Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
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■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
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«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DEITÀ DI GESÙ E AUTORITÀ DEL NT? PARLIAMONE 1

 

 a cura di Nicola Martella

 

Alcuni lettori erano rimasti turbati da ciò che avevano letto sul sito della chiesa valdese di Trapani riguardo alle posizioni teologiche liberali di Alessandro Esposito, specialmente in riferimento a Gesù Cristo, ritenuto solo un rabbino giudaico senza pretese divine. Analizzando da vicino tale sito e leggendo vari articoli, mi resi conto che tale posizione dipendeva dall'aderenza dell'autore al metodo storico-critico e alla valutazione di ciò che essa crede che la Bibbia sia: un'antologia di varie e spesso contrastanti teologie e non la santa Parola ispirata da Dio. Su sollecitazione di tali lettori affrontai la questione nell’articolo «Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi». Ad esso seguì il seguente tema di discussione: «Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi? Parliamone». La presa di posizione di Alessandro Esposito mi ha nuovamente coinvolto a rispondere alle sue affermazioni nell'articolo «Deità di Gesù e autorità del Nuovo Testamento».

    Leggendo i vari contributi, che mi sono arrivati, ho compreso che il molti lettori non sanno neppure che cosa siano il «metodo storico-critico» e la «teologia liberale», né i loro antinomi teologici: il «metodo storico-esegetico» (o storico-biblico) e la «teologia biblica». È sorprendente vedere che alcuni di loro, nutrendosi con la letteratura di tali teologi liberali, probabilmente senza neppure sapere che siano tali, hanno sviluppato anch'essi convinzioni di origine storico-critica, senza conoscerne le vere basi ideologiche e le vere implicazioni pratiche di tale religione razionalista che assomiglia di più al deismo che alla religione biblica del nuovo patto. È quindi assolutamente necessario che tali lettori si informino seriamente sulla natura e le implicazioni di tale «darwinismo» (o evoluzionismo) cultural-antropologico-religioso applicato alla religione biblica, alla sua letteratura e alla sua storia.

 

Per non dover ripetere qui le tesi del metodo storico-critico e mostrare le sue alternative storico-bibliche, per l'approfondimento si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Le posizioni teologiche più ricorrenti», pp. 21-30; «Criticismo storico», pp. 127-130; «Sistemi teologici; «Teologia biblica», pp. 353s.

    Si veda pure Nicola Martella, «La Bibbia fra criticismo e modernismo», Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 187-195.

 

Mentre tali lettori sembra che non abbiano capito di che parliamo veramente, il contributo di Alessandro Esposito mostra invece che ha ben inteso di ciò che parliamo. Altri lettori (cattolici) hanno preso l'occasione per farne una questione interconfessionale fra cattolicesimo e protestantesimo, andando fuori tema e mostrando che non sono ben ferrati nella questione in discussione; anche qui ci vorrebbe un po' più di umiltà e di oggettività.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gianfilippo Lattanzi

2. Nicola Martella

3. Tore Reale

4. Nicola Martella

5. L. Delvecchio, ps.

6. Alessandro Esposito

7. Stefano Frascaro

8. Franco D’Amico

9. Clara Cristalli

10. Pier V. De Zorzi

11. Nicola Martella

12. Davide Donisi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gianfilippo Lattanzi}

 

Gentile gestore del sito, parto da un fatto: la settimana scorsa è morta mia madre, aveva 78 anni. Nessuno pensava alla sua morte, neanche i medici. È stato un imprevisto. I giorni precedenti avevo fatto tutti i miei programmi: lavoro, famiglia, vacanza, persino alcuni hobby erano messi a tema. La Realtà, invece, mi è venuta incontro e mi ha detto tutta un’altra cosa. All’inizio sono stato combattuto dentro di me, che fare? Seguire la mia strada, le mie idee (seppur a volte interessanti) o rispondere alla circostanze che Qualcuno Altro da me mi faceva accadere? Ho scelto la seconda. Ho cominciato a dire di sì all’assistenza, di sì al pannolone, di sì al sacrificio della rinuncia... fino a che la sera del fatto, mi si è riempita casa d’amici. È allora che ho sperimentato il centuplo. Il Risorto era lì con me, Vivo e Vero, ho sentito l’abbraccio di tutta la mia persona, ho sperimentato la Resurrezione. Quella morte, quella mancanza, quel vuoto si è colmato con un sussulto di speranza e perfino di gioia. Quei volti m’erano così vicini, così «miei», così parte di me che sentivo il centuplo in padri, madri, fratelli e amici.

