Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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POLITICA E CRISTIANI

 

 di Nicola Martella

 

Anno Domini 2008. Stanno arrivando nuovamente le elezioni. Dopo che Veltroni con il «Partito Democratico» (PD) ha deciso di correre da solo, ha rotto così lo schema statico delle grandi coalizioni, che di fatto hanno impedito vere riforme nel Paese, data la loro eterogeneità interna e i continui veti incrociati. In tal modo, ossia con questa novità, il quadro politico dapprima si è alquanto sconvolto e poi si è ricomposto in altro modo, impensabile appena poco tempo prima. Ciò ha costretto i partiti di Berlusconi e Fini (più altri minori) a presentarsi in una lista unica, rinunciando ai propri simboli. A sinistra del PD vari partitini si sono aggregati nella «cosa rossa». Sono rimasti a sé i socialisti per «coerenza» con la loro storia; e il «partito del campanile», dopo la caduta del governo, nessuno l’ha più voluto, neppure i centristi. Con alcune aggregazioni di necessità, si profilano vari gruppi più «fondamentalisti»: una destra-destra, una sinista-sinistra e un centro-centro; tutti e tre i raggruppamenti, minacciati dal cosiddetto «voto utile», sparano a zero sui rispettivi vecchi alleati: PD e PdL (Partito o Popolo della Libertà). «L'unione di centro» vuole ricostruire, in qualche modo, la vecchia DC (Democrazia Cristiana) o partito cattolico che, per certi aspetti, segue le direttive della curia; alcuni li chiamano «estremisti di centro» in analogia con gli estremi dei partiti dell’arco costituzionale (destra e sinistra). In ogni modo, tutti dicono di essere la «vera» novità e che stanno rimontando nei sondaggi.

     E anche i cristiani orientati alla Bibbia cominciano a fibrillare. Mi arrivano e-mail di credenti che hanno deciso di entrare in politica (anche conduttori di chiesa) e altre, in cui altri credenti rispondono loro, incoraggiandoli nella loro impresa e dando loro consigli. Oppure in altre missive vengono preso di mira evangelici (p.es. Domenico Maselli) che in passato sono stati eletti o si presentano attualmente nelle fila di questo o quello schieramento. Infine in altre missive che ricevo, vengono proposti i discorsi di qualcuno (p.es. Valdo Spini) sulla laicità dello Stato.

     Gli uni vorrebbero un partito tutto «cristiano», altri addirittura interamente «evangelico», magari chiamandolo con un acronimo che ricorda qualcosa di «biblico» (pace, patto). Gli altri vorrebbero un partito «laico» che distingue i differenti ruoli di chiese e Stato. Chi pensa che un partito cristiano sia un’utopia, visto i numeri, cerca di identificare i contenuti cristiani con questo o quello schieramento partitico. Altri, per abilitare le proprie preferenze, passano a sparare sentenze sugli altri, sui raggruppamenti più «peccatori», più distanti dall’etica cristiana, evidenziando aspetti specifici (p.es. presenza nelle liste di fautori di un’etica liberale o di condannati dalla legge). Altri ancora criticano le scelte di alcuni cristiani convinti, perché si presentano in una lista in cui c’è quello o quell’altro.

     I cristiani non dovrebbero essere il «sale della terra» e la «luce del mondo»? (Mt 5,13s). Non dovrebbero portare la testimonianza evangelica in tutti gli schieramenti democratici? (cfr. 2 Tm 1,8). Non dimentichiamo di sovente che la chiesa non è una «teocrazia», ossia che sia tutta presente in uno Stato specifico? Vorremmo che qualche partito sia una specie di denominazione cristiana? Il pluralismo delle idee non dovrebbe essere garanzia anche per noi e la nostra libertà? Il fine non dovrebbe essere anche quello che, pregando per governanti e autorità (anche nello scegliere quelli giusti), «possiamo condurre una vita tranquilla e quieta, in ogni devozione e onestà»? (2 Tm 2,1s).

 

Cattocomunisti o evangelici? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Cristiani in politica? {Nicola Martella} (T)

Esiste una politica cristiana? {Nicola Martella} (T)

La politica e la morale {Abele Aureli - Nicola Martella} (T/A)

La schizofrenia della politica {Tonino Mele} (A)

Politica e cristiani? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Politica e cristiani? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Politica_cristiani_UnV.htm

05-03-2008; Aggiornamento: 15-03-2008

 

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