee e ideologie dell’amico professore di Bergamo e
appassionato di miti e misteri. In «Fede controcorrente» non interessano tanto
le questioni storico-teologiche (storia della chiesa, dei dogmi) quanto
l’esegesi contestuale della sacra Scrittura. Le cose dette da Atanasio, da Ario,
dai concili e dallo stesso Newton possono essere interessanti, ma non sono per
noi decisive.
Gesù non disse mai: «Il Padre è più di me», ma: «Il Padre mio che me le ha
date
è più grande di tutti; e
nessuno può rapirle di mano al Padre.
Io e il Padre siamo uno» (Gv
10,28s; v. 27 «nessuno le rapirà dalla
mia mano»). Tale brano nel suo contesto asserisce quindi proprio il
contrario di quanto l’amico misteriosofo, amante di miti e di misteri, voleva
suggerire.
Anche l’altra espressione: «Ci sono cose che solo il Padre sa», non ricorre in
tale dizione, ma questa: «Ma quant’è a quel giorno e a quell’ora
nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre
solo» (Mt 24,36). Non si trattava di tutte le informazioni, ma solo
di quelle specifiche al momento particolare della fine dei tempi, di cui egli
aveva appena parlato nella sua «apocalisse messianica». Ciò era dovuto al fatto
che il Logos creatore, dichiarato «Dio presso Dio», diventando carne (Gv
1,1ss.14), «annichilì se stesso e prese forma di schiavo, essendo diventato
in similitudine degli uomini; e trovato nell’esteriore come un uomo, abbassò se
stesso e si fece ubbidiente fino a morte, e a morte di croce» (Fil 2,6ss).
Bisogna distinguere quindi fra la natura o essenza di Dio (comune al Padre e al
Figlio) e la loro funzione economica all’interno della storia della salvezza.
L’espressione «siete dèi» ricorre nel Salmo 82. In ebraico
’elohim
significa «tremendo» ed era usato per l’autorità, anche per le autorità umane.
Non intendeva quindi un «dio» in senso religioso, ma un’autorità politica.
Altrimenti un’idea del genere sarebbe stata in contrasto con il monoteismo». Dio
disse a Mosè riguardo ad Aaronne: «E così ti servirà di bocca, e tu sarai per
lui come ’elohim» (Es 4,16). Ossia Mosé doveva comparire come
autorità dinanzi al faraone e Aaronne doveva fungere da portavoce. Similmente
disse: «Vedi, io ti ho stabilito come ’elohim [= autorità] per
Faraone, e Aaronne tuo fratello sarà il tuo profeta [= portavoce, proclamatore]»
(Es 7,1). Nel Salmo 82 Jahwè disse: «Voi siete ’elohim, siete
tutti figli dell’Altissimo» (v. 6). Qui parlava delle autorità, dei giudici
(vv. 2.8) e di uomini mortali in autorità (vv. 7s).
Quando Gesù introdusse tale citazione nel suo discorso (Gv 10,34), in
polemica con scribi e farisei, non intendeva certo introdurre il politeismo (non
avrebbe vissuto un momento di più tra tali Giudei ostili che cercavano un
appiglio per farlo fuori), ma difendeva il fatto che Egli era il Figlio di Dio.
Usava qui il principio dal minore al maggiore: se ciò è detto di uomini mortali,
quando più vale ciò per me che sono il Messia? (vv. 35s). Ciò lo avevano ben
capito i Giudei che lo accusavano così: «Tu, che sei uomo, ti fai Dio»
(v. 33).
Quando, al battesimo di Gesù, Dio disse dal cielo: «Questo è il mio
diletto Figlio
nel quale mi son compiaciuto» (Mt 3,17), intendeva indicare che Gesù era
proprio il Messia promesso. Similmente fece durante la trasfigurazione per
ingiungere poi ai discepoli: «Ascoltatelo!» (Mt 17,5).
L’idea di Spedicato, secondo cui «tutti, si spera, confluiremo in Dio
Padre», è una concezione monistica e panteista, tipica dello gnosticismo e
dell’esoterismo, e, come tale, estranea alla Bibbia. Il Creatore e la creatura
vengono distinti dall’inizio alla fine della Bibbia. Jahwè è inoltre il Dio
vivente, rivelato da Gesù come il «Padre celeste».
La
concezione islamica non è condivisibile e non supportata dalla sacra
Scrittura. L’Islam è nato più di mezzo millennio dopo Cristo da una commistione
fra giudaismo, cristianesimo ebionita e religione preesistente in Arabia. Come
si può dare all’imitazione più credito rispetto all’originale?
