Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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BLASFEMIA FRA UMORISMO E DOTTRINA

 

 di Gianni Siena

 

Questo scritto di Gianni Siena è la reazione a una campagna denigratoria messa in campo dal sedicente «Centro antiblasfemia» alias «Ebrei per Gesù». Ultimamente, oltre ad attaccare la mia persona per aver pubblicato una rubrica umoristica, se la sono presa anche con Gianni Siena, a causa di alcuni suoi testi. Si vedano i seguenti link, che mostrano una vera e propria campagna denigratoria:

     ■ Nicola Martella pubblica barzellette blasfeme!

     ■ Analisi sulla barzelletta di Gianni Siena

     ■ La barzelletta blasfema è zizzania! (1)

     ■ La barzelletta blasfema è zizzania! (2)

     ■ La s. Bibbia vieta le opere blasfeme

 

Questi sono solo alcuni esempi. Basta cercare sui loro blog per trovare il resto. {Nicola Martella}

 

Rimando ai mittenti la patente di «blasfemo»

 

Sono passati i tempi quando una battuta scherzosa poteva costare una denuncia. Anche il concetto di «vilipendio della religione» è molto cambiato e io stesso, per amore di Cristo sopporto spesso delle offese personali, espressione d’un reale disprezzo dei principi evangelici.

     La rubrica «humour» pubblica queste facezie, che circolano da tempo anche nell’ambiente cristiano: esse non sono «blasfeme». Il concetto di «blasfemia» si realizza nell’offendere l’oggetto sacro in sé o la maestà della divinità. Ma nulla è più estraneo alla mia mente o al mio cuore, ho sempre ascoltato simili storie e ne abbiamo riso di cuore, salvo dedicare la nostra vita al Signore in opere e in riverenza di preghiera. Mi meraviglio invece che coloro che hanno denunciato pubblicamente Nicola Martella, non facciano caso a quanto stanno facendo essi stessi con il pretesto della verginità della madre del Signore.

     Moni Ovadia racconta i peccatucci dei rabbini, dei preti cattolici e degli ebrei: queste storie circolano nel mondo ebraico e alcune sono uscite dal cuore di sinceri ebrei. Sinceri credenti d’ogni credo hanno gli occhi aperti su quel che succede nel loro mezzo e sull’applicazione delle personali credenze. Qualche volta contestano in nome delle loro credenze, altra volta scelgono la battuta o il raccontino spiritoso: l’umorismo graffia più d’una rigorosa esposizione teologica o notazione etica.

     Alcune barzellette che ho raccontato (quindi non tutte), derivano da fatti reali e persone esistenti. Altre sono rielaborazioni di forme già raccontate o di letture che si saldano in un’invenzione ironica (la barzelletta è sempre «invenzione»).

     Noi pentecostali siamo additati per il nostro modo particolare di condurre il culto e per certi difetti evidenti dei nostri comportamenti. Anni fa circolava in Calabria questa battuta: «Se vuoi tagliare una torta in fette uguali per tutti, invita un pentecostale… essi sono molto bravi nelle “divisioni”». In tal modo si faceva riferimento al fatto che una dissensione tra fratelli si conclude a volte con una divisione ecclesiale. Certo non tutti i pentecostali sono così, ma i fatti vengono spesso generalizzati per illustrare una certa cosa.

     Ogni particolare visione della Fede, legata alle situazioni storiche in cui nasce, crea a volte equivoci e fraintendimenti divertenti, che vengono ripresi dal popolo cristiano; sono anche fatti avvenuti sul pulpito (nei raduni e nel culto ordinario o settimanale).

     La gente prende in prestito fatti, personaggi e dottrine religiose, le elabora e racconta, il tutto con l’evidente gusto di mandare un messaggio diverso o d’esprimere un punto di vista personale. O qualcuno usa la barzelletta per veicolare qualcosa di serio: io ho scelto di rielaborare barzellette esistenti o di mia invenzione, non solo per far ridere ma per far riflettere le persone su qualche tema biblico. Nel fare questo, sto attento a quel che insegna primariamente la Bibbia rispetto alle tradizioni degli uomini, come per esempio, la «verginità perpetua» di Maria. Sulla base delle Scritture credo e difendo la condizione di verginità di Maria dal tempo del concepimento al parto; ma ignoro le reazioni scandalizzate di chi ci vuole credere a ogni costo anche dopo tale momento, perché così non è scritto.

     Considero di seguito un raccontino che ho mandato ed è stato pubblicato. Si tratta del rabbino che riceve dal Cielo la risposta: «Anche mio Figlio è tornato da Israele con le stesse idee...». Essa è liberamente scaricabile da vari siti nella rubrica «Barzellette sugli ebrei» o «Barzellette sulla religione ebraica». È quindi una delle tante su questo tema. Questa l’ho trovata divertente e l’ho raccontata con mie parole: non saprei chi l’ha inventata, direi senz’altro un non ebreo, ma l’ho trovata carina e in armonia con le mie credenze.

