Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
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 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CONDUTTORE ANTITRINITARIO NELLE CHIESE VALDESI

 

 di Nicola Martella

 

Entriamo in tema

     Non abbiamo dubbi che nelle chiese valdesi si trovino tanti credenti genuini, timorati di Dio, sottomessi alla sua Parola e desiderosi che il nome di Gesù Cristo sia innalzato nella propria vita e nel mondo. Il problema è che — da quando si è fatta strada la concezione del «Gesù storico» e solo rabbino ebreo, senza alcuna pretesa d'essere il Logos (Dio presso Dio) fatto carne — non tutti i conduttori valdesi credono più alla deità di Cristo. Non tutti sottoscriverebbero interamente la «Confessione di fede del 1655» della Chiesa valdese, il cui primo articolo recita così: «Noi crediamo... Che vi è un solo Iddio, il quale è una Essenza spirituale, eterna, infinita, del tutto sapiente, misericordiosa, giusta, in somma, del tutto perfetta; e che vi sono tre Persone in quella sola e semplice essenza, il Padre, il Figliolo e lo Spirito Santo».

     Qui di seguito riportiamo come caso esemplare quanto si può leggere nel sito della chiesa valdese di Trapani, e cioè nel forum. Si tratta delle tesi antitrinitarie di Alessandro Esposito, che si presenta come pastore, e il fatto che, quindi, non crede alla deità di Gesù Cristo. Il tema in questione è questo: «Ma Gesù è Dio?».

     Egli si presenta qui come «il pastore della chiesa valdese di Trapani e Marsala», sebbene altrove scriva successivamente che sia solo ancora un «candidato pastore» in attesa di conferma. Sul sito ricorre l'antico motto dei Valdesi: Lux lucet in tenebris «Luce brilla nelle tenebre», e ne viene ricordata la storia (e la persecuzione per la fede biblica); la dottrina è alquanto succinta e non contiene tutti i punti del Credo valdese, per non parlare poi della singolare «confessione di fede» (Gesù è solo un uomo ebreo senza altre pretese, non il Logos, Dio presso Dio, fatto carne), che è alquanto distante da quella ufficiale valdese. Chiaramente non tutti i pastori valdesi la pensano così, sebbene in rete si trovano tracce di conferenze di soggetti a vocazione antitrinitaria ospitate da alcuni pastori valdesi nei loro locali di culto; comunque sia, sta di fatto che la chiesa valdese tollera un suo conduttore di chiesa (candidato o effettivo che sia) con tali convinzioni. Se si tollerano però tali pastori con siffatte dottrine, bisogna chiedersi se ci sarà ancora «luce» per i Valdesi alla fine di tale tenebroso tunnel, in cui diversi di loro si sono già incanalati?

     In tale risposta a un certo «Enzo», si sa solo che hanno «già discusso in più circostanze» sulle cose che scrive. Purtroppo non si sa chi sia il suo interlocutore né si conosce la sua lettera. Si sa solo che tale Enzo gli ha posto due interessantissime questioni: «Con pieno diritto, chiedi: “Ma se Gesù è Dio, allora Dio è ebreo?”. Aggiungi poi: “Ma nei vangeli non sta scritto che Gesù (e quindi, mantenendo il presupposto che egli sia Dio, Dio stesso) ha fondato la chiesa”?».

 

Lo sfondo ideologico

     Analizzando lo scritto di Alessandro Esposito, si evince che il suo metodo è quello del criticismo storico. Egli non accetta gli scritti del NT come autorevole «Parola di Dio», ma discrimina fra di loro a suo arbitrio e piacimento. Secondo i dettami del liberalismo teologico, egli distingue fra un «Gesù storico» e un «Cristo della fede». Il suo «Gesù storico» è un Giudeo senza pretese, un rabbino o un profeta; egli non sarebbe morto per aver preteso di essere il Figlio di Dio, ma per essersi opposto alla nomenclatura sacerdotale. Secondo lui, Gesù non inventò nulla rispetto a ciò che c’era, tutt’al più reinterpretò la tradizione in un modo originale, sì eversivo. Gesù sarebbe stato, usando le parole dell’esegeta cattolico Meier, «un ebreo marginale», un «eterodosso» e «non allineato».