Nell’Apocalisse
«Colui che siede sul trono» e «l’Agnello» (anch’Egli sullo stesso trono)
compaiono assieme e ricevono indistintamente adorazione, onore e autorità. Anche
della nuova Gerusalemme è scritto: «E la città non ha bisogno di sole, né di
luna che risplendano in lei perché la illumina la gloria di Dio, e l’Agnello è
il suo luminare» (Ap 21,23).
A noi poco interessa se in un Credo delle chiese, in un libro di Ratzinger o di
un altro teologo ci sia o meno l’espressione «e il Figlio» (filioque).
A noi interessa che al centro del NT c’è proprio Gesù Cristo: Egli è l’Evangelo
stesso. Il suo nome è al di sopra di ogni altro nome e ogni ginocchio deve
piegarsi dinanzi a Lui! (Fil 2,9ss).
Io direi, alla fine, meno dottori di dogmi ecclesiali (e di misteri gnostici) e
più esegeti della Parola di Dio. Poi ben vengano le buone opere.
4.
{Calogero Fanara}
▲
Nota editoriale: Questo lettore ha inviato una copia della sua lettera
anche a Pawel Gajewski (Firenze), pastore della Chiesa valdese. Egli ha
risposto, affermando di condividere pienamente le sue obiezioni. Ha anche
indicato che a essere decisiva è la Confessione di fede, la quale sola
stabilisce la dottrina ufficiale della Chiesa valdese. Qui segue parte
della risposta di Calogero Fanara, in cui quest'ultimo
invita Gajewski
a prendere posizione sul forum del sito
della Chiesa Valdese di Trapani.
Caro fratello Pastore Gajewski, la ringrazio
per avermi «rasserenato» al riguardo, credevo che più nessuno (o quasi) fra i
pastori valdesi prendeva sul serio le dottrine fondamentali della Bibbia, quali
spina dorsale della fede in Cristo che noi tutti evangelici abbiamo sempre
professato e che, spero, continueremo a professare! [...] La ringrazio di cuore
d’avermi mandato questa sua e-mail... Che Dio vi benedica e vi sostenga nella
chiesa che Egli vi ha affidata!
{10 aprile 2009}
5.
{Alex (alenu1)}
▲
■
Contributo: Del resto c'è da capirlo: non solo gli atei, ma perfino otto
preti cattolici traditori hanno esaltato la Tavola valdese per il fatto che non
novera alcuna attività di culto fra quelle che attesta ai fini dell'8 per
mille... {20 aprile 2009}
▬
Risposta: Questo contributo è fuori tema. A ben capire, l'8 per
mille dovrebbe servire per le opere sociali delle chiese e non per sostenere il
culto e i suoi ministri. Mi sembra una posizione corretta quella della Tavola
valdese, di là dalle divergenze dottrinali riguardo a questo particolare pastore
antitrinitario e non con la chiesa valdese in sé. Non si possono considerare
traditori dei preti solo perché ribadiscono quanto affermato dalla legge. È da
considerare fuori della legge chi non vi si attiene. Di fatto l'8 per
mille fa vivere uno Stato (il Vaticano) sulle spalle di un altro (l'Italia);
perché non farlo pure per San Marino? Il culto e i suoi ministri dovrebbero
essere sostenuti non dall'8 per mille, ma dalle offerte dirette e volontarie dei
fedeli. Se fosse per me io abolirei tale tassa religiosa perché porta solo
confusione fra Stato e chiese, crea equivoci e sospetti (si vedano al riguardo
le varie inchieste dei mass-media). Per questo diverse chiese protestanti ed
evangeliche si rifiutano d'accedere a simili privilegi. Il principio «libere
chiese in libero Stato» è giusto e condivisibile. Questo argomento è chiuso
essendo di per sé fuori tema. {Nicola Martella}
6.
{Gianni Siena}
▲
La chiesa valdese è
sempre stata un luogo di «libertà», dove i perseguitati d’ogni specie
hanno trovato comprensione e spazio d’esercizio. Di questo spazio ne hanno
fruito anche pericolosi portatori d’eresie: il geovismo deve la sua fortuna, da
noi, alla solerte attività d’un pastore valdese che tradusse gli scritti di C.T.
Russell in italiano.
