Rimando ai mittenti la patente di «blasfemo» Sono
passati i tempi quando una battuta scherzosa poteva costare una
denuncia. Anche il concetto di «vilipendio della religione» è molto
cambiato e io stesso, per amore di Cristo sopporto spesso delle offese
personali, espressione d’un reale disprezzo dei principi evangelici.
La rubrica «humour» pubblica queste facezie, che circolano da tempo
anche
nell’ambiente cristiano: esse non sono «blasfeme». Il concetto di
«blasfemia» si realizza nell’offendere l’oggetto sacro in sé o la maestà
della divinità. Ma nulla è più estraneo alla mia mente o al mio cuore,
ho sempre ascoltato simili storie e ne abbiamo riso di cuore, salvo
dedicare la nostra vita al Signore in opere e in riverenza di preghiera.
Mi meraviglio invece che coloro che hanno denunciato pubblicamente
Nicola Martella, non facciano caso a quanto stanno facendo essi
stessi con il pretesto della verginità
della madre del Signore.
Moni Ovadia racconta i peccatucci dei rabbini, dei preti cattolici e
degli ebrei: queste storie circolano nel mondo ebraico e alcune sono
uscite dal cuore di sinceri ebrei. Sinceri credenti d’ogni credo hanno
gli occhi aperti su quel che succede nel loro mezzo e sull’applicazione
delle personali credenze. Qualche volta contestano in nome delle loro
credenze, altra volta scelgono la battuta o il raccontino spiritoso:
l’umorismo graffia più d’una rigorosa esposizione teologica o notazione
etica.
Alcune barzellette che ho raccontato (quindi non tutte), derivano da
fatti reali e persone esistenti. Altre sono rielaborazioni di forme già
raccontate o di letture che si saldano in un’invenzione ironica (la
barzelletta è sempre «invenzione»).
Noi pentecostali siamo additati per il nostro modo particolare di
condurre il culto e per certi difetti evidenti dei nostri comportamenti.
Anni fa circolava in Calabria questa battuta: «Se vuoi tagliare una
torta in fette uguali per tutti, invita un pentecostale… essi sono molto
bravi nelle “divisioni”». In tal modo si faceva riferimento al fatto che
una dissensione tra fratelli si conclude a volte con una divisione
ecclesiale. Certo non tutti i pentecostali sono così, ma i fatti vengono
spesso generalizzati per illustrare una certa cosa.
Ogni particolare visione della Fede, legata alle situazioni storiche in
cui nasce, crea a volte equivoci e fraintendimenti divertenti,
che vengono ripresi dal popolo cristiano; sono anche fatti avvenuti sul
pulpito (nei raduni e nel culto ordinario o settimanale).
La gente prende in prestito fatti, personaggi e dottrine religiose, le
elabora e racconta, il tutto con l’evidente gusto di mandare un
messaggio diverso o d’esprimere un punto di vista personale. O qualcuno
usa la barzelletta per veicolare qualcosa di serio: io ho scelto di
rielaborare barzellette esistenti o di mia invenzione, non solo per far
ridere ma per far riflettere le persone su qualche tema biblico. Nel
fare questo, sto attento a quel che insegna primariamente la Bibbia
rispetto alle tradizioni degli uomini, come per esempio, la «verginità
perpetua» di Maria. Sulla base delle Scritture credo e difendo la
condizione di verginità di Maria dal tempo del concepimento al parto; ma
ignoro le reazioni scandalizzate di chi ci vuole credere a ogni costo
anche dopo tale momento, perché così non è scritto.
Considero di seguito un raccontino che ho mandato ed è stato pubblicato.
Si tratta del rabbino che riceve dal Cielo la risposta: «Anche mio
Figlio è tornato da Israele con le stesse idee...». Essa è liberamente
scaricabile da vari siti nella rubrica «Barzellette sugli ebrei» o
«Barzellette sulla religione ebraica». È quindi una delle tante su
questo tema. Questa l’ho trovata divertente e l’ho raccontata con mie
parole: non saprei chi l’ha inventata, direi senz’altro un non ebreo, ma
l’ho trovata carina e in armonia con le mie credenze.
Mi sembra tuttavia che chi «denuncia», voglia invece colpire noi che,
con ironia e gioia di vivere, non senza aver prima fatto una severa
cernita, diciamo cose che ricorrono negli ambienti cristiani. Vengo alla
storiella da me raccontata. In modo immaginativo Giuseppe e Maria
intervengono a un convegno ecumenico per
raccontare la versione dei fatti evangelici che può essere letta nei
Sacri Testi. [Ciò fa solo riflettere. Inoltre il testo non è
offensivo per nessuno e ognuno possiede la capacità di distinguere la
realtà dalla finzione. N.d.R.]