     Gesù non avrebbe neppure fondato la chiesa, che sarebbe stata solo un fenomeno postumo sorto da una «riforma dell’ebraismo». Tutto ciò viene affermato perché vengono rimosse tutte le prove contrarie, agendo così in conformità con il metodo storico-critico. Eppure Gesù affermò: «Tu sei Masso [gr. pétros], e su questa pietra [gr. pétra] edificherò la mia assemblea [gr. ekklesia], e le porte dell’Ades non la potranno vincere» (Mt 16,18). E fin dagli inizi dell’era apostolica si parlò della «chiesa intera» (At 5,11), la chiesa (At 8,3; 12,1.5), la chiesa in Gerusalemme (At 8,1; 11,22), «la Chiesa per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria» (At 9,31), la chiesa di Antiochia (At 11,26; 13,1), e così via. Tutto ciò venne formulato per differenziare fin da subito la chiesa dalla sinagoga (cfr. At 6,9 disputano con Stefano e, infine, lo uccidono; At 6,2 Saulo intendeva eliminare dalle sinagoghe di Damasco coloro seguivano la «nuova via»; At 9,20.23 Paolo predicava «nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio» e i «Giudei si misero d’accordo per ucciderlo»; questo copione si ripete continuamente; e così via).

     Per Alessandro Esposito e il metodo storico-critico il «Cristo della fede» è un’invenzione della chiesa. Sarebbero stati i discepoli a innalzarlo a Figlio di Dio e a Dio insieme al Padre e a farne un oggetto di culto. Gesù non avrebbe mai preteso una cosa del genere. Questa è la logica conseguenza del liberalismo teologico, che non crede che gli scritti del NT siano «Parola di Dio», ma che tutt’al più la contengano!

 

Ma Gesù è Dio?

     Sebbene «la maggior parte delle chiese cristiane (inclusa quella valdese)» lo affermi, Alessandro Esposito non ne è sicuro per nulla. Secondo lui ci sono molti «passi neotestamentari attraverso i quali si comprende chiaramente che Gesù non è presentato né predicato come Dio». Per lui questo «è un dato di fatto, non un’ipotesi di lavoro». Con tale decisione aprioristica e ideologica si risparmia quindi ogni dimostrazione esegetica.

     Per mostrare la sua ragione, usa il metodo della relativizzazione del canone del NT: i testi vengono ascritti a «luoghi e periodi tra loro assai distinti e distanti»; uno scritto viene contrapposto a un altro (Mc a Gv e a Paolo), i Sinottici (Mt, Mc, Lc) vengono accreditati, svalutando Giovanni e Paolo; una «teologia» viene contrapposta a un’altra. La tesi di fondo è questa: i Sinottici presenterebbero solo il «Gesù storico», ossia quello veramente esistito, mentre Giovanni e Paolo presenterebbero il «Cristo della fede», ossia una sedicente costruzione postuma della chiesa. Come si vede, alla base c’è una discriminazione arbitraria a monte, basata su una decisione aprioristica riguardo a ciò che è originale o meno, legittimo o meno. Secondo lui, «non si può parlare d’una “teologia” del Secondo Testamento ma, soltanto, di “teologie”, al plurale, le quali restituiscono riflessioni, sensibilità, percorsi comunitari tra loro diversi». Non si tratta quindi di una verità di fondo accertabile, ma di «teologie» diverse inventate dalle differenti espressioni devozionali dei variopinti raggruppamenti cristiani. Questa non è nient’altro che la conseguenza dell’adesione al liberalismo teologico, figlio del razionalismo e del relativismo.

     Gesù si sarebbe considerato e sarebbe stato presentato dai «primi cristiani dell’area palestinese» tutt’al più solo come «messia» e «figlio di Dio» solo in senso di autorità (non di sostanza), cosa che sarebbe stata del tutto diversa dall’essere «Dio figlio». Come detto, per affermare questo si privilegia i Sinottici (e in essi solo ciò che aggrada al proprio arbitrio e ideologia) e si discrimina il resto del NT. Perciò si afferma: «La cosiddetta “confessione di fede trinitaria” non è biblica, ma ecclesiastica» e sarebbe stato il prodotto di concili (Nicea nel 325; Calcedonia nel 451). Gli argomenti poi sono quelli tipici del liberalismo teologico odierno, dei Giudei cristiani antitrinitari (Ebioniti, Nazareni, odierni), dell’arianesimo, del giudaismo talmudico, della Torre di Guardia, e degli altri antitrinitari cristiani. Alessandro Esposito sta quindi in buona compagnia. Tutto viene ridotto a questioni di «natura politica», ossia a concili dominati dall’imperatore. Da tutto ciò trae la seguente conseguenza teologica: «la tesi antitrinitaria ha un fondamento biblico»

     Purtroppo, oltre a tali proclami, manca ogni argomento esegetico che prenda sul serio tutti i testi del NT e argomenti con una rigorosa e seria esegesi contestuale. Egli accusa che «l’ortodossia ha sempre cercato d’estirpare tale tesi non mediante gli argomenti, ma con la violenza»; purtroppo di veri argomenti esegetici non ne ho visti, se non solo proclami aprioristici e arbitrari. Sembra che il bue chiami cornuto l’asino, visto che fin dall’inizio afferma riguardo all’antitrinitarismo che «si comprende chiaramente che Gesù non è presentato né predicato come Dio. È un dato di fatto, non un’ipotesi di lavoro». Perciò non meraviglia che questo pronipote di Ario creda «che si possa essere cristiani anche senza essere trinitari: e questo prendendo a fondamento le Scritture».

