1. ENTRIAMO IN TEMA: Le
associazioni di amici d’Israele hanno chiaramente la loro utilità,
ad esempio: pregare per la conversione dei Giudei; rappresentare i fatti,
presentati a volte in modo distorto dai mass-media, in modo più corretto; tenere
i contatti con singoli Giudei cristiani o con comunità in Israele; organizzare
viaggi turistici in Israele e dintorni e visitare le comunità giudeo-cristiane;
sostenere economicamente missionari indigeni; sostenere la democrazia d’Israele,
comprando i suoi prodotti; e così via. Il risvolto della medaglia è che
tali gruppi sono anche soggetti a vedere tutti i fatti, che accadono in Israele
e intorno a esso, come «eventi profetici», trasformandosi così in una sorta di «fan
club per Israele», perdendo così spesso la lucidità di giudicare i fatti
attuali per quello che sono ed entrando nella tipica mentalità del tifo e
dell’ideologia: si evidenziano i difetti e il male degli avversari d’Israele; in
quasi in ogni evento mondiale si prospettano complotti contro Israele; si
cercano scusanti per gli errori oggettivi degli Israeliti; e così via. Si
contrasta giustamente la cosiddetta «teologia della sostituzione», ma alcuni
formulano anche singolari dottrine, come ad esempio: i Giudei salvati in
quanto progenie d’Abramo; il sionismo cristianizzato (Israele ha attualmente il
diritto di riprendersi militarmente tutte le terre promesse ad Abramo); i
governi israeliani stanno attuando il consiglio e la volontà di Dio; i cristiani
hanno l’obbligo di aiutare finanziariamente progetti sociali in Israele…
In certe
riviste cristiane pro Israele leggo cose simili e viene evidenziato tutto il
bene possibile su Israele, tutti i progressi della scienza e della tecnologia;
chiaramente ogni nazione vorrebbe avere tanta pubblicità positiva. In tali
scritti non leggo mai una voce critica verso la politica dei governi d’Israele,
anzi, come detto, ogni evento politico e militare viene ammantato con discorsi
«profetici».
Inoltre, tali associazioni di amici d’Israele hanno fatto fiorire un vero
mercato di letteratura, musica, oggettistica, gadget, prodotti artigianali e
souvenir israeliani, agenzie di viaggi e quant’altro.
Si può osservare che ogni osservazione critica di cristiani verso i
governi e la politica d’Israele viene considerata un affronto verso il «popolo
di Dio», le promesse di Dio, Dio stesso. Si viene tacciati subito di
antisemitismo
(non distinguendolo neppure dall’antisionismo) e messi sulla stessa linea con
nazisti, naziskin, Hamas e altri movimenti contro l’esistenza di Israele. In
certi casi, a tali accuse si aggiungono le minacce di un immane giudizio divino.
Questi sono chiari tratti di un’ideologia religiosa.
Chiaramente ci sono associazioni di amici d’Israele che hanno sani principi ed
equilibrio di giudizio, sapendo distinguere fra il piano di Dio per Israele
dalla politica dei governanti attuali d’Israele. A tali amici d’Israele io
personalmente guardo con simpatia.
Per l’approfondimento della questione, si veda in Nicola Martella (a cura di),
Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Cieco sostegno politico
a Israele», pp. 252-257; «Israele automaticamente vicino a Dio?», pp. 258-262;
cfr. «Riserva verso le organizzazioni più grandi», pp. 263s. Si veda anche la
sezione «Analisi di alcune opere», pp. 139-221, in cui negli ultimi decenni gli
autori hanno prospettato come assolutamente incombente ora questo, ora quello,
riguardo a Israele, senza che ciò si sia veramente avverato.
2. EDIPI E GLI ALTRI «AMICI PER ISRAELE»:
Non pensavo proprio di dovermi occupare di EDIPI (Evangelici d’Italia per
Israele) in questo periodo. Sennonché Gabriele Crociani mi ha scritto quanto segue: «Fratello, mi
manderesti articoli su Israele? Sei stato invitato a questo incontro di
EDIPI? Un abbraccio...» {23-09-2010}.