Non ho mai avuto lagnanze verso l’amore per la libertà del popolo valdese e
metodista; noi
pentecostali siamo debitori oltremodo a questi libertari della Riforma
(il valdismo la precede di secoli) che, durante il fascismo e dopo, si sono
prodigati e battuti perché ci fosse riconosciuta la libertà di culto.
Qui però il pericolo è più devastante, si tratta dei fondamenti stessi
del cristianesimo. Faccio notare che, come ogni altro «profeta», anche
Alessandro Esposito gioca al nascondino con le strutture e i ruoli ministeriali
della sua chiesa, pur rinnegandone le radici e l’identità bibliche. Sì, i veri
valdesi sono gli evangelici che ne fanno parte e mantengono — come il compianto
Nisbet, il fondatore di Testimonianza Evangelica Valdese — un forte ancoraggio
alle basi cristiane e trinitarie della loro identità.
Io non esprimerò un commento apologetico al riguardo, ritengo sufficiente
l’azione in questo senso del fratello Nicola Martella: Dio ci benedica tutti!
{20 aprile 2009}
7.
{Pier Vittorio De Zorzi}
▲
Estraggo:
«Alessandro Esposito, che si presenta come pastore, e il fatto che, quindi, non
crede alla deità di Gesù Cristo… Egli si presenta qui come “il pastore della
chiesa valdese di Trapani e Marsala”, sebbene altrove scriva successivamente che
sia solo un “candidato pastore” in attesa di conferma».
Con personaggi di questo spessore sto perdendo già troppo tempo. E che Dio ci
protegga da queste cose! {20 aprile 2009}
8.
{Tore Reale}
▲
Nota redazionale:
Il lettore ha frequentato chiese carismatiche in passato. Poi è passato a
frequentare quelle valdesi.
Caro Nicola, in
molti casi, quando la conoscenza senza fede pretende di dare risposte in merito
alla Bibbia, la questione diventa complicata. Io ho letto e riletto un libro di
Patterson che spoglia Cristo della sua divinità e lo riduce a un maestro
di saggezza. Per quest’autore i miracoli erano simbolici, la resurrezione non un
era evento reale ma ideale.
Purtroppo, ho notato che durante i sinodi [valdesi, N.d.R.], si discute
di qualunque cosa tranne che d’unità fra i pastori nella linea teoretica da
seguire. Quindi in questa piccola chiesa, che vive di tanta fama e pochi fatti,
troverai un pastore che ti dice una cosa, l’altro un’altra e così via. Li vedi
d’accordo solo nella liturgia e la tradizione, per il resto al singolo è
lasciata la scelta di pensare e predicare cosa gli pare.
Il materiale che mi hai mandato, non mi sorprende né mi scandalizza poiché è un
segno dei tempi. Tutte le chiese liberali, insieme a quelle storiche si
riempiono la bocca con l’ecumenismo. Il clero cattolico, antisemita da sempre,
cerca un accordo col clero islamico per governare il mondo religioso (bestia e
falso profeta?) e spazzare via il cristianesimo evangelico. Conosco alcuni
cattolici, compresi molti miei familiari, che hanno un astioso disprezzo per i
cristiani evangelici. È stato tutto predetto in Matteo 24, che anticipa e
chiarisce i punti centrali dell’Apocalisse. […]
Quanto ai
valdesi, hanno una struttura ecclesiastica che si regge sulla carta, ma non
sulla presenza fisica di pastori e credenti. Le loro chiese sono frequentate da
sole persone anziane. Qui nel Pinerolese, in Val Germanasca e Chisone, i templi
sono chiusi e abbandonati al degrado. Con questa penuria di risorse umane, i
valdesi potrebbero sparire in 20-30 anni.
Non temo chi la pensa diversamente da me. Uso la Bibbia come parametro di
confronto di tutte le cose e sul campo Dio mi rivela percoli e strade da
percorrere. L’importante è comprendere che il combattimento non è contro persone
fisiche ma contro i loro pensieri eretici, divulgati alla gente comune. Quanto
ai carismatici, sono destinati a durare a lungo e combineranno molti
altri guai anche in futuro… […] Ma anche noi, che vogliamo seguire Dio,
dobbiamo stare attenti, forse più degli altri, poiché non è da escludere che il
nemico non rincari la dose nei nostri confronti, facendoci cadere.