     È bello, per carità, il dialogo e il confronto di diverse posizioni, ma il Cristianesimo è e resta sempre un fatto nella storia che continua a riaccadere. La Libertà è la capacità e la possibilità di poter dire di sì a Cristo nelle circostanze concrete della vita. Insomma, se posso esprimere un opinione, è che il Cristianesimo «non è un’opinione».

     A mio avviso una delle più grandi differenze, tra le più difficili da colmare, tra il Protestantesimo e il Cattolicesimo è che il primo parte dalle idee di tipo kantiano e dai punti di vista individuali, il secondo invece parte dall’oggettività d’un Avvenimento che accade nella Storia. Senza nessuna critica né tanto meno interpretazione, ma con tanto stupore, commozione e gratitudine! Oh, Dio! Io sono [ciò] TU che mi fai e che mi vieni incontro ogni giorno, ogni istante. {17 maggio 2009}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Dinanzi al limite della morte non si può che aver misericordia con chi ha subito tale perdita della persona cara. Per chi ha la fede in Gesù risorto, è consolante riporre la propria speranza in Lui e nelle sue promesse di risurrezione a vita di coloro che credono in Lui, secondo la Parola di Dio. In Cristo non si decide ora solo la questione della salvezza, accettandolo come unico personale Salvatore e Signore, ma anche la risurrezione a vita per chi è stato dallo Spirito di Dio rigenerato e suggellato per il giorno della redenzione finale.

     Bisogna assolutamente concordare che il cristianesimo biblico non si fonda su una filosofia umana o su una tradizione di uomini, ma su fatti storici: la nascita di Gesù Cristo, il suo ministero, la sua morte, la sua risurrezione, la sua ascensione al cielo, il suo ministero attuale di unico Mediatore fra Dio e l’uomo, il suo prossimo ritorno per rapire la sua Sposa e per regnare da Messia-Re. Tutto questo è l’Evangelo, ed esso non è un’opinione. Il cristianesimo, per non essere un’opinione, si basa necessariamente sul principio dell’autorità biblica: «solo la Scrittura, tutta la Scrittura».

     Vedo che il lettore non lascia occasione per cercare di segnare un goal per la sua squadra (cattolicesimo) e contro l’altra (protestantesimo); peccato perché aveva cominciato bene e poteva terminare meglio, rimanendo ai principi, invece di fare campanilismo e andare fuori tema. «Il lupo cambia il pelo, ma non il vizio». Sono costretto a dare una risposta, ma qui nasce e qui finisce la questione, essendo la questione tutt’altra.

     Fare di Kant lo spartiacque fra protestantesimo e cattolicesimo è abbastanza riduttivo, visto che la Riforma è nata qualche secolo prima. Chi conosce bene il cattolicesimo, sa che anche lì c’è una grande varietà di opinioni. I «punti di vista individuali» non sono né il frutto del protestantesimo né di Kant, ma sono l’humus della cultura occidentale fin dal Rinascimento.

     Dire che il cattolicesimo parte soltanto «dall’oggettività d’un Avvenimento che accade nella Storia», è riduttivo e mistificatorio per alcuni motivi: ▪ 1) Chi afferma ciò, mostra di non conoscere a fondo la storia delle chiese, la storia del protestantesimo, del cattolicesimo o di ambedue questi ultimi. ▪ 2) Il cattolicesimo trae la sua forza non solo dalla Scrittura, ma anche dalle tradizioni religiose nate in due millenni di storia; spesso ha cristianizzato fenomeni pagani preesistenti e ha riprodotto, nel tempo, il pantheon politeista mediante una sorta di panhaghion polisantista. ▪ 3) Durante la storia delle chiese, i movimenti di dissidenti, affermavano che bisognava tornare alla «sola Scrittura» per riformare la chiesa. Inutile ricordare che essi furono ferocemente combattuti dalla curia. ▪ 4) Fu proprio la Riforma a evidenziare gli aspetti storici della salvezza, liberando la religione cristiana da tutte le incrostazioni devozionali, religiose, sacramentali (misteriche), rituali, idolatriche, mistiche, simoniache, ecc. Essa pose a suo vessillo motti come questi: «Sola Scrittura, solo Cristo, sola grazia».