Gli risposi come segue: Gabriele Crociani, […] Non ho articoli su Israele da
mandarti. Ciò che ho pubblicato (oltre a libri come
Šabbât), sta sul mio sito, ma non è pubblicabile altrove [►
Cristianesimo giudaico; ►
Giudaismo]. Non sono stato invitato a tale conferenza di EDIPI, non
sapevo neppure che ci fosse.
Sinceramente sono abbastanza scettico su tali commistioni con l’Israele storico.
Ai Giudei bisogna presentare l’Evangelo, essendo essi perduti senza Gesù Messia,
non fare cultura insieme a loro, fingendo una «fratellanza» un po’ artificiale.
Qui mi sembra inoltre che si voglia giudaizzare le chiese, introducendo costumi
giudaici, che si vogliono accreditare come «biblici»; ciò è la peggiore cosa che
possa succedere secondo varie epistole del NT. A ciò si aggiunga che si mischia
Evangelo e politica pro Israele insieme; non ne trovo traccia nel NT. Rimango,
quindi, abbastanza scettico.
Conosco il NT abbastanza bene e sinceramente non trovo in esso nessuna base per
approvare uno slogan del genere: «Chiamati dalla parte d’Israele come discepoli
di Cristo». Questo di EDIPI è uno spot senza un vero contenuto teologico
accertabile col NT.
Gabriele Crociani mi ha
risposto così: «[…] L’unico che da Cristiano sta passando o è passato al
giudaismo è “A.V.” Ho tradotto un paio di volte persone invitate da EDIPI,
ebrei, e li ho trovati equilibrati. Nessuna pressione a giudaizzare la chiesa...
ma noi chiesa abbiamo perso di vista la nostra posizione nei loro riguardi»
{23-09-2010}.
Gli risposi come segue: Gabriele Crociani, shalom. La nostra posizione nei
riguardi d’Israele è chiara nel NT: predicare l’Evangelo di Gesù Cristo ai
Giudei, di cui ora sono nemici, sebbene abbiano l’elezione in Abramo. Un altro
mandato mi è sconosciuto nella teologia del nuovo patto.
Ho visto il filmato e il messaggio che trasmette: è inquietante dal punto di
vista della teologia del NT. Pubblicherò presto una mia analisi di tale filmato,
partendo da questa nostra conversazione.
Gabriele Crociani mi ha
risposto come segue: «Sarò pronto a risponderti e credo che dovremo
approfondire, in maniera pubblica, altri argomenti. A presto! Dio ti benedica»
{23-09-2010}.
Sul fenomeno del «giudaismo di ritorno», ossia di cristiani che sono passati al giudaismo, dopo essere
entrati per la porta degli «amici per Israele», rimando alla seguente sezione,
in cui ci sono vari articoli: «Cristiani
convertiti al giudaismo». Qui si potrà vedere che tra coloro, che hanno
venduto la libertà in Cristo per un «piatto di lenticchie» giudaiche, non c’è
saltando quello, che Gabriele Crociani chiama «A.V.»., ossia Andrea Viel, ma che lui e
Luigi Esposito sono alquanto attivi nel Web per giudaizzare cristiani vacillanti e per portarli sulla loro
via verso la sinagoga.
3. ANALISI DEL FILMATO: Ho cercato un articolo o una descrizione scritta di
tale evento, ma non ho trovato nulla di significativo. A questo punto, sono stato costretto a guardare
attentamente tale filmato e ad assoggettarlo ad analisi formale e teologica.
Tale spot l’ho visto per la prima volta in tale occasione. Lo si può guardare
qui. Visto che nulla resta a lungo in Internet (penso all’intervista di
Carmine Picciotto (ps.), che non ho più trovata sul sito di EDIPI), ne faccio qui una
descrizione. [►
Interrogativi sul cristianesimo giudaico: Dialogo senza Carmine Picciotto
(ps.)]