Ho conosciuto una piccola e rigida comunità dove i credenti si comportano
in modo strano. Sembra una setta d’eletti, con dodici anziani, le donne messe da
parte, la santa cena chiusa e sospettosi coi nuovi arrivati. Predicavano duro
contro tutti, presumendo loro stessi d’essere i migliori. Non erano carismatici,
ma ugualmente non ho percepito lì dentro la presenza di Dio. Era gente molto
dura e chiusa al mondo. Sono scappato via dopo il culto. Non mi ricordo come si
chiamavano e non lo voglio neanche sapere.
Non è facile trovare una chiesa. Per ora, per me vanno bene anche i valdesi,
che sto frequentando, con tutte le loro contraddizioni e le loro assurde teorie.
È un ambiente che ha una grande vivacità culturale, dove trovi spazio per
confrontarti con gente di tutti i tipi. Mi piace la cultura, sono un
appassionato di storia e di letteratura, mi piace la teologia e per me è vitale
trattare con persone colte. Non prendo le direttive da una persona che ne sa
meno di me, nemmeno sul lavoro. Termino qui. Contigua a mandarmi del materiale,
lo trovo utilissimo. A presto... {21 aprile 2009}
9.
{Volto Di Gennaro}
▲
Caro fratello
Martella, Dio ci benedica e ci guardi. Grazie per la tua e-mail. Devi dirti che
ho amici valdesi che temono Dio e che sono dei veri testimoni del
Vangelo. I valdesi, che io sappia, non hanno una dottrina stabilita, insomma
degli argini entro i quali scorre il fiume della Verità. So bene che questi
argini a volte sono stretti. Ma tra i loro pastori c’é una sorta di «libero
pensiero»; il problema è che il pensiero è libero al punto da andare «oltre
ciò che è scritto».
Se tale persona si dimettesse da «candidato pastore», renderebbe un
servizio al Vangelo. Non voglio dire altro; il suo pensiero è «trito e ritrito»,
«minestra arciriscaldata», indigesta e tossica! Un saluto nel Signore. {21
aprile 2009}
10.
{Davide Donisi}
▲
■
Contributo: Gentilissimo Nicola Martella, pace. Guardi rimango sbalordito
da questo «dato di fatto». Secondo la mia modestissima opinione fare una
distinzione tra un Gesù storico e un Cristo della fede non è molto
giusto, perché cosi si scredita la parola di Dio. Non trovo giusto, appunto,
prendere alcune parti del Vangelo dicendo questo sì è questo no, questo e
storico e questo non lo è, questo è reale e questo fa parte della fede dei suoi
discepoli. Secondo il metodo critico, se ce un Gesù della fede, allora
egli non era il figlio di Dio, non è resuscitato (e quindi non è vivo, oggi), i
miracoli sono delle invenzioni dei suoi discepoli ed egli non era nient’altro
che un giovane rabbino ebreo. Bisogna stare attenti ad adottare certi metodi con
la Parola di Dio, perché ce il rischio d’andare fuori strada e non saper tornare
in carreggiata. È per fede che crediamo e confessiamo il nostro credo; per noi
ogni singola frase del Vangelo è storica altrimenti non avrebbe seno. Sembra
difficile credere che degli uomini s’inventino un Gesù figlio di Dio e lo
predichino fino a farsi uccidere, morendo per una bugia. Non mi sorprenderei se
fra poco si discutesse del Mosè storico e del Mosè della fede, delle
profezie che parlano di Gesù (anche quelle sono invenzioni della fede?) e cosi
via.
La verità è che Dio si è fatto uomo (il Logos incarnato) ed è entrato
nella storia umana, e quindi ogni sua parola e ogni suo miracolo fanno parte
della storia, non si possono sradicare i suoi miracoli e le sue affermazioni dal
contesto storico, perché è quello il vero Gesù storico, quello in cui crediamo.
Lasciamo fuori le interpretazioni e i pregiudizi e affidiamoci solo alla sacra
Parola di Dio. La ringrazio per la pazienza, distinti saluti e pace nel nostro
Signore e Salvatore Gesù Cristo. {22 aprile 2009}
▬
Risposta: È evidente che tale distinzione fra un «Gesù storico»
e un «Cristo della fede» è una costruzione filosofica e ideologica del metodo
storico-critico e della teologia liberale; sono cose che io non condivido,
prendendo sul serio tutta la sacra Scrittura e in tutte le sue parti. Le
conseguenze di tale pensiero liberale le hai giustamente elencate; ma la
schizofrenia teologica è una costante di questi pronipoti dei sadducei
ellenizzati e del loro razionalismo ideologizzato e idolatrato. Essi sono in
pratica dei deisti cristianizzati. Al tempo di Gesù erano i sadducei a negare
la risurrezione (Lc 20,27), come per altro molti filosofi greci (At 17,32);
alcuni sadducei o i loro seguaci ellenisti entrarono nelle chiese, tanto che
anche al tempo di Paolo c’erano di tali razionalisti che negavano la
risurrezione (1 Cor 15,12-19). Non vi è quindi nulla di nuovo.