Da altre comunicazioni sull’argomento della presunta verginità perpetua
di Maria, intercorse tra «Ebrei per Gesù» e Martella [►
Giudei cristiani e verginità a vita di Mariàm], è
evidente una cosa: la vera ragione è il mancato accoglimento del loro
credere, secondo un cliché dottrinale da noi rigettato molto tempo fa.
La Chiesa Cattolica ha invece, dal canto suo, una notevole dose
d’autoironia e di «sopportazione»; un cattolico si diverte anch’egli nel
sentire certe storie ma a patto di non offendere le sue credenze. Quando
c’è questo rischio si mette da parte il materiale editoriale e, credo,
anche qualche cattolico si sarà divertito a leggere la «vicenda»
pubblicata sul sito.
Io pentecostale mi diverto, come già detto, quando leggo le amenità
sulla mia pratica cultuale. C’è la storiella della donna che, durante un
culto, si sente dire da un medico, che si mette a interpretare il
messaggio in «lingue» della donna: «Tu sarai certamente guarita… Ma se
la tua fede non ce la fa, vieni domani nel mio studio che ci provo io».
Questa facezia è una esagerata
presentazione di quel che avviene realmente nelle chiese sia
pentecostali che carismatiche. Tuttavia so per esperienza che la realtà
è, talvolta, anche grazie a gente confusa, più stravolgente di certe
«narrazioni»: ho raccontato cose del genere a serissimi pastori, che si
sono fatti una piacevole risata… chissà, forse, le racconteranno a loro
volta o si beccheranno un rimprovero da qualcuno. Mi sono forse
«pentito» d’aver speso 33 anni della mia vita come pentecostale? Per
nulla, ma posso assicurare che queste storie nascono da reali
osservazioni negli ambienti carismatici e pentecostali, dove la realtà
supera persino la barzelletta: noi ne ridiamo per primi. Dico questo
sapendo che la generale realtà cultuale della mia denominazione è ben
lontana da simili episodi che riguardano sovente singoli credenti un po’
bizzarri o comunità
particolari.
La propensione all’umorismo aggiunge un po’ d’ironia personale: io
stesso ho scoperto d’averne. Questo non toglie nulla all’eventuale
difesa delle mie idee religiose, sono un autentico «Davide» quando devo
difendere ciò che per me vale quanto la vita stessa!
Per mio diletto io racconto — senza essere il solo — le «malefatte»
degli evangelici e, data la mia frequentazione, riguardano più
facilmente un pentecostale che un battista o altri: fatti veri e parole
dette realmente. La mia domanda di molti anni fa fu la seguente: Perché
il «tributo» all’ironia lo devono pagare solo cattolici ed ebrei? Noi
evangelici — nelle più svariate sfumature — siamo «perfetti» e
inappuntabili? No. Il sito «Fede controcorrente» dimostra, con la
partecipazione di tanti contributori, il contrario e una notevole dose
d’autoironia!
Io non ho preso parte aperta per i protestanti (quale sono, abbiamo già
pagato il tributo del dissenso verso le dottrine umane: con chiare prese
di posizione fin dalla Riforma); non ho sottolineato malignamente la
delusione di chi vede sconfessato un credere non confermato dalla
Bibbia. Se le posizioni dell’immaginifico convegno sono identificabili
avviene perché sono note le posizioni d’ogni chiesa a cui mi riferisco.
Sull’irreale «convegno» ognuno resta (in realtà!) convinto di ciò che
crede o vuole credere, ho messo in bocca a Giuseppe parole allusive alla
sua privatezza, però nel rispetto dell’insegnamento biblico: ho
«inventato» una situazione verosimile, un convegno dove ognuno vorrebbe
poter affermare la sua posizione particolare. Mi sono concesso una
«licenza», ossia affermare umoristicamente la verità Biblica al riguardo
e per bocca di Giuseppe e Maria… cosa credono costoro, che non ci
ricordiamo di quanta fatica si faccia per evangelizzare le anime
perdute? Guai a chiunque aggiunge alla Verità o toglie da essa! (Ap
22,18-20). [N.d.R.: Questa storiella, sebbene dottrinalmente rispettosa
della verità, non vuol essere un trattato teologico; anche un bambino sa
discernere una situazione vera da un racconto fantasioso.]
Gesù non rispettava il divieto rabbinico di parlare con le donne, lo
faceva pubblicamente e nelle sedi più svariate e senza essere mai stato
accusato d’immoralità (Gv 4,27). Segno che, ancora ai suoi giorni, il
prurito antifemminile (non antifemminista) di certi ambienti religiosi
non era poi così condiviso da tutti… ed era di recente istituzione.