     Mi sembra tuttavia che chi «denuncia», voglia invece colpire noi che, con ironia e gioia di vivere, non senza aver prima fatto una severa cernita, diciamo cose che ricorrono negli ambienti cristiani. Vengo alla storiella da me raccontata. In modo immaginativo Giuseppe e Maria intervengono a un convegno ecumenico per raccontare la versione dei fatti evangelici che può essere letta nei Sacri Testi. [Ciò fa solo riflettere. Inoltre il testo non è offensivo per nessuno e ognuno possiede la capacità di distinguere la realtà dalla finzione. N.d.R.]

     Da altre comunicazioni sull’argomento della presunta verginità perpetua di Maria, intercorse tra «Ebrei per Gesù» e Martella [ Giudei cristiani e verginità a vita di Mariàm], è evidente una cosa: la vera ragione è il mancato accoglimento del loro credere, secondo un cliché dottrinale da noi rigettato molto tempo fa.

     La Chiesa Cattolica ha invece, dal canto suo, una notevole dose d’autoironia e di «sopportazione»; un cattolico si diverte anch’egli nel sentire certe storie ma a patto di non offendere le sue credenze. Quando c’è questo rischio si mette da parte il materiale editoriale e, credo, anche qualche cattolico si sarà divertito a leggere la «vicenda» pubblicata sul sito.

     Io pentecostale mi diverto, come già detto, quando leggo le amenità sulla mia pratica cultuale. C’è la storiella della donna che, durante un culto, si sente dire da un medico, che si mette a interpretare il messaggio in «lingue» della donna: «Tu sarai certamente guarita… Ma se la tua fede non ce la fa, vieni domani nel mio studio che ci provo io». Questa facezia è una esagerata presentazione di quel che avviene realmente nelle chiese sia pentecostali che carismatiche. Tuttavia so per esperienza che la realtà è, talvolta, anche grazie a gente confusa, più stravolgente di certe «narrazioni»: ho raccontato cose del genere a serissimi pastori, che si sono fatti una piacevole risata… chissà, forse, le racconteranno a loro volta o si beccheranno un rimprovero da qualcuno. Mi sono forse «pentito» d’aver speso 33 anni della mia vita come pentecostale? Per nulla, ma posso assicurare che queste storie nascono da reali osservazioni negli ambienti carismatici e pentecostali, dove la realtà supera persino la barzelletta: noi ne ridiamo per primi. Dico questo sapendo che la generale realtà cultuale della mia denominazione è ben lontana da simili episodi che riguardano sovente singoli credenti un po’ bizzarri o comunità particolari.

     La propensione all’umorismo aggiunge un po’ d’ironia personale: io stesso ho scoperto d’averne. Questo non toglie nulla all’eventuale difesa delle mie idee religiose, sono un autentico «Davide» quando devo difendere ciò che per me vale quanto la vita stessa!

     Per mio diletto io racconto — senza essere il solo — le «malefatte» degli evangelici e, data la mia frequentazione, riguardano più facilmente un pentecostale che un battista o altri: fatti veri e parole dette realmente. La mia domanda di molti anni fa fu la seguente: Perché il «tributo» all’ironia lo devono pagare solo cattolici ed ebrei? Noi evangelici — nelle più svariate sfumature — siamo «perfetti» e inappuntabili? No. Il sito «Fede controcorrente» dimostra, con la partecipazione di tanti contributori, il contrario e una notevole dose d’autoironia!

     Io non ho preso parte aperta per i protestanti (quale sono, abbiamo già pagato il tributo del dissenso verso le dottrine umane: con chiare prese di posizione fin dalla Riforma); non ho sottolineato malignamente la delusione di chi vede sconfessato un credere non confermato dalla Bibbia. Se le posizioni dell’immaginifico convegno sono identificabili avviene perché sono note le posizioni d’ogni chiesa a cui mi riferisco. Sull’irreale «convegno» ognuno resta (in realtà!) convinto di ciò che crede o vuole credere, ho messo in bocca a Giuseppe parole allusive alla sua privatezza, però nel rispetto dell’insegnamento biblico: ho «inventato» una situazione verosimile, un convegno dove ognuno vorrebbe poter affermare la sua posizione particolare. Mi sono concesso una «licenza», ossia affermare umoristicamente la verità Biblica al riguardo e per bocca di Giuseppe e Maria… cosa credono costoro, che non ci ricordiamo di quanta fatica si faccia per evangelizzare le anime perdute? Guai a chiunque aggiunge alla Verità o toglie da essa! (Ap 22,18-20). [N.d.R.: Questa storiella, sebbene dottrinalmente rispettosa della verità, non vuol essere un trattato teologico; anche un bambino sa discernere una situazione vera da un racconto fantasioso.]