Già al tempo di Gesù, i Giudei vollero ucciderlo per il fatto, come
avevano ben compreso, che si faceva «uguale a Dio», quando affermò la sua
provenienza celeste, di essere Messia e Figlio di Dio, di fare le opere di suo
Padre e di essere il giudice universale (Gv 5,18-23; 8). Tali Giudei vollero
credere a un «Gesù storico» soltanto, a un pio rabbino senza altre pretese; e
siccome affermò d’essere il Messia, il Figlio di Dio o del Benedetto, venne
condannato a morte per bestemmia (Mt 26,63-66). Da tempo i seguaci del
metodo storico-critico e i teologi liberali processano nuovamente Gesù e, se
potessero, lo condannerebbero nuovamente per essersi fatto «uguale a Dio».
{Nicola Martella}
11.
{Ariele Carbone}
▲
Leggendo tale
articolo sul conduttore antitrinitario, mi prende una grande sofferenza per le
cose che leggo. Non mi riferisco solo a questo articolo ma anche ad altri, in
cui mi sembra che l’uomo «credente» stia perdendo, per vari motivi, la meta.
Non sono un filosofo, un teologo o uno scienziato, ma solo un semplice uomo che
ha scoperto Dio, Gesù e lo Spirito Santo a 40 anni. Rimasto nel travaglio per
non aver capito molte cose e per le mie pretese davanti al Signore, sono
arrivato, quasi 20 anni dopo, a capire che il mio «io» era la fonte dei miei
problemi. Mi sono arreso alla grazia e oggi l’unica cosa che mi viene in
mente non è una risposta filosofica o teologica o relativista ma, usando le
parole di Gesù scrivo quanto segue.
■ «Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti» (Matteo 24,11).
■ «Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio
dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18,8). Qualcuno, come
già è successo, mi ribatterà che questa frase è stata scritta da un uomo con
tutte le sue elucubrazioni. [N.d.R.: Noi crediamo invece che si tratta della
Parola di Dio che non passerà, «sapendo prima di tutto questo: che nessuna
profezia della Scrittura procede da vedute particolari; poiché non è dalla
volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno parlato
da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pt 1,20s).]
E aggiungo
dalla Parola di Dio quanto segue:
■ «Io mi sono applicato in cuor mio a riflettere, a investigare, a cercare la
saggezza e il perché delle cose, e a riconoscere che l’empietà è una follia e la
stoltezza una pazzia» (Ecclesiaste 7,25).
■ «Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma
per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio» (1 Corinzi 1,18).
■ «La sapienza di questo mondo è pazzia davanti a Dio. Infatti è scritto:
“Egli prende i sapienti nella loro astuzia”» (1 Corinzi 3,19).
Che Dio abbia pietà di tutti noi! {21 aprile 2009}
Per quello che
riguarda la Trinità, non riesco a scindere Dio da Gesù o dallo Spirito
Santo. Credo a quanto segue, per quello che a me dice la Parola, riguardo allo
Spirito Santo promesso da Gesù:
■ «E io pregherò il Padre, e Egli vi darà
un altro
Consolatore, perché stia con voi per sempre» (Giovanni 14,16).
■ «Il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel
mio nome, v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho
detto» (Giovanni 14,26).
■ «Quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte
del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli
testimonierà di me» (Giovanni 15,26).
■ «Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché,
se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado,
io ve lo manderò» (Giovanni 16,7).
Senza credere a
ciò, la mia esperienza di fede sarebbe nulla. Pertanto credo nella Trinità. {23
aprile 2009}
Nota redazionale: Si noti che ho evidenziato sopra le diverse persone
della Trinità. In tali brani il termine italiano «consolatore» è una
trasposizione del termine greco parakletos che significava «avvocato,
difensore». Come Gesù era il Logos o Parakletos rispetto al Padre (1 Gv 2,1 «un
Parakletos presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto»), lo Spirito Santo
lo era rispetto a Gesù (Gv 14,16 «un altro Parakletos»).
