Questa domanda ricorre spesso nella discussione tra cristiani. Sia la domanda
che la risposta sono importanti perché possono influire sul nostro rapporto con
Dio. Ad esempio, se qualcuno crede che può perdere la salvezza, può cadere
nell’errore di provare a conservare la sua salvezza per mezzo delle opere.
Questo è un grave errore (Gal 3,1ss). Dall’altra parte, se uno crede che non può
perdere la salvezza, può cadere nell’errore di avere una certa libertà di
peccare, perché crede che non sarà perduto anche se pecca. Anche questo è molto
sbagliato (Rm 6,1s.11s). La comprensione corretta della salvezza è che le opere
non hanno alcuna parte in essa (Rm 4,5), che è un dono (Rm 6,23) che si riceve
per fede (Ef 2,8s). Una volta salvati, siamo chiamati a vivere una vita santa
(1Tes 4,7).
Fortunatamente, credere se si può o non si può perdere
la salvezza non influisce sulla nostra salvezza. Cioè, la nostra salvezza è
dipendente dall’accettazione di Gesù come Salvatore, avendo fede nel suo
sacrificio per il peccato; non dobbiamo guardare a nessun altro e a niente
altro. La nostra salvezza non è dipendente dal pensiero che la si può perdere.
Il punto importante è studiare la Parola di Dio ed
essere convinti nella propria mente di quello che si crede (Rm 14,5). Dobbiamo
rendere conto a Dio di ciò che crediamo e dobbiamo studiare di presentare noi
stessi approvati davanti a Dio (2 Tim 2,15).
Ci sono, nella Bibbia, versi per sostenere entrambi gli
argomenti. Ci sono versi che sembrano suggerire la possibilità di perdere la
salvezza: 2 Pt 2,1; Gal 5,4; Eb 10,26; 6,4ss; Sal 69,28, e ci sono versi che
sostengono l’impossibilità di perdere la salvezza: Gv 10,27ss; Eb 13,5; Rm
8,38s. Ma se ci sono versi utilizzati per sostenere entrambi gli argomenti,
allora c’è una contraddizione nella Parola di Dio? Naturalmente no. Non ci può
essere alcuna contraddizione nella Parola ispirata di Dio, la contraddizione sta
solo nella nostra non ispirata comprensione.
È mia opinione, e sottolineo opinione, che non è
possibile perdere la salvezza. Mi baso su quei brani che sembrano avere una
prospettiva più «eterna». Ad esempio, nel giorno del giudizio, a quelli che
hanno cercato la salvezza con le loro opere Gesù dirà loro: «Io non vi ho mai
conosciuti» (Mt 7,21ss). Essi non erano conosciuti, cioè, essi non erano
salvati anche se sembravano esserlo dalla prospettiva umana. Gesù ha detto delle
sue pecore: «Io do loro la vita eterna e non periranno mai» (Gv 10,28).
Come può la vita eterna essere eterna, se può essere persa? Gesù ha detto che
non periranno mai. Se non periranno mai, allora non possono perdere la salvezza.
Inoltre, Paolo afferma che niente sarà in grado di separarci dall’amore di Dio
(Rm 8,38s). Vedo questi versi come una «prospettiva divina», cioè una visione
delle cose dal punto di vista di Dio. Vedo gli altri versi sopra citati come una
prospettiva umana, dove gli uomini sembravano essere salvati e quindi appaiono
come dei possibili perduti (Gal 5,4; Eb 6,4ss). Comunque, 1 Gv 2,19, che si
occupa degli anticristi, dice: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei
nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è
accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri» (Nuova
Diodati). In questo verso vedo due cose: Primo, dei falsi credenti se ne vanno
perché non sono mai stati rigenerati. In altre parole, se qualcuno aveva la
salvezza (dalla prospettiva umana) e poi l’ha persa, era perché in realtà non
sono mai stati salvati. Secondo, il verso dice che se qualcuno è veramente
salvato, rimarrà nella fede.
Tuttavia, ci sono varie posizioni su questo argomento.
Una posizione afferma che è possibile perdere la salvezza, ma solo se la persona
lo vuole. In altre parole, essendo stata perdonata gratuitamente dal peccato, la
persona è capace, per un atto della sua volontà, di negare il Signore e quindi
chiedere indirettamente (apostasia, perdita della fede, ecc.) di non aver più
niente a che fare con Lui.
Un’altra posizione afferma che è possibile perdere la
salvezza peccando. In questo caso c’è bisogno di confessare il peccato per
essere nuovamente salvato. Qui è abbastanza evidente che la persona confida
oltre che nella grazia salvifica di Dio anche nelle proprie opere.
Un’altra posizione afferma che non è possibile perdere
la salvezza, a causa del fatto che Gesù ci ha redenti e che siamo delle nuove
creature (2 Cor 5,17) e quindi non possiamo voltare le spalle a Dio. Siccome
l’ottenimento della salvezza non è dipeso da niente di ciò che abbiamo fatto, la
sua perdita non può verificarsi a causa di ciò che facciamo.
Purtroppo, questo argomento ha causato troppi attriti
nella chiesa. La mia speranza è che coloro che non sono d’accordo tra di loro,
possano imparare a vivere in armonia puntando i loro occhi su Gesù.
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Credente ma non rigenerato: esperienza e dottrina {Roberta Sbodio} (A)
►
Perdita della salvezza 1
{S. Ferrero - N. Martella} (T/A)
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Perdita della salvezza 2
{S. Ferrero - N. Martella} (T/A)
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Perdita della salvezza 3
{S. Ferrero - N. Martella} (T/A)
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Perdita della salvezza 4
{AA.VV. - Nicola Martella} (T/A)
►
Si può perdere la salvezza?
{Nicola Martella} (T)
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Sicurezza e perdita della salvezza
{Tonino Mele} (A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A2-Perdere_salvezza_EnB.htm
07-04-2007; Aggiornamento: 30-01-2010
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