     Tornando al tema della a opinioni e dell’antitrinitarismo, è ingenuo pensare che il cattolicesimo ne sia immune. Ricordo, come esempio fra tanti altri, il professore Hans Küng, il suo liberalismo teologico e il suo antitrinitarismo (per lui Gesù Cristo sarebbe addirittura un impedimento alla ecumene fra le religioni!); certo si dirà che tale teologo liberale è stato sospeso dalla curia romana, ma egli ha molti seguaci e simpatizzanti proprio nel cattolicesimo romano. Per fare un altro esempio, lo stesso dicasi del prete Franco Barbero, che ha una visione di Gesù e della Scrittura (oltre che dell’etica) del tutto teologico-liberale; anche qui si può dire che è stato sospeso dalla curia romana, ma intanto ha un’influenza enorme nel cattolicesimo fra membri e chierici (comunità di base) e non solo «sposa» coppie gay e lesbiche, ma propaga la visione di un «Gesù storico» solo umano e rabbino giudaico fra tanti e al punto senza pretese di divinità, che ha fatto una positiva recensione del libro di Carlo Siracusa, un seguace della «Torre di guardia»! [Franco Barbero, «La Trinità», Viottoli 1 (Pinerolo 2003); «In principio era la Parola»].

     Ricordo pure che il criticismo storico è stato sdoganato e accreditato negli ultimi decenni dalla curia romana e viene insegnato nelle università e nei seminari cattolici. Potrei fare anche una lista di autori cattolici che scrivono cose espressamente contrarie al messaggio dell’Evangelo. Quindi è meglio non nascondere una presunta purità verginale dietro a una foglia di fico religiosa.

     Alla fine dello scritto il lettore mostra di cercare un rapporto personale con Dio, il che è da apprezzare. L’ultima frase non mi era chiara e per evitare un fraintendimento panteista («Io sono TU che mi fai…»), che confonde creatura e Creatore, ho aggiunto un «ciò» dopo «sono».

 

 

3. {Tore Reale}

 

Caro Nicola, considerando l’individualismo teologico, presente in tutte le chiese riformate storiche, e il lassismo spirituale che le caratterizza, mi pare scontato che ogni tanto qualche «teologo illuminato» se n’esca con nuove «trovate geniali».

     Tuttavia, anche quei cristiani, che si fanno araldi della «fede nuda e pura», compiono l’errore di rifiutare a priori ogni forma teologica, letteralizzando il contenuto, spesso oscuro della Bibbia. La Bibbia è un libro difficile, scritto nell’arco di tremila anni, con diversità di linguaggio e modi di vedere. D’accordo è un libro «ispirato» ma pur sempre scritto da uomini che nei periodi in cui vissero furono comunque fortemente influenzati dal loro ambiente, compresa l’impostazione dei testi, redatti dopo secoli di tramandazioni orali.

     Cosa dunque va accettato per fede e cosa è frutto delle impostazioni culturali dei suoi scrittori e redattori? La Bibbia per certi aspetti rimane un libro ermetico. Riguardo alla questione trinitaria, l’argomento è ancora più complesso e occorre scandagliare il fondo dell’abisso, dove si è sviluppata questa teoria, che comunque non ha espliciti [riferimenti] in nessun passo del Nuovo Testamento. Essa è una dottrina suppositiva, ma non realistica. [...] Quindi per la crescita spirituale nel lungo percorso della fede, la questione trinitaria non è importante rispetto ad altri insegnamenti evangelici, su cui al contrario è giusto fondare la propria fede. Noi cristiani evangelici siamo prima di tutto cristocentrici, per cui mi pare superfluo parteggiare per le dottrine create da uomini. Saluti… {18 maggio 2009}

 

 

4. {Nicola Martella}

 

Parlare di «testi, redatti dopo secoli di tramandazioni orali», è un assunto poco dimostrabile. Il Pentateuco samaritano ci mostra che non è così, come pure ritrovamenti di testi biblici (versetti) ad esempio su lastrine d’argento in tombe ebree, risalenti ad epoche remote. Nel NT il frammento più antico è dell’Evangelo di Giovanni (trovato nelle sabbie d’Egitto) ed è datato nel 120 d.C., quindi relativamente poco tempo della stesura dell’originale!

