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1.
Il pensiero dualistico
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2.
Fate attenzione ai dualisti |
Qui riprendiamo e
approfondiamo il discorso della prima parte:
►
Blasfemia o dualismo? 1:
Il reperto biblico.
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1.
IL PENSIERO DUALISTICO:
Esso è nato in Oriente e vede la lotta fra due soli principi, il bene e il male,
fra forze positive e negative, spesso personificate nelle relative mitologie. Il
dualismo è tipico delle religioni orientali: taoismo, induismo, parsismo e
zoroastrismo, religione di Babilonia. I due principi del taoismo (ying e yang),
divenuti molto conosciuti in Occidente mediante le medicine alternative e la
spiritualità esoterica, si trovavano anche in India, in Persia (Iran) e a
Babilonia (Iraq).
Per l’approfondimento si veda in
Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003), i seguenti articoli: «Ayurveda», pp. 77ss;
«Chi», pp. 94s; «Energia cosmica o vitale», pp. 139-143; «Induismo e buddismo»,
p. 250; «Karma», p. 272; «Prana», pp. 435s; «Tao», pp. 518s; «Yin e yang», pp.
555s; «Yoga», pp. 556ss. |
Nella Bibbia invece il Dio vivente non è
semplicemente una «forza positiva» che si oppone a una «forza negativa» di pari
potenza. Jahwè è il Dio sovrano e impareggiabile, tutto il creato è al suo
servizio e anche Satana (= ebr. avversario) è un suo schiavo (Gb 1s). Il Dio
vivente non ha concorrenti né in cielo né sulla terra. Secondo tale ortodossia,
il profeta Amos poteva dire, senza essere smentito dalla Torà o da altri
profeti: «La tromba [d’avvertimento per l’assedio] suona in una città, senza
che il popolo tremi? Una sciagura piomba sopra una città, senza che l’Eterno ne
sia l’autore? Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo
segreto ai suoi servi, i profeti» (Am 3,6s).
In corrispondenza con il monoteismo assoluto e contro ogni dualismo, Dio ha
affermato: «Io sono l’Eterno, e non ve n’è alcun altro. Io formo la luce,
creo le tenebre, do il benessere, creo l’avversità. Io, l’Eterno, sono colui che
fa tutte queste cose» (Is 45,6s).
Dopo la deportazione di
Israele in Assiria (722 a.C.) e di Giuda a Babilonia (586 a.C.), gli Ebrei
arrivarono in Persia e ancora oltre. In questi paesi fecero la conoscenza col
dualismo (si veda la valutazione e la posizione della donna prima e dopo la
deportazione!).
Tali concezioni entrarono in vari gruppi giudaici in Palestina e nella diaspora
(p.es. Babilonia, Alessandria), ad esempio negli Esseni (Palestina), i
Terapeutici (Egitto) e negli apocalittici (cfr. il cosiddetto libro di Enoch).
Tale pensiero dualistico si
trova anche in
Platone. Così non meraviglia che il giudeo Filone d’Alessandria abbia voluto
coniugare insieme Abramo e Platone, ebraismo ed ellenismo, e abbia usato
l’allegoria e il dualismo gnostico come strumenti d’interpretazione. Il dualismo
giudaico divenne uno dei punti forti dello gnosticismo giudaico, che con
l’allegoria portò alla giudaizzazione dei miti e delle concezioni pagani,
particolarmente delle religioni dei Misteri. Questo metodo speculativo fu
applicato anche all’apocalittica giudaica, che produsse una grande quantità di
pseudoepigrafi e che portò, mediante la falsa profezia, il popolo giudaico prima
alla disfatta del 70 d.C. e poi a quella del 136 d.C. (Akiba e Bar-Kochba). Nel
secondo secolo, la gnosi giudaica, l’allegoria e il dualismo furono assimilati
dalla scuola cristiana d’Alessandria e da lì si propagò mediante personaggi come
Origene nel cristianesimo.
Tale concezione dualistica
portò nel cristianesimo una visione gnostica della fede (cfr. sacramentalismo),
ascesi (cfr. monachesimo, anacoreti) e ostile alla sessualità (celibato forzato
dei chierici). Sempre di nuovo arrivarono in Occidente filosofi e predicatori
orientali, che cristianizzarono le loro dottrine dualistiche e gnostiche
provenienti dalla religione sincretistica di Zoroastro. Uno di loro fu Mani nel
4° secolo e il manicheismo divenne una grande tentazione e un grande pericolo;
sebbene combattuto da alcuni teologi (p.es. Agostino), esso influenzò sia loro
sia l’intera chiesa per secoli. Il ritorno ricorrente a Platone mediante i
filosofi neoplatonici, alimentarono tale gnosticismo e tale dualismo.