 

Contraddizioni col Credo valdese

     Alessandro Esposito afferma che «un cristianesimo non trinitario dovrebbe avere diritto di cittadinanza nelle chiese, perché attestato dalle Scritture». Sembra quasi un mettere le mani avanti per non cadere, quasi un reclamare per sé un diritto di «asilo politico» e d’immunità all’interno delle chiese valdesi, nonostante il suo antitrinitarismo.

     Siamo stati sul sito della chiesa valdese, su indicazione di uno dei responsabili della direzione, che ha fatto riferimento alla dottrina ufficiale della Chiesa valdese, così come è stabilità dalla Confessione di fede sotto alla voce «cosa crediamo». Purtroppo lì, tranne un riferimento storico alle «confessioni di fede dei concili ecumenici del primi secoli della Chiesa: il Credo, il Simbolo Niceno Costantinopolitano» e specialmente alla «Confessione di fede del 1655», non c’è alcun testo.

     Bisogna andare fino all’«Alfabeto evangelico» — tratto dal libro di Giorgio Tourn, Alfabeto evangelico (ed. Claudiana, Torino 2000) — per leggere sotto «Trinità» quanto segue: «Gli evangelici accettano la dottrina (il dogma) della Trinità e anche per questo non vanno confusi con i Testimoni di Geova, che la negano. E ben vero che nella Bibbia non si trova la parola “trinità”, ma quando si parla di Dio si parla del Padre, del Figlio, dello Spirito santo, cioè in un modo che non è quello degli ebrei e dei musulmani. Dicendo Trinità non si vuole dire che ci siano tre divinità una accanto all’altra... […] Per i musulmani Allah è uno, assoluto, cioè fuori del mondo, e tutto decide; per loro Gesù è solo un profeta come Muhammad, mentre per noi cristiani è la presenza di Dio stesso nell’umanità, e quando parliamo dello Spirito santo non pensiamo solo ad una ispirazione divina, ma a Dio stesso che agisce oggi nella nostra vita e nella chiesa». Tralascio qui le nuance modaliste contenute nel testo: «Un attore poteva avere più ruoli e per questo cambiava la maschera (cioè la “persona”) del personaggio. I teologi cristiani presero questo esempio per parlare dell’opera di Dio: Dio è sempre lo stesso, l’unico Signore che però agisce in modi diversi». Purtroppo all’articolo «Cristo» non viene detto nulla del fatto che il Logos, «Dio presso Dio», è stato fatto carne (Gv 1,1ss.14).

     Bisogna cercare minuziosamente e lungamente per trovare infine il testo della «Confessione di fede del 1655», che col suo linguaggio antico al primo articolo recita quanto segue: «Noi crediamo… Che vi è un solo Iddio, il quale è una Essenza spirituale, eterna, infinita, del tutto savia, misericordiosa, giusta, in somma del tutto perfetta; e che vi sono tre Persone in quella sola e semplice essenza, il Padre il Figliuolo e lo Spirito Santo» (p. 5; maiuscoletto nostro, anche di seguito). Poi seguono le «prove» in antitesi alla Chiesa Romana e ai Dottori Papali ed esse alla fine recitano: «Il mistero della Santa e adorabile Trinità c’è insegnato nella Santa Scrittura, come si vede ne’ luoghi seguenti, Matt. 28,19 - II Cor. 13,13 - I Giov. 5,7» (pp. 5-6).

     All’articolo 12 recita: «Noi crediamo… Che Jesu Christo essendo stato da Dio ordinato nel suo eterno decreto per essere il solo Salvatore, e l’unico capo del suo corpo, che è la Chiesa; egli l’ha riscattato col suo proprio sangue, nel compimento de’ tempi, e le communica tutti i suoi beneficij coll’Evangelio» (p. 10). All’articolo 13 si legge: «Noi crediamo… Che vi sono due nature in Jesu Christo, la divina e l’humana, veramente unite in una stessa persona, senza confusione, senza separatione, senza divisione, senza cangiamento, l’una e l’altra natura serbando le sue distinte proprietà e che Jesu Christo è insieme vero Dio e vero huomo» (p. 10).