Anch’io faccio ironia apertamente e, si noti ancora bene, senza essere
bigotto, sono solo impietoso: Gesù era così. Anzi, molto di più!
In quanto cristiani vogliamo indirettamente, anche con l’umorismo,
stimolare le persone a leggere la Bibbia e formarsi un’idea
dottrinalmente sana degli argomenti trattati. Questa è la libertà d’ogni
uomo, sancita da Cristo quando manda i suoi a evangelizzare ogni
creatura (Mt 28,19-20). Ed è sancita dalla Costituzione, nonché
dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
La suddetta barzelletta, poi, non è neppure mia; nessuno mi chieda dove
l’ho sentita, circola da anni e anche in forme realmente volgari: l’ho
riproposta in veste decente e dottrinalmente cristiana ma, ancor più, se
non bastasse, riveduta e adattata da un esigentissimo Martella.
La gente, sulla nascita soprannaturale di Gesù, esprime dubbi in forma
esplicita. In genere, chi fa simili insinuazioni le accompagna con
gestacci realmente volgari e irrispettosi della Parola di Dio, oltre che
delle mie credenze personali. Gli increduli dubitano di quello ch’è
implicato dalle profezie bibliche e (quindi) patrimonio epistemologico
d’ogni cristiano.
Ora, dov’è ancora la pazienza dei santi veri che «insultati
benedicevano i loro nemici» (Mt 5,44), che cosa vogliono questi
sedicenti cristiani? Rivedano la loro credenza alla luce di tutto (!) il
Consiglio di Dio, espresso nella Parola! Hanno «conosciuto» Cristo…
hanno ancora da conoscerlo!
Noi siamo, infatti, credenti di Fede Cristiana Evangelica caratterizzati
da vero rispetto della coscienza altrui e, soprattutto, della Dottrina
Biblica. La perpetua verginità di Maria non era creduta dai primi
cristiani... semplicemente perché non esisteva. Occorrerà aspettare il
monachesimo per veder nascere la mariologia che caratterizza il
cattolicesimo.
Che Gesù abbia avuto fratelli e sorelle da sua madre è evidente nelle
profezie: Gesù sarebbe stato persino respinto e disconosciuto dai
suoi «fratelli», figli di sua madre
(Salmo 69,8). Nei Vangeli appare con chiarezza l’adempimento della
suddetta Scrittura: «Neppure i suoi fratelli credevano in lui»
(Gv 7,5).
Se, senza voler offendere, scherziamo sul mondo popolare-cattolico e
sulle sue «credenze», lo facciamo consapevoli dei rischi: Martella ha
detto più volte «no» anche a me e questo è
rispetto. Nello spedire i «testi», avevo talvolta dei dubbi e
la risposta di Nicola confermò i miei presentimenti. Questo senso
d’autocritica testimonia lo scrupolo di Nicola (e il mio). Io scherzo
sul mondo pentecostale e se l’argomento è accettato dal redattore, so
che nessuno si scandalizzerà.
Mi sorprende, invece, che «Ebrei per Gesù» (gestori anche del cosiddetto
«Centro antiblasfemia») denuncino tutto ciò, mentre non si preoccupano
se le Scritture Bibliche li confermano nelle posizioni assunte rispetto
all’argomento.
Cos’è più blasfemo una dottrina non biblica o una barzelletta che vuole
far sorridere e non offendere, elaborata da credenti in buona fede?
Non capisco se, secondo costoro, faccia più «male» alle anime una
storiella che pure è «rispettosa» (perché io sono tale in coscienza...)
della Parola di Dio o se nuoce il reiterare una credenza che, unita
ad altre, ha distolto milioni d’anime dal rendere a Cristo (e solo a
Lui) l’onore di Salvatore e Mediatore fra Dio e gli uomini? (At
4,12; 1 Tim 2,5).
È di questo che si tratta, costoro si rendano conto che già sulla
base d’una simile supposizione si pratica un culto che sottrae
Cristo alla riverenza di milioni di cattolici. Ironia della sorte, si
guarda poi alla «pagliuzza» altrui, ma la propria «trave» è considerata
un banale e microscopico «stuzzicadenti»!
Complimenti, cari fratelli che avete denunciato pubblicamente
Martella: ne dovrete rendere conto al Signore!