     Gesù non rispettava il divieto rabbinico di parlare con le donne, lo faceva pubblicamente e nelle sedi più svariate e senza essere mai stato accusato d’immoralità (Gv 4,27). Segno che, ancora ai suoi giorni, il prurito antifemminile (non antifemminista) di certi ambienti religiosi non era poi così condiviso da tutti… ed era di recente istituzione. Anch’io faccio ironia apertamente e, si noti ancora bene, senza essere bigotto, sono solo impietoso: Gesù era così. Anzi, molto di più!

     In quanto cristiani vogliamo indirettamente, anche con l’umorismo, stimolare le persone a leggere la Bibbia e formarsi un’idea dottrinalmente sana degli argomenti trattati. Questa è la libertà d’ogni uomo, sancita da Cristo quando manda i suoi a evangelizzare ogni creatura (Mt 28,19-20). Ed è sancita dalla Costituzione, nonché dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

     La suddetta barzelletta, poi, non è neppure mia; nessuno mi chieda dove l’ho sentita, circola da anni e anche in forme realmente volgari: l’ho riproposta in veste decente e dottrinalmente cristiana ma, ancor più, se non bastasse, riveduta e adattata da un esigentissimo Martella.

     La gente, sulla nascita soprannaturale di Gesù, esprime dubbi in forma esplicita. In genere, chi fa simili insinuazioni le accompagna con gestacci realmente volgari e irrispettosi della Parola di Dio, oltre che delle mie credenze personali. Gli increduli dubitano di quello ch’è implicato dalle profezie bibliche e (quindi) patrimonio epistemologico d’ogni cristiano.

     Ora, dov’è ancora la pazienza dei santi veri che «insultati benedicevano i loro nemici» (Mt 5,44), che cosa vogliono questi sedicenti cristiani? Rivedano la loro credenza alla luce di tutto (!) il Consiglio di Dio, espresso nella Parola! Hanno «conosciuto» Cristo… hanno ancora da conoscerlo!

     Noi siamo, infatti, credenti di Fede Cristiana Evangelica caratterizzati da vero rispetto della coscienza altrui e, soprattutto, della Dottrina Biblica. La perpetua verginità di Maria non era creduta dai primi cristiani... semplicemente perché non esisteva. Occorrerà aspettare il monachesimo per veder nascere la mariologia che caratterizza il cattolicesimo.

     Che Gesù abbia avuto fratelli e sorelle da sua madre è evidente nelle profezie: Gesù sarebbe stato persino respinto e disconosciuto dai suoi «fratelli», figli di sua madre (Salmo 69,8). Nei Vangeli appare con chiarezza l’adempimento della suddetta Scrittura: «Neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Gv 7,5).

     Se, senza voler offendere, scherziamo sul mondo popolare-cattolico e sulle sue «credenze», lo facciamo consapevoli dei rischi: Martella ha detto più volte «no» anche a me e questo è rispetto. Nello spedire i «testi», avevo talvolta dei dubbi e la risposta di Nicola confermò i miei presentimenti. Questo senso d’autocritica testimonia lo scrupolo di Nicola (e il mio). Io scherzo sul mondo pentecostale e se l’argomento è accettato dal redattore, so che nessuno si scandalizzerà.

     Mi sorprende, invece, che «Ebrei per Gesù» (gestori anche del cosiddetto «Centro antiblasfemia») denuncino tutto ciò, mentre non si preoccupano se le Scritture Bibliche li confermano nelle posizioni assunte rispetto all’argomento.

     Cos’è più blasfemo una dottrina non biblica o una barzelletta che vuole far sorridere e non offendere, elaborata da credenti in buona fede? Non capisco se, secondo costoro, faccia più «male» alle anime una storiella che pure è «rispettosa» (perché io sono tale in coscienza...) della Parola di Dio o se nuoce il reiterare una credenza che, unita ad altre, ha distolto milioni d’anime dal rendere a Cristo (e solo a Lui) l’onore di Salvatore e Mediatore fra Dio e gli uomini? (At 4,12; 1 Tim 2,5).

     È di questo che si tratta, costoro si rendano conto che già sulla base d’una simile supposizione si pratica un culto che sottrae Cristo alla riverenza di milioni di cattolici. Ironia della sorte, si guarda poi alla «pagliuzza» altrui, ma la propria «trave» è considerata un banale e microscopico «stuzzicadenti»! Complimenti, cari fratelli che avete denunciato pubblicamente Martella: ne dovrete rendere conto al Signore!

