1.
DAL POLITEISMO AL POLISANTISMO
Il
pantheon
era per gli antichi il «tempio di tutti gli dèi». Esso è stato sostituito nel
pensiero cattolico-romano dal panaghion «tempio di tutti i santi»
(da pan «tutto» e haghion «(luogo) santo, dei santi»; cfr.
«ognissanti»; cfr. «panag[h]ia» quale epiteto di Maria nella chiesa ortodossa).
Da
domenica 27 Aprile 2014, il culto romano si è arricchito di due nuovi membri del
polisantismo
(il politeismo fatto di «santi»), aumentando così ulteriormente l’idolatria
della gente. [►
Dal politeismo al polisantismo]
2. DAL CULTO DEGLI EROI A
QUELLO DEI PAPI
Inoltre, nell’antichità gli eroi venivano innalzati nella sfera del
divino. Oggigiorno, si assiste al fatto che papi elevano agli altari altri papi,
trovando in loro virtù ed eroismo. Così si aumenta la «papolatria», la
venerazione e il culto dei papi.
Tuttavia, se si va nella cripta del Vaticano, tali papi morti chiedono preghiere
per sé ai fedeli; si legge: «Prega per me». Internet è piena di immagini,
che mostrano papi, prelati, preti, monaci, suore e fedeli, mentre pregano presso
le tombe di papi. Ora, li si rende mediatori fra Cristo e i fedeli. Questo è un
paradosso!
3. PAPI SUPERSTAR E
BUSINESS
Albino Luciani, alias Giovanni Paolo I, fu papa solo 33 giorni e poi morì;
qualche giornalista
insider al Vaticano aveva scritto, portando prove, che lui fosse stato
tolto di mezzo dalla nomenclatura vaticana, temendo i suoi radicali cambiamenti
al sistema ecclesiastico. Egli aveva, ad esempio, affermato: «La
figura del papa è troppo lodata. Si rischia di cadere nel culto della
personalità, che io non voglio assolutamente. Il centro di tutto è, e deve
essere il Cristo» (fonte:
La grande storia, Rai).
I
suoi successori, infatti, sono diventati delle vere e proprie superstar
per mezzo dell’uso raffinato dei mass-media. Ora, diventa sempre più breve il
periodo, dopo il quale le superstar papali vengono elevati agli altari, per
diventare oggetti di culto per il popolo. [►
Che pensare del culto a Maria e ai santi?]
Il loro sangue, i loro cadaveri, i loro indumenti e quant’altro diventano
reliquie. E con tutto ciò, il business con l’oggettistica, i santini,
i gadget e la cosiddetta arte sacra cresce; così era a Efeso con gli
artigiani di cose sacre (At 19,24-27 Diana),
così è oggigiorno.
4. I SANTI SECONDO LA
BIBBIA
Per
il Nuovo Testamento
tutti i rigenerati dallo Spirito Santo sono «santi», ossia sono presi
dall’ambito profano del mondo e sono messi nel regno di Dio, per essere suoi
figli e servitori. Per questo, gli scrittori del Nuovo Testamento, scrivendo ai
credenti, che si radunavano in un certo luogo, li designava tutti come «santi»,
ad esempio: «ai santi e fedeli fratelli in Cristo,
che sono in Colosse» (Col 1,2; Rm
1,7; 1 Cor 1,2; Ef 1,1). Essi parlavano di tutti i credenti come «santi» (At
9,1; Rm 15,31; 1 Cor 6,1; 2 Cor 8,4; 9,1; Ef 1,18; 1 Tm 5,10; Eb 6,10; 1 Pt
1,15; Gd 1,3).
5. SOLO RISORTI POSSONO
SERVIRE IN CIELO
I
morti, se in vita erano stati credenti in Cristo e rigenerati dallo Spirito
di Dio, non si trovano in Cielo, dove sta il trono di Dio, poiché sono impuri e
contaminerebbero il santuario celeste. Solo alla risurrezione possono
comparire dinanzi a Dio. Per questo l’unico, che sta alla presenza di Dio, è
Gesù, che è già risorto. Infatti, è scritto
letteralmente: «Dio è uno, uno e mediatore fra Dio e gli uomini,
l’uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2,5).