12.
{Franco D’Amico}
▲
Nota redazionale: Questo lettore è il webmaster del sito della chiesa
valdese di Trapani.
■
Contributo: Certo siete animati da profondo zelo nella difesa dei
principi cristiani, ma purtroppo non vedo alcuno sforzo di capire il pensiero
d’Alessandro, il candidato pastore valdese. Io lo conosco bene e posso
assicurarvi che non risponde al vero quello che voi riportate. Dire che i
vangeli sinottici ignorano il concetto trinitario non è eresia, ma la pura
costatazione. Alessandro è consapevole che Gesù è il Verbo incarnato, uno con
Dio. La Chiesa Valdese non potrebbe accettarlo fra i suoi pastori, se notasse
deviazioni dal suo «credo», che poi è comune a tutte le confessioni cristiane.
Lo stesso Alessandro ha chiarito bene la sua posizione, ma voi questo
volutamente lo ignorate. Fate uno sforzo intellettuale e cristiano: Siate
obiettivi e cercate l’unità. Fraternamente… {17 maggio 2009}
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Risposta: È necessario mettersi d’accordo, poiché Alessandro
Esposito mi scrive in un modo (lodi) e Franco D’Amico in un altro (rimproveri).
Io personalmente rispondo solo a ciò che ho scritto io stesso, per gli altri
contributi risponde ogni singolo lettore.
Non si può ridurre la questione trinitaria ai soli «vangeli
sinottici» (perché mai?), perché sarebbe come chiedere a un ragno di servirsi di
soli tre occhi da un lato, mentre ne ha a disposizione molti di più; chi cerca
la verità di un fatto storico accaduto o di una certa questione, chiede a tutti
i testimoni presenti. In questioni così importanti non ci si può limitare ai
soli Sinottici, visto che «ogni
Scrittura ispirata da Dio, è utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia» (2 Tm 3,16), e «sapendo prima di
tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura procede da
vedute particolari; poiché non è
dalla volontà dell’uomo che venne mai alcuna profezia, ma degli uomini hanno
parlato da parte di Dio, perché
sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pt 1,20s).
Prendo per vero che Alessandro sia «consapevole che Gesù è il
Verbo incarnato, uno con Dio». La questione è questa: crede egli che Gesù è il
Logos di Dio, Dio presso Dio, Creatore d’ogni cosa (Gv 1,1ss), divenuto carne
(v. 14) e, quale unigenito Figlio (o Dio), unico vero conoscitore del Padre a tu
per tu e, perciò, unico suo vero ermeneuta (v. 18)?
Che «lo stesso Alessandro» abbia «chiarito bene la sua
posizione», io non lo ignoro affatto, anzi ho fatto un non piccolo «sforzo
intellettuale» per capirlo, analizzando a fondo i suoi articoli. Avendo io
studiato a fondo e da lungo tempo i metodi storici-critici e la teologia
liberale, è probabile che io abbia capito la genesi teologica di Alessandro
Esposito più quanto Franco D’Amico crede di sapere, e quindi io abbia più
competenza teologica di lui per valutare le cose e abbia più obiettività di
quanto egli stesso pensi.
Per non dover ripetere qui le tesi del metodo
storico-critico e mostrare le sue alternative storico-bibliche, per
l'approfondimento si veda in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli:
«Le
posizioni teologiche più ricorrenti», pp. 21-30;
«Criticismo
storico», pp. 127-130; «Sistemi
teologici», pp. 332ss; «Teologia
biblica», pp. 353s.
Si veda pure Nicola
Martella, «La Bibbia fra criticismo e modernismo»,
Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma
1995), pp.
187.195.
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Inoltre uno sforzo cristiano, come viene richiesto, è innanzitutto quello di
amare la verità biblica rivelata in tutta la sacra Scrittura, rispettosi di essa
e del suo Ispiratore. Solo aderendo a tutta la verità del nuovo patto, si può
cercare l’unità richiesta fra i cristiani. {Nicola Martella} [►
Altro contributo]
►
Correlazione fra Padre e Figlio nella Deità
{Nicola Martella} (D)
►
Deità di Gesù e autorità del Nuovo Testamento
{Alessandro
Esposito -
Nicola Martella} (T/A)
►
Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 1
{Nicola Martella} (T)
►
Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 2
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-AEsposito_anti3_valdesi_parla_Avv.htm
13-04-2009; Aggiornamento: 20-05-2009
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