     Io sono un non ebreo che, per grazia, è stato redento dal Signore Gesù Cristo, ma queste posizioni teologiche da parte di «ebrei» dimostrano come perduri ancora l’accecamento spirituale del popolo eletto; secondo la posizione del Rabbinato italiano che per bocca del Rab. Riccardo Di Segni, sia pure in riferimento ad altro, è stato affermato che chi si converte al Messia Gesù non può pretendere d’essere un vero Giudeo; Gesù è per lui e il giudaismo in fallo rispetto alla tradizione ebraica che non lo ammette quale Figlio di Dio!

     È sorprendente che costoro si «convertono» dal giudaismo per abbracciare dottrine respinte dalla Chiesa di Cristo e che fanno discutere anche gli stessi cattolici più informati e illuminati. Come testimoniano le ricerche di singoli credenti e studiosi della Chiesa cattolica, le loro conclusioni su Maria e la sua maternità plurima s’avvicinano singolarmente a quelle evangeliche; mentre essi si conformano al «modello delle sane parole», questi «Ebrei per Gesù» vanno in senso contrario! [È venuto il dubbio se non siano «Ebrei per Maria», N.d.R.]

     L’ebraismo ha il mio rispetto, mi rivolgo a sue persone qualificate se voglio capire cose difficili, ma stiamo attenti alle «favole» che questo esporta suo malgrado (Tito 1,14).

     C’è il sospetto che gli artefici di tali contestazioni siano credenti confusi, ai quali non sono chiare le Sacre Scritture né in chiave «giudaica» e né tanto meno «evangelica». Questa constatazione mi rende edotto sul tipo d’ambiente «ebraico-cristiano» che produsse e introdusse vari errori dottrinali nei primi secoli della chiesa [cfr. gli Ebioniti, gli gnostici giudeo-cristiani e altri; N.d.R.].

     I fratelli «Ebrei per Gesù» — ammesso che siano tali — vorrei conoscerli meglio! Stiano tranquilli, noi non siamo nemici e né blasfemi; ridano con noi delle miserie anche teologiche del nostro mondo cristiano e giudaico: sorridere di sé è segno d’intelligenza e vera santità.

     Gesù stesso ironizzò su due suoi discepoli, quando li definì «figli della folgore», perché volevano che Dio incenerisse i Samaritani «colpevoli» di non averli ricevuti. Quando Gesù definì i Farisei «ciechi guide di ciechi», stava usando un pesante sarcasmo; l’Evangelo è pieno di spunti ironici, basta saperlo leggere!

     Non era, comunque, mia intenzione schernire Dio, madonne e santi né chi non la pensa come me. Invito chiunque a leggersi le barzellette e, s’è stato offeso da qualche testo, scriva a Nicola e chieda di toglierlo: «credo» (!) che lo farà. [N.d.R.: Chiaramente deve indicare quale testo specifico lo ha offeso e deve dare sufficienti motivazioni di carattere teologico e morale.]

     In ogni caso continueremo a scrivere e raccontare, con la speranza che chi le legge, sorrida e vada a leggersi la Bibbia che porta salvezza e redenzione… e vero timor di Dio, non un esasperato e ipocrita bigottismo. Nicola farà di più (lo ha già fatto con me!!!): raccomanderà moderazione a chi scrive e non pubblicherà quel materiale che ritiene equivoco.

     Se ho offeso qualcuno nel suo credere, me ne scuso ancora sinceramente, rammaricato. [N.d.R.: In ogni modo, la campagna denigratoria messa in campo da tale sedicente «Centro antiblasfemia» alias «Ebrei per Gesù» non fa onore ai loro gestori, visto che gettano ombre e fango sugli altri, senza cercare prima un confronto personale e fraterno.] {24-06-2008}

 

Caro lettore, la tua opinione è richiesta. Quand’è che, biblicamente parlando, un’opera può essere definita blasfema? Quand’è che una barzelletta, una battuta, una freddura, una storiella, un raccontino spiritoso o una novelletta comica è da considerare cosa blasfema, dissacrante o contrario alla morale? {Nicola Martella}

 

Blasfemia o dualismo? 1: Il reperto biblico {Nicola Martella} (A)

Blasfemia o dualismo? 2: Il dualismo integralista {Nicola Martella} (A)

Blasfemia o dualismo? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Blasfemia fra umorismo e dottrina {Gianni Siena} (A)

Centro antiblasfemia alias Ebrei per Gesù {Nicola Martella - Argentino Quintavalle} (A)

Religione di buoni sentimenti e senza umorismo? {Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Blasfem_umor_dottrina_Mds.htm

25-06-2008; Aggiornamento: 26-06-2008

 

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