     Prescindo qui da una lettura devozionale o da una dottrinale della Bibbia, per evidenziare solo i metodi esegetici. La rivelazione è stata progressiva e la storia della cultura e delle idee teologiche non è stata immobile né nel giudaismo né nel cristianesimo apostolico; ciò è stato però qualcosa di completamente diverso da ciò che prospettano i metodi storico-critici. Per chi vuole approfondire questo aspetto, rimando nel Manuale Teologico dell’Antico Testamento ai seguenti articoli: «Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT», pp. 54-69; «Teologia biblica e dogmatica: confronti», pp. 352s.

     Quanto all’interpretazione della Scrittura ci sono, da una parte, le varie ipotesi e i vari «metodi storico-critici», spesso in contraddizione fra loro, che partono dall’applicazione del darwinismo biologico (evoluzionismo) alla cultura, alla storia e alla letteratura ebraico-cristiana; tali metodi partono da una sfiducia basilare verso i testi biblici e pretendono di ricostruire una «storia vera», in contrasto con i documenti biblici stessi. Il risultato di un Libro sacro dissacrato e spogliato della sua autorità è il liberalismo teologico ed etico. Dall’altra parte c’è il «metodo storico-esegetico» (o storico-biblico), che parte da un profondo rispetto verso il testo biblico nelle sue lingue originali e verso i suoi autori, riconoscendo alla sacra Scrittura l’ispirazione divina (essa è molto più di un dettato) mediante lo Spirito di Dio, che ha mosso uomini particolari a scriverla, e attestandole quindi la veracità in tutte le sue parti e l’autorità in questioni di fede e dottrina. L’analisi letteraria parte dai generi retorici propri del singolo testo nel suo contesto e mira primariamente a spiegare che cosa l’autore originario intendeva affermare. L’analisi esegetico-letteraria è cosa ben diversa dal letteralismo. Tale analisi porta alla formulazione di una «teologia biblica» (rispettivamente dell’AT e del NT), che è rilevante per il pensiero, la fede e la pratica ecclesiale e sociale dei cristiani. Mi fermo qui per non fare un trattato al riguardo e rimandando a ciò che ho già scritto nei miei libri. Segnalo, oltre a quanto indicato sopra nel Manuale Teologico dell’Antico Testamento, l’articolo «Le posizioni teologiche più ricorrenti», pp. 21-30.

     Dissento dal fatto che la Bibbia un «libro ermetico», visto che Gesù giubilò per lo Spirito Santo e lodò il Padre «perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli» (Mt 11,25; Lc 10,21). Poi chiamò beati i suoi discepoli per le cose che avevano sperimentato dell’era messianica (Lc 10,23s).

     Conosco la teoria della Dualità del lettore, il quale crede che lo Spirito Santo non sia una persona reale, ma sono una manifestazione del divino. Ma essa ci porta qui fuori tema rispetto al titolo della discussione. La Deità duale (solo Padre e Figlio) parte da un grande pregiudizio (si rimane nella rivelazione parziale dell’AT) e dal fatto che non si accetta che la rivelazione sia progressiva. Che lo Spirito Santo sia una persona nel NT è mostrato da tutti gli atti individuali e personali che lo distinguono chiaramente dal Padre e dal Figlio (cfr. Gv 14; 16); la Pentecoste si rese necessaria come momento storico per rivelare lo Spirito Santo nella storia e nella chiesa come persona. Si veda già l'11° contributo nel tema precedente. [► Qui]

     Sebbene il NT è necessariamente cristologico, ritengo pregiudiziale e grave mettere agli atti i suoi molteplici contenuti (non le postume etichette), quindi anche lo Spirito Santo come persona, come «dottrine create da uomini», ossia nei concili dei primi secoli d.C. Un'analisi biblica attenta dà tutt'altri risultati.