Sulla testata della pagina si vedono i sandali di un uomo. Accanto a lui ci sono
cumuli di ossa e sotto di lui il tempio di Gerusalemme. Poi parte un filmato e,
dopo il simbolo di EDIPI, si vede parte dell’armatura di un soldato romano:
corazza e spada sguainata. Si sente come musica una marcia militare. In
sovrimpressione compare la scritta: «Sul campo di battaglia». Si vedono
ossa. Seguono le parole: «il ricordo antico» e poi, dopo immagini di
teschi e ossa: «di un dovere di chiamata». C’è una zumata sul tempio
dall’alto e segue la scritta: «al fianco del Maestro». Ritorna l’immagine
di testata, sopra descritta. Segue una scena di una conferenza di EDIPI, in cui
un Giudeo con kippà e un Gentile si abbracciano; il tutto sfuma nell’immagine di
Ivan Basana, presidente di EDIPI, a cui segue la foto di una danza e poi in visi
sorridenti o in contemplazione e persone applaudenti, tra cui esponenti
dell’ebraismo storico. Si vede poi Riccardo Pacifici, presidente della Comunità
Ebraica di Roma, che è intento a colloquiare con cristiani. Intanto la musica
diventa sempre più intensa e maestosa, per suscitare solennità e coinvolgimento.
Si vede la bandiera italiana con sotto quella di Israele su cui è appoggiato un
tipico corno, strumento musicale dell’antico Israele. Si vedono le mura del
tempio. E alla fine compare il titolo della conferenza: «Chiamati dalla parte
d’Israele come discepoli di Cristo». Rimango solo perplesso.
Ricompongo, infine, l’intero messaggio del filmato: «Sul campo di battaglia
il ricordo antico di un dovere di chiamata al fianco del Maestro». Rimango
ancora più perplesso. Leggendo, poi, il titolo della conferenza, non mi resta
che scuotere la testa per l’incredulità riguardo al messaggio, che si vuole far
passare. È sconcertante come si attribuiscano al Maestro simili suggestioni,
usando slogan da crociata e musica militare, suggerendo che i discepoli di Gesù
Messia debbano diventare militanti per l’Israele storico. Che dire? È una
teologia veramente
conforme al nuovo patto!
Mi viene il dubbio se EDIPI non sia oramai l’acronimo di certi «Evangelici,
dipendenti israeliani per ideologia».
4. ASPETTI CONCOMITANTI: Chiaramente mi sono studiato anche la lista dei relatori e di quanti
interverranno (Relatori
e Artisti). Subito in alto sulla pagina mi hanno colpito i nomi di due dei
relatori: Marcello Cicchese (sinistra) e Corrado Maggia (destra).
Tale combinata mi ha alquanto meravigliato, visto che non ci sono probabilmente
persone così differenti per dottrina, appartenenza ecclesiale e concezione della
realtà. Tralascio qui tutte le altre persone, specialmente gli esponenti
dell’ebraismo.
Chiaramente preferisco coloro che dialogano a coloro che non lo fanno. Mi
concentrerò soltanto sulle due persone sunnominate. Premetto che ambedue le
persone (Cicchese e Maggia) hanno il diritto di pensare, credere e fare ciò, che
vogliono; qui evidenzio soltanto la singolare accoppiata.
Marcello Cicchese è un noto esponente delle «Assemblee dei Fratelli», dei
cui principi è ferreo difensore. I suoi articoli si possono trovare sul mensile
«Il
Cristiano», rivista in cui scrivono, in genere, perlopiù esponenti dell’ala
tradizionalista delle Assemblee, sebbene occasionalmente si vedano gli scritti
di altre «anime» del Movimento; questo è però soltanto un dettaglio. Con l’ASPE,
l’associazione che pubblica «Il Cristiano», Marcello Cicchese ha pubblicato il
libro «Dio ha scelto Israele» (ASPE, Anghiari 2003). Se non ricordo male, egli
era o è ancora membro dell’ASPE. Il «kit del congressista» di EDIPI comprende
proprio un libro di Marcello Cicchese dal titolo «Dalla parte di Israele come
discepoli di Cristo».
Corrado Maggia è noto esponente del carismaticismo, che chiamerei «esorcistico». Ha
avuto un passato nelle religioni orientali, nell’occultismo e nello spiritismo ed è, ora, fautore
della pastorale esorcistica; i suoi seminari recitano: «Demoni ed Esorcismo», «La Guarigione Divina»
e simili. L’EDIPI lo presenta anche come uno che esercita «il suo ministero di esorcista in favore di persone
demonizzate» (qui).