    Mi chiedo come farà Alessandro Esposito a giurare su tale «Confessione di fede del 1655» per essere ammesso al pastorato. A meno che non verrà sostituita con la confessione di fede della Torre di Guardia, dei pentecostali antitrinitari, dei seguaci di W.M. Branham o dei «Solo Gesù» (queste ultime evenienze sono da scartare, visto che sono antitrinitari per motivazioni opposte agli ariani).

 

E la chiesa valdese che farà?

     Un lettore di mia conoscenza ha preso diretto contatto con un membro della direzione delle chiese valdesi; gli è stato risposto che la posizione di Alessandro Esposito sarebbe ancora quella di un candidato (quindi non ancora pastore) e che la sua sarebbe una posizione strettamente personale.

     Le questioni che rimangono aperte sono le seguenti.

     ■ Alessandro Esposito si firma a tutti gli effetti come «il pastore della chiesa valdese di Trapani e Marsala».

     ■ Dopo le obiezioni portate da tale lettore, che la direzione delle chiese valdesi afferma di condividere pienamente, che cosa farà del loro candidato pastore? Continuerà da tale pulpito privilegiato la sua campagna antitrinitaria nella «chiesa valdese di Trapani e Marsala» o sarà rimosso dal suo posto ed espulso dal ministero pubblico?

     ■ Vedremo una coerenza della chiesa valdese con i principi della Riforma (solo Cristo, sola Scrittura, sola grazia e sola fede), oppure l’avanzata penetrazione del liberalismo teologico farà ammantare tutto col velo della tolleranza dell’«ognuno con la sua coscienza», del «tutto fa brodo» e del «vogliamoci bene»?

     ■ Bisogna chiedersi se tutto ciò non sia la logica conseguenza di un’evoluzione logica, visto che la chiesa valdese è permeata per molti settori e da tempo da un’analisi biblica dominata dal metodo storico-critico, dal liberalismo teologico, dalla teologia femminista, dal relativismo teologico e morale, da un ecumenismo in cui spesso a soccombere è la Verità rivelata e così via.

 

Auguriamo alle chiese valdesi un sincero ritorno ai principi scritturali e morali dei padri valdesi (e della Riforma), per difendere i quali migliaia di credenti hanno immolato la propria vita.

 

Per l’approfondimento di Gesù Cristo nella Bibbia in contrapposizione con l'immagine che ne dà il criticismo storico, si veda in Nicola Martella, Chi dice la gente che io sia?, Offensiva intorno a Gesù 1 (Punto°A°Croce, Roma 2000), i seguenti articoli: «La teologia liberale e Gesù», pp. 69-79; «Gesù negli Evangeli», pp. 80-85; «Il Gesù dei critici e il Gesù del NT» (di Rinaldo Diprose), pp. 88-98; «Gesù accaparrato da varie “teologie”», pp. 99-102.

     Per l’approfondimento dell’immagine biblica di Gesù Cristo si veda anche la seguente letteratura:

     ■ Nicola Martella, E voi, chi dite ch’io sia? Offensiva intorno a Gesù 2 (Punto°A°Croce, Roma 2000). Qui sono presentate specialmente la visione biblica di «Gesù nella Bibbia e nella storia» (pp. 3-73) e  «La questione giudaica» (pp. 74-158).

     ■ Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), nell’articolo «La dottrina occulta e la Bibbia» si veda la sezione «III. Gesù Cristo», pp. 393-396.

     ■ Nicola Martella, «Gesù Cristo», Elementi della fede: Dottrine fondamentali della fede cristiana (Associazione Soli Deo Gloria, Piacenza 2009), pp. 26ss.

 

Per approfondire le tesi del metodo storico-critico e conoscere le sue alternative storico-bibliche, si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Le posizioni teologiche più ricorrenti», pp. 21-30; «Criticismo storico», pp. 127-130; «Sistemi teologici», pp. 332ss; «Teologia biblica», pp. 353s.

    Si veda pure Nicola Martella, «La Bibbia fra criticismo e modernismo», Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 187-195.

 

Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Correlazione fra Padre e Figlio nella Deità {Nicola Martella} (D)

Deità di Gesù e autorità del Nuovo Testamento {Alessandro Esposito - Nicola Martella} (T/A)

Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

Deità, Trinità e Cristo {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-AEsposito_antitrinita_valdesi_OiG.htm

13-04-2009; Aggiornamento: 21-05-2009

 

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