     Essendo questa una questione diversa da quella dibattuta qui (deità di Cristo), prescindiamo da essa e rimandiamo a un prossimo approfondimento ad hoc. Intanto per l’approfondimento rimando nel Manuale Teologico dell’Antico Testamento all’articolo «Spirito di Dio», pp. 336ss; «Spirito Santo: collocazione», p. 340.

 

 

5. {Lucio Delvecchio, ps.}

 

Contributo: […] Quello [Alessandro Esposito, N.d.R.], dietro alla sua apparenza placata e gentile, nasconde secondo me un profondo disprezzo per chi crede senza equivoci alle dottrine fondamentali della fede cristiana. Non si può essere affermativo per queste persone. Se osi dire che la divinità di Cristo è una verità assoluta contenuta nella Bibbia, ti prende per scemo e poco colto. {18 maggio 2009}

 

Risposta: Saranno gli sviluppi a dirlo. Alcuni hanno avuto la sfortuna di studiare in facoltà teologiche, in cui oggigiorno si insegna solo i metodi storico-critici e si leggono esclusivamente autori liberali; perciò pensano che l'alternativa a una lettura della Bibbia solo devozionale, spiritualista o dogmatica sia l'interpretazione del criticismo. Molti di loro non sanno neppure che esiste una seria ricerca teologica, rispettosa della Bibbia, conosciuta come metodo storico-esegetico (storico-biblico o storico-grammaticale); perciò ignorano tale ricerca e i loro autori. Non pochi di loro non hanno mai incontrato un esponente serio della «teologia biblica», che sia per loro un interlocutore e un riferimento equilibrante. Il prossimo contributo potrebbe essere un buon segno in tale direzione? {Nicola Martella}

 

 

6. {Alessandro Esposito}

 

Shalom a te, Nicola. Ti sono molto grato della replica che hai redatta, la quale denota, una volta ancora, profonda intelligenza teologica e una maturità intellettuale e di fede che io (senza dubbio anche per motivi, per così dire, «anagrafici») non ho ancora raggiunta. Mi riprometto di leggere anche gli altri contributi che suggerisci alla fine del tuo articolo. Sarei felice di poterti avere quale referente per ciò che attiene alla discussione in ambito teologico, poiché ritengo che attraverso di te Dio mi concede la possibilità di maturare in fede e sapienza. Anch’io ti ringrazio per i toni utilizzati e per la profusione di tempo e d’energia che le tue attente e documentate riflessioni ti hanno senza alcun dubbio richiesto. Appena ne avrò il tempo t’invierò una replica che tenga conto delle tue intelligenti e opportune osservazioni. Per il momento ti sarei grato se pubblicassi queste mie righe a commento del tuo ultimo intervento. Un saluto fraterno… {18 maggio 2009}

 

 

7. {Stefano Frascaro}

 

Contributo: Caro fratello, Dio ti benedica per come hai risposto a Alessandro Esposito. Hai dato una risposta chiara e ferma.

     Unico neo, se mi permetti: ma per risponderti deve prima leggere tutti i libri che hai scritto? Perché dal tono con cui l’hai scritto sembra di sì!

     Dio ti benedica grandemente per il tuo servizio, che serve a chiarire i mille dubbi. {18 maggio 2009}

 

Risposta: Grazie degli elogi. Per il resto leggi bene: parlo solo dei libri, i cui articoli cito nel documento, questo per evitare un ping-pong eterno su cose che ho già affrontato approfonditamente e rappresentato estesamente. Come puoi osservare nel contributo precedente, il mio interlocutore mi ha già risposto brevemente con gratitudine, ecc., ripromettendosi di leggere tale letteratura e di rispondermi in modo più ampio. {Nicola Martella}

 

 

8. {Franco D’Amico}

 