Tale ambivalenza fra essere esponente di EDIPI e fautore della pastorale esorcistica
è strettamente connessa laddove Corrado Maggia viene presentato. Eccone
un
esempio di autopresentazione sul sito della propria chiesa: «Inoltre, il
Pastore Corrado Maggia ha tenuto a Biella, nel Biellese e in numerose città
italiane del nord (Torino, Ivrea, Santhià, Pavia, Brescia, Venezia e Bologna),
del Centro-Sud (Ancona, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Palermo, Caltanissetta e
Gela), in Svizzera a Caslano, diverse conferenze evangelistiche: “Angeli e
Demoni”, “Demoni ed Esorcismo”, “Liberazione e guarigione nel nome di Gesù
Cristo”, “La Guarigione Divina”, “Vita dopo la Morte”. Corrado ha visitato
con altri ministri il Brasile, la Repubblica Centroafricana, l’Argentina e gli
USA. In alcune di queste nazioni ha predicato ed esercitato il ministero di
liberazione. Dal 2002 al 2005 è stato uno dei relatori dei Raduni Nazionali
per Israele tenuti a Loreto, Frascati, Scalea e Milano, organizzati da EDIPI
(Evangelici d’Italia per Israele), associazione di cui è membro fondatore
insieme al Pastore Ivan Basana ed altri credenti» (formattazione redazionale).
Ora, sinceramente, mi viene un dubbio, avendo avuto a che fare con
ambedue questi relatori (nel programma: Marcello Cicchese: sabato 30 Ottobre,
17.30; Corrado Maggia: domenica 31 Ottobre, 17.30). La dottrina di ambedue
questi relatori sta agli antipodi in molti punti salienti. Quello che Corrado
Maggia pensa delle Assemblee dei Fratelli è noto, ossia che siano «cacca» (il
termine originale era più forte) con tutti i loro esponenti. [►
Lo stato del cuore di un carismaticista] Visto che finora non mi è
arrivata nessuna smentita da parte di Corrado Maggia riguardo a un suo
pentimento per le gravi cose asserite, come fa Marcello Cicchese, esponente
della particolare ortodossia delle Assemblee, a tenere una Lectio Magistralis
nella stessa conferenza, in cui parlerà Corrado Maggia? (nota al margine: una
lectio magistralis è, in genere, una lezione accademica di una persona
illustre e famosa, tenuta dinanzi a colleghi, studenti e alte personalità). Ora,
però, Corrado Maggia non è una persona qualunque, ma «è
socio fondatore di EDIPI», nel cui organigramma compare anche come suo
rappresentante, ed è parimenti un esponente di una particolare ed estrema
dottrina carismaticista. Tutto ciò mi rimane un mistero. È probabile che dalla
«politica dei due forni» siamo qui passati alla «teologia dei due forni».
Per non essere tacciato di parzialità, devo aggiungere che la stessa questione
bisognerebbe chiaramente porla a un altro esponente delle Assemblee dei
Fratelli, che nell’organigramma dell’associazione di EDIPI compare, tra altre
cose,
così: «Consigliere Teologico: Rinaldo Diprose (direttore degli studi
dell’Istituto Biblico Evangelico Italiano di Roma)». Di ciò ne ho già parlato
anni fa. [►
La mente di un carismaticista] Tuttavia, anni fa, dopo aver
interpellato Rinaldo Diprose, non ho ottenuto grandi risposte, se non una nota
abbastanza diplomatica, che ha lasciato molti dubbi in me e nei lettori. [►
Lo stato del cuore di un carismaticista? Parliamone (1) contributo 3]
Come ho premesso sopra, le persone di cui ho parlato, sono libere di pensare,
credere, insegnare e fare ciò, che credono meglio. Mi sono semplicemente posto
la questione come persone teologicamente così distanti, siano così
vicine nella stessa conferenza, in cui sono gli oratori. In tutto ciò mi
viene il dubbio che, a certi livelli, la coerenza teologica e
specialmente la morale cristiana siano degli optional.
►
Cristiani chiamati dalla parte d’Israele? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-EDIPI_conf_interroga_Sh.htm
26/09/2010; Aggiornamento:
17/05/2018
|