I «morti in Cristo» vanno in Paradiso (Lc 23,43), non in Cielo; in tale
luogo aspettano la risurrezione. Essi sono lì coscienti, ma non attivi, mancando
di un corpo. Perciò, essi non sentono né vedono riguardo a ciò, che
accade in terra (Ec 9,5). [►
I credenti morti possono pregare
nell’aldilà?; ►
Discutendo sullo «stato intermedio»]
Perciò, non possono essere mediatori di niente e nessuno, non possono apparire,
intervenire né compiere alcunché. [►
Apparizioni di Maria?]
Ecco che cosa riconobbe il resto fedele d’Israele, rivolgendosi a Dio: «Nondimeno,
tu sei nostro padre; poiché Abrahamo non sa chi siamo, e Israele non
ci riconosce. Tu, o Eterno, sei nostro padre, il tuo nome, in ogni tempo, è
“Riscattattore nostro”» (Is 63,16). Come si vede, i morti non sanno nulla
dei viventi e delle loro vicende terrene.
Isaia considerò addirittura una forma di spiritismo l’assurdo tentativo
degli uomini di rivolgersi a persone trapassate, per avere intercessione e
soccorso: «Se vi si dice: “Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli
indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano”, rispondete: “Un popolo non deve
consultare il suo Dio? Si rivolgerà egli ai morti a pro dei vivi?”. “Alla
legge! alla testimonianza!”: Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui
alcuna aurora!» (Is 8,19s).
6. IL PECCATO DI LESA
MAESTÀ
L’innalzamento di uomini agli altari e al culto mediante le autorità religiose è
un atto di arbitrio e di superbia umana, di cui si dovrà rendere
conto a Dio. Il Signore rivelò nel Decalogo di essere un «Dio geloso»,
che avrebbe punito ogni forma di idolatria (Es 20,2ss); il termine ebraico
’elohîm intendeva letteralmente i «tremendi», termine che fu usato per le
autorità, a cui si dava un culto, quindi a patroni e protettori religiosi
di qualunque genere (detti allora anche ba`alîm). Perciò, Dio affermò
pure: «Io sono
l’Eterno; tale è il mio nome; e io non darò la mia gloria a un altro, né
la lode che mi appartiene agli idoli»
(Is 42,8).
Il Dio vivente non necessita di consiglieri umani, che lo affianchino (Rm
11,34). L’unico Mediatore è Gesù Cristo, e non c’è bisogno di altri (1 Tm
2,5).
7. ASPETTI CONCLUSIVI
Il cattolicesimo romano si è oramai allontanato anni luce dalle radici del Nuovo
Testamento ed è oramai diventato tutta un’altra cosa, quasi un’altra
religione, sebbene cristianizzata. Abbiamo visto che il pantheon pagano
ha ceduto il posto a uno cristianizzato, il
panaghion.
Il politeismo è stato anch’esso cristianizzato, diventando il
polisantismo. I papi, diventati oramai superstar per mezzo dei mass-media,
stanno alimentando alquanto tali fenomeni, incrementando la
papolatria.
Servirebbe un vero ritorno alla «sola Scrittura», un vero e completo
ravvedimento e una piena conversione al «solo Cristo». Purtroppo, come
affermano insigni teologi cattolico-romani, la chiesa di Roma non può tornare
indietro. Quindi,
l’apostasia dalla fede biblica del Nuovo Testamento non può che aumentare.
8. POSTSCRIPTUM:
PERPLESSITÀ DA PARTE DI INSIGNI CATTOLICI
Può
essere interessante leggere il seguente
articolo: «Perplessità e dubbi
per le imminenti canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II»
(24-04-2014). In esso viene intervistato il prof. Roberto de Mattei, che nutre
dubbi e perplessità sulla canonizzazione di Angelo Giuseppe Roncalli e Karol
Józef Wojtyla. Si veda anche
l’articolo «Mons. Brunero
Gherardini, su canonizzazione e infallibilità» (11-02-2013), specialmente il
punto «7. Obiezioni e riserve». Sulle questioni generali si veda
l’articolo «Beatificazione e
canonizzazione dopo il Vaticano II» di don Jean-Michel Gleize. Sono articoli
tecnici e interessano perlopiù persone addentro alla problematica. Tuttavia, è
interessante notare le loro osservazioni e obiezioni su tale problematica.
►
Polisantismo e papolatria in crescita!
Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Polisantismo e papolatria: un cattolico
s’interroga
{Fabrizio Martin - Nicola Martella} (T/A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Polisan_Papolat_EdF.htm
25-04-2014; Aggiornamento: 13-10-2014 |