Sia nel giudaismo, sia nel cristianesimo, vennero prodotti varie casistiche
dualiste su ciò che dovrebbe essere ortodosso o meno. Anche oggigiorno non è
cambiato nulla: a ciò che la sacra Scrittura dichiara con chiarezza, vengono
associate liste di precetti con cui fare discrimine fra i fedeli (e per
assoggettarli a una nomenclatura religiosa) e vengono usate come strumento per
attaccare chi non è come loro. Ciò accade in ogni movimento integralista o
ultra-ortodosso, si trovi esso nel giudaismo, nel cristianesimo o nel
giudeo-cristianesimo.
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2.
FATE ATTENZIONE AI DUALISTI:
Per loro non è impuro, contaminato e abominevole solo persone e cose che Dio
dichiara esplicitamente nella sua Parola, ma pressoché tutto.
È interessante che Elifaz di Teman, uno degli interlocutori di Giobbe, aveva una
concezione dualistica: e considerava ogni persona un «essere abominevole e
corrotto, l’uomo, che tracanna l’iniquità come l’acqua» (Gb 15,16); ciò
dipendeva dal fatto che la sua immagine di Dio era dualistica: «Dio non si
fida nemmeno dei suoi santi, i cieli non son puri agli occhi suoi» (v. 15).
Paolo, dopo aver messo in guardia Tito contro le «favole giudaiche» e i «comandamenti
d’uomini che voltano le spalle alla verità», aggiunse: «Tutto è puro per
quelli che sono puri; ma per i contaminati e increduli niente è puro; anzi,
tanto la mente che la coscienza loro sono contaminate» (Tt 1,14s). Per i
dualisti giudei tutto è quindi contaminato, anche le cose più pure e nobili; per
questo hanno un approccio mitologico alla realtà e vedono il male anche dove non
c’è. In contrasto con loro, per chi conosce la grazia salvifica e purificante di
Dio «tutto è puro», ossia non vedono il male dove non c’è.
I dualisti pensano solo con uno schema «o bianco o nero». Dando troppa gloria al
diavolo, vedono tutto nelle sue mani, come se fosse una potenza che può stare a
fronte a Dio, in tal modo fanno posto al diavolo. Pensano che il mondo e tutto
ciò che in esso sia in balia di Satana. Dimenticano volentieri che l’universo è
di Dio, che la buona creazione è sua, che la terra è sua ed è lo sgabello dei
suoi piedi (Mt 5,35). «Tutta la terra è mia» (Es 19,6; 25,23). «Sotto
tutti i cieli, ogni cosa è mia» (Gb 41,3). «Il mondo, con tutto quel che
contiene, è mio» (Sal 50,12). Bisogna credere a un bugiardo e padre della
menzogna (Gv 8,44) che afferma di poter dare a qualcuno ciò che ha ricevuto, ma
che invece non gli appartiene? (Mt 4,9; Lc 4,6s).
Dimenticano anche che Egli è il Dio della storia (Jahwè Sebaot o Eterno degli
eserciti) e domina e dirige ogni cosa personalmente o mediante i suoi angeli
(cfr. Sal 104; Gr 5,22). «L’Eterno giudica i popoli» (Sal 7,7s).
Dimenticano pure che l’uomo è stato creato a immagine di Dio (Gn 1,27),
fatto poco inferiore di Dio (Sal 8,4ss); egli ha quindi una nobiltà a
prescindere. Elihu affermò: «Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è
lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente» (Gb 32,8). Dimenticano che Dio ha
saputo
apprezzare uomini e cose prodotte dagli uomini. Nimrod fu definito «potente
cacciatore nel cospetto dell’Eterno» (Gn 10,8s). Del mestiere del contadino
è addirittura scritto: «Il suo Dio gli insegna la regola da seguire e
l’ammaestra» (Is 28,24ss). Dimenticano quindi che non tutto ciò che è nella
cultura sia da buttare via. Gesù usò come paragone illustrativo la musica
gioiosa ebraica e il canto pieno di mestizia (Mt 11,17); similmente fece Paolo
(1 Cor 14,7s). Quest’ultimo parlò positivamente addirittura della corsa (1 Cor
9,24), dell’atleta (v. 25; 2 Tm 2,5) e del pugilato! (1 Cor 9,26). I dualisti
non l’avrebbero mai fatto: per loro tutto ciò che è nel «mondo» è sempre
negativo e dal diavolo.