Io sono un non ebreo che, per grazia, è stato redento dal Signore Gesù
Cristo, ma queste posizioni teologiche da parte di «ebrei» dimostrano
come perduri ancora l’accecamento spirituale del popolo eletto; secondo
la posizione del Rabbinato italiano che per bocca del Rab. Riccardo Di
Segni, sia pure in riferimento ad altro, è stato affermato che chi si
converte al Messia Gesù non può pretendere d’essere un vero Giudeo; Gesù
è per lui e il giudaismo in fallo rispetto alla tradizione ebraica che
non lo ammette quale Figlio di Dio!
È sorprendente che costoro si «convertono» dal giudaismo per abbracciare
dottrine respinte dalla Chiesa di Cristo e che fanno discutere anche gli
stessi cattolici più informati e illuminati. Come testimoniano le
ricerche di singoli credenti e studiosi della Chiesa cattolica, le loro
conclusioni su Maria e la sua maternità plurima s’avvicinano
singolarmente a quelle evangeliche; mentre essi si conformano al
«modello delle sane parole», questi «Ebrei per Gesù» vanno in senso
contrario! [È venuto il dubbio se non siano «Ebrei per Maria», N.d.R.]
L’ebraismo ha il mio rispetto, mi rivolgo a sue persone qualificate se
voglio capire cose difficili, ma stiamo attenti alle «favole» che questo
esporta suo malgrado (Tito 1,14).
C’è il sospetto che gli artefici di tali contestazioni siano credenti
confusi, ai quali non sono chiare le Sacre Scritture né in chiave
«giudaica» e né tanto meno «evangelica». Questa constatazione mi rende
edotto sul tipo d’ambiente «ebraico-cristiano» che produsse e introdusse
vari errori dottrinali nei primi secoli della chiesa [cfr. gli Ebioniti,
gli gnostici giudeo-cristiani e altri; N.d.R.].
I fratelli «Ebrei per Gesù» — ammesso che siano tali — vorrei conoscerli
meglio! Stiano tranquilli, noi non siamo nemici e né blasfemi;
ridano con noi delle miserie anche teologiche del nostro mondo cristiano
e giudaico: sorridere di sé è segno d’intelligenza e vera santità.
Gesù stesso ironizzò su due suoi discepoli, quando li definì «figli
della folgore», perché volevano che Dio incenerisse i Samaritani
«colpevoli» di non averli ricevuti. Quando Gesù definì i Farisei «ciechi
guide di ciechi», stava usando un pesante sarcasmo; l’Evangelo è pieno
di spunti ironici, basta saperlo leggere!
Non era, comunque, mia intenzione schernire Dio, madonne e santi né chi
non la pensa come me. Invito chiunque a leggersi le barzellette e, s’è
stato offeso da qualche testo, scriva a Nicola e chieda di toglierlo:
«credo» (!) che lo farà. [N.d.R.: Chiaramente deve indicare quale testo
specifico lo ha offeso e deve dare sufficienti motivazioni di carattere
teologico e morale.]
In ogni caso continueremo a scrivere e raccontare, con la speranza che
chi le legge, sorrida e vada a leggersi la Bibbia che porta salvezza e
redenzione… e vero timor di Dio, non un esasperato e ipocrita
bigottismo. Nicola farà di più (lo ha già fatto con me!!!): raccomanderà
moderazione a chi scrive e non pubblicherà quel materiale che ritiene
equivoco.
Se ho offeso qualcuno nel suo credere, me ne scuso ancora sinceramente,
rammaricato. [N.d.R.: In ogni modo, la campagna denigratoria messa in
campo da tale sedicente «Centro antiblasfemia» alias «Ebrei per Gesù»
non fa onore ai loro gestori, visto che gettano ombre e fango sugli
altri, senza cercare prima un confronto personale e fraterno.]
{24-06-2008}
Caro lettore, la tua opinione è richiesta. Quand’è che, biblicamente
parlando, un’opera può essere definita blasfema? Quand’è che una
barzelletta, una battuta, una freddura, una storiella, un raccontino
spiritoso o una novelletta comica è da considerare cosa blasfema,
dissacrante o contrario alla morale? {Nicola Martella} |
►
Blasfemia o dualismo? 1:
Il reperto biblico {Nicola Martella} (A)
►
Blasfemia o dualismo? 2: Il
dualismo integralista
{Nicola Martella} (A)
►
Blasfemia o dualismo? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Blasfemia fra umorismo e dottrina
{Gianni Siena}
(A)
►
Centro antiblasfemia alias Ebrei per Gesù
{Nicola Martella - Argentino
Quintavalle} (A)
►
Religione di buoni sentimenti e senza umorismo?
{Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Blasfem_umor_dottrina_Mds.htm
25-06-2008; Aggiornamento: 26-06-2008 |