Contributo: Caro signor Martella, fratello nella comune fede in Gesù, ho letto con piacere la risposta data a Alessandro: ne apprezzo lo spirito di verità che la anima e i riferimenti biblici che la arricchiscono. Io sono il webmaster del sito, che lei conosce bene. Non ho mai censurato alcun intervento, e può costatarlo di persona, leggendo tanti post non proprio «fraterni». Certo, ho dovuto troncare, a un certo punto, gli interventi di qualcuno, essendo sopra le righe… […] Ora il suo intervento mi pare che riporti il dibattito sui giusti binari, e gliene sono grato. Le chiedo solo se posso riprodurre la sua risposta nel mio sito, dove ho già pubblicato il testo d’Alessandro. Con stima e fraterna fiducia… {18 maggio 2009}

 

Risposta: Sono contento che la discussione sia sui giusti binari. Non entro in merito alla gestione del sito altrui. Ho eliminato dall’intervento le parti che potevano ingenerare una polemica fuori tema e raccordato il testo. Suggerirei di mettere alla fine dell’intervento di Alessandro Esposito sul sito della chiesa valdese di Trapani semplicemente un link alle pagine del mio sito, magari con qualche parola di’introduzione. Similmente ho fatto anch'io. In tal modo, chi fosse interessato ad approfondire, leggerà gli uni e gli altri interventi sui due distinti siti. {Nicola Martella} [► Contributo precedente]

 

 

9. {Clara Cristalli}

 

Contributo: Della serie: «Se i problemi non ce li abbiamo, ce li creiamo». Mi chiedo perché discutere con chi ha dubbi sulla deità di Gesù? Chi non vuole crederlo, ha bisogno di preghiera affinché la grazia di Dio apra loro gli occhi. Solo Dio può illuminarli! È chiaro che chi non è credente, attacca tutto ciò che riguarda Gesù! In realtà è una lotta contro i propri dubbi. {18 maggio 2009}

 

Risposta: Alla discussione non c’è alternativa, se non innalzare muri di Berlino intorno a riserve protette. Chi ha espresso e pubblicato le tesi di dubbio riguardo alla deità di Gesù, non è un non-credente riguardo a Lui né «attacca tutto ciò che riguarda Gesù». È un ex-studente della facoltà valdese, un seguace del metodo storico-critico e candidato pastore della chiesa di Trapani. Che sia questa «una lotta contro i propri dubbi» non è da escludere. In ogni modo, se il dialogo basato sull’esegesi della sacra Scrittura porta chiarimento, tanto di guadagnato per il regno di Dio, no? {Nicola Martella}

 

 

10. {Pier Vittorio De Zorzi}

 

    1. Mi permetto d’esprimere la mia costernazione per l’atteggiamento altamente critico che molti credenti d’altre confessioni, per non parlare di quelli delle varie religioni che circolano per il mondo.

    2. Il Cattolicesimo non è una religione: è una fede, è una situazione che Dio stesso ha creato, per il nostro bene!!!

    3. E il fondamento di questa fede è la Santissima Trinità, in cui Gesù il Cristo è Padre, Figlio e Spirito Santo, per Sua dichiarazione pubblica nelle varie apparizioni, delle quali ha gratificato tutta l’umanità!!!

    4. Pertanto non va sottoposta a discussioni, dubbi o negazioni di sorta! Chi non vuole credere, lo faccia, ma se lo tenga per sé: ne subirà le con-seguenze a tempo debito.

    5. Nel Vangelo, Gesù ha detto che chi bestemmia lo Spirito Santo, non avrà la salvezza: preoccupiamoci di queste parole.

    6. In altre parole, leggiamo bene le Sacre Scritture e lasciamo perdere i suggerimenti del nemico, che inocula proprio questi dubbi per ottenere confusione. {18 maggio 2009}

 

 

11. {Nicola Martella}

 

L'ultimo contributo è in gran parte fuori tema e pieno di campanilismo a favore del cattolicesimo romano. Non avrei dovuto neppure pubblicarlo, poiché fa sviare dalla discussione attuale. Lo scritto conteneva una seconda parte separata sulle colpe degli Ebrei nella crocifissione di Gesù, ma essa era assolutamente fuori tema. Ho numerato il contributo del lettore per rispondervi meglio.

     1. Il metodo storico-critico viene insegnato, da lungo tempo, nelle maggiori facoltà teologiche cattoliche. Il criticismo è stato accreditato dalla curia romana come metodo legittimo d’indagine esegetica. Non sono pochi i teologi cattolici che credono e scrivono riguardo al «Gesù storico», solamente rabbino ebreo e senza pretese di essere Dio presso Dio. Il tutto viene poi compensato col sacramentalismo. Rimando alla risposta al primo contributo. [► 1.]