Dio, i profeti, Gesù, gli apostoli e gli scrittori dell’AT e del NT usarono i
generi retorici e i generi letterari che erano ovvi nelle relative culture,
compresi l’ironia, il sarcasmo, l’umorismo, l’invettiva, la canzonatura.
Questo o viene rimosso dagli integralisti, o viene «sterilizzato» o viene
considerato scandaloso.
Gesù e gli apostoli non gettarono tutto alle ortiche, ma cercarono di vedere il
lato positivo delle cose e delle persone. Lo stesso Gesù simpatizzò col
giovane ricco per tutte le cose buone che c’erano nella sua vita; poi gli mostrò
che cosa gli mancasse (Mc 10,21 «l’amò»). I dualisti integralisti avrebbero
cominciato con tutte le cose che non andavano e che essi detestavano! Lo stesso
avrebbero fatto con Apollo, dopo averlo ascoltato, visto che aveva conoscenza
soltanto del battesimo di Giovanni: lo avrebbero semplicemente squalificato.
Priscilla Priscilla e Aquila, invece, «lo presero con sé e gli
esposero più appieno la via di Dio» (At 18,26). Barnaba fu pronto a
recuperare il giovane Marco e lo rese uno strumento utile all’opera (2 Tm 4,11);
similmente fece prima di ciò con lo stesso Paolo, quando tutti avevano riserve e
sospetti (At 9,27; 11,25). Paolo fece lo stesso con Onesimo, il servo
fuggito di casa, e intercesse presso il suo padrone (Fil 1,11). Di tutto questo
i dualisti integralisti non ne sanno nulla: essi, per alcuni aspetti che
ritengono negativi, condannano sempre l’intera persona e gli attaccano subito
l’etichetta dell’anatema.
Gli integralisti, invece di attenersi a ciò che è espressamente comandato dal
Signore, praticando il «non oltre quel che è scritto» (1
Cor 4,6), buttano sempre il bambino con tutta l’acqua sporca. Per loro tutto ciò
che non si concilia con il loro dualismo babilonese, giudaico, manicheo o
darbista e con la loro visione gnostica o ascetica della vita, è semplicemente
«blasfemo». Il loro soggettivismo e i loro gusti morali personali devono valere
per tutti. Per questo gettano ombre e fango morali, e addirittura maledizioni e
anatemi, su tutti coloro che non la pensano come loro. Ma che dice la Scrittura
sulla buone cose che sono in questo mondo? Oltre a quanto già detto, ecco
ancora alcuni esempi qui di seguito.
■ «Esaminate ogni cosa e ritenete il bene! Astenetevi da ogni specie di male»
(1 Ts 5,21s). Invece di buttare via il bimbo con tutta l’acqua sporca, si può
separare il grano dalla paglia, accettando ciò che c’è di buono e rifiutando gli
aspetti deleteri.
■ «E la mia preghiera è che il vostro amore sempre più abbondi in conoscenza
e in ogni discernimento, affinché possiate distinguere fra il bene e il male,
affinché siate sinceri e irreprensibili per il giorno di Cristo. […] Del
rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose
giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama,
quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri»
(Fil 1,9s; 4,8). I dualisti integralisti, sai giudei, sia cristiani sia
giudeo-cristiani, che vedono tutto «o bianco o nero», sfornano lunghe casistiche
di precetti religiosi e morali da mettere come un giogo sui credenti, invece di
attenersi a ciò che è già scritto nella Bibbia; i loro gusti personali devono
diventare immancabilmente precetti per gli altri. Paolo invece, che da ex
fariseo conosceva bene le casistiche giudaiche, poneva l’accento sul
discernimento che, se allenato, porta a distinguere il bene dal male. Egli non
demonizzò tutto ciò che stava nella relativa cultura dei credenti, suoi
destinatari, ma li incoraggiò a fare oggetto dei loro pensieri tutto ciò che
aveva buone caratteristiche morali.
■ Chi è abituato alla casistica morale del dualismo integralista pensa di avere
una
delega in bianco sugli altri e considera perciò gli altri come bambini che
bisogna guidare con precetti religiosi e morali di propria fattura. Paolo invece
investiva sulla «etica della libertà e della responsabilità»: «Ogni cosa m’è
lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò
dominare da cosa alcuna» (1 Cor 6,12). «Ogni cosa è lecita ma non ogni
cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica» (1 Cor 10,23). [►
L’etica della libertà e della responsabilità]
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Blasfemia o dualismo? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
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{Nicola Martella - Argentino Quintavalle}
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{Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Blasfemia_dualismo2_UnV.htm
24-06-2008; Aggiornamento: 25-06-2008
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