 

     2. Il cattolicesimo è un’istituzione umana come tutte le religioni. Anzi è l’unico esempio di una teocrazia in campo cristiano. Un monarca elettivo di uno staterello a conduzione assolutista, se non dittatoriale, governa su milioni di fedeli sparsi nel mondo mediante una nomenclatura clericale.

     Gesù non ha istituito una gerarchia né una multinazionale religiosa, ma la sua assemblea messianica (o «corpo»), costituita da tutti i veri credenti rigenerati dallo Spirito Santo, i quali sono sotto la sua diretta signoria, essendone l’unico suo Capo, il Risorto.

 

     3. Come fa Gesù Cristo a essere Padre, Figlio e Spirito Santo? Egli è solo il Figlio di Dio e basta. Dobbiamo credere alle «varie apparizioni», che nessuno vede se non alcuni presunti mistici stralunati, le cui affermazioni stanno spesso in contrasto con la sacra Parola di Dio? No, grazie; invece del colpevole aggiungere e togliere (Ap 22,19s), preferiamo «combattere strenuamente per la fede, che è stata una volta per sempre tramandata ai santi» (Gd 1,3).

 

     4. Giustamente credo che chi non accetta la rivelazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, così come ne parla la Bibbia, dovrà risponderne a Dio stesso. Ma ciò vale anche per chi aggiunge o toglie alla Parola di Dio credenze indebite e tradizioni di uomini (Mc 7,8s; Col 2,8).

 

     5. Non so che cosa abbia a che fare qui la bestemmia contro lo Spirito Santo. Per la disquisizione rimando a ciò che ho scritto altrove. [► Peccato imperdonabile]

 

     6. Più che giusto: leggiamo bene le Sacre Scritture! E così facendo, lasciamo perdere tutte quelle dottrine aggiunte dagli uomini religiosi nei secoli, specialmente da mistici. Paolo scriveva ai Colossesi: «Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù il Signore, così camminate uniti a lui, essendo radicati ed edificati in lui e confermati nella fede, come v’è stato insegnato, e abbondando in azioni di grazie. Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con nullità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo. […] Nessuno a suo talento vi derubi del vostro premio per via d’umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di nullità dalla mente della sua carne» (Col 2,6ss.18).

 

È evidente che essendo il contenuto di tale contributo fuori tema, tale discussione riguardo al cattolicesimo romano non può essere proseguita qui. {Nicola Martella}

 

 

12. {Davide Donisi}

 

Gentilissimo signor Nicola Martella, pace. Vorrei esprimere una mia opinione, senza dilungarmi troppo, per quanto riguarda il metodo storico-critico. Questo tipo d’indagine storica del Vangelo, non può essere adottata da credenti in Cristo, ma solo da persone con pregiudizi verso le Scritture. Il motivo è molto chiaro, si parte da un Gesù storico vissuto realmente, un maestro buono, un uomo dotto e virtuoso, si passa poi al Cristo della fede, inventato dagli apostoli che, per confermare poi le loro «menzogne», si sono fatti lapidare, crocifiggere, torturare a morte!

     La distinzione fra Gesù e Cristo è la conseguenza del fatto che, come dice lei, c’è un pregiudizio di fondo: Gesù non è divino, non è la Parola di Dio fatta carne, quindi il contesto storico deve essere analizzato sotto questa visione, più ideologica che storica.

     Per concludere volevo solo riportare una frase letta nel libro di Fernando De Angelis e pronunciata da Sergio Quinzio: «Dobbiamo leggere il mondo con gli occhi della fede, e non la fede con gli occhi del mondo». Il metodo storico-critico rappresenta la visione umana e materialista delle Scritture; il metodo storico-esegetico invece rappresenta una visione basata su altri presupposti, di fede nella Parola del Dio vivente. Saluti, signor Nicola Martella, e pace in Gesù Cristo, il Signore. {19 maggio 2009}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Deita-Gesu_autorita-NT_OiG.htm

19-05-2009; Aggiornamento: 21-05-2009

 

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